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potersi occupare meglio della parte organizzativa e finanziaria della rivista.
Nel dicembre del 1919, invece, l’editore Alfieri & Lacroix, escludendo
totalmente Cagnola, decise di affidare la “Rassegna d’Arte”a Corrado
Ricci, cambiandole il nome in “Rassegna d’Arte antica e moderna”.
Cagnola, il quale era anche comproprietario della rivista, fece presente
all’editore i suoi diritti, ma nonostante le sue rimostranze, la direzione
rimase al Ricci. La rivista morì nel 1922 e, purtroppo, per mancanza di
documenti, non è possibile precisarne le cause.
La “Rassegna d’Arte”, periodico specializzato in arte antica, incontrò sin
dal principio il favore dei lettori, ma non essendo destinata al grosso
pubblico, lo scarso numero di abbonati iniziò a creare quelle difficoltà
finanziarie che ne caratterizzarono quasi tutta la vicenda. La “Rassegna”,
infatti, rischiò di non venire più pubblicata già nel 1906, ma grazie ai
sacrifici finanziari di Cagnola e alla casa editrice Alfieri & Lacroix, più
solida della precedente Menotti e Bassani, la rivista proseguì nelle sue
pubblicazioni migliorando di molto la sua qualità.
Nel 1914, la “Rassegna d’Arte”si unì alla rivista “Vita d’Arte”, fondata a
Siena nel 1908 e diretta da Francesco Bargagli Petrucci, che si occupava
soprattutto di arte contemporanea, allargando in tal modo la cerchia dei
lettori. Questa unione diede origine alla “Rassegna d’Arte antica e
moderna”, ma la “Rassegna d’Arte “, che ne costituva la prima parte,
continuò ad essere pubblicata anche separatamente. Per conquistare un
nuovo pubblico, a partire dal 1913 la casa editrice stampò anche il
quindicinale “Pagine d’Arte”, una piccola rivista di informazione ed
attualità diretta, quando era libero, da Guido Cagnola.
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Nonostante l’avvento della guerra, negli anni 1915-1918 la
“Rassegna”riuscì ad andare in stampa, anche se i disagi che dovette
affrontare non erano indifferenti: la maggior parte dei collaboratori vennero
chiamati alle armi e le difficoltà economiche erano ingenti. La crisi più
grave si registrò nel 1917, quando la rivista ritardò di molto la
pubblicazione dei primi fascicoli,finchè Cagnola e Alfieri, che ne avevano
deciso la sopensione, trovarono un accordo per poter proseguire. Nel 1922,
come abbiamo già detto, il periodico cessò definitivamente le
pubblicazioni.
Alla ricostruzione storica delle vicende della rivista del secondo capitolo
segue, nel terzo capitolo, l’analisi dei suoi contenuti. Analisi da cui si è
cercato di comporre una visione riassuntiva circa le scelte tematiche, la
impostazione e la struttura.
La “Rassegna d’Arte”era nata con il proposito di studiare ed illustrare l’arte
italiana e di offrire ad un pubblico di “cultori dell’arte del passato “la
possibilità di conoscere il patrimonio artistico nazionale ed, in particolare il
maggior numero possibile di opere ignote. Nella maggior parte dei casi si
trattava di opere pittoriche del ‘300, ‘400 e ‘500, secoli che che
costituivano i limiti cronologici dell’arte analizzata dalla rivista. La scultura
e l’architettura venivano trascurate dal nostro periodico, che si interessò
molto, invece, delle cosiddette arti minori.
La volontà di essere una rivista imparziale ed indipendente, la indusse ad
evitare polemiche personali e critiche troppo accese ; queste infatti furono
rare e sicuramente a vantaggio dell’arte, come nell’esempio proposto dello
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scontro avvenuto tra Adolfo Venturi e i famosi articolisti della “Rassegna”,
Corrado Ricci e Luca Beltrami.
All’interno di questo capitolo si è voluto dedicare un paragrafo alle
rubriche, che erano parte integrante della rivista. Nate insieme ad essa e
ricorrenti nel corso degli anni ci hanno permesso di seguirne la presenza e
l’andamento. La rubrica “Bibliografia”, in particolare, citando gli articoli
degni di nota delle maggiori riviste d’arte italiane e straniere , ci ha dato
modo di delineare rapidamente le caratteristiche di queste ultime per
sottolinearne le eventuali affinità o differenze di impostazione con il nostro
periodico.
Il quarto capitolo è dedicato alla presentazione biografico-critica di Guido
Cagnola. Tale presentazione è stata ritenuta fondamentale visto il ruolo di
primo piano svolto dal nobile milanese all’interno della nostra rivista. In
uno specifico paragrafo, poi, è stato analizzato il suo contributo come
critico, sottolineandone gli elementi ricorrenti e le tematiche che più lo
stimolavano.
L’ultimo capitolo, infine, è stato riservato ai collaboratori. Nelle pagine
introduttive si è tentato di enuclearne le caratteristiche comuni e le
preferenze sia geografiche che culturali della direzione, nella scelta degli
studiosi di cui servirsi. A questa rapida panoramica generale, seguono sei
paragrafi dedicati ai collaboratori più prolifici e maggiormente degni di
nota perchè studiosi di fama nazionale ed internazionale: Luca Beltrami,
Corrado Ricci, Francesco Malaguzzi Valeri, Gustavo Frizzoni, Federico
Mason Perkins, Bernhard Berenson.
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Di ognuno di essi sono stati analizzati gli articoli più significativi tra tutti
quelli pubblicati sulla “Rassegna d’Arte”o quelli relativi alle tematiche più
ricorrenti nei loro contributi. Ci sembra opportuno sottolineare che tutti gli
articoli dei collaboratori della rivista erano originali e nei rari casi in cui
non lo erano veniva chiaramente specificato all’inizio dello scritto.
Tentando un rapido resoconto di quanto più significativo è emerso dalla
ricostruzione storica e dall’analisi della rivista “Rassegna d’Arte” nei suoi
ventidue anni di vita, si deve inizialmente sottolineare il ruolo
fondamentale avuto da Guido Cagnola all’interno del nostro periodico.
Fondatore e direttore della rivista per vent’anni, fu sempre lui che nei
momenti più critici, nei quali sembrava che le sorti della “Rassegna”fossero
segnate, non si rassegnò mai a lasciarla morire. Spinto da un fortissimo
amore paterno nei confronti della sua creazione, fu disposto a sobbarcarsi
sacrifici e spese sempre maggiori.
Nell’impostazione data alla rivista e nella scelta dei temi trattati, inoltre,
appaiono evidenti gli interessi del nobile milanese e le sue scelte come
collezionista. Del resto, era lui che si affannava costantemente nella ricerca
dei collaboratori sia italiani che stranieri e che, naturalmente, sceglieva
secondo le sue inclinazioni preferendo gli amatori e gli studiosi locali agli
studiosi di ampie vedute. Questi ultimi, comunque, non mancavano ed è
proprio a loro che sono stati dedicati degli specifici paragrafi per meglio
evidenziare le tematiche predilette da loro e conseguentemente anche dalla
rivista. La pittura italiana del ‘300, ‘400 e ‘500 restò sempre il campo di
indagine preferito di tutti gli studiosi i quali, nella maggior parte dei casi
offrivano ai lettori opere o documenti inediti. Fine principale della rivista
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era, infatti, rivelare al pubblico che si interessava all’arte opere poco note o
sconosciute. Con uno stile semplice e chiaro i collaboratori informavano i
lettori delle opere, dei disegni o dei documenti d’archivio che nel loro
diligente lavoro di ricerca avevano scoperto traendone le proprie ipotesi
attribuzionistiche ; di qui, la evidente impronta filologico - documentaria
assunta dalla rivista.
Coloro che erano studiosi o semplici appassionati di arte antica, quindi,
avevano a loro disposizione un periodico in grado offrire costantemente
materiale nuovo e di mantenerli sempre informati sui principali
avvenimenti di cronaca e su tutte le novità editoriali. Le varie rubriche
dedicate a tutti gli argomenti di attualità e alle recensioni bibliografiche,
infatti, formavano un giornale nel giornale stesso allargando notevolmente
gli orizzonti culturali degli italiani con notizie dall’Europa e dagli Stati
Uniti.
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CAPITOLO I: I DIRETTORI
La “Rassegna d’arte”nasce nel 1901 per iniziativa di un gruppo di studiosi
e appassionati d’arte. L’inserto programmatico, destinato ai lettori,del
primo numero della rivista è firmato da ben 14 persone che sono elencate in
rigoroso ordine alfabetico(il più oggettivo e rispettoso,visto il calibro di
alcuni nomi):
SOLONE AMBROSOLI
1
, LUCA BELTRAMI
2
, LUIGI CAVENAGHI
3
,
GUIDO CAGNOLA
4
, SEBASTIANO LOCATI, FRANCESCO
MALAGUZZI VALERI, GAETANO MORETTI
5
, LODOVICO
POGLIAGHI
6
, VIRGINIO MUZIO, GIORGIO MYLIUS, CORRADO
RICCI
7
, PIETRO RITTER ZAHONY, DIEGO SANT’AMBROGIO
1
,
GIOVAN BATTISTA VITTADINI.
2
1
Circa Solone Ambrosoli , Cfr. Necrologio , in “Rassegna d’Arte” , 1906 p.40.
2
Circa Luca Beltrami , Cfr. P.Mezzanotte , Beltrami Luca , in AA.VV. , Dizionario biografico degli
italiani , vol.8 , Roma Istituto della enciclopedia italiana , 1960 pp.70-74. Samek-Lodovici , Storici ,
teorici e critici delle arti figurative in Italia dal 1800 al 1940 , Roma, Tosi , 1940. L.Baldrighi , Luca
Beltrami architetto , Electa 1997.
3
Circa Luigi Cavenaghi , Cfr. G.Cagnola , Luigi Cavenaghi , in “Rassegna d’Arte” , 1918 pp.67-68.
4
Circa Guido Cagnola , Cfr. A.D.Bianchi , Gazzada.Note illustrative a cura del comitato pro onoranze
al Nob.Guido Cagnola raccolte dal Nob. Cav. Uff. A.D.Bianchi, Tipografia Lazzati , Gazzada 1925
V.Spreti, Enciclopedia storico nobiliare italiana , voll.6 , Milano 1928-1932 ( part. vol.II , voce
Cagnola)
R.P.Ciardi , La Raccolta Cagnola , Edizioni di Comunità , Milano 1965.
C.Nicora , Guido Cagnola (1861-1954). Collezionista e conoscitore d’arte , Morcelliana , Brescia 1991
5
Circa Gaetano Moretti , Cfr. , Samek-Lodovici , Storici , teorici e critici delle arti figurative in Italia dal
1800 al 1940 , Roma, Tosi , 1940.
6
Circa Ludovico Pogliaghi , Cfr. AA.VV., Ludovico Pogliaghi , a cura della fondazione Ludovico
Pogliaghi, Arti Grafiche E.Milli , Milano 1955.
7
Circa Corrado Ricci , Cfr. S.Muratori , Corrado Ricci , Tipografia C.Accame , Torino 1934. AA.VV.,
In memoria di Corrado Ricci.Un saggio inedito in nota delle pubblicazioni , scritti di amici e
collaboratori , Arti grafiche Polambi , Roma 1935; Samek-Lodovici , Storici , teorici e critici delle arti
figurative in Italia dal 1800 al 1940 , Roma, Tosi , 1940.
10
Nell’introduzione all’indice decennale si legge infatti “Dieci anni or sono,
per iniziativa di un gruppo di studiosi dell’arte lombarda - Solone
Ambrosoli, Guido Cagnola, Francesco Malaguzzi, Corrado Ricci, G.B.
Vittadini - si gettaron le basi, di pieno accordo con un più largo gruppo di
studiosi e di artisti, della Rassegna D’Arte....”. Stando, poi, alle parole di
Cagnola la “Rassegna è figlia”
3
di Corrado Ricci, che ne fu “padre”
4
,
“ideatore”
5
, “fondatore”
6
e anche direttore visto che insieme ai quattro
personaggi sopra citati fece parte del primo Comitato Direttivo.
Queste sono dunque le cinque persone che si occupano della direzione ma,
nei primi due anni di pubblicazione, sulla copertina della rivista non
figurano i nomi dei direttori.
Scrive Ricci: “questo perché nessuno ha assolutamente voluto assumere la
parte e la responsabilità del Direttore, essendo essi (meno l’ultimo, ossia il
Vittadini) gente vincolata da Uffici Pubblici”. Egli propone inoltre Beltrami
“uomo libero, capace, energico e di volontà”come persona indicata per
questo compito
7
.
Pochi giorni prima Cagnola aveva scritto a Ricci:
1
Circa Diego Sant’Ambrogio , Cfr. Samek-Lodovici , Storici , teorici e critici delle arti figurative in
Italia dal 1800 al 1940 , Roma, Tosi , 1940.
2
Circa Giovan Battista Vittadini , Cfr. Necrologio , in “Rassegna d’Arte” , 1904 p.80.
3
Lettera di G. Cagnola a C. Ricci , 18-12-1903 , prot. 5224 in A.B.C.
4
Lettera di G. Cagnola a C. Ricci , 13-12-1907 , prot. 5298 in A.B.C.
5
Lettera di G. Cagnola a C. Ricci , 22-01-1907 , prot. 5294 in A.B.C.
6
Lettera di G. Cagnola a C. Ricci , 26-03-1916 , prot. 5316 in A.B.C.
7
Lettera di C. Ricci a G. Cagnola , 16-06-1901 in A.V.C., Epistolario Cart. 3, Fasc. 4