3
utilizza come unità costruttiva del più alto edificio del romanzo.
Una grande consapevolezza dei problemi della narrativa si rivela già in
Quartet, dove come vedremo più avanti, la critica al romanzo
contemporaneo avviene attraverso la “riscrittura” parodica di un testo quale
The Good Soldier di Ford Madox Ford. L’attività romanzesca della Rhys
inizia dunque con una riscrittura che mostra non soltanto un talento già
notevole, ma anche una vasta gamma di letture acutamente critica
2
.
Quartet fu dapprima pensato come struttura teatrale, secondo le
affermazioni della stessa Jean Rhys, la quale spiega come il romanzo
derivasse lo spunto da un racconto, e si fosse articolato inizialmente in una
commedia, in tre atti, che comincia al ristorante Lefranc:
“It (Quartet) was a literaly play meant to be read not
acted. Three Acts two scenes each act ... The first Act was
in Lefranco’s Restaurant Boulevard Montparnasse. The
first words ‘Here’s hoping Heidler speaking (page 48) ... I
won’t be depressed if Quartet proves impossible as a play.
Am horribly indifferent to a finished job - or what anyone
thinks of it. Yet I tried very hard over the damned thing for
over a year.It was written in Paris in a rather horrid little
rue”
3
.
Nel corso della lunga revisione cui fu sottoposto, il testo si trasformò da
possibile opera teatrale in romanzo vero e proprio, pur mantenendo
l’originaria costruzione per scene drammatiche.
La storia della pubblicazione di Quartet fu piuttosto travagliata; ad
esempio, Jonathan Cape, l’editore di The Left Bank rifiutò di pubblicarlo e
soltanto in seguito, uno dei Garnett, dopo aver letto il romanzo per Chatto
and Windus, consigliò la pubblicazione con il titolo Postures
4
.
Jean Rhys, pur non comprendendone la ragione, accettò il cambiamento,
anche se molti anni più tardi, in una lettera a Morchand Bishop, mostrò di
non aver mai gradito quel titolo, definendolo “dreadful”
5
.
La critica, all’inizio, nonostante guardasse al libro con rispetto, non
nascose, comunque, qualche riserva. Il termine che venne maggiormente
usato per definire il romanzo di Jean Rhys fu senza alcun dubbio “sordid”:
“The story of Marya, as told by Miss Jean Rhys in
Postures, was a peculiarly sordid one”
6
,
4
“for its sordidness, lack of redeeming feature either as
literature or possessing a moral (Quartet) seems
unsurpassed”
7
.
“Sordid” è un aggettivo che la critica aveva spesso utilizzato nei
confronti dei romanzi di Jean Rhys e in questo caso tale giudizio era
soprattutto dovuto ai temi di Quartet, adulterio, dissipazione e immoralità.
Negli anni successivi, Quartet e i romanzi che l’autrice aveva scritto tra il
1927 e il 1939
8
furono completamente dimenticati in seguito, anche, allo
scoppio della seconda guerra mondiale.
Per una sostanziale riconsiderazione dell’opera della Rhys dobbiamo
attendere gli anni Sessanta e Settanta, epoca in cui si è assistito ad una vera
e propria riscoperta della scrittrice da parte della critica, riscoperta che è
coincisa con la pubblicazione nel 1966 dell’ultimo romanzo di Jean Rhys
Wide Sargasso Sea, considerato unanimemente il suo capolavoro.
Verso la metà degli anni Sessanta, grazie soprattutto alla nascita del
movimento di liberazione delle donne, si è registrata una ripresa ed una
rivalutazione di scrittrici e opere femminili, nonché un rinnovato interesse
verso la letteratura delle donne in genere.
Uno dei più importanti effetti del movimento di liberazione è stato,
senz’altro, l’aver ampliato l’orizzonte del romanzo contemporaneo
arricchendolo di nuove protagoniste:
“There is a female voice that has rarely spoken for itself in
the English novel - the voice of the shopgirl and the
charwoman, the housewife and the barmaid. One possible
effect ot the women’s movement might be the broadening
of the class base from which women’s novelists have
come”
9
.
In concomitanza con l’apparizione di nuove voci femminili nel campo della
letteratura, si è riaperto il dibattito riguardo al nuovo ruolo assunto dalla
donna scrittrice:
5
“Another effect of women’s liberation has been the
reopening of the long literary debate about the woman
writer. What does ‘liberation’ mean for her? What ... does
the literature of women really mean? Radical Marxist
feminists believe that women’s literature should dedicate
itself to the forging of a new consciousness of oppression
by developing cultural myths of women in struggle and
women in revolution. The task of a radical women’s
literature should be to replace the secondary and artificial
images women receive from a male chauvinist society with
authentic and primary identities. Such a literature ... would
challenge the sexist bases of language and culture”
10
.
Il movimento di liberazione non ha, però, avuto sulle scrittrici inglesi lo
stesso effetto che ha provocato sulle donne francesi o statunitensi. Non ci
sono state in Inghilterra leader carismatiche femministe come per le
suffragette, ad esempio; ritardo in parte dovuto anche ad una scarsa
pubblicizzazione da parte dei “media”.
Solo in un secondo tempo, grazie all’approvazione da parte del
Parlamento britannico della legge per la parità dei diritti tra uomini e donne,
il movimento inglese ha iniziato a farsi strada. Una nuova ondata di energia
femminista ha creato la propria rete di riviste, di notiziari e di case editrici
destinate a promuovere e a distribuire la letteratura delle donne
11
.
Nell’ambito di un tale clima culturale, oltre alla pubblicazione di opere
femministe contemporanee al periodo della contestazione, ampio spazio è
stato dato, inoltre, a molte autrici che avevano scritto negli anni precedenti
ed alcune di queste sono state fatte oggetto di un culto vero e proprio.
È questo il caso di Jean Rhys, che nel breve periodo della sua fama, dal
1966 al 1979, diventò per la critica femminista una specie di bandiera.
L’uscita di Good Morning, Midnight nel 1970, negli Stati Uniti, provocò un
tale entusiasmo che qualche critico sostenne che il libro potesse diventare
“a strong weapon in the current and growing moviment towards women’s
liberation”
12
.
Quanto alla Rhys non mostrò mai in alcun modo di gradire tali
affermazioni, anzi apparve sempre piuttosto irritata dagli articoli e dai saggi
sulla sua opera che contenevano fin dal titolo la parola “woman”
13
e a chi le
chiedeva cosa ne pensasse delle femministe scandalizzava le intervistatrici
con affermazioni perentorie:
“- I didn’t like the suffragettes much, - I say.
6
- Didn’t you, - she says shocked”
14
.
Tuttavia è proprio all’avvento del movimento femminista che Jean Rhys
deve la sua “riscoperta” e la rivalutazione di tutte le sue opere:
“She (Rhys) and the women’s movement had nothing
whatever in common; yet they helped one another. Jean
gave them some of their greatest literature, and they gave
her recognition. It was the coincidence of Wide Sargasso
Sea with the beginnings of - women’s lib - in the mid-
sixties, and the reissue of her early novels with its growth
in the seventies, wich more than anything else ensured that
she was ‘rediscovered’, and stayed that way”
15
.
Tutti i suoi romanzi furono ripubblicati, prima da Deutsch, poi da
Penguin e contemporaneamente vennero i riconoscimenti e i premi. Cosa
ancora più importante, sono iniziati proprio in quegli anni gli studi sulle
opere della scrittrice, articoli, recensioni, saggi, monografie che hanno
contribuito a consolidare l’immagine di una delle voci più originali nel
quadro della narrativa inglese contemporanea.
Anche Quartet, che non è senz’altro il più noto tra i romanzi di Jean
Rhys, è stato fatto oggetto di molte ricerche, volte più che altro a mettere in
evidenza la sua matrice autobiografica
16
.
La presenza nel testo di fatti personali della scrittrice e di vicende
realmente accadute ha fatto si che molti critici abbiano considerato il
romanzo quasi esclusivamente in chiave autobiografica.
Quasi tutti gli autori degli studi condotti su Quartet tendono, infatti, a
sottolineare l’inserimento preponderante da parte di Jean Rhys di elementi
della propria vita e a far derivare proprio da questa caratteristica i maggiori
difetti del libro, quali la mancanza di distacco estetico, lo stile troppo
immediato, la presenza di una eroina troppo passiva e incline
all’autocommiserazione.
Così si esprime Staley, uno tra i più autorevoli critici dell’opera della
Rhys:
“In her first novel she (Rhys) may occasionally appear to
hover too closely over her heroine’s misfortunes to achieve
complete aesthetic detachment”
17
.
Mellown, parlando in un suo articolo della complessa relazione che si
instaurò tra Ford Madox Ford, sua moglie e Jean Rhys mostra come questa
7
sia diventata il materiale basilare dei primi due romanzi della Rhys, Quartet
e After Leaving Mr. Mackenzie:
“The complex relationship in this ménage à trois have been
described generally by Bowen in her autobiography,
Drawn from Life, and obliquely by Rhys in her first two
novels”
18
.
Anche Carole Angier, autrice di vari studi e di una biografia su Jean Rhys
non manca di evidenziare l’aspetto autobiografico dell’opera della scrittrice
definendo Quartet “Jean Rhys’s novel about her marriage”
19
.
Per quanto riguarda la critica italiana è interessante l’opinione di Bianca
Tarozzi, che nella sua monografia su Jean Rhys, La forma vincente, è
sostanzialmente favorevole ad una identificazione tra il soggetto
autobiografico e la materia narrativa:
“Il materiale di Quartet è così chiaramente
autobiografico che a ogni personaggio si potrebbe
assegnare un nome vero. Hugh Heidler è certamente
Ford Madox Ford, Lois Heidler Stella Bowen,
Stephan Zelli Jean Lenglet e Marya Hughes la stessa
Jean Rhys”
20
.
Al di là dell’elemento autobiografico, certamente importante per
comprendere la tematica rhyssiana, appare fondamentale, per
l’interpretazione del romanzo, il riferimento al mondo della narrativa
fordiana.
Da un punto di vista artistico, Quartet è il più grande tributo di Jean Rhys
al suo protettore letterario Ford Madox Ford.
Nel suo primo romanzo, infatti, Jean Rhys rievoca nelle sue componenti
fondamentali, una delle opere più importanti di Ford, The Good Soldier,
rievocazione che però non si riduce ad una pedissequa imitazione di
elementi presenti nel libro fordiano, ma che è al tempo stesso,
rielaborazione e discussione del testo originario.
In questa operazione parodica di “riscrittura”, l’autrice, pur riprendendo
l’impianto generale di The Good Soldier, trama e personaggi, riesce a
produrre un controtesto al capolavoro fordiano che è contemporaneamente
richiamo di quella scrittura, ma anche atto di aggiunzione e contestazione di
quella stessa scrittura. Si viene a creare, in questo modo, un dialogo tra i
8
due testi per cui l’uno si costituisce in rapporto all’altro, ma questo rapporto
di costituzione presuppone una distanza critica che consente infinite
possibilità di variazioni e trasformazioni.
Il dialogo intertestuale non si risolve, infatti, solo nell’assorbimento del
testo preesistente in quello “nuovo”, piuttosto si identifica come ripresa
della voce altrui con un orientamento diverso rispetto a quello originario e
contiene dunque una volontaria variazione di senso
21
.
La riscrittura del romanzo di Ford da parte di Jean Rhys, si colloca
problematicamente nel contesto della cultura definita post-modernista.
Nonostante il testo sia stato scritto in un periodo precedente a quello in
cui si è iniziato ad usare il termine post-moderno per indicare il romanzo
contemporaneo
22
, esso condivide con i testi post-moderni numerose
tecniche formali e stilistiche.
Una delle principali caratteristiche della cultura post-moderna è la ripresa
e la rielaborazione di materiali pre-dati, la convinzione che ogni testo è
scritto sopra uno precedente e che l’impeto creativo si deve esprimere sotto
forma di allusioni, citazioni, riscritture e parodie.
La teoria dell’intertestualità (apparsa a Parigi nel quadro della
rivoluzione culturale del 1968) è stata fatta propria dai post-modernisti ed
insieme ad essa anche la consapevolezza che l’originalità può solo risiedere
in una nuova maniera di trattare testi già scritti.
Sebbene la modalità intertestuale, tipica della narrativa contemporanea,
sia stata vista da alcuni critici come sintomo di povertà immaginativa, una
letteratura che tradisce il logorio di certe forme (John Barth ha parlato di
“Literature of Exhaustion”), è stato anche messo in evidenza come questo
atteggiamento, piuttosto che come segno di esaurimento del romanzo possa
considerarsi un significativo momento innovativo.
Infatti, è stata riconosciuta all’intertestualità la funzione di riattivare,
nell’ambito del sistema letterario, vecchi elementi e di trasformare il sistema
stesso e inoltre di favorire la sostituzione di moduli stereotipati con moduli
nuovi che però presuppongono quelli a loro precedenti.
Come pratica inerente all’intertestualità, anche la riscrittura presenta la
caratteristica di consentire un processo di trasformazione e rivitalizzazione
di vecchi modelli.
Riprendendo un testo da una particolare angolazione, oppure mettendo in
primo piano un personaggio che nel testo base occupa una posizione
secondaria, attraverso la tecnica della riscrittura si creano testi del tutto
originali e in grado di dare nuovi significati al testo primo, arricchendolo di
9
una dimensione ironica e allusiva.
Sul carattere fondamentalmente positivo della riscrittura si sofferma
Paola Splendore:
“La libertà delle trasposizioni, la ricchezza degli innesti,
la varietà dei registri impiegati mostrano che la pratica
della ‘riscrittura’ non è sintomo di isterilimento della
fantasia creativa dello scrittore, questa anzi risulta
esaltata dal gusto tipicamente letterario
dell’operazione”
23
.
Nell’ambito di un tale esercizio letterario si colloca l’operazione
compiuta da Jean Rhys. L’autrice riscrive, infatti, la storia di The Good
Soldier da un punto di vista femminile, ponendo al centro della vicenda
l’esperienza di una donna, e soprattutto esprimendo i fatti riguardanti la sua
eroina con un linguaggio completamente nuovo.
Vedremo, più avanti, in maniera dettagliata, come la rivisitazione di Jean
Rhys del romanzo di Ford si riveli estremamente proficua, un confronto che
riguarda anche gli assunti culturali del testo bersaglio, il quale, però, grazie
a questa riconsiderazione acquista, anch’esso, nuova vitalità.
Tracciamo, ora, un quadro, seppur limitato, di The Good Soldier,
cercando, comunque, di evidenziare le principali caratteristiche formali del
testo.
10
Seconda Parte
1.2 The Good Soldier
Apparso nel 1915, The Good Soldier è considerato la più interessante
opera narrativa di Ford Madox Ford ed occupa un posto di notevole
importanza tra i romanzi contemporanei.
Meixner lo definisce uno dei più grandi trionfi letterari del ventesimo
secolo:
“The Good Soldier is ..... one of the literary triumphs of
the twentieth century - a creation of the very highest art
which must also be ranked among the more powerful
novels that have been written”
24
.
Del resto, lo stesso autore considerava il testo in questione il migliore che
avesse mai scritto, quasi un testamento letterario. Infatti, nell’edizione del
1927, con dedica a Stella Bowen, Ford scrisse:
“I have always regarded this as my best book ....., The
Good Soldier is the finest French novel in the English
language”
25
.
Sia che se ne consideri la maggiore profondità delle implicazioni
psicologiche nei confronti dei precedenti romanzi dello stesso Ford, sia che
il libro venga analizzato da un punto di vista formale, esso rappresenta il
risultato più alto che l’autore abbia mai raggiunto nell’ambito della
narrativa.
Narrare la storia, le vicende di The Good Soldier significa operare un
tentativo piuttosto difficile e una semplificazione quanto mai pericolosa.
Questo, non perché la “trama” non si possa ricostruire, ma perché come
afferma Guido Fink, “l’intreccio si è spostato a una tale distanza dai ‘fatti’
e dalla loro successione cronologica o causalità, che fra l’una e gli altri si
stendono abissi vertiginosi”
26
.
La distinzione dei concetti di “storia” e “discorso” è nata in ambito
formalista, grazie alle formulazioni di Todorov, il quale distingue, appunto,
tra il “racconto come discorso” e “racconto come storia”
27
che corrisponde
alla differenziazione di Šklovskij tra “intreccio” (sjuzet) e “favola” (fabula):
11
“Il concetto di intreccio viene troppo spesso confuso con
la descrizione delle vicende, con ciò che propongo di
chiamare convenzionalmente ‘favola’. In realtà, la ‘favola’
non è altro che il materiale per realizzare l’‘intreccio’ ”
28
.
Si deve, comunque, a Boris Tomasevskij la più completa esposizione di
questa teoria:
“... la ‘fabula’ è costituita dall’insieme dei motivi nei loro
rapporti logici causali-temporali, mentre l’‘intreccio’ è
l’insieme degli stessi motivi, in quella successione e in quei
rapporti in cui essi sono dati nell’opera”
29
.
Alla distinzione di Todorov aderisce anche Gerard Genette, pur
arricchendola di un nuovo concetto:
“Propongo ... di chiamare ‘storia’ il significato o
contenuto narrativo (anche se tale contenuto può risultare
all’occorrenza di debole intensità drammatica o tenore
evenemenziale.), ‘racconto’ propriamente detto il
significante, enunciato, discorso o testo narrativo stesso, e
‘narrazione’ l’atto narrativo produttore e per estensione,
l’insieme della situazione reale o fittizia in cui esso si
colloca”
30
.
Operare una differenziazione tra “storia” e “discorso” o tra “favola” e
“intreccio” significa, da una parte, evidenziare i contenuti del romanzo, il
materiale narrativo e dall’altra, la composizione stilistica, l’insieme dei
procedimenti con cui l’autore ci presenta temi e personaggi.
Proviamo, ora, a ricostruire la “storia” di The Good Soldier tracciando
una breve sinossi del romanzo.
Il libro narra le vicende di due coppie, una inglese, l’altra americana, che
per nove anni si incontrano a Bad Nauheim dando vita ad una amicizia
apparentemente serena. La coppia inglese è formata da Edward
Ashburnham, il buon soldato, infedele e sentimentale, e da sua moglie
Leonora, una donna fredda, devota al marito, ma incapace di comprenderlo;
la coppia americana è invece composta da Florence, astuta ed infedele e da
suo marito John Dowell (che all’interno del testo riveste il ruolo di
narratore).