5
Nel 1988, Tarantino scrive la sua seconda sceneggiatura, Natural Born Killers e nel
1990 vende quella di True Romance per 50,000 dollari. Decide di usare questo denaro
per realizzare il suo terzo copione, Reservoir Dogs, in 16 mm e in bianco e nero e i
suoi amici nei ruoli principali. A questo punto Tarantino lascia il videonoleggio per
fare riscritture per conto della CineTel, una piccola casa di produzione di Hollywood.
Fa la conoscenza di Lawrence Bender.
Bender in quel periodo stava seguendo un corso di recitazione con Peter Flood, che si
era diviso dall’insegnante di recitazione Lily Parker, e conosceva Harvey Keitel
dall’Actors Studio. Keitel legge il copione e rimane tanto impressionato da trovare
dei finanziamenti, recitare nel film e aiutare Tarantino ad assegnare i ruoli principali.
A questo punto, i produttori Monte Hellman e Richard Gladstein si uniscono al
progetto.
Nel 1991, Tarantino gira alcune scene al Sundance Film Festival, con lui stesso nel
ruolo di Mr. White e Steve Buscemi in quello di Mr. Pink. Le scene vengono
mostrate ad esperti del settore per essere commentate e il gruppo, tra cui il regista
Terry Gilliam, ne rimane molto impressionato.
Reservoir Dogs viene premiato al Sundance Film Festival del 1992. La casa di
produzione Miramax lo distribuisce più tardi negli U.S.A. e poi in Gran Bretagna.
Tarantino frequenta molti festival nel 1992 per promuovere il suo film e scrivere il
successivo, Pulp Fiction, che poi vince la Palma d'Oro a Cannes nel 1994.
Pulp Fiction diventa il più grande successo del 1994, incassando più di 100 milioni di
dollari in tutto il mondo e ricevendo svariate candidature all’Oscar come Miglior
Film, Miglior Regista, Migliore Attore Protagonista, Migliore Attore coprotagonista,
Attrice, Miglior Montaggio, e vincendo un Oscar per la Migliore Sceneggiatura
originale.
6
Grazie al successo di Pulp Fiction, Tarantino diventa uno dei protagonisti di
Hollywood, producendo, distribuendo film per la Miramax con una sezione della
compagnia chiamata “Rolling Thunder”, co-dirigendo e co-scrivendo Four Rooms,
un film ad episodi, dirigendo una puntata di E.R., un popolare serial tv, e facendo
molte apparizioni televisive.
Dopo aver già collaborato con Robert Rodriguez in Four Rooms, nel 1996 I due
realizzano un vecchio copione di Quentin, From Dusk Till Dawn. Rodriguez cura la
regia. Coproduce e recita nel ruolo di Richard Gecko al fianco di George Clooney. Il
film è un successo ed viene seguito da due sequel (Texas Blood Money e The
Hangman's Daughter).
Nel 1996 compare nel film Girl 6, nella parte di se stesso, poi in Curdled, fa dei
cambiamenti al testo di The Rock e compare nel gioco CD-Rom di Steven Spielberg,
Director's Chair.
Nel 1997 decide di trarre un film, Jackie Brown, dal libro Rum Punch dello scrittore
Elmore Leonard, di cui è grande estimatore.
Nell’ottobre 2003 e nell’aprile 2004 escono i suoi due ultimi film, Kill Bill volume 1
e Kill Bill volume 2.
7
FILMOGRAFIA
Regie
1987 – My Best Friend's Birthday (in 16 mm, mai completato)
1992 – Reservoir Dogs – Le Iene
1994 – Pulp Fiction
1995 – E.R. - Medici in prima linea (TV, ep. "La maternità")
1995 – Four Rooms (ep. "The Man from Hollywood-L'uomo di Hollywood")
1997 – Jackie Brown
2003 – Kill Bill vol. I
2004 – Kill Bill vol. II
Sceneggiature
1986 – Captain Peachfuzz and the Anchovy Bandit (mai realizzata e introvabile)
1987 – My Best Friend's Birthday
1989 – True Romance - Una vita al massimo
1989 – Assassini Nati - Natural Born Killers (scritto nel 1989)
1992 – Reservoir Dogs - Le iene
1992 – Le mani della notte (serial TV)
1994 – Pulp Fiction
1995 – It’s Pat (non accreditato)
1995 – Crimson Tide - Allarme Rosso (non accreditato)
1995 – Four Rooms (ep. "L'uomo di Hollywood")
1996 – From Dusk Till Dawn - Dal Tramonto All’Alba
1996 – Curdled
1996 – The Rock (non accreditato)
1997 – Jackie Brown
2003 – Kill Bill vol. I
2004 – Kill Bill vol. II
8
Introduzione
La nostra tesi si propone di compiere un excursus lungo tutta la carriera dell’autore e
regista statunitense Quentin Tarantino. Ci si è occupati prevalentemente, ma non
solo, della sua figura di scrittore di cinema, dando ad essa un rilievo maggiore
rispetto al suo ruolo di regista. Da notare comunque che nell’ambito di una autorialità
così spiccata e originale come si è rivelata essere quella di Tarantino, le due figure
sono difficilmente scindibili: nel momento in cui si parla di “autore” ci si spinge in un
territorio più vasto e onnicomprensivo.
Abbiamo escluso dalla nostra analisi tutte le collaborazioni non accreditate in veste di
script consultant o di script surgeon, ossia come risolutore di problemi, più o meno
gravi, di sceneggiature in sede di riscrittura, due ruoli molto in voga ad Hollywood,
che Tarantino ha iniziato a svolgere ad inizio carriera per sbarcare il lunario e di cui
ha continuato ad occuparsi fino ad oggi. Tutte le collaborazioni del genere sono state
comunque segnalate nella filmografia, a testimoniare quell’atteggiamento, tipico del
nostro autore, più da sceneggiatore che da regista.
Nel nostro lavoro abbiamo analizzato nove delle sceneggiature scritte da Tarantino,
che sono poi diventate altrettanti film (in realtà nel caso della sceneggiatura di Kill
Bill essa ha dato origine a due film, Kill Bill volume 1 e Kill Bill volume 2).
Abbiamo cercato di ripercorrere il processo creativo di ognuna di esse,
scomponendolo da molti punti di vista: da quello della struttura del racconto, della
progressione temporale imposta agli eventi nei suoi intrecci; da quello linguistico,
cercando di porre in risalto tutte le ispirazioni e le influenze che hanno
profondamente forgiato la materia utilizzata e riassemblata da Tarantino nelle sue
opere.
Abbiamo cercato di rispondere ad una nostra domanda sul perché del successo così
deflagrante ed improvviso di un regista giovane e completamente autodidatta, che a
28 anni ha lasciato impressionati Hollywood e l’industria cinematografica main
stream, con un film come Reservoir Dogs, prodotto a basso costo, infarcito di
9
musiche anni Settanta considerate fuori moda e di una violenza tanto gratuita, quanto
esplosiva e politically incorrect. Che cos’ha fatto vincere le resistenze dell’America
profondamente e biecamente puritana, offesa in un campo “sicuro” come quello dello
studio system hollywoodiano, tradizionalista e arrogante, da questo ragazzotto
piuttosto sgangherato e sovraeccitato? La risposta che ci piace dare è che Quentin
Tarantino costituisca l’archetipo del cinefilo anni Novanta, ma non solo: egli è il
portabandiera esasperato, ma sostanzialmente fedele, di una o più generazioni, a noi
contemporanee, di giovani, che, bombardati da una quantità impressionante di
informazioni pregresse e di invenzioni della nuova tecnologia, si ritrovano a
riassemblare i materiali a loro disposizione, creando dei percorsi alternativi alla
corrente principale e rispetto ad essa originali, pur nascendo dalla rielaborazione di
informazioni preesistenti. Tarantino è il prototipo dell’autore postmoderno, che fa del
citazionismo, e poi dell’autocitazionismo, un metodo di scrittura ed uno stile di vita.
La “Babele” di linguaggi, la confusione che regna sovrana nei suoi film, lo
stordimento della violenza che viene presentata come componente essenziale della
vita moderna, sono, anche se amplificati all’ennesima potenza, uno specchio dei
nostri tempi. Questo è ciò che rende Tarantino un autore unico ed importante,
affascinante nel suo atteggiamento di forgiatore di materiali di deriva, di reietti che
abitano un mondo “altro”, becero e reietto, che la produzione cinematografica
tradizionale raramente dipinge, se non per stigmatizzare atteggiamenti socialmente
sovversivi e deleteri. Tarantino dipinge, e facendolo non giudica, mostra e non
intende comunicare alcun messaggio edificante. Questo è ciò che anche un maestro
del cinema come Alfred Hitchcock sosteneva dovesse fare un regista. Non è
necessario denunciare per fare del buon cinema. L’ironia che Tarantino usa per
descrivere le sue situazioni estreme fa sorridere e ciò facendo svuota anche la
violenza di ogni suo significato, rende ogni argomento un soggetto estetico e
assolutamente non etico.
Quello di Quentin Tarantino è un cinema di grande divertissment, in prima istanza del
nostro autore, e di riflesso degli spettatori che riesce a catturare col suo cinema. Ma la
10
trama dell’entertainment non potrebbe essere tanto solida da sopportare il peso di una
autorialità tanto spiccata se non fosse intessuta di una profonda conoscenza
cinematografica, di un grande amore nei confronti della settima arte, di una cultura
televisiva e musicale a dir poco maniacale. Tutto ciò non si risolve semplicemente in
sproloqui prolissi dei suoi personaggi, nelle scene di sorprendente violenza o
nell’estrosità dei caratteri descritti. Tutto ciò permea il linguaggio cinematografico
stesso di Tarantino, il suo modo di intendere la scrittura cinematografica, di
(de)strutturare il racconto, di costruirne l’intreccio a partire da schegge spazio
temporali altrimenti incomprensibili, secondo una cifra stilistica personale e
assolutamente unica. Il cinema “alla Tarantino” ha creato molti falsi epigoni, che
hanno pensato di cogliere nelle forti stilizzazioni e nei ritmi caotici la caratteristica
saliente della sua autorialità, non comprendendo però che, in questo caso, la somma
delle singole parti non è assolutamente equivalente all’intero: forma e contenuto nelle
opere di Tarantino si integrano a vicenda, in nessun modo indipendenti l’una
dall’altro, creando un prodotto finale in tutto e per tutto irripetibile.
11
Capitolo 1
MY BEST FRIEND’S BIRTHDAY :
USA 1987
Durata: 1h 9’
Regia: Quentin Tarantino
Sceneggiatura: Craig Hamann, Quentin Tarantino
Montaggio: Quentin Tarantino
Cast: Craig Hamann, Quentin Tarantino
“Non succede mai nulla a Torrance;
ma ogni tanto ti può capitare una nottataccia”.
In assoluto questo è l’esordio di Quentin Tarantino, sia alla scrittura che dietro
alla macchina da presa. Il giovane Quentin lavora come commesso esperto
cinefilo presso il negozio di videonoleggio Video Archives, a Manhattan
Beach, Los Angeles. Con i suoi amici e colleghi fantastica di poter un giorno
scrivere e dirigere un suo film, e le loro discussioni, le loro continue
12
rielaborazioni dei loro film preferiti riempiono le sue giornate e le pagine dei
suoi ancora acerbi abbozzi di sceneggiature.
My best friend’s birthday è un film a basso, anzi bassissimo costo,
autofinanziato dai ragazzi del videonoleggio con i loro stipendi, appena 7
dollari all’ora, per un totale di 6000 dollari. Le intenzioni di Tarantino sono
quelle di girare un film in 16 mm, in bianco e nero. Non verrà mai terminato,
né tanto meno mai proiettato.
Ora è acquistabile solo in rete all’indirizzo
www.superhappyfun.com/content.htm
1
.
L’idea per il lungometraggio gli viene fornita da Craig Harmann, collega ai
Video Archives e amico, che gli racconta una vicenda autobiografica. Diventa
una sceneggiatura (Tarantino è già cannibale di esperienze altrui alla ricerca di
ispirazione, atteggiamento che caratterizzerà tutta la sua futura e attuale
produzione). Tarantino fa da regista e montatore del film, che viene girato in
bar abbandonati e a casa di sua madre Connie. Tutto, ovviamente, viene fatto
nell’ottica del massimo risparmio.
La trama è piuttosto elementare. Mickey Burnett (Craig Hamann) nello stesso
giorno perde posto e ragazza. Il suo trentesimo compleanno è alle porte. Per
questo l’amico Clarence (Quentin Tarantino) cerca di tirarlo su di morale,
organizzandogli una festicciola e procurandogli una squillo in affitto (Christal
Shaw) che gli allieti la giornata e gli faccia dimenticare per un momento
quanto sia ingiusta a volte la vita e quanto si accanisca inspiegabilmente nel
suo accavallarsi improvviso di sfortune. Come nella più classica delle
commedie degli errori di britannica ispirazione, tutto va nella maniera
sbagliata, la catena di malintesi e di sfortune non sembra volersi spezzare. Il
protettore della squillo (Al Hirvel) ha uno scontro furioso con Mickey. Per
questa ragione i due amici litigano a morte e Mickey finisce con la faccia nella
torta di compleanno. Per suggellare la pace Clarence gli offre uno spinello.
1
A questo proposito è utile la consultazione del sito www.tarantinoarchives.com
13
Decide di andare a fumarlo fuori, all’aria aperta, ma ad aggiungere al danno la
beffa, Mickey si appoggia ad una macchina ed improvvisamente i fari si
accendono: si tratta della macchina della polizia. La giornata decisamente non
poteva andare peggio.
La lavorazione del film è una delle più travagliate nella carriera di Tarantino.
Dura dal 1984 al 1987, si gira solo nei fine settimana ed è difficile rendersi
conto di ciò che è stato girato dato che lo sviluppo della pellicola è molto
costoso. Quando Tarantino riesce a mettere insieme la somma necessaria per
farlo, ciò che vede lo lascia senza parole. Le immagini sono di qualità pessima,
addirittura sconcertanti, sgranate, totalmente inutilizzabili. Bisogna buttare via
tutto. Per di più il laboratorio di sviluppo rovina per errore gran parte della
pellicola.
Nonostante questo esordio catastrofico, Tarantino non si sente per nulla
scoraggiato e considera l’intera esperienza come la sua unica e vera scuola di
cinema: “Ho imparato tutto quello che non bisogna fare”
2
, afferma qualche
anno più tardi. La sua generazione, quella dei cinefili televisione-dipendenti,
appassionati fruitori di telefilm e serial anni Settanta e Ottanta, impara
sbagliando e non sui banchi delle università né nelle accademie di cinema.
Capisce che è per lui giunta l’ora di impegnarsi seriamente nella scrittura dei
suoi soggetti, di quelli che culla da molti anni e per i quali accarezza l’idea di
dirigere in prima persona. Ma la strada verso il suo primo film interamente
scritto e diretto sarà ancora piuttosto lunga. Prima dovrà affrontare le
esperienze di True Romance- Una vita al massimo e di Natural Born Killers-
Assassini nati, della vendita delle loro sceneggiature e degli stravolgimenti ad
esse portati. Le tipiche frustrazioni da sceneggiatore.
Situazioni e personaggi di “My best friend’s birthday “sono stati in seguito
cannibalizzati da Tarantino stesso per la stesura di Una vita al massimo
(Clarence, il suo compleaano, la squillo, il culto di Elvis); Mickey è diventato
2
In un’intervista rilasciata a Graham Fuller, maggio 1993, contenuta in American Movies 90, Milano,
Ubulibri 1994
14
il serial killer di Assassini nati, e la scena pre-titoli in cui Clarence scambia una
bustina di polvere irritante per cocaina è stata trasformata nell’overdose di Mia
Wallace in Pulp Fiction. In nuce sono già presenti molti degli aspetti della
scrittura di Tarantino: la presenza dell’ironia con la quale egli guarda alla vita,
l’attenzione al sottobosco urbano più becero e reietto, la passione per il pop e
la cultura anni Cinquanta, l’abuso di stupefacenti trattato con incredibile lievità
e la totale mancanza di intenzione di trasmettere lezioni morali o messaggi
edificanti. Tutto ciò verrà affinato e approfondito nei lavori futuri, ma rimarrà
indelebile marca dello stile buffonesco e pulp di Quentin Tarantino.
15
Capitolo 2
(UNA VITA AL MASSIMO)
USA 1989
Durata: 119’
Soggetto e sceneggiatura: Quentin Tarantino
Prodotto da: Samuel Madida,Steve Perry
Bill Unger
Diretto da: Tony Scott nel 1993
Cast:
Christian Slater……………...Clarence Worley
Patricia Arquette…………….Alabama Whitman
Dennis Hopper………………Clifford Worley
Michael Rapaport……………Dick Ritchie
Bronson Pinchott…………….Elliot Blitzer
Christopher Walken…………Vincenzo Coccotti
Saul Rubinek…………………Lee Donowitz
Samuel L. Jackson……………Big Don
Brad Pitt………………………Floyd
16
Val Kilmer……………………Elvis (Mentor)
Chris Penn………………………Poliziotto
Tom Sizemore……………..........Poliziotto
2.1 INTRODUZIONE
“When you are tired of relationships, try a
romance.”
3
Nonostante il fallimento di My best friend’s birthday, Quentin ha ormai fatto
molte amicizie nel mondo del cinema e grazie alla conoscenza di Cathryn
James, una ragazza che occupa un posto decisionale in una importante società
cinematografica, viene spinto a scrivere una sceneggiatura brillante e a
venderla.
Crea così una specie di “road movie”, The open road appunto (“La strada
perduta”), che alcuni anni più tardi diventerà True Romance-Una vita al
massimo. Nell’immediato però la sceneggiatura non piace a nessuno: anzi,
viene giudicata l’opera di un folle. La stessa Cathryn ne è spaventata, teme che
l’appoggio che ha assicurato a Quentin possa danneggiarla nella sua futura
carriera. Fa comunque leggere la sceneggiatura a Stanley Margolis, produttore
di buona fama, che invece ne viene conquistato e che tenta di realizzarla,
all’inizio senza alcun successo.
Tarantino ed il suo fedele amico Roger Avary (suo futuro nemico in seguito a
questioni di diritti e autore di Killing Zoe, 1994, e del più recente Rules of
attraction, 2002) trovano un provvisorio impiego come assistenti alla
3
Tarantino, Q., True Romance, Faber & Faber, Londra, 1994. La traduzione suona più o meno come “Se se
stanco di una relazione, prova con un’avventura.”
17
produzione, ma il colpo di fortuna arriva durante una festa nel maggio del
1990, quando Tarantino conosce Lawrence Bender, ex ballerino di flamenco e
aspirante produttore, grande cinefilo, che ha avuto occasione di leggere la
sceneggiatura di True Romance e che ha apprezzato veramente. Bender lo
convince a scrivere un altro soggetto, che sarà poi quello di Reservoir Dogs -
Le Iene.
Stanley Margolis nel frattempo negozia la vendita di True Romance con il
regista e produttore William Lustig per 40,000 dollari. Il soggetto viene subito
rivenduto a Samuel Hadida, che lo produrrà con la regia di Tony Scott.
Il film esce nel 1993, quando Tarantino, peraltro, è già diventato famoso per Le
Iene, presentato con grande successo sia al Sundance Film Festival che a
quello di Cannes.
True Romance è una storia d’amore scritta attorno ad un traffico di droga,
pensata per essere realizzata alla maniera dei fratelli Coen di Sangue facile
(Blood Simple, 1984), violento giallo ipercitazionista.
Ne descriviamo brevemente la trama.
Clarence Worley (Christian Slater), giovane affascinato da Elvis Presley, va al
cinema da solo per festeggiare il suo compleanno. Una bionda mozzafiato
(Patricia Arquette) si siede al suo fianco. Finita la proiezione, Alabama- questo
il nome della ragazza- invita Clarence a prendere un caffè. Dopo una notte
vissuta intensamente e romanticamente, lei gli confessa di essere una “call-
girl”, una squillo. Innamorati, i due decidono di sposarsi, a poche ore dal loro
primo incontro, e di cambiare completamente vita. Sfortunatamente Alabama
ha un fidanzato, Drexl (Gary Oldman), che è anche il suo protettore, a cui è
legata da vincoli affettivi e lavorativi assai difficili da sciogliere. Intenzionato a
renderla libera e con il pretesto di dover recuperare gli oggetti personali della
sua donna, Clarence lo provoca, lo uccide e scappa con la valigia, nella quale
pensa che si trovino gli abiti di Alabama e in cui c’è invece un grosso
quantitativo di cocaina. Il giovane decide di rivendere la droga così da
18
sistemarsi per la vita con la sua amata. Dopo essersi fermati dal padre Cliff
(Dennis Hopper), ex poliziotto in pensione ora diventato agente di sicurezza,
per essere sicuri che la polizia non li abbia in alcun modo collegati all’omicidio
del protettore, Clarence e Alabama si spostano a Los Angeles, inseguiti dai
complici di Drexl, alla ricerca della ormai famigerata valigetta piena di
cocaina. Grazie ad un amico attore, Dick (Michael Rapaport), che li ospita a
casa sua, Clarence progetta di vendere la droga ad un ricco produttore. Ma
anche i poliziotti sono a conoscenza dei piani del ragazzo e l’incontro con il
compratore si trasforma in una carneficina tra la polizia, le guardie del corpo
del produttore e i trafficanti.
Nel film diretto da Scott riescono a salvarsi solo i due innamorati, nella
sceneggiatura originale l’unica superstite invece è Alabama.
Il testo pullula di riferimenti cinematografici, il più evidente dei quali è
indubbiamente quello ad uno dei film preferiti di Tarantino, La rabbia giovane
(Badlands, Usa 1973) di Terrence Malick. Il tema musicale infatti è lo stesso,
quello di Erik Satie, come pure la stessa trovata della goffa voce fuori campo
della protagonista femminile.
Il film sarà diretto da Tony Scott, poi diventato buon amico di Tarantino, che
non tradirà affatto il senso del soggetto, pur cambiandolo radicalmente in
alcune sue caratteristiche. Egli infatti, assieme ai produttori, deciderà di
linearizzarne l’intreccio.
Afferma Tarantino: “Una vita al massimo aveva una struttura molto
complessa, ma quando i produttori hanno comprato la sceneggiatura, l’hanno
tagliata e trasformata in modo molto lineare. La struttura originale era del
tipo “prima le risposte, poi le domande”. Il regista Tony Scott dapprima
montò il film così, poi lo cambiò, sostenendo che altrimenti non avrebbe
funzionato. Al contrario io cerco sempre di utilizzare queste strutture come le
vedo nei romanzi e di applicarle al cinema. Un romanziere non ha difficoltà ad
iniziare a raccontare una storia partendo da metà della vicenda. Pensavo che