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Capitolo 1 – Le comunicazioni satellitari e la loro
disciplina giuridica: il quadro giuridico internazionale
1 – Introduzione
L’evoluzione del diritto delle attività spaziali non può essere considerata al di fuori
del contesto storico che ha fatto da cornice alle diverse fasi di esplorazione dello
spazio extra-atmosferico. La comunicazione via satellite è ascrivibile come risultato di
un preciso sviluppo dell’era spaziale che coincide con il passaggio dalla fase
dell’esplorazione a quella dell’utilizzazione dello spazio cosmico
4
. Il lancio da parte
dell’URSS del primo satellite artificiale, lo Sputnik 1, il 4 ottobre 1957, stimolò una
serie di programmi di esplorazione dello spazio extra-atmosferico nel contesto della
guerra fredda inaugurando una vera e propria corsa allo spazio. USA e URSS, nel
corso degli anni sessanta, si resero protagonisti di lanci di satelliti di ogni genere: dai
vettori di trasporto e lancio di armamenti nucleari alle sonde lunari, dalla ricerca
scientifica alla meteorologia, dal riconoscimento fotografico alla navigazione
satellitare fino alla comunicazione.
Le varie fasi, quella della tensione e della corsa agli armamenti atomici, passando per
una distensione nei rapporti tra le due superpotenze, fino a quella della
commercializzazione, contornano l’evoluzione del diritto internazionale dello spazio
e mettono in evidenza una criticità di base: il diritto internazionale generale a
vocazione universale risultò inadeguato a disciplinare la nuova dimensione
geopolitica. I primi satelliti di osservazione in orbite fisse misero in crisi il concetto di
4
Per una completa ed esauriente introduzione al diritto internazionale dello spazio si veda MARCHISIO
S., Lezioni di Diritto Aerospaziale, Roma, 2000, pp. 11 – 19.
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sovranità territoriale al quale era legato il diritto internazionale tradizionale e
stimolarono un dibattito in seno alle Nazioni Unite sulla formulazione di nuove
categorie adatte a disciplinare questa nuova dimensione geopolitica. Attraverso due
risoluzioni, la 1148 (XII) del 14 novembre 1957 e la 1348 (XIII) del 13 dicembre
1958 vennero sanciti rispettivamente il principio per cui la messa in orbita di oggetti
nello spazio doveva avere finalità esclusivamente pacifiche e quello della necessità
della cooperazione internazionale per l’esplorazione e l’utilizzazione pacifica dello
spazio, istituendo un organo di studio, il Comitato, non permanente e ristretto,
composto da 18 membri, per garantire il rispetto di tali principi. La risoluzione 1721
E (XVI) del 20 dicembre 1961 rese il COPUOS (United Nations Committee on Peaceful
Uses of Outer Space) un organo permanente e sussidiario dell’Assemblea generale,
aumentando il numero dei suoi membri a 28 e suddividendolo in due Sottocomitati
specializzati nell’area tecnico-scientifica (STSC) e giuridica (LSC) per assistere il
COPUOS nello studio delle proposte sollevate dagli Stati membri.
La distensione dei rapporti tra USA e URSS si ripercosse inevitabilmente anche nella
sfera del diritto: il 13 dicembre 1963 l’Assemblea generale adottò la risoluzione 1962
B (XVII) contente la Dichiarazione dei principi giuridici applicabili alle attività degli
Stati nell’esplorazione e nell’uso dello spazio extra-atmosferico e la risoluzione 1963
(XVIII) in cui veniva auspicata, tra le altre, la possibilità di incorporare tali principi in
un accordo internazionale. Sotto l’impulso del LSC del COPUOS, il 27 gennaio 1967
venne aperto alla firma il Trattato sui principi che regolano le attività degli Stati e
l’uso pacifico dello spazio extra-atmosferico (OST). Il trattato recepisce ed amplia i
principi fondamentali enunciati nella risoluzione 1962 B (XVII) e stabilisce alcune
regole di riferimento per la comprensione della materia in esame: è il caso dell’art. I,
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che specifica che l’esplorazione e l’uso dello spazio devono avvenire per il beneficio e
nell’interesse di tutta l’umanità; l’art. II, che formalizza il principio di non appropriazione
a cui sono soggetti lo spazio extra-atmosferico, la Luna e i corpi celesti; l’art. IX,
infine, nella sua lunga formulazione, enuncia il divieto di harmful interferences. L’OST ha
inaugurato una lunga fase di codificazione che ha coinvolto le Nazioni Unite e il
COPUOS e ha condotto al completamento del quadro delle fonti del diritto dello
spazio extra-atmosferico attraverso l’adozione dell’Accordo sul salvataggio degli
astronauti, il ritorno degli astronauti e la restituzione degli oggetti lanciati nello
spazio
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del 1968 (ARRA); la Convenzione sulla Responsabilità internazionale per
danni causati dagli oggetti spaziali del 1972 (LIAB)
6
; la Convenzione sulla
registrazione di oggetti lanciati nello spazio del 1975 (REG)
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e l’Accordo relativo alle
attività degli Stati sulla Luna e gli altri corpi celesti del 1979 (MOON).
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Sebbene
questa codificazione risenta delle varie fasi storiche in cui è stata redatta, il diritto
internazionale delle attività spaziali codificato in seno alle Nazioni Unite rimane
tuttora di importanza capitale, tanto più in un momento storico in cui la
commercializzazione del settore ha moltiplicato il numero degli attori coinvolti
rendendo necessario un continuo richiamo all’utilizzo razionale e responsabile
nell’interesse dell’umanità della risorsa spaziale.
Circoscrivendo l’ambito di analisi alla comunicazione satellitare, questo settore ha
particolarmente risentito della rilevanza economica crescente dello spazio cosmico e
5
Accordo per il salvataggio degli astronauti, il ritorno degli astronauti e la restituzione degli oggetti inviati nello spazio
extra-atmosferico, firmato a Londra, Mosca e Washington il 22 aprile 1968.
6
Convenzione sulla responsabilità internazionale per i danni causati da oggetti spaziali, firmata a Londra, Mosca e
Washington il 29 marzo 1972.
7
Convenzione sulla immatricolazione degli oggetti lanciati nello spazio extra-atmosferico, firmata a New York, 12
novembre 1974.
8
Accordo regolante le attività degli Stati sulla luna e gli altri corpi celesti, firmato a New York, 5 dicembre 1979.
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della necessità di una regolazione più specifica rispetto a quella elaborata dai principi
generali internazionali. La liberalizzazione dei mercati delle telecomunicazioni,
favorita dall’adozione negli Stati Uniti dell’Open Market Reorganization for the Betterment
of International Telecommunication Act del 17 marzo 2000, ha promosso un mercato
globale per i servizi di comunicazioni satellitari pienamente competitivi, a vantaggio
dei consumatori e dei fornitori di servizi. Allo stesso tempo, le organizzazioni
intergovernative satellitari esistenti, Intelsat, Inmarsat ed Eutelsat, sono state
privatizzate.
9
Ecco perché, a completamento di un quadro che, viste le esigenze
sempre più stringenti, è diventato di cruciale importanza, emerge il ruolo chiave della
Unione internazionale delle telecomunicazioni (ITU), un’organizzazione
internazionale istituita nel 1932 a seguito della fusione tra l’Unione internazionale
telegrafica (1895) e l’Unione internazionale per la radiotelegrafia (1906) e dal 1947
diventata agenzia specializzata dell’ONU.
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I sistemi satellitari sono, dunque, di particolare importanza per l’ITU: il lancio dei
satelliti e il loro collocamento nelle orbite va ben oltre i confini nazionali, arrivando a
coprire regioni continentali o, in alcuni casi, l’intera superficie terrestre. Con la
gestione del coordinamento dello space segment e del ground segment, l’ITU si prefigge di
evitare interferenze e collisioni cercando di garantire un equitable access di tutti i Paesi
alla risorsa orbitale in funzione delle loro necessità.
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A questo proposito, la Costitution
e la Convention dell’ITU hanno un ruolo fondamentale per definire le categorie del
settore. Con il termine “satellite artificiale non dotato di equipaggio”, si fa riferimento
9
S. MARCHISIO, Il trattato sullo spazio del 1967: passato, presente e futuro, in Rivista di diritto internazionale,
Milano, 2018.
10
Per approfondire la genesi dell’ITU si può vedere, tra i molti, The International Telecommunication
Unione and the Universal Postal, di LYALL F., cap. 3-4, Farnham, 2011.
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Infra, pag. 8.
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a “[…] a body which revolves around another body of preponderant mass and which has a motion
primarily and permanently determined by the force of attraction of that other body”
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, cioè un
corpo orbitante attorno ad un altro corpo il cui movimento è prevalentemente
determinato dalla forza di attrazione esercitata dall’uno sull’altro. Inoltre, con il
termine active satellite, si fa invece riferimento a un satellite “carrying a station intended
to transmit or retransmit radiocommunication signals”.
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Date queste prime definizioni, occorre precisare che il satellite è compreso nella
categoria degli space objects, come stabilito dalla Liability Convention all’art. I:
“l’espressione ‘oggetto spaziale’ comprende le sue parti componenti nonché il suo
veicolo di lancio e le parti di esso”
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. Procedendo con una precisazione terminologica
che abbia la pretesa di essere adeguata ad introdurre l’argomento, la
telecomunicazione è definibile come “any transmission, emission or reception of signs, signals,
writing, images and sounds or intelligence of any nature by wire, radio, optical or other
electromagnetic systems”.
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Nello specifico, la radiocomunicazione è quel particolare tipo
di telecomunicazione che avviene attraverso l’utilizzo di onde radio.
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Una
radiocomunicazione può essere di tipo terrestre qualora il segnale sia trasmesso
attraverso infrastrutture di telecomunicazioni poste sulla superficie terrestre
oppure satellitare se si appoggia almeno in parte ad infrastrutture poste in orbita sulla
Terra come i satelliti artificiali per le telecomunicazioni.
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Cfr. International Telecommunication Union, Radio Regulations (RRs), Edition of 2016, Vol. 1(ITU
Doc No ISBN 92-61-04141-8) RR 171).
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RR 1,180
14
LIAB, art. I, d.
15
ITU, Annex to Constitution, “Telecommunication”.
16
RR, art 1,6,
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Più in generale ogni forma di radiocomunicazione avviene tra un dispositivo A un
dispositivo B, un dispositivo sorgente e un altro ricevente. Un canale di
comunicazione è la via di propagazione di un segnale. Il termine ‘canale’ indica
ciascuna via indipendente capace di trasportare un segnale, ciascuno con le proprie
caratteristiche. Il segnale, per essere trasportato, necessita di un vettore di
trasmissione. La comunicazione nello spazio extra-atmosferico, il nostro vettore,
sfrutta il canale di trasmissione satellitare. I satelliti sono posti nell’orbita e diverse
posizioni all’interno di quella geostazionaria, ad esempio, influenzeranno l’area di
copertura del segnale. In altre parole, attraverso il satellite viene trasportato un
segnale su frequenze prestabilite.
La telecomunicazione satellitare ha due componenti principali: il ground segment, le
apparecchiature adatte alla ricezione – DTH (direct-to-home), ad esempio le
apparecchiature di ricezione mobile negli aerei, i telefoni satellitari e i dispositivi
portatili – e lo space segment, il satellite stesso. Generalmente, la stazione terrestre
trasmette un segnale al satellite che lo riceve e lo amplifica ritrasmettendolo sulla
Terra, dove le ground stations, a loro volta, lo ricevono e riamplificano.
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Le
informazioni sono trasmesse attraverso onde elettromagnetiche a diverse frequenze.
Si tratta di un segnale di energia elettromagnetica e l’interazione delle onde
elettromagnetiche con la materia dipende sensibilmente dalla loro frequenza.
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Questo fenomeno è detto ‘radiopropagazione’: le onde elettromagnetiche emesse
17
BRITANNICA ONLINE ENCYCLOPEDIA, ‘Satellite Communication’,
https://www.britannica.com/technology/satellite-communication/
18
Cfr. CARASSA F., in Enciclopedia Treccani Online ‘Comunicazioni Satellitari’
http://www.treccani.it/enciclopedia/satelliti-per-telecomunicazioni_%28Enciclopedia-del-
Novecento%29/
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dall’antenna di una stazione radiotrasmittente si propagano a distanza sino all’antenna
di una stazione radioricevente, stabilendo un radiocollegamento.
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I satelliti, in sintesi, permettono telecomunicazioni tra luoghi molto distanti tra loro.
Le onde usate per questo tipo di comunicazioni sono le microonde, onde radio nel
range da 1 GHz ai 300 GHz, nelle bande UHF, SHF, EHF. Lo spettro
elettromagnetico è suddiviso, infatti, in bande di frequenza che funzionano come
binari per la trasmissione del segnale.
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La banda è tecnicamente la sezione dello
spettro elettromagnetico utilizzata per la trasmissione di dati e informazioni. Ogni
banda è costituita da un range di frequenze che consente l’uplink, cioè il collegamento
tra la Terra e il satellite, e di un range di frequenze più basse per il downlink, il percorso
inverso dal satellite alla Terra.
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La trasmissione è resa possibile grazie al processo di
modulazione.
I satelliti sono utilizzati per gli scopi più disparati, dal broadcasting al telerilevamento,
dalla comunicazione alla meteorologia. L’equipaggiamento e il posizionamento di
ciascun satellite varia in base alle funzioni che deve assolvere: i servizi satellitari civili
sono principalmente suddivisi in fisso, Fixed Service Satellite (FSS), mobile, Mobile-
Satellite Services (MSS), servizi di radiodiffusione, Broadcasting Satellite Services (BSS) e
radio determinazione, Radiodetermination-Satellite Services (RDSS) anche se, di pari passo
con il progresso tecnologico, queste distinzioni stanno diventando sempre meno
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Cfr. TRECCANI, ‘Radiopropagazione’, http://www.treccani.it/enciclopedia/radiopropagazione/
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Cfr. ACHILLEAS P., La Télévision par Satellite, Parigi, 1997, pag. 27.
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Cfr. Glossario di Telespazio, consultabile al link http://www.telespazio.com/it/glossary-glossario