La tesi è strutturata come segue. Nel primo capitolo – parte I – verranno
brevemente illustrate le problematiche generali riguardanti la Microsystem
Technology e le aree di applicazione dei microsistemi allo stato dell’arte. Saranno
quindi descritte alcune tra le più importanti tecnologie di fabbricazione dei
microsistemi, comprese le ”tecniche non tradizionali” che accoppiano le
metodologie ereditate dalla microelettronica alla tecnologia del laser. Il primo
capitolo – parte II – costituisce una breve rassegna sullo stato dell’arte per ciò
che concerne la deposizione di film sottili di ossidi funzionali e le loro
numerose applicazioni.
Nel secondo capitolo verranno descritti gli apparati sperimentali per la
deposizione e la caratterizzazione dei film, il diffrattometro di Bragg-Brentano a
raggi X, la tecnica di crescita PLD “convenzionale”, e brevemente la camera di
crescita Laser-MBE (acronimo di Laser-Molecular Beam Epitaxy),
fotodeposizione laser in condizioni UHV dotata del sistema diagnostica in-situ
della crescita Reflection High-Energy Electrons Diffraction (RHEED).
Nel terzo capitolo verranno illustrate le proprietà strutturali dei superreticoli
(BaCuO2)m/(CaCuO2)n, eterostrutture realizzate depositando l’uno sull’altro
strati epitassiali, a partire da un opportuno substrato cristallino di SrTiO3
(001), costituiti da m celle unitarie di BaCuO2 e da n celle di CaCuO2.
Nel quarto ed ultimo capitolo saranno discussi i risultati sperimentali
riguardanti due tipologie di cuprati studiati nel corso del lavoro di tesi: i
superreticoli (BaCuO2)m/(CaCuO2)n ed i film ultrasottili, fino a poche decine
di Å, costituiti da una sola ripetizione della struttura
(BaCuO2)m/(CaCuO2)n/(BaCuO2)m, entrambi superconduttori ad alta
temperatura critica. Tali film sono stati depositati utilizzando la tecnica di
crescita Pulsed Laser Deposition in alta pressione di ossigeno, e caratterizzati
mediante diffrazione a raggi X (per quanto concerne le proprietà
cristallografiche) e mediante misure di trasporto elettriche e magnetiche (per
quanto concerne le proprietà di trasporto).
Nelle conclusioni, infine, verranno, brevemente, passati in rassegna i risultati
sperimentali ottenuti sui superreticoli (BaCuO2)m/(CaCuO2)n e sulle
eterostrutture ultrasottili (BaCuO2)m/(CaCuO2)n/(BaCuO2)m e le loro
implicazioni sulle problematiche connesse con i più noti composti ceramici
superconduttori.
1
CAPITOLO 1
1.1 I MICROSISTEMI
1.1.1 I microsistemi e la Microsystem Technology (MST)
Il termine microsistema o MEMS (Micro Electro Mechanical System) indica un
sistema miniaturizzato costituito da sensori che misurano grandezze chimiche e fisiche,
da un circuito integrato per l’analisi dei segnali di controllo, e da uno o più attuatori che
hanno lo scopo di agire sull’ambiente circostante [1,2]. Un distinzione va fata sull
dimensioni: un microsistema o una micromacchina in senso stretto è un dispositivo di
dimensioni comprese tra uno e dieci micrometri, mentre una macchina in miniatura ha
dimensioni che vanno da cento micrometri a qualche millimetro. La Microsystem
Technology può essere pensata come figlia di una integrazione armonica tra le
metodologie e tecnologie proprie della microelettronica, dell’ingegneria meccanica e
dell’informatica, sia in fase di progettazione che in fase di realizzazione del dispositivo.
Ciò permette di ottenere dispositivi più semplici, più affidabili e più flessibili.
In un microsistema una serie di microsensori (disposti sia all’interno del
dispositivo che in contatto con l’ambiente esterno) convertono una grandezza chimica o
fisica, generalmente di natura non elettrica, in un segnale elettrico, che viene inviato a
delle unità di controllo. L’unità elettronica di processo dei segnali - otata di un
software “embedded”, cioè incorporato nel sistema stesso- invia il segnale processato ad
uno o più attuatori. Tali micromeccanismi (tra i più importanti: micromotori elettrici,
microvalvole, micropompe, micromanipolatori, microinterruttori) producono delle
azioni sull’ambiente esterno, ovvero sono in grado di esercitare delle forze o
determinare dei movimenti. La buona progettazione di un microsistema deve soddisfare
le esigenze di rendere automatiche alcune funzioni del dispositivo, e di semplificarne la
sequenza di funzionamento. Per possedere una sua parziale “autonomia” un
microsistema, quasi come un organismo biologico, deve possedere una certa capacità di
2
adattarsi automaticamente ai cambiamenti delle condizioni di lavoro. Per tale motivo
alcuni microsistemi vengono definiti “intelligenti”, benché la loro capacità di reazione a
stimoli esterni imprevisti e di adattamento ai cambiamenti debba essere giudicata
rudimentale al confronto con il più semplice degli organismi biologici. Il grado di
“intelligenza” del microsistema è tanto maggiore quanto migliore risulta la sua capacità
di interagire con l’ambiente circostante, nel modo più rapido ed efficace possibile,
grazie all’integrazione di un numero sempre maggiore di sensori, attuatori e processori
di prestazioni. Questo spiega la tendenza sempre più spinta dei microsistemi verso la
miniaturizzazione, analogamente a quanto già verificatosi per la microelettronica. I
microsistemi pertanto costituiranno il passo successivo dell’integrazione dopo i circuiti
integrati (ICs, Integrated Circuits). In analogia all’integrazione avvenuta in p ssato di
molti transistori su un unico chip, che ha portato ad una funzionalità maggiore di quella
di un singolo transistor, in un microsistema le funzioni elettriche saranno integrate con
funzioni ottiche, meccaniche, chimiche, ed altre ancora.. Verrà accentuata la tendenza
alla miniaturizzazione per raggiungere maggiore complessità in un piccolo spazio. Il
classico concetto di ASIC (Application Specific Integrated Circuit) sarà aggiornato in
ASIM (Application Specific Integrated Microsystem). L’ASIM avrà “occhi, orecchie,
naso, dita, nervi”, e le funzioni di processamento delle informazioni tutto su un unico
substrato. Per la prima volta, il classico concetto di sistema verrà realizzato in
microstrutture, ed ottimizzato in modo da includere anche aspettidi “intelligenza”.
I vantaggi della Microsystem Technology
La tecnologia dei microsistemi è stata concepita allo scopo di progettare e realizzare
complessi sistemi “intelligenti” miniaturizzati. I benefici offerti dalla MST possono
essere raggruppati nel modo seguente:
1) Nuove funzioni.
L’integrazione di funzioni elettriche con altre non-el ttriche, l’accostamento e la
compatibilità in dispositivi eterogenei di materiali diversi (come Si e GaAs, o altri
numerosi materiali “polifunzionali”, principalmente ossidi), in piccolissimi spazi,
produrrà nuove funzionalità. Ciò permetterà di creare nuovi tipi di prodotti, mentre
3
quelli già esistenti saranno resi più competitivi. Un esempio di prodotto completamente
nuovo potrebbe essere un endoscopio intelligente, usato per microchirurgia poco
invasiva. Tale endoscopio sarà un sistema intelligente multi-s sore e multi-a tuatore
comprendente sensori miniaturizzati (per esempio tattili o anche chimici), attuatori
(come mini-pinze o minibisturi), ed un sistema di controllo. Un tale tipo di prodotto è
possibile solo grazie alla MST. Un altro esempio potrebbe essere costituito da un
sistema intelligente per il dosaggio di sostanze chimiche, impiantabile in un corpo
umano (si pensi ad esempio ad un microsistema capace di monitorare e dosare
automaticamente la quantità di insulina presente nel sangue di un paziente diabetico).
Tale microsistema dovrebbe comprendere in poco spazio diversi sensori, attuatori come
micro-pompe e microvalvole, un sistema integrato di controllo ed un sistema di
rifornimento di energia.
2) Affidabilità
L’integrazione di sensori, attuatori e unità di processing in oggetti di ridottissime
dimensioni permette la riduzione del numero di connessioni con l’esterno, e la quantità
di dati che il sistema deve gestire al suo interno per la comunicazione tra ciascuna delle
sue parti componenti. Per di più i sistemi sensore-attuat saranno presto in grado di
effettuare auto-test, auto-calibrazione ed auto-riparazioni. Il risultato sarà un prodotto
affidabile, che fornisce una risposta stabile nel tempo, e che non necessita di
manutenzione su un arco di tempo anche molto lungo.
3) Basso consumo energetico; dimensione e peso contenuti.
I microsistemi possono essere impiegati laddove i sistemi convenzionali, a corché
efficienti, risultano essere troppo pesanti od ingombranti (come spesso succede in
medicina). Essi inoltre consumano meno energia. Tutti questi aspetti sono di
fondamentale importanza, in particolare per il mercato degli equipaggiamenti portatili.
4) Bassi costi.
La produzione di massa di microsistemi sarà resa possibile dal fatto che la tecnologia di
lavorazione del silicio ed i processi della microelettronica sono stati in toto applicati alla
4
MST. Dei sistemi completi potranno essere sviluppati in tempi sempre più brevi ed a
costi sempre più bassi.
5) Flessibilità nella progettazione e nella produzione.
La Microsystem Technology permette una maggiore flessibilità ed elasticità in fase di
progettazione e realizzazione di microsistemi. Le proprietà di un microsistema potranno
essere modificate a costo di minimi cambiamenti progettuali.
6) Vantaggi offerti dall’integrazione in sistemi complessi.
Sfruttando i vantaggi della MST, sarà possibile realizzare sistemi complessi ottimizzati
con diverse funzioni, prestazioni ottimizzate, e capacità di compensare l’influenza
dell’ambiente sulla risposta del microsistema.
I microsistemi nel mondo.
La tecnologia dei microsistemi invaderà in pochi anni pressoché tutti i mercati. A breve
termine le soluzioni convenzionali saranno soppiantate da quelle che adotteranno la
MST, e beneficeranno dei vantaggi offerti dall’integrazione in sistemi complessi. Ad
esempio un micro-accelerometro per l’airbag di un’autovettura non solo risulterà più
piccolo ed economico di quello convenzionale, ma sarà caratterizzato da una maggiore
funzionalità, grazie alla sua “intelligenza” integrata (possibilità di auto-calibrazione,
auto-test, interfaccia di comunicazione con l’ambiente esterno). D’altro canto, a lungo
termine, nasceranno prodotti nuovi che oggi è difficile immaginare, e che potranno
rivoluzionare i mercati allo stesso modo in cui la nascita dei microprocessori e dei chips
di memoria permise l’espansione del Personal Computer, rivoluzionando il mondo
dell’informatica, e non solo. Nel futuro i microsistemi innovativi rappresenteranno i
componenti chiave di sistemi più grandi. Un esempio può essere utile per illustrare
l’importanza “strategica” della MST. Possiamo immaginare, in un futuro non troppo
remoto un motore di un’autovettura con 200 o più valvole realizzato grazie alla
tecnologia MST (dotato di microvalvole, micropompe, e sistemi integrati di controllo
della microfluidica). L’industria che controllerà la tecnologia necessaria produrrà non
solamente le valvole, ma presumibilmente l’intera testa del cilindro. In questo caso
guadagnerà una fetta importante del mercato automobilistico, benché il valore del solo
5
microsistema sarà esiguo rispetto a quello dell’intera autovettura. Un altro esempio può
meglio chiarire questo punto. L’industria europea delle apparecchiature fotografiche e
cinematografiche è stata fiorente fintanto che la meccanica e l’ottica di precisione
determinavano sostanzialmente il valore dell’intero prodotto. Quando i componenti
elettronici delle apparecchiature giapponesi sono stati in grado di pervenire allo scopo
con risultati di qualità analoga o superiore, l’industria europea del campo ha cominciato
a declinare rapidamente, benché la microelettronica rappresentasse solo una frazione del
valore dell’oggetto.
In Europa è sempre più grande il numero delle attività e delle risorse investite
nella sfera dei microsistemi. Per esempio nella sola Germania [3] più di 800 ricercatori
(nelle Università, negli istituti di ricerca e nell’industria) sono convolti in questo
campo. Benché la ricerca raggiunga livelli di eccellenza (in particolare la ricerca di
base), esistono comunque carenze a livello tecnologico ed organizzativo che
impediscono la diffusione dei microsistemi ed il pieno utilizzo della MST nell’industria.
Le attività svolte, per esempio, sono spesso incoerenti ed isolate, non finalizzate alla
produzione, e quindi alla standardizzazione. Ben diversa è la situazione negli Stati Uniti
ed in Giappone: benché la ricerca di base sia meno avanzata che in Europa, la gestione
delle enormi risorse è orientata all’applicazione e quindi alla produzione. Negli U.S.A.
per esempio colossi industriali come Motorola, Analog Devices, Texas Instruments,
Honeywell, General Motors, AT&T, Hewlett-Packard, nonché svariate piccole e medie
imprese, sono coinvolte nello sviluppo di microsistemi e finanziano la ricerca sulla
MST. Altre aziende già da tempo producono su vastissima scala sensori ed attuatori. Tra
queste la Delco Industries che annualmente immette sul mercato sei milioni di sensori di
pressione. Parallelamente, in ambito accademico cinque importanti università
conducono ricerche sui microsistemi: la University of California a Berkeley (UBC), il
Massachussets Institute of Technology (MIT), la University of Michigan ad Ann
Arbor, la University of Wisconsin e la Case Western Reserve University a Cleveland. In
Giappone la ricerca è ancora più fortemente sbilanciata a favore della produzione, in
particolare di microattuatori e micromacchine. Le università coinvolte nella ricerca sulla
MST sono relativamente poche (tra queste la University of Tokyo, il Tokyo Institute of
Technology, la Nagoya University), mentre è l’industria che fa la parte del leone
(Toyota, Hitachi, NEC, Ricoh, Nippodenso, Nissan, producono annualmente decine di
milioni di microsistemi).
6
Le aree di mercato dei microsistemi
Le aree di applicazione ed i mercati per i prodotti basati sulle tecnologie dei
microsistemi sono molteplici, e tenderanno ad espandersi sempre di più sin dal prossimo
futuro. I vantaggi della MST ricordati nel par. 1.1.2 permetteranno, da una parte, la
produzione a basso costo di prodotti di massa per applicazioni standard, dall’altra
l’ideazione di nuove, speciali soluzioni caratterizzate dall’integrazione di funzioni
elettriche e funzioni non elettriche, da piccoli ingombri, da alta robustezza e flessibilità.
Alcuni esempi delle principali aree di mercato di tali prodotti sono riportati di seguito.
1) Elettronica di consumo e comunicazioni mobili
• Sistemi miniaturizzati di reg strazione e di riproduzione dei dati;
• Mezzi di comunicazione personali portatili (telefoni cellulari, personal computers,
penpads);
• Motori miniaturizzati (ad esempio per i sistemi di registrazione);
• Sensori compatti d’accelerazione, di campo magnetico, ed altri;
• Sistemi per la grafica e la stampa di alta qualità;
• Nuovi tipi di trasmettitori per i sistemi di comunicazione.
2) Ingegneria automobilistica
E’ stato previsto che nel giro di pochi anni i sensori ed i componenti elettronici
rappresenteranno circa l 30% del valore complessivo di un’autovettura. In tale ottica, la
MST provvederà alla produzione di dispositivi con diverse funzioni:
• accelerometri, sensori di pressione, di temperatura, di flusso d’aria e di carburante,
di gas combusti, di rumore; ciascuno di essi sarà integrato in un sistema elettronico
intelligente;
• sistemi multisensore-attuatore per il controllo delle sospensioni, il rilevamento radar
degli ostacoli e della distanza tra autovetture, sistemi di navigazione miniaturizzati,
sistemi di monitoraggio dello stato del motore e di altre parti dell’autovettura,
dispositivi d’allarme e di identificazione del conducente, sistemi di comunicazione
tra autovetture;
• microattuatori (ad esempio per la iniezione del carburante).
7
3 Ingegneria medica
I microsistemi potrebbero rivoluzionare completamente il campo dell’ingegneria
medica, con prodotti che al giorno d’oggi in alcuni casi è anche difficile immaginare:
• sistemi di monitoraggio della salute e sistemi intelligenti di diagnostica;
• sistemi invasivi usa e getta di monitoraggio del sangue (pressione, temperatura,
pressione di ossigeno, flusso sanguigno, controllo del pH e delle quantità di CO2, di
ioni Na+ e K+;
• microchirurgia;
• pace-makers;
• analisi e controllo d’iniezione dei liquidi;
• dispositivi per la stimolazione di nervi impiantati;
• sistemi intelligenti per la somministrazione di farmaci (ad es. insulina);
• dispositivi per il supporto uditivo.
4 Controllo ambientale
I microsistemi contribuiranno in diversi modi alla protezione ambientale,
principalmente permettendo la riduzione del consumo energetico e di sostanze
chimiche:
• sistemi portatili di monitoraggio dell’aria e delle acque;
• sensori singoli e sistemi di sensori integrati per lo studio di proprietà chimiche e
fisiche;
• sistemi di analisi miniaturizzati per il controllo di flussi;
• monitoraggio dell’inquinamento e della radiazione ambientale;
• sistemi per il controllo delle emissioni (per autovetture ed abitazioni).
5 Domotica
In questo campo la MST renderà più economiche ed altamente più sicure tu te le attività
riguardanti la sfera domestica, grazie anche a prodotti come:
• sensori selettivi per la temperatura, l’umidità, il valore del pH;
• sensori chimici e dispositivi di controllo di flusso di gas e liquidi;
• sensori di sicurezza per la individuaz one della presenza di gas (ad es. monossido di
carbonio o metano;
8
• dispositivi per la determinazione della durezza dell’acqua.
6 Tecnologia aerospaziale
Possibili applicazioni della MST saranno:
• componenti per mini-satelliti;
• sensori di flusso; sensori per l rilevamento ed il controllo di accelerazione, velocità,
posizione;
• sistemi inerziali miniaturizzati.
7 Tecnologia degli impianti, dei processi di automazione e di manufacturing
In questa area di mercato saranno fortemente richiesti nel futuro prodotti q ali:
• sensori di pressione, posizione, velocità, accelerazione;
• sensori flusso, riconoscimento di specie chimiche, temperatura, densità e viscosità;
• microattuatori quali micromembrane, micropompe, microvalvole, dispositivi di
posizionamento (microposizionatori), filtri;
• sistemi di monitoraggio della salute; reti di sensori per il monitoraggio di
danneggiamenti strutturali e di perdite di gas.
8 Controllo del traffico e reti di comunicazione
I microsistemi saranno i componenti chiave di macchine o dispos tivi elettronici con
diverse funzioni:
• sistemi di pagamento (pedaggi o parcheggi);
• sistemi miniaturizzati di controllo e di guida.
9 Sistemi di sicurezza
Possibili applicazioni per la MST sono:
• sistemi di identificazione e carte di credito “multiuso”;
• sistemi per la protezione di costruzioni e per la sicurezza di intere aree.
10 I microsistemi ed una visione nel futuro
E’ molto probabile che oltre alle aree di applicazione della MST summenzionate ve ne
saranno altre, completamente nuove e non facilmente inquadrabili nelle classi di
prodotti esistenti:
9
• “Occhi” artificiali per applicazioni specifiche;
• Sensori basati su principi biochimici per il monitoraggio di microorganismi
• Organi artificiali
10
1.1.2 Le tecnologie dei microsistemi
Le Tecnologie di fabbricazione e progettazione.
Dal punto di vista tecnico, la Microsystem Technology combina i processi di
fabbricazione originariamente eterogenei di meccanica, microelettronica, ottica, sulla
base di processi litografici planari. I metodi di progettazione e di produzione dei futuri
microsistemi saranno basati sui ben noti metodi della microelettronica, ma per molti
aspetti andranno ben oltre. Essi comprenderanno progetti integrati che dovranno
prevedere la comunicazione del sistema con l’ambiente attraverso i suoi sensori ed
attuatori. Allo stesso tempo dovranno essere previste guide per il trasporto di segnali
(elettrici, ottici, ed altri), e dovranno essere presi in considerazione i forti accoppiamenti
tra effetti fisici differenti all’interno del microsistema. Come detto, le tecnologie chiave
della MST si fondano primariamente su quelle della microelettronica e dei film sottili.
Occorre dire, però, che le tecniche tradizionali per la lavorazione e fabbricazione delle
microstrutture in silicio sono essenzialmente di tipo planare, e pertanto, pur offrendo per
i microsistemi i medesimi vantaggi che ne hanno assicurato il successo nel campo della
microelettronica (processi di fabbricazione diffusi e consolidati, realizzazione di
dispositivi fortemente integrati a basso costo, di grande affidabilità ed uniformità), non
permettono la realizzazione di micro - o minisistemi realmente tridimensionali. Al
contrario, le nuove metodologie della micromeccanica, che costituiranno la base per la
MST, prevedono la possibilità di realizzare vere e proprie strutture tridimensionali di
piccole dimensioni, per le funzioni di tipo elettrico, meccanico ed ottico. I processi più
largamente usati possono essere distinti in due grandi categorie:
• le tecnologie “tradizionali”, derivate dalla microelettronica (tra esse ad es. la
bulk micromachining, la surface micromachining, il deep dry- tching );
• Le tecniche “non tradizionali” derivate dalla meccanica di precisione
(elettrodeposizione di metalli, la microelettroerosione, la sterelitografia), o da
altri settori come la bioingegneria e la fisica: tra queste la laser machining e la
tecnica LIGA (acronimo tedesco per Litog aphie Galvanofornumg, Abformung).
11
Nei prossimi paragrafi verranno illustrate in qualche dettaglio alcune delle tecnologie
citate per la realizzazione di microstrutture tridimensionali. Oltre a queste tecnologie di
base si renderanno necessari altri processi, come l’eterointegrazione del silicio con i
semiconduttori III/V o altre strutture ibride, le micro-connessioni chip-chip, le
connessioni di tipo ottico, processi compatibili con le nuove funzionalità richieste dai
microsensori: oltreché meccaniche, anche ottiche, chimiche e biologiche.
Dal punto di vista progettuale, le tecnologie di simulazione aiuteranno a ridurr i
costi ed i tempi di produzione: a causa infatti dell’alta densità ed integrazione dei
componenti, sarà impossibile misurare e testare ogni singolo componente. Poiché non
sarà pensabile una ottimizzazione dei componenti così come avviene nella meccanica di
precisione convenzionale, le sole soluzioni saranno modellizzazione matematica ed
ottimizzazione numerica.
La “Bulk Micromachining”: microlavorazione mediante attacco
chimico anisotropo.
La tecnologia della bulk micromachining è stata la prima ad essere sviluppata
per la realizzazione di dispositivi micromeccanici. Alla base di tale tecnica (nata per il
silicio monocristallino ed ereditata dalle tecnologie dei microsistemi per la
fabbricazione di microstrutture principalmente tridimensionali), stann i principi
dell’attacco chimico (etching). In particolare, l’attacco chimico anisotropo si fonda sulla
proprietà di alcuni agenti chimici di presentare differenti velocità di attacco del silicio a
seconda della orientazione cristallografica (anisotropia). Gli agenti chimici più
comunemente impiegati per l’etching anisotropo sono generalmente soluzioni alcaline
come idrossido di potassio (KOH) in acqua, idrazina (N2H4) ed acqua, idrossido
d’ammonio (NH4-OH) in acqua, Etilendiammina Pirocathecol (EDP) ed acqua. Le
velocità di attacco possono essere variate controllando le concentrazioni degli agenti
chimici e la loro temperatura [4,5,6,7]. Inoltre, il controllo accurato dell’attacco,
necessario per la realizzazione di microstrutture anche complesse, si raggiung
rallentando o fermando selettivamente l’etching anisotropo: allo scopo si utilizzano
sottili film di materiali resistenti all’agente stesso, con spessori che vanno da 0.5 a 5
millimetri. Tra i più comunemente usati sono i film di Si3N4, SiO2, Au, Cr. Il
12
comportamento anisotropo degli attacchi chimici può essere spiegato sulla base dei
legami liberi della superficie: la velocità di attacco di tutte le soluzioni, infatti, è minima
per i piani (111), e pari a circa l’1% di quella dei piani (100), a seconda delle condizioni
e dell’attacco chimico. Il massimo della velocità di attacco si ha per i piani (133).
Sfruttando le proprietà di anisotropia, è quindi possibili ricavare microstrutture molto
ben definite, la cui geometria finale dipende ovviamente dall’orientazione
cristallografica del materiale di partenza. Utilizzando ad esempio silicio con
orientazione (100) attaccato chimicamente da una soluzione di idrossido d’ammonio, è
possibile ottenere con elevata precisione microstrutture come cavità piramidali,
scanalature a forma di V, ponticelli, ecc. In questo caso, infatti, l’attacco si arresta
quando vengono raggiunti i piani (111), inclinati di 54.7° rispetto alla superficie.
L’arresto dell’attacco chimico può essere favorito o reso ancora più efficace anche
mediante un elevato drogaggio del silicio con boro ad alta concentrazione. E’ noto
infatti che solo oltre il limite di circa 2.5*1019 atomi di drogante/cm3 si ha una drastica
diminuzione della velocità dell’attacco chimico, mentre al di sotto la velocità è
sostanzialmente indipendente dalla concentrazi e. Le esigenze di lavorazione
specifiche, che variano di caso in caso, suggeriscono la scelta dell’opportuno attacco
chimico (ad esempio gli attacchi chimici basati su idrossido di potassio sono
caratterizzati da un’eccellente anisotropia ma possiedono una bassa selettività).
Recentemente nei processi di attacco chimico vengono usati anche sandwich di SiO2 e
di silicio policristallino depositati su substrati di silicio. Il silicio policristallino viene
dapprima strutturato mediante litografia e successivamente attaccato chimicamente a
livello locale.