informativo, alla quotazione in borsa e alla pubblicità finanziaria in relazione alle operazioni
di finanza straordinaria. Per quanto riguarda queste operazioni di finanza straordinaria sono
prese in considerazione le offerte pubbliche di acquisto, le acquisizioni, le fusioni e le
privatizzazioni. Viene poi analizzata la quotazione in borsa e nello specifico il processo di
quotazione, il piano di comunicazione e le caratteristiche della pubblicità finanziaria durante
la quotazione e per le società quotate in genere.
Il terzo capitolo invece analizza un caso aziendale di quotazione in borsa, quello di Cobra
Automotive Technologies. Questa società, che ha realizzato il suo processo di quotazione nei
mesi di novembre e dicembre del 2006, è stata presa in considerazione poiché ha effettuato
una fra le maggiori operazioni di quotazione in borsa dell’ultimo anno. Dopo aver presentato
la società, le sue attività ed il suo modello di business, il mercato in cui opera e le sue attività
di comunicazione, viene preso in considerazione il processo di quotazione della società
individuando le motivazioni che hanno condotto a questa decisione, gli attori coinvolti nel
processo di quotazione e il calendario delle operazioni. Successivamente viene studiata la
comunicazione riguardante la quotazione attuata dalla società, sia di carattere obbligatorio che
non, includendo le forme di pubblicità finanziaria svolte. Viene anche esaminato il prospetto
informativo realizzato dalla società e l’andamento del titolo in borsa.
A corredo dei tre capitoli del lavoro è inoltre presente un appendice contenente gli articoli
normativi che maggiormente influenzano e regolano la pubblicità finanziaria. Questi articoli
fanno parte dei regolamenti e delle leggi che disciplinano la materia, in particolare: il
regolamento emittenti della Consob attuato con la delibera n.11971 e successive modifiche, il
decreto legislativo n. 58 del 24 febbraio 1998, meglio conosciuto come Testo unico della
finanza e la direttiva 2003/71/CE dell’Unione Europea.
Abbiamo dedicato ampio spazio, nel primo capitolo, alla comunicazione finanziaria,
poiché riteniamo che questa sia la disciplina specifica all’interno della quale si collochi lo
studio della pubblicità finanziaria.
Nel secondo capitolo, dove il tema principale è la pubblicità finanziaria e la quotazione in
borsa, ampio risalto è stato dato al prospetto informativo perché è un elemento fondamentale
della comunicazione e della pubblicità finanziaria e svolge un ruolo di primissimo piano nei
processi di quotazione in borsa.
Il terzo capitolo, infine, è dedicato alla verifica e all’analisi, attraverso un caso reale, delle
teorie, delle normative e delle applicazioni precedentemente esposte. Sono state analizzate le
forme di pubblicità finanziaria utilizzate e le altre modalità di comunicazione rilevanti nel
processo di quotazione.
4
CAPITOLO I
LA COMUNICAZIONE FINANZIARIA E LE INVESTOR RELATIONS
1.1 Il ruolo della comunicazione economico-finanziaria nelle imprese
La comunicazione economico-finanziaria può essere considerata come il complesso delle
comunicazioni effettuate attraverso qualsiasi canale di diffusione dalla direzione aziendale
alle varie classi di interesse sull’evoluzione dell’assetto reddituale, finanziario e patrimoniale
dell’impresa
1
. La comunicazione riveste un ruolo centrale nel processo di creazione del
valore. L’obiettivo primario della comunicazione aziendale è di rendere visibile e
condivisibile il patrimonio, tangibile e intangibile dell’azienda, frutto delle sue competenze e
delle sue capacità. L’azienda attraverso la comunicazione cerca di ottenere credibilità
strategica e reddituale, fiducia e legittimazione. Attraverso la comunicazione gli elementi del
patrimonio dell’azienda diventano percepibili e quindi anche apprezzabili da parte
dell’ambiente in cui l’azienda opera. La comunicazione crea e diffonde valore poiché è uno
degli strumenti principali grazie al quale l’azienda è in grado di interpretare ed influenzare
l’ambiente esterno ed interno, modificando se stessa e le proprie relazioni con i terzi per
migliorarsi e per accrescere il proprio valore. La comunicazione riveste un ruolo
fondamentale perché è lo strumento principale con cui regolare le relazioni che si instaurano
tra l’azienda e l’ambiente interno ed esterno ad essa.
Secondo la Corvi la comunicazione finanziaria è “volta a migliorare le relazioni con i
portatori di risorse, esplicitando gli aspetti patrimoniali, reddituali, e finanziari dell’impresa,
nonché gli auspicabili incrementi di valore del capitale economico, ovvero rendendo
percepibile la sua qualità di operatore economico, di soggetto capace di produrre stabilmente
reddito attraverso l’uso di determinate risorse”
2
. Marcus e Wallace invece definiscono la
comunicazione finanziaria come “the process by which we inform and persuade investors of
the values inherent in the securities we offer as a means to capitalize business”
3
. Per la
società di consulenza CitiComm, l’attività di comunicazione finanziaria può essere definita
come: “un’attività di marketing istituzionale, che coordina le discipline della comunicazione e
1
Corvi E., Economia e gestione della comunicazione economico-finanziaria d’impresa, Egea, Milano, 1997.
2
Corvi E., Comunicazione d’impresa e investor relation, Milano, Egea, 2000, pag. 55.
3
Marcus B. W., Wallace S. L., New dimensions in investor relations: competing for capital in the 21
st
Century,
Wiley & Sons, 1997, pag. 28.
5
della finanza, fornendo agli operatori finanziari, attuali e potenziali, un quadro completo e
corretto sull’andamento e sulle prospettive dell’azienda”
4
.
Attraverso la comunicazione finanziaria si cerca di soddisfare almeno tre tipi di bisogni:
• Bisogni legislativi, derivanti da precisi obblighi informativi che impongono la
produzione e la diffusione di determinate informazioni economiche attraverso il
vasto e articolato campo rappresentato dall’informativa societaria;
• Bisogni di mercato, nel nostro caso provenienti dagli investitori, che l’azienda
soddisfa attraverso la trasparenza, vista come mezzo per migliorare il rapporto con
il mercato e ottenere quindi la fiducia degli investitori;
• Bisogni aziendali che consistono nella gestione della comunicazione in modo da
aiutare l’azienda a perseguire i propri obiettivi sia attraverso la diffusione di notizie
premianti per l’azienda, sia attraverso la gestione mirata di tutto l’agire
comunicativo riguardante la sfera finanziaria.
Questi bisogni vengono soddisfatti attraverso le attività tipiche della comunicazione
finanziaria: l’informativa obbligatoria, la gestione della trasparenza, le pubbliche relazioni
finanziarie o marketing finanziario. Questi strumenti anche se individuabili, a volte non sono
facilmente distinguibili. I bisogni di mercato e quelli aziendali sono spesso sovrapponibili,
così accade che l’attività di disclosure sia fortemente legata a quella di promozione aziendale,
così come la disclosure è fortemente legata all’informativa obbligatoria. La suddivisione
appena fatta è quindi valida a livello teorico, meno nella realtà dove a volte un unico
documento o evento riunisce in se tutte e tre le funzioni e cerca di rispondere, o almeno
potrebbe farlo, a tutti e tre i bisogni sopra menzionati.
Il livello della comunicazione finanziaria è connesso all’evoluzione del mercato, ed è
strettamente influenzato dalla nascita di nuovi, o dallo sviluppo di vecchi fabbisogni a loro
volta fortemente collegati a fattori come le caratteristiche delle imprese e il contesto socio
economico
5
. Tra questi fattori si possono individuare:
• Il livello di proprietà delle imprese (corporate governance);
• Il livello di diffusione del capitale di rischio presso i pubblici finanziari;
• La presenza di istituzioni finanziarie nel capitale delle imprese;
• Fattori storici e culturali relativi all’ambiente economico e alla stessa impresa;
4
La CitiComm è una delle maggiori agenzie di consulenza nel campo della comunicazione d’impresa a livello
europeo.
5
Guatri L., Vicari S., Sistemi d’impresa e capitalismi a confronto. Creazione di valore in diversi contesti,
Milano, Egea, 1994.
6
• Fattori legislativi;
• La competitività del mercato dei capitali.
La comunicazione economico-finanziaria dell’impresa mira, oltre che a ottenere i capitali
necessari per il finanziamento di progetti di investimento, a raggiungere altri obiettivi come la
massimizzazione del prezzo di collocamento del titolo, la stabilizzazione della quotazione,
l’aumento del volume degli scambi, la minimizzazione dell’impatto negativo sul mercato del
rallentamento dello sviluppo aziendale, la prevenzione di scalate ostili. Tutti questi obiettivi
sono conseguibili attraverso una politica di comunicazione trasparente e leale che permetta il
trasferimento ai prezzi dei titoli della capacità effettiva dell’impresa di creare valore. Tale
capacità è una misura della performance che sintetizza gli obiettivi d’impresa in quanto
permette di comprendere la sua capacità di generare flussi finanziari e reddituali che sono
condizione per la sopravvivenza di un istituto economico nel tempo. Il bilancio e le relazioni
periodiche, tipicamente sotto forma di utile o perdita determinati secondo criteri di
competenza temporale, sono gli strumenti principali che l’impresa utilizza per comunicare le
performance ottenute.
Nonostante la periodicità e gli obblighi legislativi che impongono la pubblicazione dei
risultati contabili da parte delle imprese, non sempre questi risultati sono comunicati in modo
da rendere agevole un giudizio fondato sulle performance effettive dell’impresa da parte degli
stakeholders. Possono essere individuati alcuni limiti: i risultati di bilancio sono pesantemente
condizionati da norme giuridico-formali, questi risultati sono spesso uno strumento utilizzato
dall’impresa per comporre contrapposti interessi di varie categorie di stakeholders, i risultati
contabili trascurano, a causa di difficoltà nella loro contabilizzazione, la dinamica dei beni
immateriali, sono inevitabilmente orientati al passato, non tengono conto delle modificazioni
dei rischi che gravano sull’impresa e sui suoi flussi reddituali.
A causa dei limiti dei dati contabili, si avverte la necessità di integrare tali dati con altre
indicazioni in grado di fornire un quadro completo delle performance dell’azienda. Vengono
quindi spesso utilizzati dati di carattere extracontabile come la crescita del mercato, lo
sviluppo di nuovi prodotti, gli investimenti in ricerca e sviluppo, la qualità dei prodotti, il
raggiungimento degli obiettivi strategici, la qualità dei processi, la soddisfazione della
clientela, perché hanno una forza comunicativa elevata e riescono a trasmettere la solidità
finanziaria di un’azienda, anche se ovviamente questi dati non vengono contemplati dalle
normative in materia di trasparenza societaria. Risulta quindi necessaria la capacità di
integrare la comunicazione dovuta con altri elementi idonei ed ormai indispensabili per
7
fornire un quadro completo sull’andamento dell’impresa. Si tratta di intraprendere una
politica di comunicazione volontaria che integri le informazioni di carattere obbligatorio
previste dalle norme in materia di trasparenza. Un approccio di questo tipo renderà gli
stakeholders maggiormente edotti sulla solidità e sulle prospettive dell’azienda e
contestualmente darà la possibilità all’azienda di accrescere la propria credibilità nei confronti
della comunità finanziaria e quindi di costruirsi un vantaggio competitivo.
Gli obiettivi perseguibili attraverso la comunicazione finanziaria sono molteplici e
dipendono dal ciclo di vita in cui si trova l’impresa, dalla situazione del mercato e da eventi
macroeconomici particolari. Proponiamo comunque una classificazione dei principali
obiettivi:
• Ottenere i capitali necessari all’espansione dell’azienda;
• Massimizzare il prezzo di collocamento e sostenere l’azione dopo la quotazione
ufficiale in borsa;
• Raggiungere e mantenere un clima favorevole alle azioni e/o obbligazioni della
società sul mercato finanziario;
• Incrementare e mantenere il valore delle azioni;
• Aumentare il volume degli scambi delle azioni;
• Supportare le operazioni finanziarie;
• Dare ad un sempre maggior numero di persone la possibilità di partecipare ai
successi delle società;
• Stabilire un rapporto proficuo con gli azionisti prevenendo le incomprensioni;
• Far fronte alla concorrenza sul mercato finanziario in tutto il paese;
• Provvedere i più alti dividendi possibili;
• Mettere in rilievo le caratteristiche dello sviluppo aziendale;
• Sollecitare l’interesse intorno alla relazione annuale;
• Minimizzare l’impatto del rallentamento nei risultati di bilancio e nella crescita
dell’azienda;
• Mantenere la credibilità e l’alta immagine dell’azienda presso i target group
istituzionali;
• Mantenere la motivazione e il morale interni;
• Prevenire o facilitare scalate ostili;
8
• Prevenire o facilitare offerte pubbliche di acquisto
6
.
Il mercato a volte non riceve tutte le informazioni necessarie per valutare le imprese
adeguatamente e quindi, in sostanza, per attribuirgli il loro valore. La differenza tra il valore
reale e quello percepito dal mercato è spiegabile con l’individuazione di cinque gap
comunicativi
7
:
• Information Gap, dato dalla differenza tra l’importanza data dagli analisti e dagli
investitori ad un determinato tipo di informazione e l’efficacia comunicativa di
quella informazione veicolata dall’impresa. La carenza di informazioni può causare
eccessivo ottimismo o valutazioni particolarmente negative. Alcune informazioni in
grado di ridurre questo tipo di gap sono: la crescita del mercato, quota e dimensione
del mercato, ricavi dati da nuovi prodotti, tempo del ciclo produttivo dei prodotti,
human resource, canali distributivi, tasso di retention dei vari prodotti, cash flows,
costi di acquisizione dei clienti. Da notare che questi elementi sono
prevalentemente di natura extracontabile.
• Reporting Gap, dato dalla differenza attribuita dal management ad una determinata
misura di performance ai fini della valutazione dell’impresa e quanto questa misura
è comunicata efficacemente all’esterno. Le misure per cui si manifesta un elevato
reporting gap (in definitiva la non adeguata comunicazione di fattori che il
management ritiene comunque molto importanti) sono: il tasso di retention dei
dipendenti, il tasso i turnover dei clienti, il tempo del ciclo di vita del prodotto, il
capitale intellettuale, il costo di acquisizione dei dipendenti e dei clienti.
• Quality Gap, dato dalla differenza tra l’importanza attribuita dal management ad
una determinata misura di performance e l’attendibilità delle informazioni fornite in
merito dai sistemi informativi dell’impresa. Le misure per cui esiste un elevato
quality gap sono: la crescita, la quota e la dimensione del mercato. Migliorare i
sistemi informativi aziendali per queste misure, contribuirebbe a migliorare la
comunicazione dell’azienda.
• Understanding Gap, dato dalla differenza tra l’importanza attribuita dal
management ad una determinata misura di performance e l’importanza attribuita a
6
Questi obiettivi sono in parte ripresi da: Masullo S. M., Investor relations, Milano, Franco Angeli, 2005. Per
ulteriori approfondimenti si rimanda al testo stesso.
7
Eccles R. J., Hertz R. H., Keegan E. M., Phillips D. M. H., The value reporting revolution – Moving Beyond
the earning games, New York, John Wiley & Sons inc., 2001, pagg. 130 e seguenti. Da una ricerca di
PriceWaterHouseCoopers su analisti, investitori e managers negli Stati Uniti e in altri tredici paesi europei ed
asiatici.
9
questa misura da analisti e investitori. Alcune misure, infatti, possono essere
ritenute importanti dai managers e non dal mercato o viceversa.
• Perception Gap; dato dalla differenza tra quanto efficacemente il management
crede di lavorare per fornire una determinata misura di performance e come analisti
ed investitori percepiscono l’adeguatezza delle informazioni ricevute. Può capitare,
infatti, che il management pensi di agire correttamente ed in maniera efficace nel
fornire determinate misure di performance mentre il mercato non è assolutamente
soddisfatto di quanto ottiene e quindi del lavoro dei managers.
Individuare i gap esistenti all’interno dell’azienda è un primo step fondamentale per
lavorare nella direzione del miglioramento delle politiche comunicative. Riconoscere la
presenza di un information gap significa rendersi conto di possibili anomalie comunicative e
dell’urgenza di correggere gli errori di comunicazione. Ogni gap necessiterà di soluzioni
differenti, ad esempio, un reporting gap indica la necessità di migliorare i sistemi di
misurazione interni.
Da quanto detto, si evince anche il ruolo di centrale importanza svolto dal management nel
proporre, indirizzare, realizzare e controllare le politiche comunicative dell’impresa. I
Consigli di Amministrazione, rappresentanti degli azionisti, a loro volta, avrebbero l’obbligo
di realizzare un rapporto dialettico e costante con i managers e in particolare, per il bene
dell’impresa, dovrebbero
8
:
• Richiedere al management di identificare le principali misure finanziarie e non
finanziarie considerate importanti al fine della creazione e della misurazione del
valore;
• Assicurarsi che il management fornisca queste informazioni al CDA su base
periodica;
• Comunicare queste misure esternamente agli investitori;
• Assicurarsi che l’impresa metta in atto sistemi per la gestione del rischio,
includendo informazioni sulle relazioni attese tra rischio e rendimento dei progetti
d’investimento intrapresi;
• Fare in modo che questi sistemi e le informazioni da essi generate siano fornite al
CDA e comunicate esternamente agli investitori;
• Ottenere dal management garanzie sul controllo dell’affidabilità di tutte le misure
che non sono previste da norme contabili e dei loro sistemi di rilevazione;
8
Eccles R. J., Hertz R. H., Keegan E. M., Phillips D. M. H., op cit., pagg. 239 – 248.
10