Presentazione della tesi Ogni società, ogni generazione, sviluppa la propria tipologia di habitat e costruisce un proprio 
modello di ambiente di vita, in linea con le condizione economiche, sociali e urbane del suo tempo. 
Uno dei concetti cardine del nostro tempo, lo sfruttamento illimitato di risorse naturali non 
rinnovabili e spesso causa di danno all’ambiente e alla vita, da parte delle società e dei loro sistemi 
economici, è indubbiamente cambiato, transita verso un nuovo concetto di qualità della vita il 
quale deve nascere dall’implementazione di un nuovo modello di sviluppo compatibile con 
l’ambiente, uno sviluppo sostenibile. 
Gli obiettivi dell’Unione Europea nell’ambito della sostenibilità sono probabilmente i più 
ambiziosi. Il successo di questa impresa dipende indubbiamente, dalle città e dagli ambienti 
urbani, che sono il luogo in cui si concentra una grande porzione dei nostri problemi ambientali e 
in esse la casa e il quartiere diventano una chiave strategica per l’azione.
Analogamente la società attuale dell’informazione necessita la generazione di nuove regole 
riguardanti una delle fondamentali attività della nostra economia, quale l’abitare e il vivere in 
ambienti residenziali sostenibili.
L’azione dei poteri pubblici in questo campo può servire come mezzo per sviluppare questi nuovi 
potenziali.
Secondo quest’ottica non è più possibile pensare ad uno sviluppo delle città di tipo puramente 
espansivo. 
È utile rifettere, per le città dei paesi sviluppati, su di un differente modello basato sulla 
rigenerazione urbana in ottica sostenibile. 
Il concetto di rigenerazione urbana consta differenti temi e questioni riferibili per lo più alla 
trasformazione dell’urbanizzato, al miglioramento degli assetti ambientali e paesaggistici, alla 
riqualifcazione ed al potenziamento delle dotazioni pubbliche, al rinnovo dei tessuti urbani, alla 
rigenerazione/riqualifcazione delle periferie moderne, allo sviluppo locale.
Una rigenerazione che si muove secondo una visione complessiva di città e territorio, intese come 
unità complesse costituite da parti sulle quali applicare pratiche progettuali. Una trasformazione 
che avviene per parti ma secondo una struttura unitaria.
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Il disegno urbano torna ora al centro dell'attenzione culturale come indispensabile strumento 
ordinatore del territorio. Questo sta avvenendo anche per l’ormai evidente incapacità delle 
soluzioni settoriali di dare risposte alla crescente domanda di qualità urbana, ai sempre più gravi 
problemi ambientali, all'ingovernabilità dei grandi progetti  ed ai problemi di trasporto legati 
all’inarrestabile crescita del traffco privato.
Per assicurare una buona qualità di vita alle generazioni future e per migliorare le attuali 
condizioni, è inevitabile l’applicazione del concetto di sviluppo sostenibile alle risorse del pianeta. 
La considerazione di vincoli ambientali ha implicazioni non solo ecologiche ma anche sociali ed 
economiche.
È un processo che necessita un “lavoro partecipato”, una stretta collaborazione tra diverse 
competenze e personalità. La sua applicazione nell’architettura, nell’urbanistica e nella gestione 
del territorio riguarda tutti gli operatori da queste coinvolti. La diffusione ed il successo della 
qualità ambientale nell’ambito urbano dipendono dalle capacità di instaurare solidi partenariati e 
buona partecipazione alle attività di trasformazione, che si deve attuare innanzitutto tra Stato e 
cittadini.
Ruolo determinante in questo ambito, è giocato dai sistemi di governance su cui si basano i diversi 
Governi.
A tal fne abbiamo compiuto un breve excursus conoscitivo, relativo alla “struttura” dei sistemi di 
pianifcazione dei diversi Paesi Europei coinvolti in pratiche di progettazione sostenibile, ed agli 
strumenti che questi attuano alle diverse “scale”. 
Per raggiungere gli obiettivi della qualità ambientale è importante che la realizzazione degli aspetti 
tecnici di un progetto eco-compatibile sia preceduta ed affancata da un buon disegno urbano 
complessivo.
Osservando il lavoro compiuto da diversi gruppi di progettisti che hanno lavorato ai progetti 
analizzati, abbiamo ritenuto interessante la ricerca di una concettualizzazione pratica da parte di 
un gruppo di ricercatori architetti ed urbanisti olandesi,_ KCAP  di Rotterdam, cui capo è il celebre 
architetto Kees Christanansee (autore tra altri del quartiere GWL di Amsterdam) e l’ ETH di 
Zurigo_ , di alcuni aspetti considerabili quali essenziali parti di un progetto urbano sostenibile.
Elementi che a nostro parere, possono essere considerati quali parti ineluttabili di progetti urbani 
sostenibili e adottabili generalmente alle diverse scale, ovvero:
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1. Strategie di trasformazione dello stato di fatto;
2. Uso effciente del suolo e mix di funzioni;
3. Mobilità’;
4. Coesione Sociale e Partecipazione;
5. Paesaggio come parte attiva del progetto urbano.
Partendo da tali presupposti, abbiamo analizzato alcuni “casi” in differenti Paesi europei attivi da 
anni in queste pratiche (Finlandia, Germania, Paesi Bassi, ma anche Austria e Francia), considerati 
quali “progetti pilota ed esemplari”. Questi dimostrano come la qualità dell’abitare e dei quartieri 
può divenire una linea guida per gli sviluppi residenziali futuri e per promuovere un’eccellenza 
ambientale.
Si tratta di principi volti alla creazione di nuove comunità, di eco-quartieri piuttosto che mossi alla 
focalizzazione di soluzioni riguardanti singole unità abitative.
È inevitabile notare come la scala dei progetti sia un elemento connotante che infuenza, sin dalle 
prime fasi, l’approccio agli elementi della sostenibilità da noi considerati.
La scala di quartiere risulta infatti l’ambito privilegiato delle trasformazioni urbane, una scala 
intermedia tra l’edifcio e la città. 
I progetti ed i piani rivolti alla scala ampia trovano spesso diffcoltà di applicazione pratica, 
rimanendo operazioni confnate ad un livello astratto di indirizzo culturale, a volte “fni a sé 
stesse”; allo stesso tempo interventi, anche tecnologicamente avanzati, sul singolo manufatto 
edilizio, non riesce ad ottenere i necessari effetti di scala per una trasformazione signifcativa della 
qualità insediativa ed ambientale urbana. 
La scala del quartiere è appropriata all’applicazione di strategie sostenibili, in quanto consente di 
integrare e gestire a livello locale questioni di più ampio interesse e scala, quali ad esempio, il 
consumo idrico ed energetico, l’inquinamento acustico, la raccolta differenziata dei rifuti, oltre a 
quelle legate alla esclusione sociale.
A  questa scala si riferiscono i progetti di Viikki ad Helsinki, Kronsberg ad Hannover, Vauban a 
Friburgo, GWL Site ad Amsterdam ed Ecolonia ad Alphen aan den Rijn nei Paesi Bassi.
Per non limitare la nostra analisi al solo livello locale abbiamo considerato anche i tre contesti 
urbani di Stoccarda, Mäder (Austria) e Rennes con le loro politiche di rigenerazione urbana.
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Ci siamo occupate dell’analisi di progetti specifci per comprendere in che modo sono nate le eco-
comunità residenziali ma anche per conoscere nuovi metodi di costruzione della città basati su 
parametri ambientali di elevata qualità.
Ambienti residenziali sani con alta qualità di vita sono spesso limitati nella crescita spontanea da 
decisioni prese in modo indipendente da parte delle differenti amministrazioni pubbliche, 
compagnie, organizzazioni e agenti coinvolti nello sviluppo di un’area urbana. 
E’ perciò necessario defnire una “strategia globale” che può rafforzare la cooperazione e il 
coordinamento così come un “piano azione” per aiutare a guidare e conseguire gli obiettivi 
ecologici accordati in principio.
I criteri fondamentali di sviluppo delle comunità presentate sono stati pianifcati, progettati e 
costruiti seguendo sistematicamente linee guida sostenibili che si estendono lungo un ampio 
spettro di aspetti non esclusivamente tecnici. 
Questi progetti esemplari di “eco-quartieri” in Europa dimostrano come, nel campo della 
sostenibilità, teoria e realtà si sono gradualmente incontrate alla scala locale attraverso 
l’identifcazione di strategie effcaci e specifche per lo sviluppo del proprio contesto, creando 
“regole base” riferibili ad una valida implementazione e promozione dei progetti.
Tra i risultati fnali della tesi vi è l’analisi sintetica comparativa degli aspetti caratterizzanti i diversi 
progetti, tra loro differenti ma altrettanto contraddistinti da aspetti comuni tipici delle pratiche di 
progettazione sostenibile.
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PARTE PRIMA -   Sviluppo sostenibile e ambiti di rigenerazione urbana  
Sostenibilità e progettazione urbanistica 
Con l’avvento dell’era della comunicazione globale, oltre che con la crescente consapevolezza dei 
rischi ambientali che incombono sul nostro pianeta e sulla sua popolazione, la nostra vita ha 
assunto nuove dimensioni. 
A partire dalla defnizione da parte del gruppo di studiosi della commissione Bruntland 
(Conferenza di Rio 1992)  del termine “sviluppo sostenibile” quale << sviluppo che vada incontro alle 
necessità del presente senza compromettere la possibilità che le generazioni future vadano incontro alle 
proprie necessità >>(Pierce 1993). Per cui sostenibili sono quelle scelte di sviluppo economico e 
tecnologico che non alterano in modo irreversibile lo stock e la qualità di risorse del pianeta, in 
modo tale da compromettere le possibilità di sviluppo delle generazioni future. 
Con le successive elaborazioni di Quaderni e Rapporti come l’Agenda 21 e il Protocollo di Kyoto, 
fno ai molteplici provvedimenti legislativi che compongono il quadro normativo attuale, la 
sostenibilità è stata intesa come un unico e complesso sistema di approcci, politiche e 
comportamenti che, in ogni campo della vita e dalla macro alla micro scala, percorressero strade 
parallele con lo scopo di raggiungere il fne comune della salvaguardia della salute del Pianeta. 
Lo sviluppo sostenibile è considerabile come un processo volto ad armonizzare aspetti ambientali, 
economici e sociali, stabilendo un circolo virtuoso nel quale si intrecciano queste tre sfere.
Al di là delle strategie energetiche innovative e dell’applicazione sostenibile nella progettazione e 
nella realizzazione degli edifci, siamo di fronte alla necessità di una vera e propria scelta di un 
Modello Sociale.
Sostenere la”flosofa della sostenibilità” implica una trasformazione complessiva dei modelli di 
vita che si sono imposti con la rivoluzione industriale ma, soprattutto, con la società del benessere.
Il dibattito sulla sostenibilità, coinvolge oggi  professionisti, studiosi, organismi internazionali ma 
anche l’opinione pubblica. 
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Oggi l’Urbanistica si deve necessariamente occupare anche di aspetti “ecologici”, allo scopo di 
utilizzare razionalmente le risorse disponibili, con la consapevolezza della loro “fnitezza” nel 
tempo e nello spazio. 
I temi attorno ai quali ruota la disciplina dell’Urbanistica sono i trasporti, le abitazioni, l’industria e 
la produzione in generale, il commercio, l’energia, i centri urbani, le aree verdi, ma soprattutto e 
prima di tutto, il suolo, che è una risorsa fnita e perciò da tutelare.
Tra i suoi obiettivi deve quindi rientrare la sostenibilità degli strumenti di pianifcazione 
urbanistica, che disegnano, a partire dalla “macro scala”, il “buon costruire” nelle nostre città ed il 
“governo” del territorio.
A partire dalla “strategia europea sull’ambiente urbano” sono stati individuati quattro elementi 
per mezzo dei quali riuscire a migliorare la qualità delle aree urbane, ovvero, la gestione urbana 
sostenibile, il trasporto urbano sostenibile, l’edilizia sostenibile e la progettazione urbana 
sostenibile. 
Quest’ultima comprende e coordina  le prime tre, attraverso politiche che dovrebbero defnire un 
sistema completo di gestione urbana sostenibile. 
La progettazione urbana sostenibile descrive “modelli di utilizzazione del territorio” che trattano 
ampie aree urbane, nelle quali si intrecciano aspetti ambientali, il sistema del verde urbano, 
l’espansione dei centri abitati, soprattutto delle “periferie”, problematiche di degrado, 
riqualifcazione e rifunzionalizzazione di aree, edifci ed infrastrutture, ecc.
Il processo di trasformazione del territorio come risorsa in suolo urbanizzato non  ha appena avuto 
inizio ma,  negli ultimi decenni sembra aver  avuto una crescita incontrollata, acquisendo una 
forma negativa, incalzante ed inesorabile. Esistono però molti buoni esempi di come si possa fare 
dell’urbanizzazione del territorio un processo virtuoso, abbandonando i vizi dello sfruttamento 
eccessivo delle risorse naturali.
  
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Verso uno sviluppo sostenibile globale L’alternativa ecologica va ben al di là della scala architettonica, e l’approccio sostenibile attraverso 
cui si concretizza è fondato su una strategia globale e interdisciplinare che inizia con la 
pianifcazione urbana e con il regime dei suoli. Tutti gli aspetti della nostra vita sono coinvolti in 
questo processo:
- infrastrutture;
- strategie energetiche;
- industria e produzione;
- uso di risorse naturali;
- educazione;
- salute;
- strutture sociali.
Lo sviluppo sostenibile delle città ha come obiettivo il miglioramento delle condizioni di vita di tre 
miliardi di abitanti “inurbati”, obiettivo da ottenere attraverso un equilibrato mix di progresso 
tecnologico e miglioramenti nei campi sanitario, economico e sociale. Ciò è necessario ovunque, sia 
per soddisfare le necessità primarie delle aree in via di sviluppo, sia per migliorare la qualità della 
vita nel mondo industrializzato.
La nuova dimensione urbana estesa Negli ultimi cent’anni si è assistito ad una crescita della popolazione senza precedenti nella storia 
dell’umanità. Nel 1900 solo circa il 14% della popolazione mondiale (più o meno 200 milioni di 
persone) viveva in città. All’inizio del XXI secolo il 50% degli abitanti della Terra abita in un 
contesto urbano. La qualità della vita di oltre il 70% dei residenti nell’Unione Europea dipende 
ormai dalla qualità dell’ambiente urbano. Inoltre, la maggior parte dell’incremento futuro della 
popolazione del pianeta avrà luogo nei paesi in via di sviluppo; e qui, secondo la Banca Mondiale, 
entro il 2025 l’80% della popolazione vivrà in città. Una crescita incontrollata di questi fenomeni 
corrisponde spesso all’occupazione di terreno coltivabile, oltre che alla diffusione generalizzata di 
grandi baraccopoli che per una parte signifcativa della popolazione mondiale corrispondono alla 
prima ed unica esperienza di vita urbana. 
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Nell’arco degli ultimi 200 anni, la media della popolazione delle 100 maggiori città del mondo è 
cresciuta con le seguenti proporzioni:
1800: 200.000;
1900: 700.000;
1950: 2.100.000;
2000: 5.000.000.
Secondo lo standard attuale, una città con 200.000 abitanti è una città di medie dimensioni. 
L’intensità dello sviluppo urbano è stata tale che nel corso degli ultimi 30 anni l’uomo ha costruito 
più che in tutta la storia precedente. Si stima che nei prossimi 40 anni un ulteriore sviluppo renderà 
necessaria un’espansione pari a mille città di 3 milioni di abitanti ciascuna, la maggior parte delle 
quali nei paesi in via di sviluppo.
E’ questa prospettiva a rendere urgente la necessità di pensare alla costruzione del mondo futuro 
ispirandosi a principi di sostenibilità. Professionisti e politici dei paesi industrializzati devono 
impegnarsi nell’affrontare la questione del miglioramento della qualità di vita in città in cui sono 
già diffusi problemi di disoccupazione, la violenza e le intolleranze etniche, religiose e civili.
Lo sviluppo sostenibile è un impegno a lungo termine, la cui essenza è nella consapevolezza dei 
costi umani ed economici conseguenti ai contrasti sociali che si manifestano all’interno della città. I 
costi da sostenere per rimediare ai danni causati dai recenti sviluppi del mondo industrializzato (e 
per controllare che gli stessi errori non si ripetano oggi nei paesi in via di sviluppo) sono 
impossibili da quantifcare. Sicuramente saranno enormi ma più si aspetta più cresceranno.
L’ecologia urbana Uno dei primi sostenitori dell’ecologia urbana è stato l’accademico tedesco Ekhart Hahn. Nel suo 
studio del 1987 Ökologische Stadtplanung (“pianifcazione urbana ecologica”) ha defnito gli 
elementi da prendere in considerazione per uno sviluppo urbano sostenibile e, nel contempo, una 
prima serie di misure per realizzarlo. Gli esiti di un successivo progetto di ricerca internazionale, 
strutturato in aspetti teorici e casi studio, sono stati presentati nel rapporto del 1990 Ökologische 
Stadtumbau (“recupero ecologico urbano”) dove vengono individuate otto linee guida:
- etica e rispetto per l’individuo;
- partecipazione e democratizzazione;
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