Introduzione “Relazione educativa ed esperienza coniugale ” vuole essere
un’indagine di stampo psicologico e pedagogico su un tema, il
matrimonio, che vanta una vastissima letteratura e che suscita
continuamente dibattiti, nei quali vengono elaborate soluzioni di vario
genere alle problematiche ad esso legate.
Il lavoro qui presentato porta avanti l’idea dell’esperienza
coniugale come una delle esperienze, nella vita di ogni essere umano, di
particolare importanza per la costruzione della personalità adulta.
L’adulto, infatti, a partire dagli anni settanta in poi, è stimato autore del
suo destino, un essere in continua evoluzione e noi caliamo questa
concezione in quell’area privilegiata di crescita che è la relazione con il
coniuge e con i figli.
Tra i tanti autori che si sono occupati della personalità adulta, del
matrimonio e della famiglia, abbiamo dato ampio spazio ad alcuni autori
della psicologia umanistica, quali A.H. Maslow e G.W. Allport, a seguaci
e rielaboratori del pensiero freudiano (E.H. Erikson, E. Fromm), insieme
2
ad odierni commentatori degli stessi in chiave pedagogica, ampliando
l’analisi con il pensiero filosofico di E. Mounier, che funge
costantemente da termine di confronto.
Il filo conduttore di tutta l’indagine è rappresentato dall’idea
dell’età adulta come fase di maturità in cui la persona esplicita
pienamente il suo essere nella relazione con l’altro da sé, sia esso il
coniuge, sia esso il figlio. Maggiore rilievo, comunque, viene dato
all’adulto nel ruolo di coniuge, facendo emergere, man mano, le
dimensioni relazionali che la personalità adulta, pur in maniera
problematica, deve vivere per trovare beneficio, per sé e per gli altri,
dall’esperienza matrimoniale.
Abbiamo strutturato il nostro lavoro in tre momenti. Nel primo di
essi ci interroghiamo sui bisogni evolutivi dell’adulto, cioè su cosa, oggi,
nella società dalle rapide trasformazioni, significhi essere adulto, sulle
ampie opportunità offerte all’età adulta, considerata come età in crescita.
I termini su cui si gioca la maturità della personalità adulta sono
rintracciati nel cambiamento e nella capacità di elaborare risposte
adattive all’ambiente, agli eventi, risolvere conflitti, dominare
sentimenti, padroneggiare la realtà, ricavando da questo confronto una
3
identità più ricca e più forte che non intacchi e metta in crisi l’integrità
del proprio sé; nel senso, nel significato assegnato da ciascuno alla vita,
secondo propri principi, ideali, valori, sentimenti di fede, che aprono
l’uomo adulto verso una dimensione quasi trascendente, necessaria per
guardare al futuro con fiducia; nel modo di vivere le relazioni affettive,
che rispondono a bisogni essenziali e imprescindibili dell’uomo, in
particolare quella coniugale, che per essere gratificante ed educativa
deve contemperare l’autorealizzazione di entrambi i coniugi, sostenuti
dalla condivisione e aiutati a scoprire il senso del proprio essere grazie
alla presenza dell’altro, che funge da punto di riferimento “di ciò che si è
stato, di ciò che si è, di ciò che si può essere”.
Ritenendo necessario che l’adulto, per quanto libero autore della
sua vita, rivesta dei ruoli, comunemente accettati dalla nostra cultura, e
svolga dei compiti che ne segnano la sua specificità, nel secondo
momento di quest’indagine, seguendo il pensiero dello psicoanalista
E.H. Erikson, scopriamo la “generatività” come compito evolutivo
dell’adulto, elemento di acquisizione di un senso di responsabilità e di
cura che si estende dalle persone, alle cose, alle idee, cioè a tutto ciò che
nell’età adulta si genera.
4
Sulla base del concetto di generatività, abbiamo cercato di vedere
quando il matrimonio, il rapporto con il coniuge e con i figli, possa dirsi
“generativo”, sottolineando la grande possibilità che il matrimonio
diventi “un formidabile laboratorio” di educazione, di crescita umana e
spirituale per tutti i membri della famiglia.
Adulti responsabili, coniugi responsabili, genitori responsabili: è
questo la linea consequenziale che abbiamo voluto seguire nel tracciare
lo stretto legame esistente tra personalità matura, relazione educativa ed
esperienza genitoriale.
Nel terzo momento, tenendo sempre presenti le posizioni che
denunciano ormai la morte della famiglia e quindi la crisi del matrimonio
come forma privilegiata e istituzionalizzata di relazione di coppia,
abbiamo elaborato, ponendoci dalla parte di chi crede ancora al
matrimonio e alla famiglia, quasi un elenco di condizioni che divengono
indispensabili per costruire una sana relazione matrimoniale. Gli ostacoli
alla realizzazione di queste caratteristiche sono numerosi; ne
consideriamo alcuni per chiarire che l’esperienza coniugale è una delle
esperienze più complesse della vita dell’uomo e che come tale richiede
impegno, sforzo, adesione, sacrificio.
5
Concludiamo, stimando indispensabile il soccorso dell’ educazione
per superare questi ostacoli, poiché, d’accordo con Rogers, crediamo che
bisogna imparare a fare il partner, educare i giovani a vivere da persona
con altre persone, e come dice Galli, capire che “il diventare buoni
coniugi, non mai separabile dall’essere ottimi genitori, è un dato di
cultura, non di natura”.
6
Capitolo I Bisogni educativi dell’adulto 7
§1 - Adulto e società complessa. Sul finire degli anni ‘70, il sociologo N.J. Smelser, in un lavoro
nato dalla collaborazione con lo psicoanalista E.H. Erikson 1
, si chiedeva
perché mai gli anni adulti, “presumibilmente i più produttivi e sotto certi
aspetti i più gratificanti nel corso dell’esistenza” 2
, fossero rimasti così a
lungo inesplorati o, per lo meno, trascurati.
Sino ad allora, in effetti, oggetto di studio privilegiato delle
scienze umane erano state l’infanzia e l’adolescenza e per molti “addetti
ai lavori”, la maturità, l’età adulta rappresentava solo la meta di un
normale compiersi delle fasi precedenti, come se, alle soglie dei venti
anni di età, lo sviluppo dell’identità individuale fosse ormai concluso.
3
Con l’accendersi del dibattito sul concetto di educazione
permanente , cioè l’affascinante ipotesi che ci si può educare lungo tutto
l’arco della vita, anche a seguito degli studi sull’età adulta di E.H.
Erikson, nel magistrale tentativo di realizzare la mediazione tra pensiero
psicoanalitico e pensiero sociologico, l’età adulta non è più vista come
1
Parliamo del testo di N.J. SMELSER , E.H. E RIKSON dal titolo “ Amore e Lavoro” , edito in Italia per la
Rizzoli, Milano 1983.
2
Ivi , p. 11.
3
Cfr. D. DEMETRIO , L’età adulta , La Nuova Italia Scientifica, Roma 1990, p. 13.
8
“la matura e conclusiva tappa di ogni possibile ulteriore sviluppo” ma
come “una fase evolutiva e conflittuale molto specifica”.
4
Prima di Erikson, infatti, “all’età di mezzo non venivano
riconosciute ulteriori occasioni e potenzialità trasformative” 5
.
D’allora in poi, l’adulto, come il bambino o l’adolescente, viene
considerato un soggetto in crescita, naturalmente secondo modalità
differenti in condizioni diverse. L’idea dell’adulto in costante divenire
rappresenta una necessità, oggi, nella nostra società, poiché quest’ultima,
dominata dal mutamento, dalla imprevedibilità e rapidità degli eventi,
esige una risposta appropriata, globale, educativa per l’adulto che tali
cambiamenti deve affrontare.
6
E’ chiaro, quindi, che parlare di età adulta come età in continua
evoluzione, significa porre l’adulto nelle condizioni di educarsi a trovare
le strategie adattive migliori per vivere la propria esistenza, di conoscere
e padroneggiare il mondo, di apportarvi delle modifiche secondo
sensibilità, creatività, intelligenza e sentimenti propri.
4
E.H. E RIKSON , I cicli della vita. Continuità e mutamenti , tr. it., Armando Editore, Roma 1984, p. 13.
5
D. D EMETRIO , L’età adulta , cit., p. 11.
6
Cfr. M. L ICHTNER , Soggetti, percorsi, complessità sociale per una teoria dell’educazione
permanente , La Nuova Italia, Firenze 1990, p. 3.
9
Questo nuovo modo di intendere la vita adulta apre la questione
della validità o meno delle varie teorie elaborate, nel corso degli anni, sul
processo dello sviluppo umano e, conseguentemente, sul ruolo e sul
posto affidato all’età di mezzo. Nelle teorie volte a scoprire nella vita di
un individuo particolari regolarità e quindi la possibilità di tracciare una
scansione in fasi o tappe del percorso vitale, considerando come indice
di riferimento l’età, le rappresentazioni del corso della vita assumono la
forma di linee curve o paraboliche, il cui picco-apice è, evidentemente,
l’età adulta. Dal lato sinistro di chi guarda troviamo bambini ed infanti,
al vertice l’uomo “maturo” e al calare della linea verso l’estremità di
destra, il vecchio.
E’ questa la rappresentazione sostenuta dalla concezione della vita
come arco, in una dimensione lineare, sequenziale o stadiale
dell’esistenza. I critici di questa teoria, considerata ormai superata,
ritengono che nella società moderna, così altamente differenziata,
compiti, per esempio, relativi all’età adulta non possono essere specifici,
bensì indipendenti dall’età 7
. Accanto a questa teoria si fa strada quella di
ciclo , che prevede ritorni a stadi precedenti e l’idea che tutto può
7
Cfr. J. Z OLLINGER GIELE, La condizione adulta come superamento dell’età e del sesso , in N.J.
S MELSER , E.H. E RIKSON , Amore e Lavoro , cit., p. 195.
10