TESI DI LAUREA MAGISTRALE
UNIVERSITA’ IUAV DI VENEZIA
DIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA
COSTRUZIONE E CONSERVAZIONE
A.A. 2013 - 2014
RELATORI:
PROF. ING. ARCH. PAOLO FACCIO
PROF. ING. ANNA SAETTA
MARCO BARBATO 277637
FEDERICO MUNARETTO 277288
VENEZIA,
MARZO 2015
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1.1 PREMESSA
Questa tesi di laurea presenta il progetto di restauro di una porzione del Complesso Archi-
tettonico di Palazzo Ducale a Mantova.
Il manufatto oggetto di studio è un Corridore seicentesco, che chiude sul lato est il Giardi-
no dei Semplici, e che all’epoca di costruzione collegava gli appartamenti della Rustica con
il Teatro Vecchio, oggi demolito.
I temi che questo caso presenta sono molteplici: innanzitutto la sua conformazione tipolo-
gica, di corridoio lungo quasi 60 metri e largo poco meno di 2, pone delle problematiche
sulla funzione e il riutilizzo. Contemporaneamente, proprio queste caratteristiche dimen-
sionali e costruttive, di edificio lungo, stretto e alto, richiamano l’attenzione sulla vulnera-
bilità del manufatto alle azioni orizzontali, come le scosse sismiche, a pochi anni dal ter-
remoto che ha interessato il Palazzo, nel 2012.
A questo va aggiunto che lo stato di fatiscenza dell’edificio è notevolmente avanzato: que-
sto presenta non solo un degrado dal punto di vista materico, ma anche un quadro fessu-
rativo e deformativo che destano apprensione.
L’intero prospetto est, verso il lago Inferiore, è interessato da plessi fessurativi notevoli,
con lesioni passanti, probabilmente originato da un cedimento fondazionale.
La stessa facciata mostra un fuoripiombo, quasi in mezzeria, di circa 50 cm, molto perce-
pibile a occhio nudo, confrontato con i 7 metri di altezza del Corridore.
Questo, allo stato di fatto è costituito da due pareti in muratura, entrambe fuori
dall’orizzontalità, per lo più scollegate, se non per una serie di telai in calcestruzzo armato
inseriti in breccia, trasversalmente all’andamento del Corridore.
Tutte queste caratteristiche obbligano ad un ragionamento non solo sulle modalità di rilie-
vo dello stato di fatto e intervento, ma anche sui problemi legati al livello di conoscenza e
di approfondimento che si può ottenere con gli strumenti a disposizione.
Tra gli obiettivi di questo lavoro vi era infatti, oltre all’elaborazione di un progetto di re-
stauro e riutilizzo, anche quello di costruire un ragionamento coerente, pur a fronte di ri-
sorse, tecniche e economiche, non disponibili o scarse.
Un esempio può essere il rilievo e la restituzione delle caratteristiche, anche meccaniche,
degli elementi in calcestruzzo armato che innervano il Corridore. Non avendo a disposizio-
ne la possibilità di eseguire prove sperimentali sui materiali, che comunque si scontrano
con le istanze della conservazione, abbiamo seguito un percorso di ricerca che potesse far
pervenire a risultati il più attendibili possibile, attraverso l’utilizzo delle risorse storiche,
bibliografiche e la comparazione con il costruito.
Per quanto riguarda le opere in conglomerato cementizio, ciò è stato condotto attraverso
lo studio delle normative vigenti e della pratica corrente all’epoca di costruzione, ipotizza-
ta, dei telai. Ipotizzata perché non ci sono documenti, né bibliografici né archivistici, in
grado di registrare la data della messa in opera della gabbia in cemento armato.
Questo tipo di ricerca, necessariamente limitata, ha dato risultati non sempre sufficienti,
per esempio in relazione agli standard minimi di approfondimento della conoscenza, che
sia le Norme Tecniche per le Costruzioni, sia le Linee Guida per la valutazione e riduzione del ri-
schio sismico, propongono attraverso vari Livelli di Conoscenza, e I Fattori di Confidenza correlati.
Un altro caso riguarda le opere di fondazione del Corridore, e del muro di cinta del giardi-
no su cui poggia. L’approfondimento della relazione tra la costruzione e gli aspetti geotec-
nici, in questo caso risulta fondamentale, in quanto il quadro fessurativo importante che la
costruzione presenta, può avere origine proprio in una rottura a livello fondazionale.
Non essendo stati possibili dei saggi per accertare questa ipotesi, il lavoro si è orientato in
una ricostruzione, da un lato, storico-bibliografica delle vicende che hanno portato alla co-
struzione dell’edificio; dall’altro, allo studio delle tecniche storiche di realizzazione delle
opere di fondazione e sostegno.
L’obiettivo è stato trovare dei punti di contatto per avanzare delle ipotesi interpretative, e
soprattutto proporre degli interventi, anche di indagine, mirati.
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Le possibilità e i limiti di questo lavoro, attraverso un giudizio critico dei risultati, hanno
posto l’accento sulla necessaria impostazione multidisciplinare che questo deve avere: gli
aspetti strutturali o geotecnici, il rilievo e la restituzione, la ricerca bibliografica e archivi-
stica, così come il progetto di riuso, pur sviluppati da discipline e competenze diverse,
convivono giocoforza nello stesso percorso, di ricerca e di progetto.
La questione che si poneva all’inizio di questo lavoro era capire quali, e fino a che punto,
queste competenze potevano essere messe in gioco per la redazione del progetto di re-
stauro. L’obiettivo è stato, infatti, quello di approfondire il più possibile tutti gli aspetti che
questo edificio proponeva.
Infine, un nome per il progetto. L’intervento di riuso e ampliamento ha ripreso una deno-
minazione già presente all’interno del Complesso di Palazzo Ducale, quello delle Gallerie,
come le contigue Galleria delle Metamorfosi e della Mostra. Queste sono una serie di ma-
nufatti edilizi lunghi e stretti, edificati con l’intenzione di collegare tutti i corpi che oggi
compongono il Palazzo, e che, costruiti in epoche diverse, si trovavano a distanze e altime-
trie differenti.
La Galleria, così come i Corridori, sono lo strumento che consente il collegamento, e il faci-
le raggiungimento, delle varie architetture.
Il nostro edificio, che ritorna parte del percorso di visita, collegherà il Giardino dei Semplici
con il piano terreno della Rustica, e sarà dedicato ad esposizioni multimediali sulla botani-
ca e sulla figura di Zenobio Bocchi, autore del Giardino. Sia il corridore che l’intervento di
ampliamento del giardino seicentesco, costituiscono la nuova Galleria dei Semplici.
1.2 IL SITO
I moduli schedografici contenuti in questo capitolo sono stati redatti seguendo i modelli
proposti dall’ALLEGATO A - Programma per il monitoraggio dello stato di conservazione
dei beni architettonici tutelati, contenuti nelle Linee Guida per la valutazione e riduzione del ri-
schio sismico del patrimonio culturale, Modulo A (Anagrafico identificativo) e B (Fattori di sensibi-
lità), pag. 129-142.
MODULO A
A1. Qualificazione giuridica del soggetto proprietario
Demanio dello Stato
(fonte: Italia Nostra)
A2. Riferimenti del soggetto proprietario
INFORMAZIONE MANCANTE
A3. Denominazione del bene
Corridore Orientale del Giardino dei Semplici o Corridoio al Teatro Regio (nomi proposti)
A4. Toponomastica
Regione: Lombardia, Provincia: Mantova, Comune: Mantova,
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A5. Coordinate geografiche
Coordinate Gauss-Boaga dei vertici
NO16405805001980
NE16416205001980
SO16405805003020
SE16416205003020
(fonte:sit.comune.mantova.it)
A6. Dati catastali
INFORMAZIONE MANCANTE
A7. Confinanti
INFORMAZIONE MANCANTE
A8. Periodo di realizzazione
Il corridore è stato realizzato nei primi anni del '600.
A9. Destinazione d’uso attuale
Non utilizzato
A10. Documentazione fotografica
Sono allegate 10 fotografie, corredate da didascalia. Le riprese fotografiche documentano
il bene sia all’interno che all’esterno. In particolare è presente una ripresa fotografica
dell’ambiente esterno, il fronte principale e gli altri fronti, gli ambienti interni più significa-
tivi, dettagli dei materiali e particolari costruttivi.
A11. Stralcio planimetrico
INFORMAZIONE MANCANTE
A12. Descrizione morfologica
Il corridore è costituito da due piani fuori terra. L'estensione longitudinale è notevolmente
più elevata di quella trasversale. L'edificio è posto a chiudere un giardino sopraelevato su
un terrapieno. Il piano terreno verso il Giardino dei Semplici, lato ovest, è composto da 17
arcate in laterizio intonacato a bugne geometriche; il lato est presenta delle forometrie
arcuate che ripropongono il passo degli archi del lato ovest. Il piano superiore è costituito
da una muratura continua con forometria quadrangolare regolare; sono state tamponate
una finestra si e una no. La costruzione presenta un intervento di consolidamento che ha
inserito una serie di portali in calcestruzzo di cemento armato in breccia nelle murature.
L'orizzontamento che divide i due piani, un impalcato ligneo, si presenta totalmente de-
gradato e impraticabile.
A13. Presenza di elementi di pregio
Sono presenti lacerti di decorazioni pittoriche all'intradosso di un residuo di volta e in
qualche tratto di muro interno (lato est).
A14. Altra documentazione
Sono allegate le planimetrie e incisioni storiche trovate.
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A15. Valutazione d’interesse culturale
Rilevanza del bene ai fini della valutazione della sicurezza sismica: elevata.
MODULO B
B1 Caratteristiche dimensionali:
lunghezza max: 57 m ca; larghezza max: 3,3 m ca
B1a. superficie coperta: 100 mq ca
B1b. altezza gronda: 6,8 m ca (lato Giardino)
B1c. numero di piani entroterra: 0
B1d. numero di piani fuori terra:2
B1e. eidotipo
Sono rappresentate piante, prospetti e sezioni del manufatto, sul quale saranno riportate i
principali
dati dimensionali.
B2 Localizzazione
B2a. ambito territoriale
Il manufatto è localizzato in centro urbano.
B2b. caratteristiche ambientali geografiche
Il manufatto è localizzato nel centro di Mantova, in prossimità (un centinaio di metri) dal
Lago Inferiore.
B2c. caratteristiche ambientali antropiche
Il manufatto è localizzato in prossimità del Lungolago Gonzaga, che confluisce in via Le-
gnago. Si accede al bene in oggetto da Piazza del Sordello, attraverso il Complesso di Pal.
Ducale. Al loto est si accede da via delle Scuderie Reali.
B3 Terreno e fondazioni
B3a. caratteristiche orografiche
L'edificio è posto a chiudere un giardino sopraelevato su un terrapieno; presenta un salto
di quota al lato est di 5 m ca.
B3b. caratteristiche geomorfologiche
In assenza di analisi specifiche, per la definizione dell’azione sismica si fa riferimento a un
approccio semplificato, che si basa sull’individuazione di categorie di sottosuolo di riferi-
mento ( NTC 14.1.2008 - 3.2.2 CATEGORIE DI SOTTOSUOLO E CONDIZIONI TOPOGRAFICHE
- Tab. 3.2.II - p. 16)
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Tabella 3.2.II – Categorie del sottosuolo
Categoria Descrizione
A
Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di
superiori a 800 m/s, eventualmente comprendenti in superficie uno
strato di alterazione, con spessore massimo a 3m.
B
Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni
a grana fina molto consistenti con spessori a 30 m, caratterizzati da un gra-
duale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da va-
lori di
compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ovvero
>50 nei terreni a
grana grossa e
>250 kPa nei terreni a grana fina).
C
Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana
fina mediamente consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da
un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e
da valori di
compresi tra 180 m/s e 360 m/s (ovvero 15<
<50
nei terreni a grana grossa e 70<
<70 kPa nei terreni a grana fina).
D
Depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati o di terreni a gra-
na fina scarsamente consistenti, con spessori superiori a 30 m, caratterizza-
ti da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profon-
dità e da valori di
inferiori a 180 m/s (ovvero
<15 nei terreni a
grana grossa e
<70 kPa nei terreni a grana fina).
E
Terreni dei sottosuoli di tipo C o D per spessore non superiore a 20 m, posti
sul substrato di riferimento (con
>800 m/s).
B3c. modifica dei suoli
Non sono stati rilevati fenomeni di modifica dello stato dei suoli e le loro cause (modifica
delle falde, dilavamento, rottura di condotte idriche, prosciugamento dei terreni, scavi,
rilevati, ecc.)
B4 Analisi dell’aggregato edilizio
B4a. Complesso architettonico
Il complesso architettonico in oggetto è parte del più vasto complesso di Palazzo Ducale,
costituito dal Giardino dei Semplici, delimitato ad ovest dalla Domus Nova, edificio fancel-
liano degli anni 80 del '400 (h max 25 m); a nord è delimitato dalla Galleria del Passerino
edificata negli ultimi anni del '500 da Antonio Maria Viani (h max 14 m); a sud il terrapieno
del giardino è delimitato da un muro alto circa 6 m.
Il corridore (h max 7.5 m - altezza gronda 6.8 m lato Giardino) oggetto della ricerca è po-
steriore alla Galleria del Passerino, e si rapporta con questa in appoggio. Il corridore costi-
tuiva un passaggio conducente al Teatro Regio, o Teatro Vecchio, oggi demolito; attual-
mente il percorso è inaccessibile perché tamponato.
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B5 Accessibilità
Il manufatto è parzialmente accessibile. E' infatti praticabile solo il piano terreno (quota
Giardino dei Semplici +23,85m) a causa della completa inagibilità dell'impalcato ligneo che
divide il piano terra dal primo piano, e dalla mancanza di collegamenti verticali (causa in-
trinseca).
B6 Stato di utilizzo
Il manufatto è inutilizzato. Frequenza d’uso: saltuario o non utilizzato (utilizzo sporadico).
1.3 INQUADRAMENTO NORMATIVO
Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale, allineamento alle nuo-
ve Norme tecniche per le costruzioni (D. M. 14 gennaio 2008), Circolare n. 26 del 26 Dicembre 2010
Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC), Decreto ministeriale 14 Gennaio 2008, pubblica-
to sulla Gazzetta Ufficiale n. 29 del 4 Febbraio 2008 - Suppl. Ordinario n. 30
Circolare 2 Febbraio 2009, n. 617 - Istruzioni per l'applicazione delle Nuove norme tecni-
che per le costruzioni (D. M. 14 gennaio 2008), pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 47 del 26
Febbraio 2009 - Suppl. Ordinario n.27
C8A (Appendice al cap. C8), Circolare 2 Febbraio 2009, n. 617 - Istruzioni per l'applicazione
delle Nuove norme tecniche per le costruzioni (D. M. 14 gennaio 2008)