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Biologia della volpe
La volpe, Vulpes, vulpes (Linnaeus, 1758), è notoriamente distribuita nella regione olartica
e popola territori compresi tra le fasce tropicali e i limiti settentrionali della vegetazione
(Boitani, 1991). Il successo evolutivo della specie risiede soprattutto nella plasticità dei
caratteri morfo-fisiologici ee, molto, nell’adattabilità del comportamento. Fra i parametri
biologici il peso medio varia da 4 a 7 Kg (Kolb e Hewson 1971 in Cavallini, 1997, Nelson
e Chapman 1982 in Cavallini, 1997), e tende ad aumentare con la latitudine. Nell'area di
studio esso può giungere a 7 – 8 Kg, con una media intorno ai 6 Kg. La lunghezza testa -
corpo è di 55 - 80 cm, l'altezza al garrese di 35 - 40 cm, le orecchie misurano 6 - 11 cm e la
coda 35 - 40 cm. È presente un lieve dimorfismo sessuale, ravvisabile in un maggior peso
(+ 14%) e in superiori misure lineari (+ 5 - 7%) nel maschio. La formula dentaria è la
seguente:
33
22
44
44
11
11
33
33
mpmci
Il mantello è fondamentalmente fulvo, ma con variazioni legate alla razza, alla stagione ed
al singolo individuo. Nel periodo invernale il pelo assume tonalità castane.
Per quanto riguarda la riproduzione, la volpe è un'animale monoestrale e si accoppia in
inverno. L'epoca dell'ovulazione è variabile: in Inghilterra essa cade a fine gennaio (Lloyd
e Englund 1973 in Cavallini e Santini, 1995), e ritarda per latitudini inferiori e superiori,
arrivando a marzo in Svezia e febbraio in Italia (Cavallini e Santini, 1995). Nei maschi si
ha solo in questo periodo un ingrossamento dei testicoli e la presenza di spermatozoi. Nella
volpe questa fase corrisponde ad un'elevata mobilità degli individui; l'accoppiamento è
preceduto da una complessa fase di corteggiamento. In genere da questo nasce un legame
che permane fino all'autunno, non è infrequente però che la stessa coppia si riformi per uno
o più anni consecutivi. Sono documentati ormai diversi casi di gruppi familiari più estesi e
complessi, che prevedono la presenza di un maschio alfa che si accoppia con uno o più
individui, e di femmine che non si riproducono ma aiutano altre ad allevare la prole (Meya
e Weber, 1996). Questo sembra verificarsi per lo più in condizioni di elevata densità delle
volpi, di solito da ricollegare ad una notevole disponibilità trofica e ad una distribuzione
concentrata delle risorse (MacDonald 1979 in Boitani e Vinditti, 1988). La maturità
sessuale viene già raggiunta al primo anno in entrambi i sessi. La gestazione dura in media
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51 - 52 giorni e di norma vengono dati alla luce 3 - 6 cuccioli, nei nostri ambienti in genere
2 – 3 (Prigioni, 1991). Questi per un periodo di 10 – 15 giorni sono inermi, e perciò
confinati entro la tana che era già stata preparata nel tardo inverno, poi escono prendendo
via via maggiore confidenza con l’ambiente circostante. I piccoli vengono periodicamente
spostati dalla madre verso nuovi rifugi, riducendo così le possibilità di rinvenimento e
distrutta la cucciolata da eventuali aggressori. A un mese dalla nascita i volpacchiotti
escono dalla tana, e verso luglio o agosto si indeboliscono i legami famigliari, fino a
rompersi a fine estate inizio autunno (Storm 1965 in Boitani e Vinditti, 1988). Le volpi
usano le tane nelle fasi del ciclo vitale di maggiore vulnerabilità, come il periodo di
allevamento della prole, e in zone con clima avverso. Il ricovero può sia venire
espressamente scavato dall’animale, o preesistere come un tombino o la tana di tasso. Da
settembre a febbraio (Lloyd in Boitani e Vinditti, 1988, MacDonald in Boitani e Vinditti,
1988, Storm in Boitani e Vinditti, 1988) avviene la dispersione della volpe. Essa consiste
nell’allontanamento degli animali dalle aree fino allora occupate e coinvolge sia i giovani
sia gli esemplari già maturi. Gli spostamenti sono notevoli e riguardano fino al 60 % della
popolazione, con distanze fino a 50 km in un terzo degli individui (MacDonald 1979 in
Boitani e Vinditti, 1988). Questi movimenti sono per lo notturni e si effettuano a tappe di
10 – 16 km, con intervalli di riposo. Oltre a questi spostamenti è comune trovare volpi che
compiono brevi incursioni durante la notte, per accedere a particolari risorse trofiche, come
ad esempio una discarica, o per cercare l’altro sesso e poi rientrare nelle aree usuali. Infine
vi sono esemplari nomadi o itineranti, che non sembrano essere legati ad una determinata
area. La volpe è un animale prettamente notturno, che generalmente presenta due picchi di
attività poco dopo il tramonto e prima dell’alba (Cavallini, 1996). Questo carnivoro
trascorre le giornate prevalentemente in riposo, nella bella stagione all’aperto, spostandosi
periodicamente se disturbato. Nel corso della notte viene a volte percorso quasi tutto lo
home range (Cavallini, 1996). È comune che l’animale scavi delle buche dove nascondere
il cibo non utilizzato. Per la caccia la volpe si avvale del potente olfatto; in genere essa
salta addosso alle piccole prede con le zampe anteriori distese (Ables 1965 in Boitani e
Vinditti, 1988). Sulla dieta della volpe i diversi studi eseguiti in varie aree d’Italia hanno
confermato la notevole plasticità dell’animale, che si è dimostrato pronto ad adattarsi agli
ambienti ed alle fonti trofiche più varie (Prigioni, 1991). Si sta attualmente ricercando
un’eventuale correlazione tra le disponibilità alimentari per questo animale e le sue
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caratteristiche di uso del territorio e socialità (Meya e Weber, 1996, Ferrari e Weber,
1995). In Italia sembra che le principali risorse trofiche utilizzate siano roditori e uccelli
nel periodo primaverile ed estivo, insetti in estate e frutta in autunno ed inverno, dunque
sembrano seguire l’offerta di cibo da parte dell’ambiente. Ciò configura questo animale
come opportunista.
Si conviene nel definire l’home range come l'area nella quale un'animale si sposta
normalmente nel corso delle sue attività usuali (Jewell 1966 in Cavallini, 1997). Un limite
di questa definizione è la soggettività nell'attribuire un significato al termine
“normalmente”, introdotto poiché molti animali, tra i quali la volpe, compiono
“escursioni” fuori da un area abitualmente frequentata. L’home range può essere condiviso
da una coppia maschio - femmina (Preston 1975 in Boitani e Vinditti, 1988, Meya e
Weber, 1996) e perfino con gruppi famigliari altamente integrati. La forma di un home
range è varia: in genere essa è delimitata da elementi geometrici come margini di campo,
recinti, ferrovie o strade. Si sono verificati alcuni casi di suoi periodici cambiamenti,
specialmente nel periodo autunnale, ed è ormai certa la presenza di animali nomadi. Per
volpi legate ad un'area definita questa è molto variabile, e può andare da 40 ha fino a 3.000
ha (Mac Donald 1987 in Lovari et al., 1991). L'estensione sembra diminuire con la densità
di questo carnivoro, e in ultima analisi con la disponibilità di cibo e la sua dispersione
nell'ambiente (Mac Donald 1979 in Boitani e Vinditti, 1988). Nel caso della volpe la
territorialità riguarda solo alcuni individui (Zabel e Taggart 1989 in Cavallini, 1997),
ovviamente non animali nomadi, in porzioni dello home range e in alcuni periodi
dell'anno. Quando presente, essa appare massima nella fase riproduttiva e nei pressi delle
tane.
La dinamica di popolazione di questo animale si presenta sotto un aspetto quanto mai
complesso. Uno dei principali parametri in gioco è la densità di popolazione, che viene
stimata mediante campionamento notturno coi fari e ricerche fatte con l’ausilio della
radiotelemetria. I valori comunemente citati indicano delle densità variabili tra 0,2 e 2,6
animali/km² (Niewold in Cavallini, 1997, Lloyd in Cavallini, 1997), ricerche fatte in Italia
danno valori in genere fluttuanti attorno a 1 animale/km² (Cavallini, 1990). In molte
ricerche si usano indici di densità, come l’HIDP (Hunting Indicator of Population Density)
o gli escrementi trovati per chilometro di percorso prestabilito, ma i dati sono
approssimativi per la molteplicità di fattori in gioco. Il rapporto tra i sessi alla nascita è di
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1:1 (Ables 1965 in Boitani e Vinditti, 1988); poi si discosta leggermente da tale valore, in
genere a favore dei maschi. La struttura delle popolazioni per classi d’età è così composta:
di norma vi è oltre il 60% di animali di un anno (Loyd 1973 in Boitani e Vinditti, 1988), e
circa il 25 % di 2. In cattività le volpi raggiungono facilmente i 10 – 15 anni. La
produttività della specie si aggira intorno a 2 – 4 cuccioli per femmina all’anno. La
mortalità annua è stimata tra il 60 e l’80% della popolazione (Ables 1965 in Boitani e
Vinditti, 1988). Il turn-over annuale della popolazione sarebbe dunque pari a circa il 70%.
In Italia il 50 % degli individui è di 1 anno e la produttività è di 2,3 cuccioli per femmina
(Cavallini, 1997).
Le principali malattie che colpiscono la volpe sono: la rogna sarcoptica, il cui agente
eziologico è l’acaro Sarcoptes scabiei var. canis che attacca anche molti altri mammiferi,
la rabbia silvestre, dovuta ad un agente virale atto a infettare tutti i mammiferi, e varie
parassitosi intestinali, per lo più da cestodi trasmissibili a molte specie per ingestione delle
uova presenti negli escrementi. La più importante è la rabbia di cui la volpe dembra essere
il principale serbatoio (Moegle in Boitani e Vinditti, 1988) e l’anello di congiunzione con
il ciclo urbano della rabbia mediato dai cani. È giunta in Italia nel 1977; per limitarne la
diffusione si è ricorsi a massicce azioni di controllo demografico del carnivoro, le quali
non sono riuscite a limitarne la diffusione ed il ripetersi di periodiche epidemie. Un
soluzione al problema sembra essere stata trovata mediante vaccinazione orale degli
animali attuata con bocconi contenenti il siero e dispersi nell’ambiente.
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Descrizione dell’area di studio
L’area di studio si trova entro la Riserva Alpina di Caccia del Comune di Ponte nelle Alpi
(BL), spaziando dal centro abitato di Polpet (391 m), fino a Quantin (752 m). Qui la valle
del fiume Piave si allarga in un’ampia conca pianeggiante, delimitata a nord dal Monte
Serva (2.133 m) e Monte Dolada (1.938 m), a sud dal Monte Faverghera (1.611 m) e Col
Visentin (1.763 m), aperta a sud est verso la Valle di Santa Croce, che porta verso
l’omonimo lago e la Sella di Fadalto, e a sud ovest verso la Val Belluna. Il comune di
Ponte nelle Alpi ha una superficie di 5.804 ha con 7.908 abitanti, in parte concentrati,
3.000 persone circa, negli abitati di Ponte nelle Alpi e Polpet, in parte dispersi in numerose
frazioni lungo il versante del Col Visentin. In tutta l’area è presente una fitta rete viaria di
strade asfaltate e sterrate, tra le quali ricordiamo la strada statale n° 51 e l’autostrada A 27.
Vi passano le linee ferroviarie Padova - Calalzo e Venezia - Calalzo. È da segnalare la
presenza della discarica a Pra d’Anta, la cui attività è iniziata nel 1994: il primo lotto di
56.450 m³ si è esaurito nel giugno 1998; dopo alcuni mesi sono iniziate le attività di
stabilizzazione dell’ammasso di rifiuti e di preparazione del settore successivo.
Quest’ultimo è entrato in funzione nell’agosto 1999 ed è dimensionato per contenere
48.000 m³ di materiale. Il bacino d’utenza è grosso modo il Comune di Ponte nelle Alpi e
l’Alpago. L’apporto annuo è di circa 7.000 m³, con un massimo in estate per la presenza di
turisti. La discarica è circondata da una recinzione di 2 m di altezza; si cerca di mantenere
pulita una fascia perimetrale di 3 m percorrendola periodicamente con un trinciasarmenti.
Il materiale accumulato viene coperto giornalmente da uno strato di terra. In parecchie aree
del comune vi sono inoltre depositi di rifiuti di più o meno recenti, in alcuni casi
attraversati dai transetti tracciati per questa ricerca.