11
quest’ottica, l’impresa, in quanto organizzazione sociale della produ-
zione, è coinvolta dal nuovo paradigma basato sulla visione ecologica
dell’universo; tale visione, nota anche con il termine di ecologia profon-
da, “ [...] riconosce il valore intrinseco di tutti gli esseri viventi e consi-
dera gli esseri umani semplicemente come un filo particolare nella trama
della vita”
1
e, dunque, considera il mondo come una rete di fenomeni
interdipendenti e interconnessi.
Il pensiero sistemico ebbe sicuramente un’influenza notevole in
tutti gli ambiti disciplinari e, dunque, anche in quello attinente
l’impresa; si associa così all’impresa la qualifica di sistema relativamen-
te alle seguenti condizioni:
a) la presenza di più componenti, siano esse di natura materiale o
immateriale;
b) l’interdipendenza e la comunicazione tra le componenti (prin-
cipio di interdipendenza e comunicazione);
c) l’attivazione delle relazioni in vista del conseguimento della fi-
nalità e degli obiettivi del sistema (principio di comunione verso una fi-
nalità)
2
.
Nel nostro Paese, l’utilizzo di tale tipo di approccio nel campo
imprenditoriale viene generalmente fatto risalire a colui che viene con-
siderato il fondatore dell’Economia Aziendale, ovvero lo ZAPPA;
1
CAPRA F., La rete della vita, Rizzoli, 1997, pag. 17 (Titolo originale: The web of life, Dou-
bleday-Anchor Book, 1996).
2
Cfr. PANATI G., GOLINELLI G.M., Tecnica economica industriale e commerciale, NIS, I,
1993, pagg. 176-177.
12
quest’ultimo osservava che “...L’azienda non è una massa dissociata,
non è una accolta, non un accostamento temporaneo di fattori e di fe-
nomeni disgiunti [...]. Né basta illustrare i cosiddetti elementi
dell’organismo personale dell’azienda e del suo patrimonio e ricondurre
poi la nozione di azienda a quella dei suoi fattori, per palesare la circo-
stanza essenziale o la condizione caratteristica che fa dei fenomeni di a-
zienda una ordinata e continua unità. Al contrario l’azienda è una realtà
operante: diviene di giorno in giorno, si costruisce continuamente, nelle
sue strutture sempre si rinnova e sempre si ricompie; nei processi di-
namici attuati sempre si trasforma e apertamente si manifesta, come det-
tano le circostanze mutevoli alle quali l’azienda deve adattarsi”
3
.
Tuttavia, “ [...] i sistemi non “sono”, ma si “osservano” e ciò pre-
suppone che sia specificato anche l’osservatore. Di fronte alla stessa
struttura, osservatori diversi possono osservare sistemi diversi e lo stes-
so sistema può essere descritto in forme alquanto differenti”
4
. In parti-
colare, la struttura
5
può essere definita come “un insieme di componenti
e di relazioni tra componenti, che esprime in potenza la capacità di con-
seguire dei risultati attraverso un comportamento emergente orientato ad
3
ZAPPA G., Le produzioni nell’economia delle imprese, Giuffrè, 1956, pag. 37.
4
MELLA P., Dai sistemi al pensiero sistemico. Per capire i sistemi e pensare con i sistemi,
Franco Angeli, 1997, pagg. 27-28.
5
Relativamente al concetto di struttura, essa può essere distinta in:
a) struttura logica, ovvero un insieme di componenti logiche idonee a svolgere un certo ruolo, nel ri-
spetto di determinate regole e sulla base di determinati legami/relazioni con altre componenti;
b) struttura fisica, ovvero un insieme di componenti fisiche di cui si conosce il funzionamento ed il
potenziale applicativo, le quali sono dotate di capacità di connessione per il collegamento con altre
componenti.
Tale distinzione rimanda all’esistenza di una schematizzazione logica che assume il nome di schema
organizzativo.
13
un fine”
6
; il sistema, dunque, può essere rappresentato dalla struttura in
azione, ossia quella struttura orientata al raggiungimento di un fine co-
mune
7
. E’, pertanto, in termini di emergenza del sistema dalla struttura
che si qualifica il passaggio dalla struttura al sistema: le relazioni e le in-
terazioni prevalgono sulle componenti; il sistema compie la sua evolu-
zione in un contesto che è caratterizzato da una complessità sempre
maggiore. Viene a delinearsi, dunque, il concetto di sistema vitale, il
quale venne introdotto in passato dal BEER nell’ambito del suo lavoro
più significativo: L’azienda come sistema cibernetico, del 1972; secon-
do tale impostazione, l’impresa viene concepita come sistema ciberneti-
co, in grado dunque di auto-regolarsi e di auto-organizzarsi. Il modello
del sistema vitale, come osservato dallo stesso BEER, può essere riferito
a tutte le organizzazioni (dunque anche all’impresa), le quali dovranno
perseguire il fine della vitalità; è proprio attraverso adeguamenti, tra-
sformazioni e ristrutturazioni nei propri assetti logico-fisici che le orga-
nizzazioni vitali avranno la possibilità di sopravvivere. Pertanto, il si-
stema vitale
8
può essere definito come “[...] un sistema che sopravvive,
6
GOLINELLI G.M., L’approccio sistemico al governo dell’impresa, I, Cedam, 2000, pag. 86.
7
Il perseguimento del fine dipende direttamente dall’efficacia e dall’efficienza delle interazioni
tra le componenti, nel rispetto di determinate regole e in una successione di relazioni e di interazioni.
Con il termine relazione, viene fatto riferimento ad una connessione logica o fisica tra componenti del-
la struttura, mentre l’interazione riguarda la fase in cui le componenti scambiano risorse e condividono
conoscenza al fine del raggiungimento del comune scopo.
8
E’ necessario chiarire la differenza tra sistema vivente e sistema vitale: i sistemi viventi, ovve-
ro i sistemi biologici, godono di una serie di proprietà, sono dotati di determinate funzionalità e attiva-
no reazioni fisico-chimiche che non sono proprie di un’organizzazione imprenditoriale la quale, al
contrario, rappresenta uno specifico sistema di individui ed elementi tecnici; il sistema vitale, invece,
pone in essere costantemente relazioni ed interazioni con il contesto, al fine di assicurarsi la sopravvi-
venza, ma non ha la capacità di riprodurre i propri componenti e di prolungare la propria specie con
processi che hanno esclusivamente natura biologica.
14
rimane unito ed è integrale; è omeostaticamente equilibrato sia inter-
namente che esternamente e possiede inoltre meccanismi e opportunità
per crescere ed apprendere, per svilupparsi ed adattarsi, e cioè per di-
ventare sempre più efficace nel suo ambiente”
9
.
Al fine di una migliore comprensione del modello di sistema vita-
le, si propone di seguito l’enunciazione dei seguenti postulati
10
:
Postulato 1: Un sistema è vitale se può sopravvivere in un partico-
lare tipo di ambiente.
Un sistema vitale è, infatti, in grado di sopravvivere solo in quan-
to contestualizzato nel suo ambiente e capace di effettuare con esso si-
gnificativi scambi. Il postulato in questione trova conferma nella consi-
derazione dell’impresa come sistema aperto, inserito in un ambiente che
viene inteso come sintesi di sovra-sistemi con cui essa stessa interagisce
scambiando le risorse necessarie alla sua sopravvivenza.
Postulato 2: Il sistema vitale possiede la proprietà dell’isotropia
11
(identità dei sistemi vitali).
9
La definizione è tratta da BEER S., Diagnosi e progettazione organizzative - Principi ciber-
netici, Isedi, 1991, pag. 63 (Titolo originale: Diagnosing the system for organization, John Wiley,
1985).
10
I quattro postulati sono tratti da GOLINELLI G. M., L’approccio sistemico al governo
dell’impresa, I, op. cit., pagg. 111-115.
11
Al fine di interpretare correttamente il concetto di “isotropia”, è necessario riferirsi al termine
Eidos, definito come una concrezione di senso che ha come suo terreno di manifestazione l’immagine
sensibile. L’isotropia, pertanto, è da intendersi come invarianza di forma (eidos) in qualsiasi prospetti-
va (tropos) venga osservata.
15
I sistemi vitali manifestano un’immagine sensibile unica al di là
delle diverse apparenze causate dai cambiamenti di prospettiva da cui
sono osservati. In ragione della proprietà dell’isotropia, dunque, essi
possono presentarsi differenziati a causa delle proprie strutture fisiche,
senza per questo negare la propria identità; le imprese, infatti, siano esse
industriali, commerciali o di servizi, possiedono la medesima identità, in
quanto sono caratterizzate dalla presenza di un organo di governo e di
una struttura operativa. Tale identità può essere rappresentata in una
schematizzazione che evidenzi (vedi Figura 1):
a) un’area del decidere;
b) un’area dell’agire
12
.
Figura 1 - La rappresentazione dell’identità dei sistemi vitali.
Amplificazione di varietà
Area
del’AGIRE
(operazioni)
Attenuazione di varietà
Fonte: BEER S., Diagnosi e progettazione organizzative, op. cit., pag. 75.
Ne deriva, dunque, che un sistema vitale si caratterizza per la pre-
senza delle due suddette aree: la sola area rappresentata dall’ellisse o
12
E’ importante sottolineare come le due aree, del decidere e dell’agire, non possano mai costi-
tuire un ambito indipendente del sistema stesso, né possano vivere autonomamente, per cui la scissione
tra di esse ha senso solo ai fini di studio dell’identità del sistema vitale.
Area del
DECIDERE
16
quella rappresentata dal quadrato, non possono rappresentare, ove con-
siderate distintamente, sistemi vitali. I simboli che compaiono tra le due
aree rappresentano il diodo amplificatore e la resistenza, i quali stanno a
significare l’esigenza di adeguare le conoscenze riconducibili alle singo-
le aree al fine di consentire un adeguato flusso di informazioni tra le
stesse
13
.
Postulato 3: Il sistema vitale, così come identificato dal postulato 2,
è proiettato verso il perseguimento di finalità e il rag-
giungimento di obiettivi e risulta essere connesso a so-
vra-sistemi e sub-sistemi da cui e a cui, rispettivamente,
trae e fornisce indirizzi e regole.
Tale postulato afferma che il perseguimento della finalità è in-
fluenzato dalle dinamiche e dal rapporto dialettico che l’organo di go-
verno intrattiene con i sovra-sistemi rilevanti. Pertanto, l’attività svolta
da un sistema vitale X di livello L risulta condizionata dalla necessità di
dover soddisfare le esigenze del sovra-sistema di livello L+1;
quest’ultimo può essere costituito da un sistema singolo o da una sintesi
di sistemi influenti.
La corretta comprensione di un sistema, dunque, può avvenire so-
lo congiuntamente all’osservazione dei sovra-sistemi che insistono su di
13
Si pensi, ad esempio, alla presenza di conoscenze tacite relative ad aspetti tecnico-produttivi
inerenti all’area dell’agire ed a quelle del saper essere relative ad aspetti relazionali inerenti all’area
del decidere.
17
esso (livello sistemico L+1) e dei sub-sistemi inclusi in esso (livello si-
stemico L-1).
Postulato 4: Un sistema vitale ha la possibilità, sulla base di condi-
zioni di consonanza prima e di processi di risonanza
poi, di dissolvere se stesso, inteso come ente autonomo,
nel sovra-sistema a cui, in uno specifico periodo tempo-
rale, riferisce.
Tale postulato si riferisce alle condizioni in cui i sistemi vitali, at-
traverso la guida dei soggetti decisori, qualificano originariamente la
propria struttura ampliata in modo tale da essere perfettamente integrati
nella struttura ampliata del sovra-sistema di riferimento (condizione di
consonanza
14
); in seguito, essi migliorano la propria prestazione realiz-
zando con il sovra-sistema una sintonia di finalità (situazione di riso-
nanza
15
).
14
Il concetto di consonanza può essere inteso come una sorta di compatibilità tra sistemi che
consente loro di rapportarsi raccordandosi. Al fine di comprendere meglio tale concetto, è possibile
considerare la metafora dell’orchestra musicale, in cui la presenza di più strumenti e di uno spartito è
condizione necessaria, ma non sufficiente, per eseguire correttamente un brano; affinché gli strumenti
possano creare una melodia, è necessario che essi siano consonanti, capaci cioè di vibrazioni sonore
compatibili e quindi componibili nel rispetto dello spartito.
15
Il concetto di risonanza riguarda lo sviluppo ideale della consonanza; si tratta, in pratica, del
progressivo attenuarsi dei confini strutturali per effetto di un grado massimo di apertura, con conse-
guente raggiungimento di livelli sempre maggiori di fiducia e condivisione di orientamenti tra i siste-
mi interagenti, da cui emerge generato un nuovo sistema che comprende e sintetizza i sistemi di par-
tenza.
18
Ecco, quindi, che la capacità del sistema impresa di conseguire la
finalità della sopravvivenza dipende dalla capacità di soddisfare le se-
guenti condizioni
16
:
a) di consonanza e, se ritenuto opportuno dall’organo di governo,
di risonanza con i sovra-sistemi;
b) di consonanza e, se possibile, di risonanza tra i sub-sistemi.
Il conseguimento di gradi di risonanza elevati, sia all’esterno sia
all’interno del sistema impresa, è espressione dell’efficacia sistemica,
presupposto fondamentale della vitalità e della capacità di sopravviven-
za del sistema impresa; è dunque possibile affermare che il grado com-
plessivo di risonanza (risultante dei gradi di risonanza sovra e sub-
sistemica) ha origine dalla corretta dinamica delle relazioni che si in-
staurano tra il sistema impresa ed i sovra-sistemi e, all’interno del siste-
ma impresa, tra i vari sub-sistemi.
E’ possibile rappresentare tali considerazioni nella seguente figu-
ra:
16
Come rileva GOLINELLI: “...Il primo ordine di condizioni evidenzia che l’impresa può so-
pravvivere nel tempo se è in grado di recepire correttamente e soddisfare le attese e le aspettative che i
sovra-sistemi di ordine L+1 proiettano su di essa. Il secondo ordine di condizioni pone in luce che il
sistema impresa deve essere anche in grado di garantire un adeguato soddisfacimento alle attese e alle
aspettative dei diversi sub-sistemi di ordine L-1 [...] che lo compongono, predisponendo in tal modo le
condizioni affinché tutte le componenti sub-sistemiche operino ed evolvano in maniera ordinata e coe-
rente con le finalità del sistema impresa”. Ad una maggiore complessità dell’impresa, dunque, corri-
sponde la presenza di un numero crescente di sub-sistemi di ordine L-1, L-2, ..., L-n. E, ancora: “...Tra
i due ordini di condizioni esiste una stretta relazione: se l’incapacità di soddisfare le aspettative dei
sovra-sistemi mette fortemente a rischio la sopravvivenza del sistema impresa comportando, di conse-
guenza, l’impossibilità di soddisfare anche le attese dei sub-sistemi, è vero altresì che le condizioni di
consonanza e/o risonanza con i sovra-sistemi sono assicurate solo se si determina, all’interno del si-
stema stesso, un’equilibrata dinamica evolutiva dei diversi sub-sistemi”. GOLINELLI G. M.
L’approccio sistemico al governo dell’impresa, I, op. cit., pag. 206.
19
Figura 2 - Il grado complessivo di risonanza, quale sintesi della consonanza e risonanza sovrasiste-
mica e sub-sistemica.
Finalità del sistema impresa:
capacità di creare valore attraverso la generazione di vantaggi competitivi
condizioni:
Fonte: GOLINELLI G.M., L'approccio sistemico al governo dell'impresa, I, op. cit., pag. 207.
E’ possibile, inoltre, notare come la realizzazione di un elevato
grado complessivo di risonanza, espressione di efficacia sistemica, di-
penda dalle seguenti due condizioni (vedi Figura 3):
a) l’efficacia dei processi di governo: si manifesta nella capacità
di individuare quei sovra-sistemi di riferimento le cui aspettative sono,
Sopravvivenza
Consonanza con i
sovra-sistemi
Consonanza con i
sub-sistemi
Risonanza con i
sovra-sistemi
Risonanza con i
sub-sistemi
Grado complessivo di
risonanza
20
nella specifica situazione ambientale e d’impresa, prioritarie e quelli le
cui aspettative, invece, possono risultare incompatibili o postponibili ri-
spetto alle finalità del sistema impresa;
b) l’efficacia della struttura operativa: si manifesta nella capacità
delle sue componenti di tradurre in azioni le linee-guida strategiche sta-
bilite dall’organo di governo.
Figura 3 - Le condizioni della realizzazione di elevati gradi complessivi di risonanza.
2 condizioni:
Fonte: ns adattamento da GOLINELLI G. M., L'approccio sistemico al governo dell'impresa, I, op.
cit., pag. 208.
Dalla lettura delle pagine precedenti emerge, dunque, la seguente
considerazione: l’impresa si palesa come un sistema che si caratterizza
per la sua articolazione su due macro-componenti di base, ovvero
l’organo di governo e la struttura operativa.
L’organo di governo, nell’ottica dell’impresa sistema vitale, si i-
dentifica con quella componente logica dell’area decisionale cui sono at-
Grado complessivo di risonanza
Efficacia dei processi
decisionali dell’organo di
governo
Efficacia della struttura o-
perativa ad attuare le
linee-guida strategiche
21
tribuite tutte quelle scelte relative alla definizione degli indirizzi strate-
gici ed alla predisposizione di adeguati meccanismi di integrazione e
coordinamento delle diverse componenti operative, atti a preservare
l’integrità del sistema stesso. Il suo ruolo consiste essenzialmente
nell’assicurare che il sistema evolva verso la creazione di vantaggi com-
petitivi e la generazione di valore, atti ad incrementare il suo grado di
vitalità; la sua centralità nell’ambito del sistema impresa emerge qualora
si consideri la sua capacità di condurre la dinamica evolutiva
dell’impresa in un’ottica pienamente sistemica
17
.
Attraverso le proprie scelte e decisioni, l’organo di governo mira a
conferire al sistema una direzione unitaria, cercando di minimizzare le
pressioni centrifughe che tutte le componenti strutturali sono in grado di
esercitare e che potrebbero, a lungo andare, portare il sistema al suo dis-
solvimento; è proprio per questo motivo che si ritiene che esso debba
mantenere una certa indipendenza rispetto alla struttura operativa. No-
17
Numerosi studiosi dell’economia e della tecnica imprenditoriale hanno sostenuto la tesi della
centralità dell’organo di governo. Si ricorda, ad esempio, che secondo FAZZI l’organo di governo è
“[...] il protagonista dell’impresa: l’organo cioè che realizza l’attività imprenditoriale, con le idee gui-
da, con le funzioni sue inderogabili, con le azioni attraverso le quali il suo governo si esplica”. Esso
costituisce, inoltre, sempre secondo l’autore citato, il “[...] segno inconfondibile dell’impresa, unita-
riamente considerata” ed il cui segnale più inconfondibile “[...] sta nella energia imprenditoriale unifi-
cante le sue parti, nella energia vitale insita nel comportamento imprenditoriale”. E ancora: “[...] E’ un
comportamento fondato su di una logica del tutto peculiare all’impresa e fatto [...] di obiettivi fissati
sull’azione, di strategie per conseguirli, di direttive volte a massimizzare produzioni e scambi, di pro-
poste innovatrici, di politica armonizzatrice di scopi e di interessi del “capitale” con le esigenze di svi-
luppo aziendale, di “attivismo” mobilitatore di energie, di risorse, di relazioni impresa-ambiente, e-
spressione di una volontà e di una capacità rivolte a difendere in ogni tempo [...] l’autonomia sostan-
ziale dell’impresa, la sua “autosufficienza”, il ruolo di fattore di progresso economico e sociale che
ovunque ricopre”. FAZZI, Il governo d’impresa, I, Giuffrè, 1984. Anche SARACENO ritiene che
l’organo di governo costituisca il vertice aziendale: questi, detenendo il potere decisionale, rappresenta
il depositario della funzione imprenditoriale. Cfr. SARACENO P., La produzione industriale, Libreria
Universitaria Editrice, 1966, IV ed.; Il governo delle aziende, Libreria Universitaria Editrice, 1972.
22
nostante ciò, all’organo di governo è affidato il compito di istituire ade-
guate connessioni con quest’ultima e tra le sue varie componenti, al fine
di far confluire rapidamente le informazioni, di rendere noti velocemen-
te e chiaramente gli obiettivi delle azioni da compiere ed, infine, di far sì
che i fatti interni ed esterni che esercitano particolare influenza
sull’andamento dell’impresa siano prontamente recepiti e correttamente
interpretati. L’efficacia sistemica è così perseguita solo se l’impresa è in
grado di percepire adeguatamente gli stimoli che condizionano la sua
evoluzione e condizione fondamentale per il buon governo del sistema è
che alla varietà di stimoli corrisponda un’adeguata capacità delle sue
componenti a percepirli e a valutarli correttamente; è proprio per questo
motivo che la struttura dell’impresa deve avvalersi di un insieme di tra-
sduttori, dispositivi e regole mediante i quali i dati percepiti sono tra-
sformati in informazioni atte ad essere utilizzate nell’ambito
dell’impresa
18
.
A questo proposito, appare significativo il pensiero del CEC-
CANTI, il quale usa distinguere il concetto di “causalità naturale” - se-
condo cui le vicende ambientali dominano i fenomeni imprenditoriali
18
A questo proposito, CECCANTI scrive: “...Nella rappresentazione dell’impresa come siste-
ma temporale ingresso-uscita, il complesso delle forze di lavoro organizzate è presentato esso stesso
come un sistema temporale, ed è denominato “trasduttore” per sottolinearne il carattere preminente di
operatore che riceve o si procura attivamente certe informazioni, le memorizza, le elabora e le tra-
sforma nelle decisioni. La trasmissione può essere intesa in modo da includere anche l’attività di sog-
getti preposti a compiti esecutivi e per i quali, comunque, il ruolo di rappresentanza è vuoto. La nozio-
ne di “trasduttore” denota ben l’organico come “canale di trasmissione”, e non esclude che esso sia
anche “sorgente” di elementi simbolici originali, non dovuti solo agli ingressi ricevuti, ma espressione
di “creatività” e di capacità innovative dei suoi componenti”. CECCANTI G., Corso di tecnica im-
prenditoriale. Radici culturali. Rappresentazioni e analisi delle strutture d’impresa, I, Cedam, 1996,
pag. 421.
23
sfuggendo, dunque, al dominio dell’organo di governo - da quello di
“causalità creativa” - secondo cui il sistema impresa segue un preciso di-
segno predisposto dall’organo di governo, nonostante la presenza di
un’elevata complessità ambientale; egli, infatti, afferma: “... La possibi-
lità che il divenire d’impresa si collochi più vicino all’uno o all’altro di
questi poli [...] qualifica nel modo più generale e profondo l’azione am-
ministrativa che lo promuove”. In tale ottica “[...] l’attitudine a prevede-
re i cambiamenti esterni per adattare ad essi l’azione da svolgere, abilità
certamente di non trascurabile rilievo in ogni caso, appare nondimeno
derivata e di importanza secondaria, rispetto alla capacità di progettare
creativamente lo sviluppo aziendale, onde realizzare così in anticipo,
come obiettivi imprenditoriali, quegli aspetti rilevanti delle tendenze di
fondo che, per essere legati alla crescita della civiltà industriale e alle
applicazioni del sapere scientifico agli affari pratici della vita, prima o
poi verranno delineandosi anche nelle vicende economiche e sociali.
Quanto maggiore è l’anticipo degli obiettivi imprenditoriali realizzati
sulle tendenze evolutive di crescita e di produttività dell’ambiente ester-
no, tanto maggiori potranno essere le probabilità di successo dell’azione
amministrativa anche nel perseguimento di altri scopi, quali che essi
siano”
19
.
Da tali affermazioni discende quanto segue:
19
CECCANTI G., Corso di tecnica imprenditoriale, I, op. cit., pagg. 4-5. Cfr., in proposito,
anche CECCANTI G., “La direzione per obiettivi e la razionalità delle decisioni nell’impresa indu-
striale” in AA.VV., Studi di ragioneria, Organizzazione e Tecnica economica. Scritti in memoria del
Prof. Alberto Riparbelli, I, Colombo Cursi, 1975, pagg. 233-300.
24
a) la presenza di un organo di governo è sempre necessaria; ciò sia
quando l’impresa è costretta a subire le vicende ambientali, sia quando
le condizioni ambientali e d’impresa consentono di progettarne in modo
creativo lo sviluppo, conferendo, dunque, al sistema impresa la capacità
di anticipare e di influenzare l’evoluzione dell’ambiente
20
;
b) la capacità dell’organo di governo di portare a termine i proget-
ti ed i disegni prestabiliti non dipende solo dalla tipologia di relazioni
che lo legano alle componenti strutturali, ma anche da quelle che si in-
staurano con i sovra-sistemi presenti nell’ambiente esterno, in primo
luogo con la proprietà
21
.
Da tali considerazioni emerge, dunque, che l’organo di governo
deve cercare di limitare il più possibile i condizionamenti derivanti dalle
pressioni delle componenti strutturali, al fine di evitare di annullare pro-
gressivamente la propria forza creativa; l’organo di governo, inoltre, non
20
Questa affermazione risulta coerente con l’impostazione della Scuola Toscana e, dunque,
con i contributi di CORSANI, FAZZI, CECCANTI. Cfr., in proposito, RULLANI E., “La moderniz-
zazione manageriale in Italia”, in BACCARANI C. (a cura di), Scritti di tecnica economica
sull’organizzazione e la finanza. In ricordo di Giorgio Gasparotti, Cedam, 1999, pag.151.
21
In una prospettiva sistemica, la proprietà costituisce un sovra-sistema rispetto al sistema im-
presa; in particolare, si tratta di un sovra-sistema qualificato come prioritario, in quanto in grado di e-
sercitare pressioni sul sistema impresa che assumono un’importanza rilevante ai fini del conseguimen-
to di elevati gradi di risonanza. Altri studi considerano, invece, la proprietà interna al sistema impresa,
interagente in vario modo sia con l’organo di governo sia con la struttura operativa. Cfr., a tale propo-
sito, VALLINI C., Fondamenti di governo e di direzione d’impresa. Fasc. I: L’impresa reale e la sua
teleologia, Giappichelli, 1990; USAI G., L’efficienza nelle organizzazioni, Utet, 1990, pag. 224 e
segg. Nella presente impostazione, invece, la proprietà interagisce con la struttura operativa solo nel
caso in cui essa partecipi direttamente all’organo di governo.
Alcuni studiosi, inoltre, distinguendo tra stakeholder interni ed esterni all’impresa, collocano tra i pri-
mi la proprietà (cfr., in particolare, PIVATO S., GILARDONI A., Elementi di economia e gestione
delle imprese, Egea, 1997, pag. 84 e segg.). Nella presente impostazione, al contrario, tutti gli stake-
holder vengono considerati esterni al sistema impresa; in tale senso, è da intendersi il pensiero di
SCIARELLI S., Economia e gestione delle imprese, Cedam, 1997, pag. 106 e segg. e di AIROLDI G.,
BRUNETTI G., CODA V., Economia aziendale, Il Mulino, 1994, pag. 264 e segg.