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programmazione, preparazione e abilità professionali adeguate a tali
esperienze di dialogo concentrato.
Le organizzazioni internazionali governative e non governative,
l’Unione europea, gli esecutivi centrali e gli enti substatali, le
amministrazioni pubbliche, le organizzazioni della società civile e i
cittadini fanno ormai parte di una architettura sociale “a rete” dalla quale
prende corpo una struttura di connessione articolata in risposta alle sfide
espresse dai tanti fenomeni di globalizzazione e mondializzazione
sviluppatisi.
Le tendenze in atto nell’attuale realtà sono mosse da un lato, verso il
potenziamento dei poteri locali, regionali e territoriali convergenti,
dall’altro lato, verso la sempre più intensa integrazione sopranazionale.
Queste strategie mirano al rafforzamento della partecipazione delle
organizzazioni della società civile e della cittadinanza, stimolando e
promuovendo il confronto con le istituzioni per realizzare obiettivi
comuni. Di conseguenza, l’interdipendenza tra i soggetti che caratterizza
la società globale non è più soltanto economica, ma culturale, sociale,
politica, istituzionale, tecnologica, come logica di una singolare
democrazia territoriale.
Il capitolo secondo illustra come alla mediazione tra istituzioni e
società, svolta in precedenza dalle tradizionali forme di rappresentanza
dei gruppi intermedi, si sono affiancate nuove forme di relazione più
dirette, considerate strumento fondamentale di gestione.
I mutamenti nella struttura sociale e nell’organizzazione dei sistemi
produttivi e nel contempo una più diffusa consapevolezza dei diritti di
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cittadinanza, hanno portato a nuove configurazioni nei rapporti interni
alla società che attivano una domanda di relazione più personalizzata e
richiedono alle istituzioni la capacità di fornire risposte sempre più
complesse, estese e differenziate.
L’informazione, la comunicazione e la partecipazione attiva dei cittadini
assumono un ruolo centrale per l’agire amministrativo, come strumento
di governo della complessità sociale e della complessità organizzativa e
non più solo come leva manageriale per la gestione dei servizi o come
importante attività per assicurare la trasparenza dei procedimenti
amministrativi.
La crescente rilevanza della funzione informativa, comunicativa e
partecipativa e la loro progressiva estensione dal mondo dei servizi a
quello dei procedimenti, della costruzione dei processi decisionali,
dell’attuazione delle politiche, delle strategie di sviluppo organizzativo,
mostra una sempre più evidente pervasività di queste attività nelle
diverse articolazioni organizzative.
Per tutti gli anni Ottanta la Pubblica Amministrazione ha gestito le
relazioni con gli utenti secondo una logica orientata più al semplice
rispetto delle normative che alla reale soddisfazione del cittadino. Nel
decennio successivo ha preso corpo una nuova visione per la quale anche
la Pubblica Amministrazione deve essere al servizio della cittadinanza e
la sua soddisfazione è un elemento centrale dell’attività di gestione.
Oggi la cura della relazione con i cittadini è una tematica imprescindibile
per un’amministrazione moderna che voglia interpretare in maniera
efficace ed efficiente il proprio ruolo di servizio al cittadino. Partendo
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dai bisogni e dalla realtà dei fatti per intervenire efficacemente nella
gestione della relazione con la società civile, la tecnologia gioca un ruolo
fondamentale e abilitante. L’adozione di nuovi strumenti informatici,
possono contribuire a migliorare, a velocizzare e a rendere più semplice
ogni processo.
L’Information and Communication Technology offre l’opportunità di
sviluppare un nuovo rapporto tra i governi e i cittadini: maggiore fiducia
e nuove forme di partecipazione delle persone ne sono gli effetti cardine.
Dal punto di vista dell’amministrazione rappresenta uno strumento che
assicura una maggiore trasparenza delle informazioni, delle procedure e
dei processi decisionali. Dal punto di vista dei cittadini, offre
l’opportunità di una maggiore consapevolezza dei processi decisionali
pubblici, grazie alla possibilità di maggiori e più dirette consultazioni e
accessi alle attività governative.
Nel capitolo terzo si sottolinea le necessità di creare valore per i
cittadini attraverso il rafforzamento del policy making.
Tra le priorità viene assegnato particolare rilievo all’esigenza di
sviluppare e consolidare le numerose esperienze di analisi della
soddisfazione degli utenti. Per recuperare la fiducia dei cittadini e ridare
legittimazione sociale all’azione pubblica, occorre mostrare ai cittadini
un’amministrazione credibile, capace di rispettare gli impegni assunti e
di rendere conto dell’impiego delle risorse della collettività.
È importante che le amministrazioni migliorino la capacità di elaborare e
attuare le politiche pubbliche, per perseguire in modo concreto la propria
9
missione istituzionale, confrontandosi con l’esterno e integrandosi
rispetto ad altri soggetti pubblici e privati.
È quindi opportuno che le amministrazioni sviluppino la capacità di
ricercare e ascoltare le esigenze espresse dalla società, non con la finalità
di ottenere risposte già strutturate, ma per assumere decisioni più
informate, consapevoli e motivate.
Le amministrazioni inoltre devono essere in grado di valutare se, e in che
modo, altri soggetti pubblici o privati stanno già operando in modo
efficace e coerente con le esigenze collettive dal lato dell’offerta, per
individuare le migliori modalità di integrazione con essi.
È importante prendere in considerazione le diverse alternative di azione,
non considerando esclusivamente lo strumento regolativo, compararle
secondo diverse prospettive e valutare la fattibilità di ciascuna di esse,
per assicurare un corretto processo di implementazione delle politiche
pubbliche, durante il quale le amministrazioni dovranno osservare con
continuità il grado in cui vengono conseguiti i risultati attesi e, più in
generale, valutare l’insieme degli effetti prodotti.
La partecipazione dei cittadini nel corso del processo di definizione e di
attuazione di una decisione pubblica costituisce un ambito innovativo
privilegiato per l’applicazione dell’ICT. Le nuove tecnologie possono
contribuire in modo significativo a rafforzare ed ampliare la presenza dei
cittadini lungo tutto l’arco temporale, entro il quale un processo
decisionale si sviluppa.
Oggi le tecnologie consentono di sviluppare sistemi informativi-statistici
sempre più in grado di fornire un reale supporto al decision making
10
riferito sia alle politiche sia alla gestione. Utilizzati in modo corretto, gli
strumenti di questo nuovo tipo di amministrazioni possono così
incrementare la legittimità del governo, la qualità delle decisioni
pubbliche e la conoscenza da parte dei cittadini dei problemi relativi alle
politiche e ai processi decisionali pubblici.
Il capitolo quarto spiega come in Italia, l’interesse per forme di
pianificazione strategica sia in crescita, soprattutto in seguito ad alcune
esperienze straniere (principalmente Barcellona e Lione) e poi a quella
italiana di Torino che ha costituito un riferimento importante per le altre
città che successivamente hanno avviato percorsi di definizione di piani
strategici.
I nuovi processi di pianificazione sono stati aperti a vari soggetti
attraverso la convocazione di “stati generali” delle città, “forum di
discussioni” e “conferenze strategiche” al fine di costruire scenari di
sviluppo localmente condivisi. L’intensa attività di ascolto, confronto e
coinvolgimento di istituzioni locali, di soggetti economici, di
associazioni della società civile, di gruppi organizzati e opinion leader è
di per se un fatto innovativo che ha permesso di riflettere sulle specificità
delle diverse realtà.
In quasi tutti i casi, le fasi iniziali di costruzione del piano hanno visto la
formazione di comitati scientifici con diverse competenze disciplinari
che hanno lavorato a “fasi diagnostiche” o “studi preliminari”,
parallelamente si sono organizzati gruppi e commissioni composti da
soggetti portatori di conoscenze e interessi diversi: da questo lavoro sono
scaturiti obiettivi, scenari e linee d’azione.
11
In particolare, il piano dell’associazione dei comuni del copparese,
analizzato nel capitolo quarto, ha una tipicità. La sua caratteristica infatti
è quella di essere stato promosso da un’aggregazione di comuni di medie
e piccole dimensioni e non da una città capoluogo. È questa una
particolarità interessante e per alcuni versi precipua del caso italiano:
l’aggregazione di comuni di questo tipo riflette in questo senso lo
stratificarsi delle storie istituzionali nazionali in cui alla frammentazione
del potere corrisponde la consolidata tradizione delle piccole e medie
autonomie locali italiane.
Per contesti simili non esistono all’estero modelli precedentemente
codificati che abbiano influito in maniera diretta sulle esperienze locali:
sono dunque casi in cui le domande e i problemi, vecchi e nuovi,
vengono “rimessi sul tavolo” e cercano nella pianificazione strategica
risposte e soluzioni.
Il capitolo quinto riflette su come i temi del bilancio sociale e la
definizione del concetto di responsabilità sociale, siano divenuti, in
questi ultimi anni, oggetto di particolare attenzione e come, la redazione
del bilancio sociale e la formulazione della responsabilità sociale siano
tematiche tra loro fortemente correlate e per certi versi inscindibili.
Scopo della rendicontazione sociale di un’amministrazione è dar conto
degli impegni, dei risultati e degli effetti sociali della propria azione.
Questo processo rispecchia sempre il tentativo di osservare e leggere ciò
che si fa con prospettive e punti di vista diversi, per apprezzare meglio il
significato e il valore di tale azione. Se, come si osserverà, la
rendicontazione di un’amministrazione pubblica è sociale per sua natura,
12
il requisito di fondo di un bilancio sociale è che la responsabilità sociale
dell’amministrazione sia resa quanto più possibile manifesta, esplicita e
valutabile.
Tutto ciò che l’amministrazione produce, sia in termini di impegni presi
che di politiche/obiettivi di intervento formulati, attività svolte e servizi
resi, livelli di performance raggiunti, deve essere analizzato e misurato
dal punto di vista di coloro che sono i destinatari ultimi di tale azione,
vale a dire il sistema di attori sociali del proprio contesto di riferimento.
È questo che ha tentato e che è riuscito a fare il comune di Cremona con
la redazione del suo primo Bilancio Sociale di Mandato. Il caso è stato
analizzato dettagliatamente nella trattazione del capitolo.
Il bilancio sociale può contribuire a valutare e misurare in modo più
puntuale sia l’efficacia dell’agire dell’amministrazione, sia il livello di
coerenza tra iniziative poste in essere e missione, quale esplicitazione dei
fini e dei valori che l’istituzione intende perseguire.
Dall’insieme dei cinque capitoli emerge un quadro che ha come soggetto
una Pubblica Amministrazione dinamica e indirizzata verso un profondo
e proficuo cambiamento. Resta da lavorare, insieme con i cittadini,
affinché i buoni propositi diventino la realtà affermata che tutti si
aspettano.
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CAPITOLO PRIMO
Il processo di riforma della Pubblica Amministrazione:
verso la Public governance
1. Introduzione
La riforma della Pubblica Amministrazione ha rappresentato una priorità
nell’azione dei Governi dei Paesi industrializzati nel corso degli ultimi
venti anni, e in maniera più intensa a partire dall’inizio degli anni
novanta.
L’obiettivo della riforma è di migliorare la capacità dei poteri pubblici di
soddisfare le esigenze di una società, con attese sempre maggiori e a
minor costo. La maggior parte delle riforme in corso mira principalmente
a rispondere ai bisogni del pubblico offrendogli una più larga gamma di
servizi di migliore qualità e più tempestivi
1
.
Quindi, la direzione verso cui tende il cambiamento, è quella che vede
una amministrazione che faccia meglio e costi meno, ma soprattutto che
sia capace di rispondere ai bisogni di realtà sociali in continuo
mutamento, che tendono a farsi più complesse e frammentate.
1
Cfr. ANSELMI L., (1995), Il processo di trasformazione della pubblica amministrazione. Il percorso
aziendale, Giappichelli, Torino; BORGONOVI E., (1984), “La pubblica amministrazione come sistema
di aziende composte pubbliche”, in E. Borgonovi (a cura di), Introduzione all’economia delle
amministrazioni pubbliche, Giuffrè, Milano; OCSE, (2001), Nota di sintesi dell’OCSE sulla gestione
pubblica, L’amministrazione del futuro, Parigi.
14
I bisogni del pubblico si evolvono rapidamente, con la diversificazione,
la maggiore complessità e frammentazione delle società. I progressi della
tecnologia e un maggiore accesso dei cittadini al sapere creano nuove
opportunità e attese. Il ritmo del cambiamento si accelera e i poteri
pubblici non possono riferirsi ad un insieme rigido di soluzioni, ma
devono invece seguire con attenzione le esigenze in costante evoluzione
e modernizzarsi per trovare le adeguate soluzioni.
In questo contesto, è particolarmente importante che le amministrazioni
sviluppino la loro capacità di innovazione, finalizzata a migliorare la
qualità dei servizi e l’efficacia delle politiche pubbliche e,
contemporaneamente, a recuperare efficienza. Per questo l’Ocse
2
, nella
nuova agenda di modernizzazione delle amministrazioni pubbliche, ha
realizzato un monitoraggio delle politiche di cambiamento della pubblica
amministrazione, analizzando i modelli dei diversi Paesi ed ha
individuato come raccomandazione principale proprio quella di
sviluppare la capacità di adattamento delle amministrazioni per dare
risposte soddisfacenti ai bisogni di una società che cambia, al fine di
migliorare l’efficacia delle azioni di riforma
3
.
2
Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico: è un forum che consente ai governi
di rispondere, insieme, alle sfide economiche, sociali e ambientali derivare dall’interdipendenza e
dalla mondializzazione. È una fonte di dati comparativi, di analisi e di previsioni per sostenere la
cooperazione multilaterale. Comprende oggi 30 paesi membri: Australia, Austria, Belgio, Canada,
Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia,
Lussemburgo, Messico (1994), Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Polonia (1996), Portogallo,
Repubblica Ceca (1995), Repubblica di Corea (1996), Repubblica Slovacca (2000), Spagna, Stati
Uniti, Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria (1996).
3
OCSE– Puma - Direzione della gestione pubblica dell’Ocse -, Government of the future.
15
La pubblica amministrazione di oggi è chiamata ad anticipare i bisogni
dei cittadini
4
, mantenendo un atteggiamento proattivo verso la soluzione
dei problemi; ponendo una forte attenzione all’ascolto delle esigenze per
superare la convinzione, diffusa in molti Paesi, che le organizzazioni
pubbliche sono distanti dai problemi della gente.
In questo senso, l’impegno dei Governi per riconquistare la fiducia del
pubblico dovrebbe passare attraverso meccanismi che assicurino la
trasparenza, e promuovano un esercizio pieno dei diritti di
partecipazione alla vita democratica. Servono nuove forme di interazione
e comunicazione reciproca, che sappiano anche cogliere le opportunità
offerte da internet e dalle nuove tecnologie.
A tal fine è necessario lo sviluppo di un sistema complesso di molteplici
istituzioni e attori che abbiano il compito di rappresentare e servire i
cittadini, in una logica di governance.
2. Il paradigma del New Public Management
Il processo di riforma ha inizio col New Public Management
5
, un
paradigma empirico che ricomprende tutti i processi di riforma e gli
4
Cfr. DEL VECCHIO M., (2001), Dirigere e Governare le Amministrazioni Pubbliche, Milano, Egea;
DENTE B., (1995), In un diverso stato, Il Mulino, Bologna.
5
Cfr. Tra gli altri: ANDRISANI P.J., HAKIM S., SAVAS E.S., (2002), The New Public
Management:Lessons from Innovating Governors and Mayors, Kluwer Academic Publishers, Boston;
MC LAUGHLIN K., OSBORNE S., FERLIE E., (2002), New Public Management: Current Trends
and Future Prospect, Routledge, London; BARZELAY M., (2001), The New Public Management:
Improving research and policy dialogue, University of California Press, New York. In lingua italiana
si confronti: MENEGUZZO M., (1997), Ripensare la modernizzazione amministrativa e il New
Public Management. L’esperienza italiana: innovazione dal basso e sviluppo della governance locale,
in “Azienda Pubblica”, n.6; GRUENING G., (1998), “Origini e basi teoriche del New Public
Governance”, in Azienda Pubblica n.6; JONES L.L., THOMPSON F., (1997), “L’implementazione
strategica del New Public Managemen”t, in Azienda Pubblica n.6.