In particolare, nel primo capitolo sarà data, per quanto possibile, una
visione della attività di Certificazione e, l’importante requisito che
rappresenta nel processo di qualificazione per tutte le aziende.
Verrà fatta un’elencazione dei tipi di Certificazione, gli impegni che
l’Azienda assume con l’Istituto di Certificazione e i benefici che ne
trae, il ruolo degli enti di accreditamento ed in particolare modo
l'importante ruolo svolto dal Sincert in tal senso, le norme di
riferimento e le importanti fasi del processo di certificazione
concludendo il capitolo con quello che sono i costi che l'Azienda deve
sostenere per ottenere la Certificazione.
Nel secondo capitolo, che costituisce il fulcro di questo lavoro, sarà
fornita un analisi della bozza della Vision 2000 mettendola a
confronto con la ISO 9000:1994 e sottolineando i requisiti
fondamentali, le principali differenze e soprattutto cosa cambierà per
gli Istituti di Certificazione e per le società già certificate alla sua
introduzione prevista per Novembre 2000.
Il terzo capitolo evidenzierà come insieme alla Certificazione di
Sistemi di Qualità si stia sviluppando abbastanza rapidamente anche la
certificazione dei Sistemi di gestione Ambientale, ISO 9000 ed ISO
14000 e che trovano utile la loro integrazione con i requisiti della linea
guida BS 8800; già numerosi sono gli esempi di Aziende che
utilizzano sistemi integrati di gestione qualità, ambiente e sicurezza e
la spinta verso tale integrazione è sicuramente la presenza di elementi
comuni che presentano la prospettiva di evitare inutili duplicazioni
documentali, di attuare semplificazioni organizzative e procedurali,
audit congiunti, valorizzando tutte le sinergie possibili nelle aree di
riferimento. Si tratta in sostanza di attuare una organizzazione più
snella ed economie di gestione complessiva, pur nella piena
osservanza della specificità delle prescrizioni di riferimento. Varie
aziende fra quelle culturalmente più avanzate hanno già avviato
processi d'integrazione dei vari aspetti tecnici ed operativi, mediante
un processo prima di tutto culturale che consenta all'organizzazione di
evolversi creando interconnessioni fra le diverse linee di attività
tradizionalmente separate. Nell’ultimo capitolo saranno evidenziate le
peculiarità e le problematiche del settore dei trasporti per ciò che
concerne la Certificazione attraverso lo studio di un caso reale relativo
ad un' Azienda, l’ATM di Torino che è stata la prima Azienda di
trasporti urbani in Italia e la seconda in Europa ad essere certificata
ISO 9001 e ISO 14001.
CAPITOLO 1
LA CERTIFICAZIONE ISO 9000
1.1 Premessa
La globalizzazione e l’internazionalizzazione dei mercati, insieme alla
presenza di consumatori esigenti, che sempre più richiedono prodotti
sicuri, affidabili, di qualità, ed al contempo dai costi contenuti,
impongono alle imprese produttrici l’esigenza di fornire prodotti di
livello qualitativo costante nel tempo ed atti a soddisfare le richieste
del cliente in modo completo.
In tale contesto la Qualità viene ad essere interpretata come il
mantenimento della costanza qualitativa del prodotto atto a soddisfare
le esigenze del mercato.
Sorge così un nuovo concetto di Qualità
1
, che è legato strettamente
non solo al prodotto, ma soprattutto al sistema organizzativo e
produttivo che lo realizza, cioè il Sistema Qualità aziendale.
E’ questo, infatti, che, attraverso la gestione ed il controllo dei
materiali, dei progetti, dei processi, delle risorse umane, consente di
mantenere il livello di qualità del prodotto finale.
Favorire l’introduzione di un prodotto sul mercato, non è però il solo
scopo di un Sistema Qualità.
Uno dei maggiori benefici che la sua introduzione comporta è
l’ottimizzazione della funzionalità economica dell’impresa, ottenuta
razionalizzando, mediante l’aumento della produttività, la
diminuzione degli scarti e la riduzione degli interventi post-vendita,
con conseguente crescita dell’immagine aziendale e contenimento dei
costi.
Se l’introduzione di un Sistema Qualità si attua in azienda attraverso
la formalizzazione, da parte della direzione aziendale, degli obiettivi
relativi alla qualità, la garanzia dell’oggettività di quanto posto in atto
risiede nella conformità del sistema stesso a norme di riferimento che
ne consentano la certificazione da parte di un Ente terzo.
L’atto di certificazione, cioè l’analisi della conformità del sistema alle
norme, consente, pertanto, di fornire un evidenza oggettiva di quello
che un azienda promette al mercato, creando quel rapporto di fiducia
tra cliente e fornitore, che è fondamentale per lo sviluppo
dell’impresa.
1
C. Callieri,Qualità, Il sole 24 Ore, Novembre 1998, pg. I
Infatti con il termine “certificazione” si intende l’atto mediante il
quale una terza parte, indipendentemente dalle parti interessate, attesta
che un prodotto, un servizio, un sistema aziendale è conforme ad una
data specifica tecnica (norma tecnica o regola tecnica)
2
.
Questo atto è opera di un organismo, detto organismo di
certificazione, che rilascia un certificato e/o il diritto d’uso di un
marchio
1.2 Differenza tra certificazione e dichiarazione di conformità.
Quando si affronta il tema della certificazione è prioritariamente
necessario chiarire la distinzione tra certificazione e dichiarazione di
conformità da un lato e tra certificazione volontaria e certificazione
obbligatoria (della quale è conseguenza la marcatura CE ) dall’altro.
Infatti, parallelamente alla certificazione, che viene rilasciata da un
terzo, esiste anche la “dichiarazione di conformità” con la quale il
produttore dichiara, sotto la sua responsabilità, che un prodotto o un
servizio da lui reso, è conforme ad una data specifica tecnica.
2
P. Cameroni,Certificare il miglioramento, DE QUALITATE, Marzo 1997, pg. 19
In luogo del termine “dichiarazione di conformità” viene
frequentemente usato, impropriamente, il termine di
“autocertificazione”.
Ciò è scorretto perché può generare confusione col termine
certificazione. In genere la facoltà concessa ad un produttore di
emettere una dichiarazione di conformità è subordinata ad un
controllo (ad esempio alla certificazione del sistema qualità
dell’azienda produttrice successivamente al quale può essere emessa
la dichiarazione di conformità del prodotto alla norma).
1.3 Tipi di certificazione
Quando si parla di certificazione bisogna specificare a quale dei tre
tipi di certificazione esistenti ci si riferisce
3
.
Si parla di certificazione di prodotto quando si attesta la conformità
del prodotto ad una specifica tecnica, sia essa una norma tecnica
(volontaria) o una regola tecnica (obbligatoria).
Esiste poi una certificazione di una azienda attraverso la quale si
attesta la conformità del sistema qualità dell’azienda alla prescrizione
di una delle norme della serie UNI EN ISO 9000 che forniscono le
3
G. Iacono, La Qualità certificata , Andrea Tencati Editore, 1995
indicazioni secondo le quali deve essere organizzata e deve operare
un’azienda in regime di garanzia della qualità
4
.
La certificazione del personale è invece l’atto mediante il quale si
attesta che una determinata persona ha i requisiti per operare con
competenza in un determinato settore tecnico o organizzativo (es.
saldatori, tecnici per prove distruttive, ispettori di sistemi qualità
aziendali, ecc.).
1.4 Marcatura CE e marchi volontari
Per quanto riguarda la marcatura CE bisogna innanzi tutto dire che il
marchio è un segno distintivo applicato su di un prodotto o, in caso di
necessità, sulla sua confezione, per il quale è stato rilasciato un
certificato.
Esso, nella maggior parte dei casi, è di natura volontaria ed attesta che
il prodotto ha caratteristiche che vanno al di là di quanto richiesto dai
regolamenti (obbligatori) e ha funzione di testimoniare, presso gli
utilizzatori, la qualità dei prodotti.
Esistono in campo nazionale marchi volontari e marchi obbligatori: I
marchi volontari attestano la conformità del prodotto a norme tecniche
4
EDITORIALE, Speciale Certificazione, DE QUALITATE, Marzo 97, pg. I
di impiego volontario, i marchi obbligatori attestano la conformità del
prodotto a norme tecniche di impiego obbligatorio
5
.
A livello europeo la comunità ha istituito la marcatura CE il cui
impiego è obbligatorio.
Tale marcatura è stata istituita dalla legislazione comunitaria nel
quadro delle iniziative prese per l’attuazione, entro il 31 Dicembre
1992, del Mercato unico europeo.
Essa è costituita da una sigla che deve essere apposta in modo visibile
e indelebile su un prodotto (o sul suo imballaggio) per attestare che
esso possiede i requisiti essenziali fissati da una o più direttive
comunitarie.
Per i prodotti oggetto di una direttiva comunitaria, che ne fissa i
requisiti essenziali affinchè esso non possa recare danno alla salute ed
alla sicurezza degli utilizzatori o dell’ambiente, l’impiego della
marcatura CE è obbligatorio e conferisce loro il diritto di libera
circolazione sull’intero territorio comunitario.
Per apporre la marcatura CE su un prodotto il produttore deve seguire
determinate e precise procedure che vengono stabilite dalla stessa
direttiva che ne prescrive i requisiti essenziali: prove di laboratorio,
5
G. Mattana, Qualità, affidabilità, certificazione, Franco Angeli Editore, 1997
intervento di organismi di certificazione per la certificazione del
prodotto stesso o del sistema qualità dell’azienda produttrice.
Le procedure sono tanto più severe quanto maggiore è la pericolosità
del prodotto. Esse vengono attuate da organismi scelti e notificati agli
organi comunitari dagli stati membri in funzione della loro
competenza.
Questa viene accertata e periodicamente controllata secondo apposite
norme (serie UNI EN 45000).
La marcatura CE deve anche facilitare la verifica della conformità dei
prodotti fabbricati in paesi terzi che si intendano commercializzare in
seno al mercato comunitario.
La marcatura CE documenta che il prodotto marchiato possiede i
requisiti essenziali prescritti dalla legislazione comunitaria, ma non
permette di evidenziare, sul piano commerciale, la qualità del prodotto
stesso.
Questo compito è affidato ai marchi volontari di conformità alle
norme tecniche i quali conferiscono al consumatore una garanzia
supplementare sulla qualità dei prodotti al di là del loro possesso dei
requisiti essenziali previsti dalle direttive comunitarie.
Si deve pertanto prevedere che in futuro si troveranno, sul mercato
comunitario prodotti dotati della marcatura CE e del marchio
volontario prescelto dal produttore per valorizzare la qualità del suo
prodotto. Il valore, sul mercato, del marchio volontario dipende dalla
conoscenza che ne ha il consumatore e della fiducia che ispira
l’organismo che lo rilascia.
I marchi nazionali volontari incontreranno, almeno inizialmente,
notevoli difficoltà ad essere riconosciuti al di là delle frontiere, ma il
rispetto delle esigenze europee che governano il loro rilascio dovrà
permettere agli organismi che li rilasciano di stipulare accordi di
riconoscimento reciproco.
In tal modo un prodotto dotato di un marchio Italiano potrà
automaticamente usufruire di un marchio straniero, riconosciuto nel
paese di destinazione del prodotto e viceversa.
Per facilitare la stipulazione di questi accordi gli organi comunitari
hanno stipulato con il CEN e il CENELEC una convenzione per la
creazione di un “Organismo Europeo per la certificazione e le prove”.
1.5 Ruolo degli enti di accreditamento.
Affinchè gli organismi di certificazione che rilasciano ai propri
produttori un certificato di conformità e/o il diritto d’uso di un
marchio volontario, possono, sull’intero spazio comunitario, ispirare
fiducia ai consumatori è necessario che essi siano organizzati ed
operino secondo regole ben precise che, su invito degli organi
comunitari, il CEN ed il CENELEC hanno pubblicato come norme
della serie EN 45000.
Gli organismi
6
di certificazione che operano secondo le prescrizioni di
queste norme hanno il diritto di essere accreditati da organismi
appositamente costituiti.
In Italia operano come organismi di accreditamento il SINAL (sistema
nazionale di accreditamento dei laboratori) per l’accreditamento dei
laboratori di prova e il SINCERT (sistema di accreditamento degli
organismi di certificazione) per l’accreditamento degli organismi di
certificazione
7
.
Fondatori del SINAL e del SINCERT sono stati i due Enti normatori
nazionali UNI e CEI.
L’accreditamento viene rilasciato precisando i settori merceologici per
cui è valido, ma ciò non impedisce all’organismo di certificare anche
in altri settori.
Vi sono comunque organismi di certificazione anche di rinomanza
internazionale, che operano a tutto campo, in settori molto diversi tra
loro.
Attualmente gli organismi di certificazione accreditati sono circa una
quarantina, e oltre ventimila sono le aziende che in Italia hanno finora
ottenuto la certificazione del sistema qualità (in Europa sono oltre
centocinquantamila).
L’accreditamento come è noto può riguardare sia gli organismi che
certificano il prodotto sia quelli che certificano sistemi di qualità
aziendale.
L’area di certificazione di prodotto è senza dubbio la più vasta in
quanto ricomprende la direttiva sulle macchine, sui giocattoli, sui
mezzi personali di protezione, sul rumore di alcuni macchinari, sugli
apparecchi a pressione semplice ed altri.
6
P. Cavanna, Aspetti istituzionali e normativi dell’accreditamento degli Organismi di
Certificazione, Qualità &, Giugno 1996, pg. 15
7
EDITORIALE, SpecialeCertificazione, DE QUALITATE, Marzo 97, pg. II
L’area di certificazione dei sistemi di qualità aziendale interessa
invece, per gli aspetti relativi ai controlli produzione, le direttive sui
mezzi personali di protezione e quella sugli apparecchi a gas.
L’accreditamento poi, effettuato da un organismo nazionale inserito in
una organizzazione europea di organismi di accreditamento E.A.C.
non risulta essere un atto nazionale a se stante ma gode del mutuo
riconoscimento da parte di tutti gli altri organismi comunitari e quindi
riesce proprio a trasferire quella fiducia necessaria per una
convincente presentazione di un prodotto su un nuovo mercato.
I settori per cui sono stati concessi il maggior numero di
accreditamenti sono: il meccanico il metallurgico, l’elettrico-
elettronico, il settore costruzioni, impianti e servizi annessi, trasporti,
magazzinaggi, comunicazioni e commercio.
E’ importante notare che questi settori coprono i due terzi del totale
delle aziende certificate.
Ultimamente poi si è riscontrato un forte incremento in nuovi settori
come i settori merceologici dell’agricoltura, del cuoio/ concia delle
pelli, dei prodotti farmaceutici, della ristorazione,
dell’intermediazione finanziaria, della pubblica amministrazione e
della sanità.
Ciò è indice dell’effettiva applicazione del modello ISO 9000 a nuovi
settori merceologici che si sono affacciati ultimamente al mondo della
certificazione.
1.6 Norme di riferimento.
In materia di certificazione esiste una consistente quantità di atti
comunitari più o meno vincolanti che hanno tracciato e sospinto lo
sviluppo della certificazione sia obbligatoria che volontaria in tutta
Europa
8
.
Se alle disposizioni europee in materia di certificazione obbligatoria si
è avuta come logica conseguenza la produzione di atti legislativi
nazionali di recepimento e/o adeguamento dell’ Italia a tali
disposizioni, per quanto riguarda la certificazione volontaria ciò non è
avvenuto ne è necessario.
Non è avvenuto perché il sistema di certificazione nazionale, al pari di
ogni altro sistema di un altro Stato europeo aderente all’ Unione
Europea, si basa su principi comuni ed universalmente riconosciuti
contenuti in norme tecniche europee (serie UNI EN 45000 ).
8
M. Mazzucatelli, Uno sguardo alla Certificazione ISO 9000, Qualità &, Luglio 1997, pg.39