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1. Cenni Storici su Berlino
L’area vicino a Berlino era abitata fin dall'Età della Pietra. Intorno al 3000 a.C., momento al
quale risale il vasellame più remoto, si incrementarono forme antichissime di agricoltura e di
allevamento. Dagli scavi archeologici effettuati a Spandau e a Lichtenrade sono emersi arnesi
armi e monili degli inizi dell'Età del Bronzo, mentre le urne cinerarie e le rovine attribuite alla
civiltà della Lusazia risalgono alla tarda Età del Bronzo. Nei primi secoli dopo Cristo molte tribù,
tra le quali i Burgundi e i Sennoni germanici, si stabilirono lungo i fiumi Havel e Sprea. Dal VI
secolo tali popolazioni contesero questi territori alle tribù slave conosciute come Sprewanen e
H e v e l l e r , c h e c o s t r u i r o n o a l c u n e f o r t e z z e a S p a n d a u e a K ò p e n i c k. Dopo la conquista del
B r a n d e b u r g o , n e l 9 2 8 , d a p a r t e d e l r e E n r i c o I , i l f i g l i o d i q u esti, Ottone il Grande, cercò
inutilmente di convertire gli Slavi al cristianesimo. Nel 1134 Albrecht der Biir (Albrecht l'Orso)
della discendenza degli Ascani diventò margravio del Nordmark (Marca del Nord), un territorio
che conteneva la stessa Brandeburgo, e riuscì a mandare via gli Slavi con la forza, popolando di
nuovo la regione con immigrati provenienti dalla zona a ovest del fiume Elba. [24]
La storia vera di Berlino iniziò nel XIII secolo con l’istituzion e , a C ö l l n e ne l l a s t e s sa
Berlino, di stazioni commerciali da parte di mercanti che operava no nella zona dell'attuale
Nikolaiviertel, nel distretto di Mitte. Grazie alla loro posizione strategica sull’incrocio di una
delle rotte commerciali più percosse dell'epoca, i due stanziamenti si trasformarono ben presto
in Handelsstidte (centri commerciali) che furono unificati nel 1307 nella doppia città di Berlin‐
Cölln, formalizzando così una cooperazione in vigore da sempre. La nuova classe mercantile si
rinsaldò a tal punto da affermare l'indipendenza della città, membro della Lega Anseatica dal XIV
al XV secolo, finché non fu assorbita nei domini della stirpe Hohenzollern. Fu questa casata, dopo
lunghe contese tra opposte fazioni, a deliberare la sua egemonia sulla Marca di Brandeburgo:
l'avrebbe mantenuta fino al 1918. Intorno al 1440, sotto l'elettore Federico II (che governò dal
1440 al 1470), Berlino e Cölln persero gradualmente la loro indipendenza. L'elettore di Sassonia
sciolse il consiglio amministrativo e pose le basi per la creazione di un municipio, il futuro
Berliner Schloss. Quando il nipote dell'elettore, Johann, ereditò il titolo, nel 1486, Berlin‐Cölln
era diventata una città residenziale nonché capitale della Marca di Brandeburgo. [37]
La guerra dei Trent'anni (1618‐1648) fermò temporaneamente quest a e v o l u z i o n e . L a
guerra, nata dal clima della Riforma come conflitto religioso tra fazioni protestanti e cattoliche,
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d e g e n e r ò b e n p r e s t o i n u n o d e i c o n f l i t t i d i n a s t i c i p i ù s a n g u i n o s i d ' E u r o p a . A n c h e
successivamente al periodo delle ostilità l'intero Sacro Romano Impero, compresa Berlino,
continuò a essere soggetto a frequenti saccheggi.
Dopo la g uerra , la propria popolazione scesa da 12 .0 00 a bita nti a soli 6000 e furono
distrutti più di un terzo degli edifici. Scopo principale dell'eletto re Federico Guglielmo (detto il
Grande elettore, 1640‐88) fu quello di ripopolare la città cercando di indurre gli stranieri a
stabilirvisi. Nel 1671, per esempio, invitò cinquanta ricche fam i g l i e e b r e e , c h e e r a n o s t a t e
cacciate da Vienna, a trasferirsi in città, a condizione che portassero con sé le ricchezze.
La maggioranza dei nuovi “coloni” era però formata da fuggiaschi ugonotti originari della
Francia. Arrivarono circa 6000 nel 1685, dopo la revocazione, ordinata dal re Luigi XIV,
dell'Editto di Nantes, che aveva concesso ai protestanti la libertà di culto. La popolazione della
c i t t à c r e b b e d e l 2 5 % e i n a l c u n e z o n e l a l i n g u a f r a n c e s e s c a v a l cò il tedesco. Nel 1700 un
berlinese su cinque era di origine francese. Alcune parole francesi o di derivazione francese si
possono ritrovare nel berlinese di oggi. La cattedrale francese di Gendarmenmarkt una tangibile
testimonianza dell'influenza ugonotta. Berlino continuò a espandersi rapidamente per tutto il
XVIII secolo, soprattutto grazie alla sua fama di città della c omprensione religiosa che la fece
pervenire ad asilo dei protestanti di tutta Europa. Il popolo aumentò da soli 29.000 cittadini del
1700 ai 172.000 del secolo seguente, facendo di Berlino la seconda città più grande del Sacro
Romano Impero dopo Vienna [64].
1.1 L’era Prussiana a Berlino
Federico III, mecenate delle arti e delle scienze. Insieme alla s u a c a r a m o g l i e , S o f i a
Carlotta, fu sovrano su una corte intellettualmente attiva e tutelò la fondazione dell'Accademia
delle Arti, nel 1696, e dell'Accademia delle Scienze, nel 1700. L’anno successivo, Federico si
autoproclamò re di Prussia con il nome di Federico I: governò quindi come elettore dal 1688 al
1701e come re dal 1701 al 1713. In questo nuovo periodo promosse Berlino a residenza reale e
capitale del nuovo stato di Brandeburgo‐Prussia. Suo figlio, Federico Guglielmo I (1713‐40), fu
un sovrano differente: uomo semplice e dedito alla vita bellica, era ossessionato dall'idea di
creare un esercito di 80.000 soldati, tanto che fu soprannominato Soldatenkönig (re soldato).
Agli inizi del suo regno circa17.000 uomini, compresi 7000 artigiani, lasciarono Berlino per
sfuggire alla chiamata alle armi. Federico Guglielmo reagì facendo erigere nel 1734, con il
pretesto di esercitare un più efficace controllo sui dazi doganali, una cinta muraria che serviva
Capitolo I – Cenni storici su Berlino
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prevenire ulteriori migrazioni. Lo stesso sistema sarebbe stato impiegato 230 anni più tardi da
un governo diverso nella forma, ma simile nei metodi. Quando il suo erede, Federico II (1740‐
86), ribattezzato dai suoi sudditi “der alte Fritz” (il vecchio Fritz) e passato alla storia come
Federico il Grande, subentrò al regno, la popolazione tirò un respiro di sollievo. Il nuovo re,
celebrato per le sue capacità politiche e militari, si dedicò allo crescita architettonica della città,
che germogliò come grande centro culturale tanto da essere all'altezza dell’'appellativo di Spree‐
Athen(Atene sulla Sprea). L'interesse di Federico per la cultura era ciò nonostante
controbilanciato dalla sua desiderio di conquiste militari e dal ambizione di appropriarsi del
territorio della Slesia, nell'attua l e P o l o n i a . C o n l a p a c e d i H ubertusburg, stretta nel 1763,
l'Austria e la Sassonia dichiararono ufficialmente la Slesia come appartenenti al regno prussiano.
1.2 L’Illuminismo tedesco e l’occupazione Napoleonica
L'Illuminismo nacque come movimento culturale durante il regno di Federico II. Il
tragediografo Gotthold Ephraim Lessing, l’intellettuale e editore Christophe Friedrich Nicolai e il
filosofo Moses Mendelssohn (nonno del compositore Felix Mendelssohn‐Bartholdy)
collaborarono a fare di Berlino una vera e propria città internazionale. Dopo il 1780 donne come
Henriette Herz e Rahel Levin programmarono salotti intellettuali che divennero luoghi di
dibattito culturale aperti a tutti, senza preconcetti di natura sociale o religiosa. Dopo il 1800
numerosi altri scienziati, filosofi e letterati si trasferirono nella capitale. Il gruppo comprendeva
Heinrichvon Kleist, Clemens von Brentano, Achim von Arnim, Novalis, Johann Gottlieb Fichte e i
fratelli Alexander eWilhelm von Humboldt. Molti di loro insegnarono nella nuova università,
fondata nel 1810. Dal punto di vista politico la Prussia attraversò momenti terribilmente difficili
dopo la morte di Federico II: la situazione precipitò nel 1806 con la sconfitta che l'esercito
prussiano subì contro le forze napoleoniche a Jena, circa 400 km a sudovest di Berlino. Il 27
ottobre dello stesso anno Napoleone marciò sotto la Porta di Brandeburgo, dando inizio ai sette
anni di dominazione francese di Berlino. Le milizie francesi congedarono solo sotto la
retribuzione di un'ingente importo di soldi per i danni di guerra, abbandonandosi alle spalle una
città offesa e talmente colmati di debiti che avrebbe speso circa cinquanta anni a riprendersi. Ma
nemmeno Napoleone né usci incolume: il suo esercito fu sconfitto dalle schiaccianti forze unite
di Austria, Russia e Prussia nella battaglia di Lipsia del 1813.
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1.3 Il Nazionalismo
La prima metà del XIX secolo fu un’epoca di fondamentale rilevanza per la Germania e per
t u t t a l ’ E u r o p a . Q u e s t o p e r i o d o f u s e g n a t o d a l l ' a s c e s a d i u n a c l a s s e c h e s i e r a f a t t a d a s e ,
composta da dirigenti pubblici, accademici, teologi e mercanti che, uniti da una stabile volontà di
concretizzazione personale, misero in dubbio il monopolio della nobiltà nei posti di governo. Il
regno di Brandeburgo‐Prussia sostenute questo movimento. Decadde l'obbligo di aderire a una
corporazione, il che permise a chiunque di intraprendere una pr ofessione, mentre le riforme
agrarie eliminarono la servitù della gleba, lanciando le basi per l'industrializzazione. Gli ebrei
conseguirono il riconoscimento dei diritti civili nel 1812.
La decadenza di una società di tipo feudale, la redistribuzione della ricchezza e il nascere
delle industrie cambiarono alla base le regole socioeconomiche, causando un insorgere di
sentimenti nazionalisti in un forte stato centralizzato. All'Accademia delle Scienze di Berlino il
filosofo Johann Gottlieb Fichte tenne una serie di discorsi, i cosiddetti Reden an die deutsche
Nation (Discorsi alla nazione tedesca), nelle quali invitava a nutrire una coscienza di legame alla
nazione tedesca. Tutto questo fermento, tuttavia, non provocò sostanziali cambiamenti e nel
marzo del 1848 la gente di Berlino, insieme a quella di altre città tedesche, sceseper le strade
invocando libertà di stampa, assemblee elettive, ritiro dei militari dalle cariche politiche e altri
principi democratici fondamentali. Le truppe governative sedarono tempestivamente la rivolta,
provocando la morte di 250 persone e delle idee innovative. Gli otto anni successivi furono
segnati da un pesante arresto politico, dovuto alla salita al trono di Federico Guglielmo IV
(1840‐61).
Grazie all’industria manifatturiera, affermatasi già dal XVIII secolo, Berlino divenne un
centro tecnologico e industriale con un certo anticipo rispetto ad altre città. La costruzione della
rete ferroviaria(la prima linea, che andava da Berlino a Potsdam, fu inaugurata nel1838) portò
alla realizzazione di più di 1000fabbriche, tra le quali colossi dell’elettronica come l’A.E.G. e la
Siemens e altre compagnie del settore meccanico, chimico, tessile e alimentare. L’abbondanza di
posti di lavoro e il successivo grande afflusso di lavoratori dalle campagne alla città creò una
nuova classe sociale, il proletariato. Nel 1870 la popolazione di Berlino arrivò a lambire gli
870.000 abitanti. Rimediare un tetto per le masse di lavoratori c h e s i r i v e r s a v a n o i n c i t t à
divenne una difficoltà che si risolse edificando innumerevoli Mietkasernen (letteralmente
'caserme in affitto). Erano questi dei edifici labirintici costruiti intorno a cortili, in successione,
Capitolo I – Cenni storici su Berlino
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uno dietro l'altro. Nei piccoli appartamenti, male aerati e privi di servizi igienici e di acqua
corrente, vivevano centinaia di famiglie proletarie.
Per dare voce ai lavoratori furono fondati nuovi partiti, tra cui il Sozialdemokratische
Partei Deutschland (SPD, o Partito Socialdemocratico), nato nel 1 8 7 5 c o l n o m e d i P a r t i t o
Socialista dei lavoratori e divenuto SPD nel 1890. Nel 1912, all'apice della sua popolarità, lo SPD
raccolse a Berlino il 75% dei voti.
Federico Guglielmo IV mori a causa di infarto nel 1857: il fratello Guglielmo diventò
governante e nel 1861 salì al trono con l’appellativo di Guglielmo I. Diversamente da suo fratello,
Guglielmo I seppe interpretare con chiarezza i segni dei tempi e non si oppose al progresso. Oltre
a nominare alcuni ministri liberali, deputò nel 1862 Otto von Bismarck come primo ministro
della Prussia.
La più grande ambizione di Bismarck era la realizzazione di una Germania unificata sotto
la guida prussiana. Per giungere a tale obiettivo avrebbe usato i medesimi veterani metodi di
sicura efficacia: la macchinazione politica e la guerra. Bismarck conquistò dapprima la provincia
dello Schleswig‐Holstein dopo un breve conflitto con la Danimarca nel 1864, tenendosi l'Austria
come alleata, quindi attaccò e sconfisse la stessa Austria nel 1866, formando l'anno seguente la
Confederazione Tedesca del Nord.
Una volta acquisito il controllo della Germania settentrionale, Bismarck rivolse la propria
attenzione a sud. Grazie alle sue abili doti diplomatiche isolò la Francia e la spinse a dichiarare
guerra alla Prussia nel 1870. Quindi sorprese Napoleone III conquistando l'appoggio di gran
parte dei territori germanici del sud. La guerra terminò con l'annessione alla Germania
dell'Alsazia e della Lorena ma, cosa ancor più importante, con la riconquista della fiducia da
parte dei principi degli stati della Germania meridionale, che permisero la realizzazione del
piano strategico di Bismarck: l'unificazione della Germania con Berlino capitale. Come ultima
mortificazione per i Francesi il 18 gennaio 1871 il re Guglielmo I fu coronato Kaiser a Versailles.
Bismarck divenne il suo 'cancelliere di ferro'.
I primi anni dell'impero tedesco dopo la sconfitta della Francia (1871) presero il nome di
Gründerzeit ('era dei fondatori'). I risarcimenti di guerra ottenuti dalla Francia e il sempre più
incisivo magnetismo di Berlino, divenuta il centro del nuovo impero, incitarono la nascita di
nuove imprese.
La Germania in quel momento era un paese unito e ricco, sopratt utto grazie alla forza e
alla volontà di Bismarck. Il cancelliere si era vestito dei panni liberali per guadagnare la fiducia
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dei socialisti, fornendo ai lavoratori assistenza sociale e con tributi sanitari e pensionistici, ma
perse terreno sulla questione delle riforme. Quando, nel 1888, Guglielmo Il diventò Kaiser
(Federico, figlio di Guglielmo I, era malato e governò solo per novantanove giorni) sorsero delle
i n c o m p r e n s i o n i t r a q u e s t i , c h e a v r e b b e v o l u t o m i g l i o r a r e i l s i s tema di assistenza sociale, e
Bismarck, che mise in atto leggi antisocialiste sempre più seve re. Nel 1890, dunque, il Kaiser
sollevò definitivamente Bismarck dai suoi incarichi politici [64].
Il periodo che anticipa lo scoppio della Grande guerra, detto del 'Nuovo corso', non vide il
raggiungimento di grandi risultati da parte di Guglielmo Il, che rese i suoi già fragili cancellieri
all'obbedienza. La Germania, culla dei migliori pensatori rivoluzionari socialisti della storia e
stato che poteva vantare un avanzato livello di industrializzazione (specialmente nell'industria
chimica ed elettronica), scarseggiò di una guida forte e abile che la trasportasse nell’attuale
epoca.
1.4 La Prima Guerra Mondiale
Il conflitto cominciato il 28 luglio1914 seguito dell'assassinio dell'erede al trono austriaco,
l'arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie,compiuto a Sarajevo dal nazionalista serbo‐
bosniaco Gavrilo Princip il 28 giugno 1914, studente affiliato alla Mano Nera. La Russia
intervenne coalizzandosi con la Serbia. La Germania, alleata dell'impero austroungarico fin dal
1879, dichiarò guerra alla Russia e due giorni dopo alla Francia, schierata con Pietroburgo. Il
Reichstag (parlamento tedesco) pose immediatamente a disposizion e i f o n d i n e c e s s a r i a
finanziare la guerra. La popolazione fu permeata al principio da un sentimento di entusiasmo
collettivo, ma l’aspettativa in una rapida vittoria cedette il passo alla delusione e allo sconforto,
esasperati dalle crescenti problematicità causate sia a Berlino sia in altre città dall’insufficienza
di cibo.
Quando nel 1918, la pace tornò in Europa, la Germania pagò a carissimo prezzo la propria
sconfitta. Il Trattato di Versailles la obbligò a cedere le proprie colonie africane, l'Alsazia, la
Lorena e i territori a ovest della Polonia, oltre che al pagame nto di onerosi risarcimenti di
guerra. Secondo quanto stabilito dal trattato, la Germania fu la sola responsabile delle perdite
subite dai suoi nemici. L'umiliazione fu enorme.
La sconfitta militare portò anche al crollo della monarchia. Il Kaiser Guglielmo Il abdicò il 9
novembre 1918, ponendo fine a più di 500 anni di governo degli Hohenzollern e lasciando
campo libero alla lotta tra il partito socialista e quello democratico. Nel primo pomeriggio dello
Capitolo I – Cenni storici su Berlino
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stesso giorno Philipp Scheidemann dell'SPD proclamò, da una finestra del Reichstag, la nascita
della Repubblica Tedesca, presieduta dal leader del partito Friedrich Ebert. Soltanto qualche ora
più tardi Karl Liebknecht, fondatore del Partito Comunista Tedesco (allora conosciuto come Lega
Spartachista), dichiarò istituita da un balcone del Berliner Schloss la Libera Repubblica Socialista
di Germania.
Fondata da Liebknecht e da Rosa Luxemburg, la Lega Spartachista aveva come obiettivo
una repubblica basata sulle teorie della rivoluzione del proletariato introdotte da Karl Marx.
Ostacolati dai socialisti di area moderata, negli ultimi giorni del 1918 gli spartachisti si allearono
con altri gruppi per formare il Kommunistische Partei Deutschland (KPD, o Partito Comunista
Tedesco). Le opposizioni tra l'SPD e gli spartachisti determina rono un momento di precarietà
che raggiunse l'apice nella così chiamata rivolta spartachista di Berlino (6‐15 gennaio 1919). In
seguito alla violentissima soppressione, Luxemburg e Liebknecht furono arrestati e assassinati
dai soldati di estrema destra dei Freikorps: i loro corpi furono buttati nel Landwehrkanal.[85]
1.5 La Repubblica di Weimar
La fondazione federalista della sorgente repubblica, prima autorevole esperienza tedesca
di democrazia, fu approvata nel luglio 1919 nella città di Weimar, dove l'assemblea costituente
aveva ricercato protezione dalle inquietudini di Berlino. La nuova istituzione riconobbe il diritto
di voto alle donne e assicurò il rispetto dei fondamentali diritti umani, ma fece l'errore di
convogliare troppo potere nelle mani del presidente, legittimato a governare per decreto nei
periodi di crisi. Di questa clausola approfittò Paul von Hindenburg, secondo presidente della
Germania.
Una ampia alleanza di governo, composta da partiti di sinistra e di centro e guidata dal
presidente dell'SPD Friedrich Ebert, rimase fino al 1932 il più grande partito tedesco. Tuttavia,
t r o p p e f o r z e a vv e r s e s i o p p o s e r o a l l a r e p ub b l i c a , c h e n on so d d i s f a c e va n é i co m un is t i n é i
monarchici.
Nel 1920 la fazione di destra delle forze armate programmò il così chiamato Kapp Putsch,
impossessandosi della sede del governo.
Su istanza del potere repubblicano, che si era rifugiato a Dresda, gli operai e i sindacati
contrastarono il colpo di stato con imponenti scioperi, obbligando in tal modo il regime militare
ad alzare bandiera bianca.
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N e l 1 9 2 0 c i f u l a g r a n d e f u s i o n e d i s e t t e c i t t a d i n e e d i n u m e r o sissime altre piccole
comunità nella Gross‐Berlin (Grande Berlino), che divenne una delle città più grandi del mondo,
con quasi quattro milioni di abitanti disseminati su una superficie di 87.000 ettari di terreno.
Essa fu suddivisa in venti Bezirke (distretti amministrativi), a cui si aggiunsero negli anni '80 i
tre distretti di Hohenschönhausen, Marzahn e Hellersdorf. Questa suddivisione e rimasta in
vigore fino a quando, in base alle riforme approvate nel 2000, il numero dei distretti non sei
stato ridotto a dodici.
I primi anni '20 furono contrassegnati dall'umiliazione per la sconfitta in guerra,
dall'instabilità sociale e politica, dall'inflazione alle stelle, da fame e da malattie. Circa 235.000
berlinesi erano disoccupati e gli scioperi, le manifestazioni di piazza e gli scontri erano all’ordine
del giorno. L'introduzione di una nuova moneta, il Rentenmark, sembrò concedere un po' di
respiro all'economia, ma la situazione inizio a cambiare completamente solo quando, nel 1924,
un po' di denaro liquido iniziò a scorrere nelle casse della Germania grazie ai prestiti del piano
finanziario Dawes. Berlino si stava riprendendo.
Negli anni successivi la città conobbe il suo periodo di massimo splendore. Si
guadagnòpersino la fama di centro della tolleranza e della disponibilità e in molti arrivarono da
fuori attratti dal cabaret, dal dada e dal jazz. Teatri e sale da concerto fecero affari d'oro e fu
fondata la casa cinematografica UFA. C'erano perfino 150 testate dei giornali in competizione
l'una con l'altra.
La prima trasmissione radiofonica immessa da frequenze tedesche pervase etere berlinese
n e l 1 9 2 3 , m e n t r e n e l 1 9 3 1 f u m a n d a t o i n o n d a i l p r i m o p r o g r a m m a televisivo. In campo
scientifico furono premiati con il Nobel i berlinesi Albert Einstein, Carl Bosch e Werner
Heisenberg. Berlino, peraltro, vanta nomi eccelsi in architettura (Bruno Taut, Martin Wagner,
Hans Scharoun e Walter Gropius), nelle arti figurative, dove si ricordano George Grosz, Max
Beckmann, Lovis Corinth, e in campo letterario, dove personaggi del calibro di Bertolt Brecht,
Kurt Tucholsky, W.H. Auden e Christopher Isherwood fecero guadagnare a Berlino l’appellativo
di capitale mondiale dell’arte.
Il 25 ottobre 1929, la borsa crollò, il cosiddetto “venerdì nero”lanciòinaspettatamente
un'ombra cupa sui magnifici anni '20. In poche settimane circa mezzo milione di berlinesi si
trovò disoccupato e furono in molti a scendere nuovamente nelle piazze a manifestare e a
ribellarsi. La conseguente depressione compromise la già debole democrazia tedesca e provocò
il malcontento, che si rovesciò con rabbia tra i partiti di estrema destra e di estrema sinistra.
Capitolo I – Cenni storici su Berlino
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Come controrivoluzione a questa precarietà politica ed economica il feldmaresciallo Paul
von Hindenburg, succeduto a Ebert alla presidenza nel 1925, utilizzò articolo quarantotto della
c o s t i t u z i o n e — q u e l l o c h e a t t r i b u i v a p o t e r i e c c e z i o n a l i a l c a p o dello stato in condizioni di
emergenza — per aggirare il parlamento ed eleggere cancelliere Heinrich Bruning del Partito
Cattolico di Centro. Brüning fece scendere l’indice d'inflazione e diminuì gli stipendi,
annientando i risparmi e quella già non sovrabbondante aspettativa che ceto medio era arrivato
a conservare dall'ultima catastrofe economica. Questi provvedimenti gli fecero guadagnare il
titolo di “cancelliere della fame”.
II tempo politico sempre più traballante era contraddistinto da r i p e t u t i c o n f l i t t i t r a i
comunisti e i membri di un partito che stava ottenendo popolarità sempre maggiore: il National
Socialistiche Deutsche Arbeiter Partei (Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi, o
NSDAP).
1.6 L’Ascesa di Adolf Hitler
Il Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi, NSDAP di Hitler, nel 1930 riscosse
eccezionalmente il 18% dei consensi. Quando, nel 1932, Hitler si candidò alla presidenza contro
Hindenburg, ricevette 37% dei voti al secondo turno. Durante le successive elezioni politiche i
nazisti divennero, con 230 seggi, il partito pia rappresentato al Reichstag. Tuttavia i berlinesi
indugiavano ancora alquanto dubbiosi nei loro paragoni: solamente uno su quattro aveva eletto
Hitler.
P o c o p i ù t a r d i i l c a n c e l l i e r e B r ü n i n g f u r i m p i a z z a t o d a F r a n z v on Papen, convinto
monarchico della vecchia guardia allacciato alle associazioni industriali e nobiliari di Berlino.
Papen indisse due elezioni per il Reichstag sperando di costitu ire una base parlamentare, ma
ben presto Hindenburg lo rimpiazzò con un vecchio compagno d'arme, Kurt von Schleicher.
L ’ e s p e r i m e n t o d i S c h l e i c h e r , g i à i n i z i a t o d a P a p e n , d i r i a l z a r e l'economia con i soldi
pubblici allontanò sempre di più gli industriali e i proprietari terrieri dal partito. Infine, il 30
gennaio 1933, Hindenburg, piegato dalla destra, dietro consiglio di Papen destituì Schleicher dal
suo incarico e nominò cancelliere Adolf Hitler, ponendolo a capo di una coalizione formata dai
nazionalsocialisti (nazisti) e dai nazionalisti di Papen. Quello nazista era il partito che computava
di gran lunga più approvazioni, ma non possedeva ancora la maggioranza assoluta.
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I n a s s e n z a d i u n a n e t t a m a g g i o r a n z a , n e l m a r z o d e l 1 9 3 3 H i t l e r annunciò le ultime
e l e z i on i “ u f f i c i a l i ” p r i m a d e l l a g u e r ra . C o n l ' a p po g g io d e l l a s ua intimidatoria organizzazione
paramilitare, la Sturmabteilung o SA, e favorito da un misterioso incendio del Reichstag che gli
f o r n ì i l c a v i l l o p e r a d o p e r a r e l e g g i d ' e m e r g e n z a c o n t r o m e m b r i del Partito Comunista e
oppositori di area liberale, i nazisti ottennero il 43% dei vot i (il 31% a Berlino), mancando
ancora una volta la maggioranza assoluta. La svolta fu contrassegnata dalla Legge Enabling, che
consegnò a Hitler il potere di deliberare leggi e di rettificare la Costituzione senza interpellare il
parlamento. In conseguenza a tale provvedimento, nel giugno del 1933 1'SPD fu affermato fuori
legge e altri partiti furono distrutti. [66]
1.7 Il periodo della seconda Guerra Mondiale
Il regime totalitario nazista influenzò immediatamente la vita dell'intera popolazione. I
sindacati furono aboliti, mentre il ministero per la propaganda retto magistralmente da Joseph
Goebbels stroncò l'operato di intellettuali e artisti, costringendone molti all'esilio. Il 10 maggio
del 1933 alcuni studenti bruciarono copie di libri “non tedeschi” sulla Bebelplatz. La libertà di
stampa cessò di esistere quando il NSDAP si impossessò delle case editrici. L'iscrizione alla
Hitlerjugend (Gioventù hitleriana) divenne obbligatoria per i g iovani dai dieci ai diciotto anni,
mentre le ragazze dovevano iscriversi alla Bund Deutscher Mädchen (BDM, Lega delle giovani
tedesche). Le Olimpiadi che si tennero a Berlino nel 1936 servirono soltanto per legittimare il
governo nazista e per distogliere l'attenzione del mondo, apparentemente con successo, dai
misfatti perpetrati in Germania.
Create in origine per provvedere al servizio d'ordine durante le adunate pubbliche, nel
1934 le SA erano diventate una forza molto potente che contava quattro milioni e mezzo di
iscritti in grado di sfidare e destabilizzare l'autorità di Hitler. Prima che questo pericolo venisse
posto in atto, le truppe speciali delle SS (la guardia personale di Hitler) trucidarono gli ufficiali di
grado maggiore delle SA, compreso Ernst Röhm, il loro capo, in q u e l l a c h e s a r e b b e s t a t a
ricordata come la “Notte dei lunghi coltelli” (30 giugno 1934). Le vittime di quell'eccidio furono
più di mille.
A B e r l i n o , H e r m a n n G ö r i n g d i r e s s e g l i s q u a d r o n i d e l l a m o r t e e o rdinò esecuzioni
sommarie che ebbero luogo nelle caserme delle SS nel quartiere di Lichtenberg. Göring e i suoi
luogotenenti approfittarono dell'occasione per riparare vecchi torti contro gli oppositori di
Hitler.
Capitolo I – Cenni storici su Berlino
11
Nel corso dello stesso anno, con la morte di Hindenburg, Hitler poté riunire nella sua
persona i ruoli di cancelliere e di presidente.
1.7.1 La persecuzione del popolo ebreo
Goebbels, nell'aprile del 1933,ordinò il sabotaggio delle attiv ità commerciali gestite da
ebrei, per di più dei loro studi medici e legali. Gli ebrei furono eliminati dal pubblico impiego e
venne loro vietato di tenere in esercizio molte professioni e attività. Le Leggi di Norimberga del
1935 tolsero a tutti i non ariani (ebrei, zingari, neri ecc.) della cittadinanza tedesca e del diritto
di sposarsi con ariani. La notte del 9 novembre 1938 si raggiun se l'apice del terrore con la
Reichspogromnacht (conosciuta anche come Kristallnacht o “notte dei cristalli”). In quell'unica
notte, a Berlino e in tutto il resto della Germania, le finestre e le vetrine di migliaia di negozi
g e s t i t i d a e b r e i v e n n e r o f r a n t u m a t e , i l o c a l i s a c c h e g g i a t i e i n cendiati. Gli ebrei avevano
cominciato a emigrare nel 1933, ma dopo questa esperienza terrificante vi fu una nuova,
compatta fuga. Nel 1945 pochissimi dei circa 60.000 semiti che sostarono a Berlino erano ancora
vivi.[64]
1.7.2 Inizia la Seconda Guerra Mondiale
La Germania infranse i confini della Polonia il primo settembre del 1939. La disposizione
non giunse con gioia a Berlino, la cui gente ricordava ancora la fame sofferta durante la prima
guerra mondiale e agli inizi degli anni '20. La guerra portò scarsità di cibo e una ancor più
pesante oppressione politica.
Il Belgio e l'Olanda caddero rapidamente, seguiti poco dopo dalla Francia. Nel giugno del
1941 Hitler attaccò l'Unione Sovietica, aprendo così un nuovo fronte bellico. Ritardi in quella che
venne battezzata “Operazione Barbarossa” contribuirono alla sconfitta dell'esercito tedesco. Le
truppe di Hitler, isolate, prive di rifornimenti e di carburante e mal equipaggiate per affrontare il
rigido inverno russo del 1941‐42, dovettero battere in ritirata. L'inverno successivo, la resa della
VI Armata tedesca a Stalingrado (l'attuale Volgograd) fu il canto del cigno per le speranze di
vittoria della Germania e mise ulteriormente a dura prova il morale dei soldati e dei civili rimasti
in patria.
Gli Stati Uniti firmarono con la Gran Bretagna, nel 1941, l'accordo “Affitti e Prestiti”, in
base al quale il presidente degli Stati Uniti poteva disporre la vendita, l'affitto o il prestito di
qualsiasi strumento di difesa ai paesi ritenuti di importanza vitale per gli USA. Nel dicembre
Maddalena Lauro 0630100022
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dello stesso anno i Giapponesi, senza essere provocati, attaccarono la flotta americana a Pearl
Harbor, determinando l'ingresso degli Stati Uniti nel conflitto.
Dopo lo scoppio della guerra le sorti degli ebrei peggiorarono. L e S S , c o m a n d a t e d a
Heinrich Himmler, intimorivano sistematicamente, e spesso ammazzavano, la popolazione delle
zone occupate, e la guerra contro l'Unione Sovietica veniva propagandata come lotta contro gli
ebrei e i bolscevichi “subumani”.
Göring delegò, su ordine di Hitler, i suoi funzionari di studiare una Endlösung (“soluzione
finale”) al problema ebraico. Durante una conferenza sostenutasi nel gennaio 1942 sul lago
Wannsee, presso Berlino, vennero poste le basi dell'Olocausto: il regolare sterminio
programmato a livello amministrativo di milioni di ebraici.
Nonostante non fossero un'invenzione nazista, i campi di concentramento sopraggiunsero
a orribili livelli di efficacia. Oltre agli ebrei, gli altri bersa g li de llo st e r m i n i o f u rono z i n g a ri ,
oppositori politici, preti (in particolare gesuiti), omosessuali e partigiani dei paesi occupati. Il
mostruoso meccanismo produsse ventidue campi di concentramento, p e r l o p i ù s i t u a t i
nell'Europa dell'Est, e altri 165 campi di lavoro, in cui erano tenute prigioniere circa sette milioni
di persone. Solo 500.000 rimasero vivi e vennero resi liberi dall'esercito sovietico e dagli Alleati.
1.7.3 Il Periodo della Resistenza
N e g l i a n n i ' 3 0 l a r e s i s t e n z a a l r e g i m e n a z i s t a d a p a r t e d e i g r u ppi socialisti,
socialdemocratici e dei lavoratori era stata schiacciata, efficacemente, segregando gli oppositori
o forzandoli alla clandestinità o alla fuga. Il caso di resistenza più famoso fu quello che coinvolse
Claus Graf Schenk von Stauffenberg e altri alti ufficiali dell'esercito i quali, il 20 luglio 1944,
misero in atto un attentato contro Hitler e tentarono di assumere il controllo del paese.
L'attentato fallì, oltre 200 appartenenti a organizzazioni clandestine vennero immediatamente
arrestati e circa la metà di essi fu uccisa. Nel complesso furono arrestate più di 7000 persone
direttamente o indirettamente collegate al complotto, alcune centinaia delle quali vennero
giustiziate.
Nel giugno del 1944 le milizie amiche si rovesciarono in forze nel continente europeo,
mentre sistematici raid aerei martellavano Berlino e la maggior parte delle città della Germania.
Durante gli ultimi giorni di guerra Hitler, ormai sconfitto e fuori dalla realtà, ordinò la
distruzione di tutte le industrie e infrastrutture tedesche ancora esistenti, disposizione che
venne però estesamente dimenticata.
Capitolo I – Cenni storici su Berlino
13
La battaglia di Berlino ebbe avvio il 16 aprile 1945. Più di un milione e mezzo di militari
sovietici giunsero da est, arrivando a Berlino il 21 aprile e circondandola completamente il
v e n t i c i n q u e . D u e g i o r n i d o p o e r a n o p e n e t r a t i n e l c u o r e d e l l a c i ttà. Il 30 aprile la battaglia
raggiunse il quartier generale del governo, dove Hitler si era rifugiato in un bunker dietro la
cancelleria insieme a Eva Braun, che aveva sposato proprio il g iorno prima. Nel pomeriggio si
tolsero la vita. Goebbels e la moglie Magda, anch'essi nascosti nel bunker, avvelenarono i loro sei
bambini e quindi si uccisero.
L a ca pi t a le si a rre se du e g i o rn i do po , e i l 7 m a g g i o 19 45 la Ge rmania chiese la resa.
L'armistizio venne firmato nel quartier generale delle forze armate americane a Reims (Francia)
e in quello sovietico a Berlino‐Karlshorst.[5]
1.8 Il Dopoguerra tedesco
Berlino e i suoi abitanti pagarono caro il prezzo della guerra. Il popolo aveva dovuto subire
bombardamenti disumani, interi quartieri erano distrutti o ridotti in macerie, più della metà dei
fabbricati e un terzo degli complessi industriali risultavano demoliti o danneggiati. Dopo
l'evacuazione di circa un milione di donne e bambini, nel maggio del 1945 restavano in città
solamente 2.400.000 persone (contro i 4.300.000 del 1939), due terzi dei quali erano donne.
Circa 125.000berlinesi erano morti a causa della guerra. Nella Berlino occupata dai sovietici
furono le donne a provvedere allo sgombero iniziale delle macerie, procurandosi il soprannome
di Trümmerfrauen (letteralmente “donne delle macerie”). Nei mesi seguenti vennero formati
enormi mucchi di detriti nelle cosiddette Trümmerberge colline artificiali, come Teufelsberg nel
Grunewald.Ciò nonostante, già immediatamente dopo l'armistizio arrivarono piccoli segnali di
ripresa, come la prima linea della metropolitana, inaugurata il 14 maggio, il primo numero di un
giornale, pubblicato il 15maggio, e il primo concerto del dopoguerra dell'Orchestra Filarmonica
di Berlino, eseguito il 26 maggio. Il primo collegamento telefonico da un capo all'altro della città
riuscì il 5 giugno.
Secondo gli accordi stipulati alla Conferenza di Yalta, nel febbraio del 1945, la Germania
venne divisa in quattro zone di occupazione. Berlino venne ripartita in dodici aree
amministrative sotto il controllo britannico, francese e americano e in altre otto sotto quello
sovietico. Dopo la Conferenza di Potsdam (luglio‐agosto 1945) le regioni a est dei fiumi Oder e
Neisse furono annesse alla Polonia per compensare le precedenti perdite territoriali di