In realtà, il lega
luoghi di lavoro appare, in superficie, poco connesso e di lettura complessa.
Ciò è principalmente dovuto alla circostanza che il principio fondante della
responsabilità sociale è quello della volontarietà, mentre la salute e sicurezza fonda le
proprie basi su esplicite norme di legge.
Questo, però, è solo una faccia della medaglia, che è completata dal riferimento al tema
della responsabilità sociale, quale veicolo di diffusione di
alla prevenzione degli infortuni sul lavoro.
Il presente lavoro nasce, dunque, con lo scopo di conoscere e analizzare tutto ciò che
caratterizza il tema della R
storica, ai modelli interpretativi, agli strumenti di comunicazione e promozione),
rapportandolo alla delicata problematica della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
parte
ridurre gli effetti negativi che, sempre più spesso, si determinano a
di lavoro.
Presupposto allo sviluppo di questo progetto è la considerazione che il tessuto
economico italiano, caratterizzato dalla presenza di molte piccole e medie imprese, più
che da multinazionali o imprese di notevoli dimensioni, non è il più ideale nella
diffusione delle pratiche sociali.
La dissertazione è stata, così, suddivisa in quattro capitoli ognuno dei quali contribuisce,
fornendo elementi diversi e utili al dibattito, a dare una visione organica del fenomeno
della responsabilità sociale e del suo legame con la problematica della salute e sicurezza
nei luoghi di lavoro.
Nello specifico, si potrà notare che il primo capitolo è interamente riservato alla
definizione del fenomeno della RSI dal punto di vista teorico e al dibattito che ne
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"
di strategie di CSR e alle critiche mosse nei confronti di tali politiche.
Tale dibattito ha origine dalla posizione assunta da chi è considerato il precursore delle
sovranità del
consumatoreil consumatore è sovrano quando, disponendo liberamente
del proprio potere d'acquisto, risulta essere in grado di orientare, seguendo il suo
sistema di valori, i soggetti di offerta: sia sui modi di realizzare i processi produttivi che
ecchio continente.
creare un vantaggio competitivo per le imprese.
Detto degli aspetti teorici, si farà riferimento a quelli che sono gli elementi costitutivi il
concetto di RSI e ai vantaggi che le pratiche socialmente responsabili sarebbero in grado
La parte finale del capitolo è dedicata nuovamente ai contributi provenienti dalla
letteratura con riferimento, però, alle critiche mosse nei confronti delle pratiche di CSR.
Aspetto fondamentale della Rdella
stessa. Come sarà documentato nel corso del primo capitolo, questi strumenti possono
d
Proprio su queste basi è sviluppato il secondo capitolo, nel quale si parlerà degli
strumenti di comunicazione, promozione e attuazione delle pratiche di responsabilità
sociale, con particolare riferimento ai bilanci e alle certificazioni sociali, etiche e
ambientali.
La parte iniziale è riservata alla definizione del concetto di bilancio sociale e ambientale.
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"
argomento decisivo, in questa fase,
la denominazione che una documentazione sociale o ambientale può avere, le
problematiche connesse alla sua stesura, gli esempi di redazione del documento.
Particolarmente interessante sarà la seconda parte del capitolo, nel quale si enunceranno
le forme di controllo esterno sugli atteggiamenti socialmente responsabili e sulla validità
dei documenti di rendicontazione sociale, ovvero quelli che tecnicamente sono chiamati
Il capitolo è completato d
certificazione sociale, etico e ambientale adottate a livello internazionale: Accountability
OHSAS 18001e Q-RES.
Il terzo capitolo assume un taglio evidentemente giuridico e inizia a trattare
compiutamente la problematica della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, fornendo
anche delle rilevazioni empiriche.
imento in tema di CSR,
così come definita dal Libro Verde della Commissione U.E., significativamente
Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese
Essa è seguita dalla disciplina costituzionale connessa alle disposizioni comunitarie.
di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Si farà, anche in questo caso, riferimento alle
disposizioni vigenti in ambito comunitario, ma si analizzerà con particolare attenzione il
quadro normativo nazionale: dalla ripartizione delle competenze al Decreto legislativo
626 del 1994, al Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro adottato con Decreto
legislativo 81 del 2008. Questa prima parte è
strumenti di responsabilità sociale in tema di salute e sicurezza sul lavoro, tanto a livello
comunitario (il già citato Ohsas 18001, lo Standard Safety Checklist for Contractors,
chiamato anche SCC, e il programma Responsible Care) quanto a livello nazionale (il
sistema di gestione della salute e della sicurezza UNI-INAIL e il modello OT-24
).
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Italia nel corso del 2008. Nel
Si è operato rilevando le principali informazioni reperibili dal Rapporto, con particolare
socio-
tipologie di malattie che affliggono il lavoratore e al fenomeno degli infortuni dei
salute e sicurezza sul lavoro.
Con riferimento ai dati acquisiti e facendo ricorso a indagini in tema di responsabilità
sociale sviluppate da Confindustria, Unioncamere, Istat, Inail e I-CSR, si proverà a dare
una definizione empirica del fenomeno e a trarre un profilo, quanto più attendibile
possibile, delle imprese che investono nel settore della RSI e della salute e sicurezza nei
luoghi di lavoro.
.
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"
CAPITOLO 1
ORIGINE STORICA E MODELLI INTERPRETATIVI DELLA RESPONSABILITÀ SOCIALE
DIMPRESA.
1.1 La sostenibilità dello sviluppo nelle società globali: non solo problemi
macroeconomici.
Come suggerisce il rapporto Brundtland del 1987, "lo sviluppo è sostenibile se soddisfa
le esigenze del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di
1
. L'attenzione si è inizialmente rivolta, soprattutto, alle
quest
sostenibilità dello sviluppo, a ciò deve aggiungersi che l'idea di sviluppo sostenibile
"implica un impiego per l'equità sociale tra le generazioni che deve essere esteso
2
all. Ne consegue la distinzione tra le condizioni
intergenerazionali di sostenibilità e quelle intragenerazionali di sostenibilità. Le prime
intendono garantire che la libertà di scelta delle generazioni future non sia compromessa
dalla miopia decisionale delle generazioni precedenti, in tal senso parliamo di requisito
ambientale, poiché la libertà effettiva delle generazioni future dipende in modo cruciale
dall'integrità dell'ambiente naturale che esse riceveranno in eredità.
Con le seconde si fa riferimento alle pari opportunità che devono essere riconosciute e
garantite a tutti i partecipanti alla competizione del mercato. Questo requisito è
soddisfatto solo nella misura in cui è assicurata una sostanziale uguaglianza dei punti di
partenza e cioè l'accesso effettivo a tutte le opportunità economiche rilevanti; ciò non
coincide alla rinuncia di ragionevoli criteri distributivi meritocratici basati sui risultati
dell'impegno di ogni individuo, ma indica che la competizione di mercato non sia
distorta da un eccesso diseguale alle opportunità economiche. Questo è definito come
criterio sociale di sostenibilità poiché connesso a indici economici - sociali che
###########################################################
1
AA.VV., 1988, (Rapporto Brundtland), Our common future, World Commission on Environment and
Development, Milano, Bompiani.
2
Borghesi S., Vercelli A., 2005, La sostenibilità dello sviluppo globale, Roma, Carocci, p. 19.
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misurano il grado di scelta effettiva degli individui: povertà, diseguaglianza, degrado
ambientale sono tutti sinonimi di questa importante condizione di sostenibilità, e sono
fondate su principi etici di equità, libertà, eguaglianza e pari opportunità, che non
possono e non devono essere considerati in contrasto con i tradizionali obiettivi
economici.
Il vero problema che si presenta nelle società contemporanee è che la crescente
diseguaglianza e il deterioramento delle condizionali ambientali hanno fondazioni etiche
ed economiche precise. Dal punto di vista etico violano entrambe il principio di pari
opportunità tra i cittadini. La differenza di reddito non è un problema in se, in società
meritocratiche ed eque sarebbe un giusto corollario dell'attività effettivamente svolta,
diventa un problema nella misura in cui è dettata da differenti possibilità di accesso alla
competizione del mercato, in particolare quando riflettono un accesso differenziale alle
opportunità economiche. Analogamente il degrado ambientale riduce le possibilità a
disposizione delle generazioni future.
I crescenti livelli di diseguaglianza e degrado ambientale sono anche fonte di
preoccupazione da un punto di vista economico poiché possono avere conseguenze
negative per l'andamento dell'economia. Gli argomenti a favore di tale tesi non mancano.
Innanla performance effettiva di un agente razionale dipende dall'estensione
dell'insieme delle opportunità a sua disposizione. La diseguaglianza spesso riduce
l'insieme delle opportunità per le persone cui toccano le quote minori della
distribuzione dei redditi, essa riduce anche il loro potenziale contributo al benessere
3
. Tra le persone che non possono permettersi una buona istruzione,
potrebbero esserci potenzialmente eccellenti scienziati, tecnici, manager, professionisti e
cosi via. L'adeguato utilizzo di queste risorse migliorerebbe l'efficienza e il rendimento
dell'intera economia, inoltre, elevati livelli di diseguaglianza possono essere fonte di
tensioni sociali e politiche che spesso hanno effetti negativi sulla crescita del reddito.
Le tensioni socio politiche minacciano i diritti di proprietà e lo stato di fiducia degli
operatori economici tendendo, così, a scoraggiare gli investimenti.
###########################################################
3
Borghesi S., Vercelli A., 2005, Op. cit., p. 20.
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In una società molto diseguale, inoltre, la frustrazione delle classi meno abbienti può
portare a rivolte e a scioperi che tendono a ridurre il numero medio di ore lavorative e
quindi la produzione totale dell'economia.
Quando si studiano e si discutono le problematiche concernenti la sostenibilità dello
di tipo macroeconomico, ma è ben evidente
fattori microeconomici dello sviluppo che caratterizza tale dissertazione.
Le imprese con il loro comportamento sono in grado di incidere in maniera
etici e di responsabilità sociale è auspicabile in vista di un corretto e più idoneo
4
.
1.2 Origini storiche ed evoluzioni nel dibattito sulla Corporate social responsibility
(CSR).
o cui
la religione in una democrazia. Il messaggio deve essere condiviso dagli individui che
5
.
La Corporate social responsibility, o CSR, che in italiano indica la Responsabilità
J.S.
Mill, secondo cui
consumatore è sovrano quando, disponendo liberamente del proprio potere d'acquisto,
risulta essere in grado di orientare, seguendo il suo sistema di valori, i soggetti di
offerta: sia sui modi di realizzare i processi produttivi che sulla composizione
6
. Il prodursi di un sistema di valori nel pubblico
###########################################################
4
Borghesi S., Vercelli A. 2005, Op. cit., p.21.
5
Guy F., Reggi S., 2005, Imprese e Istituzioni, Una comunicazione dinamica per la diffusione di una
realtà etica, p.179
6
J. S. Mill, 1854, On liberty, U.$%#
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tasso di responsabilità accrescendo uno spirito etico aziendale. Mill fu un precursore in
materia.
1.2.1 Le origini del dibattito moderno sulla CSR
come conseguenza della controversia nata tra Berle e Dodd sul tema
Tale quesito fu stimolato d Berle e Mean
sulla grande impresa capitalistica. Riflettendo sulla separazione tra proprietà e controllo,
conclusero che gli obiettivi dei dirigenti potessero essere differenti rispetto a quelli della
proprietà, fatto che a loro parere fa sorgere un problema di
quali tale responsabilità dirigenziale va esercitata: per Berle occorreva riferirsi agli
azionisti, mentre Dodd si ri.
7
produzione del profitto. Da qui derivano anche due differenti proposte giuridiche per
la legge doveva intervenire al
fine di evitare il possibile abbandono dei manager del perseguimento del profitto
Dodd riteneva che la legge dovesse riconoscere ai diri
nei confronti di fornitori, consumatori, dipendenti, ancora meglio, della società nel suo
complesso.
50 sono caratterizzati negli USA dal confrontarsi di due posizioni prevalenti:
da un lato la scuola neoclassica managerialismo.
Per spiegare la prima, può farsi riferimento a una celebre frase di Friedman risalente agli
dedicarsi ad attività volte a incrementare i propri profitti a patto che essa rimanga
###########################################################
7
Viviani M., 2004, , Bologna, Il
Mulino, p. 18. La citazione è di Dodd e risale al 1932.
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8
.
Secondo tale tesi: onisti. Gli azionisti
affidano il loro denaro allo scopo di ricavarne un guadagno. Se i manager impegnano
questo denaro per contribuire a cause sociali che essi sostengono moralmente
n effetti, ciò che
i manager fanno è imporre una tassazione sugli azionisti senza che nessuno abbia dato
Sono il governo e la pubblica amministrazione a dover
l manager
rischierebbe di manomettere il sistema dei prezzi incidendo negativamente sia sugli
9
.
A questo approccio si contrappone quello managerialista il quale sostiene che il
posto
dipendenti, clienti, venditori, fornitori di materiali e di attrezzature, la comunità nel suo
complesso.
Nessuno degli interessi è prio
amministrazione soddisfarli tutti. Il profitto rimane uno degli elementi più importanti da
10
.
vecchio continente.
quali sono gli obiettivi
###########################################################
8
2002, La responsabil, Notizie di Politeia,
Anno XIX, p.72.
9
Viviani M., 2004, Op .cit., p.18.
10
Viviani M., 2004, Op. cit., citazione di Fogarty risale al 1965, p. 21.
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