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INTRODUZIONE
Da anni, molteplici fonti a livello internazionale stanno mostrando la rapidità con cui
l’essere umano abbatte progressivamente lo strato di ozono, concorre con le proprie attività
al processo di riscaldamento globale, produce un tasso di inquinamento dei fiumi e
dell’aria che non accenna a diminuire, porta numerose specie all’estinzione, distrugge le
foreste, esaurisce le risorse minerali ed infligge altre forme di devastazione all’ambiente e
di conseguenza, alla sua stessa vita (Sen, 2010, pp. 576-583); tutto questo accade sebbene
oramai sia risaputo che una gran parte del futuro dell’uomo dipende dalla tutela e dalla
salvaguardia dell’ambiente. Molte azioni che vengono ripetute quotidianamente, come per
esempio accendere le luci ed il riscaldamento, far funzionare gli elettrodomestici, andare in
macchina e gettare i rifiuti, hanno delle ricadute ambientali non trascurabili (ENEA, 2006,
p.4).
All’interno del quadro teorico appena delineato è stato costruito il presente lavoro di
tesi.
Il lavoro di seguito presentato consiste in una ricerca pilota di tipo esplorativo
quantitativo che vuole, senza alcuna pretesa inferenziale, indagare la conoscenza, le
percezioni e le pratiche rispetto alle tematiche ambientali, di un campione di studenti
frequentanti gli ultimi due anni scolastici in diversi licei ed istituti di Roma.
Da un lato è l’individuo stesso che si orienta nelle sue scelte grazie ai valori (Sciolla,
2008, pp. 89-90) e dall’altro è la società che ha il bisogno di far acquisire alle nuove
generazioni, valori, norme, atteggiamenti e comportamenti generalmente condivisi dal
gruppo sociale di appartenenza (Catellani in Besozzi, 2006, p. 112). Oggi, però, in
particolare nelle società occidentali, si sente spesso parlare di caduta della morale e caduta
dei valori (Boudon, 2003, p.7).
Nelle trasformazioni della morale pubblica e dei sistemi di valori, che posto
occupano nella scala valoriale giovanile le problematiche ambientali?
L’ipotesi di fondo della ricerca è che si presenti una relazione tra conoscenze e
pratiche connesse all’ambiente ma soprattutto tra background e le suddette pratiche.
Sono state prese in considerazione le diverse aree di socializzazione e trasmissione
valoriale, determinanti in questa fascia d’età, ovvero la famiglia, la scuola, il gruppo dei
pari ed i mass media.
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Per quanto riguarda l’ultima agenzia citata, è necessario sottolineare che nella ricerca
con questo termine si intenderà fondamentalmente la televisione perché paragonandola alla
radio ed ai giornali è il mezzo più fruito dalla fascia d’età indagata; mentre internet, in
quanto new media è difficile che venga usato dai ragazzi per cercare questo genere di
notizie. E’ quindi il tipo di comunicazione televisiva che è stata considerata più attinente
alla presente indagine in quanto distribuisce notizie che comunque in qualche modo
vengono recepite oppure solo ascoltate da individui di qualsiasi età.
All’interno dei processi educativi bisogna distinguere però, tra livello formale e
informale. Quando si parla di livello formale, si sottolineano intenzionalità e progettualità
del processo educativo che si riscontrano nell’educazione familiare ed in quella scolastica.
Il livello informale descrive invece tutte quelle relazioni sociali che producono un effetto
educativo e socializzante di orientamenti e significati, da parte del soggetto ed un suo
adattamento a norme e regole definite dalla situazione o dall’ambiente sociale in cui si
situa la sua esperienza (Besozzi, 2006, p.113).
La tecnica di rilevazione che è stata scelta per la ricerca è l’intervista con
questionario auto-compilato.
Il questionario si struttura in 29 domande, principalmente riconducibili a tre aree:
• la prima area è conoscitiva ed analizza i dati di base;
• la seconda area riguarda sia l’esperienza scolastica che quella extra
scolastica ovvero gli interessi ed il tempo libero;
• la terza area indaga la sensibilità ambientale dei giovani; l’insieme di
conoscenze, percezioni e le pratiche che essi adottano, nei confronti delle
problematiche ambientali. Per “problematiche ambientali” si
intenderanno soprattutto: il consumo dell’acqua, la raccolta differenziata,
l’esaurimento dell’energia da fonti fossili, l’energia nucleare e l’energia
rinnovabile (nelle sue diverse forme).
In totale sono stati raggiunti 1.100 studenti, presso diversi licei ed istituti di Roma,
appartenenti agli ultimi due anni di scuola superiore; i questionari sono stati consegnati e
compilati all’interno delle classi, ovvero nel luogo in cui essi passano la maggior parte del
tempo, alla presenza della sottoscritta, disponibile per qualsiasi chiarimento o domanda.
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Precisamente le scuole prese in considerazione sono nove: un liceo classico, un liceo
scientifico, un liceo sia classico che scientifico, le sezioni classiche di un liceo multi-
indirizzo, un liceo socio psico-pedagogico,un liceo artistico, due istituti tecnici ed un
istituto professionale.
La somministrazione è stata effettuata fra maggio e giugno quindi nel lasso di tempo
che si trovava, dopo lo scoppio della centrale nucleare di Fukushima (11 marzo 2011) e
prima del referendum sul nucleare (12 e 13 giugno 2011).
Oltre a creare qualche difficoltà nei contatti con i Professori dei licei, questo ha
portato una grande ricchezza di informazioni provenienti sia dai mass media che da
qualsiasi agenzia di socializzazione, riguardanti l’energia nucleare soprattutto, ma anche il
discorso energetico in senso più ampio.
Il presente lavoro si articolerà in cinque capitoli; i primi due hanno lo scopo di
ricostruire il quadro teorico che ha fatto da supporto alla ricerca e più specificatamente alla
costruzione del questionario.
Il primo capitolo prenderà in considerazione il rischio ambientale sia da un punto di
vista sociologico, toccando anche argomentazioni ad esso correlate, quali il rapporto tra
scienza e mass-media e la percezione del rischio; sia da un punto di vista più
specificatamente scientifico grazie al materiale bibliografico reperito presso l’ENEA
durante lo Stage recentemente effettuato.
Il secondo capitolo si occuperà di descrivere coloro che recepiscono queste
informazioni, ovvero i giovani, e lo farà attraverso l’analisi delle agenzie di socializzazione
tramite cui apprendono.
Questa precisa fascia d’età giovanile, è stata scelta fondamentalmente per due motivi
principali; da un lato perchè i giovani rappresentano il futuro della nostra società e per
questo è importante sapere cosa pensano e come agiscono; dall’altro lato essi sono stati
scelti per poter osservare l’influenza delle diverse agenzie di socializzazione ovvero la
famiglia, la scuola, il gruppo dei pari ed i mezzi di comunicazione di massa.
A partire dal terzo capitolo si inizierà ad illustrare l’indagine vera e propria,
prendendo in considerazione il disegno della ricerca e lo strumento d’indagine; nel quarto
capitolo si descriverà il campione raggiunto mentre nel quinto capitolo saranno riportati
gli incroci ritenuti più rilevanti ai fini dell’indagine.
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CAPITOLO 1
La questione ambientale: un inquadramento teorico generale
1.1 Rischio ambientale
Da sempre la sicurezza della vita umana è stata considerata un fattore dipendente
dalla forza e dalla capacità di resistenza del mondo naturale in cui viviamo e nel corso
della storia l’essere umano ha mostrato la tendenza a dare per scontata la robustezza della
natura e del rifugio sicuro che questa offre.
Di recente, però, la natura ha mostrato la sua vulnerabilità e si è rivelata sempre più
incline ad abbandonarci in uno stato di disperata incongruità e ciò è vero soprattutto negli
ultimi anni in cui è presente la crescente consapevolezza secondo cui l’ambiente in cui
viviamo oltre ad essere particolarmente delicato, rappresenta una minaccia di estrema
precarietà sia per la vita umana che per quella di altre specie (Sen, 2010, pp. 576-583).
Si moltiplicano le dimostrazioni della rapidità con cui l’uomo abbatte lo strato di
ozono, concorre al riscaldamento globale, inquina i fiumi e l’aria, porta numerose specie
all’estinzione, distrugge le foreste, esaurisce le risorse minerali ed infligge altre forme di
devastazione all’ambiente e, di conseguenza, alla sua stessa vita. Nonostante il susseguirsi
di dibattiti scientifici dedicati alla formulazione di singole prognosi, le nostre prospettive
ambientali non possono che essere circondate da un senso generale di profonda
vulnerabilità (Sen, 2010, pp. 576-583). Per far fronte quindi, alle esigenze climatiche e
ambientali dello sviluppo sostenibile occorre tenere a mente il quadro molto più ampio, e
assai più rigido, della dipendenza dall’ambiente che caratterizza la vita in generale ma,
soprattutto, caratterizza la vita umana in particolare (Sen, 2010, pp. 576-583).
Sono molte le domande cui queste osservazioni ci portano (Sen, 2010, pp. 576-583).
Come possiamo fare per attenuare la nostra vulnerabilità? Come dobbiamo affrontare le
nostre responsabilità ambientali? In che modo la generazione attuale deve interpretare le
proprie responsabilità verso i cittadini del futuro? Da cosa dovrebbe essere caratterizzato
uno sviluppo sostenibile?
Molto del nostro futuro dipende dalla tutela e dalla salvaguardia dell’ambiente e
l’uomo comune, di conseguenza, è sempre più il soggetto di politiche ambientali e di
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scelte nuove, in cui l’ambiente non va sfruttato avidamente ma va gestito con rispetto. La
sensibilità sociale nei confronti dei problemi ecologici assume rilievo e l’efficacia di
qualsiasi azione o politica in campo ambientale implica sia una diversa consapevolezza dei
cittadini, sia l’adozione di comportamenti adeguati (Caracciolo, in Beato, Nobile, Ciampi,
Fraire, 2009, p.7).
La “questione ambientale” è sempre presente nella comunicazione mass-mediatica,
nelle preoccupazioni delle politiche pubbliche e negli interessi di molti soggetti economici
ma l’amplificazione che è data alle notizie e ai temi, però, a volte può avere l’effetto di non
far sentire l’uomo come protagonista in prima persona che ha la possibilità di correggere e
ridurre gli impatti delle sue attività sulla qualità ambientale attraverso le sue piccole scelte
giornaliere (Maggi, Simeone, in Beato, Nobile, Ciampi, Fraire, 2009 p. 9). Nei sondaggi di
opinione che sono regolarmente effettuati, la questione ambientale è nominata sempre.
Anche se non sempre è in cima alle preoccupazioni degli italiani o degli europei,
comunque compare nella lista dei problemi sotto diverse forme, come ad esempio:
l’inquinamento, i rifiuti, il traffico, il cambiamento climatico ecc. (Struffi, 2000, in
Pellizzoni, Osti, p. 38).
Dai sondaggi emerge che la naturalità è un valore di elevata importanza per gran
parte della popolazione presente non solo nelle opinioni e nelle rappresentazioni
(Guidorossi, 1998, in Pellizzoni, Osti, p. 38), ma anche nei comportamenti. Infatti:
• la richiesta di spazi verdi per il tempo libero è straordinariamente
elevata (Tacchi, 1990, in Pellizzoni, Osti, p. 38);
• un ambiente conservato in maniera naturale è uno dei criteri principali
nella scelta dei luoghi di villeggiatura (Savelli, 1992; Bernardi, 1997;
Nocifora, 2001, in Pellizzoni, Osti, p. 38);
• i cibi biologici sono comprati da quote crescenti di consumatori che
sono frenati probabilmente solo dai prezzi più alti.
I cibi biologici rappresentavano un settore nel mercato, piuttosto ridotto prima del
2000, ma progressivamente si è andato sviluppando sino a raggiungere quote importanti,
con una crescita stimata del 7-9% annuo; basti pensare alla presenza sempre più diffusa di
spazi dedicati al bio nei supermercati convenzionali. In Italia si stima la presenza di venti
milioni di consumatori, con un valore di circa 1,6 miliardi di euro, l’1,4% dell’intero