6
l’uomo entra nella macchina, naviga con essa, può spedire messaggi a
recapito istantaneo, può ottenere ogni sorta di materiale, può entrare in
contatto con esperti e appassionati di ogni argomento stando comodamente
a casa propria.
I riferimenti storici essenziali per lo studio della psicologia del ciberspazio
sono gli scritti di Sherry Turkle
3
, Rossane Allucquère Stone
4
e Pierre
Lèvy
5
.
La Grande Rete è un oggetto a personalità multipla.
Non più solo tecnologia, non più soltanto scambio di informazione e
capacità di calcolo, la Rete delle Reti ha lasciato parte delle sue fondamenta
ad edifici sociali, realtà virtuali vissute da persone reali, ambienti digitali
che si fanno luoghi di condivisione dell'esperienza fatta e di
sperimentazione di esperienze possibili.
Assieme all’indubbio interesse ed entusiasmo dimostrato dai più in seguito
alla scoperta “dell’Oceano Internet”, qualcuno si è chiesto se la Rete non
potesse avere anche qualche rischio. Lo psichiatra americano Goldberg
6
3
Turkle S.: Life on the Screen: Identity in the Age of the Internet. Simon and Schuster, 1995,trad. it. La
vita sullo schermo, Apogeo, Milano, 1997.
4
Stone A.: Desiderio e tecnologia. Il problema dell’identità nell’era di Internet, Feltrinelli, Milano,
1997.
5
Lévy P.: Cybercultura. Gli usi sociali delle nuove tecnologie, Feltrinelli, Milano, 1999.
6
Ivan Goldberg, INTERNET ADDICTION DISORDER (IAD) Quando Internet diventa dipendenza,
1998. Disponibile presso il sito: http://www.bussola.it/ezine/1998/num08/iad.htm
7
avanzò per primo l’ipotesi di disturbi dovuti ad una sorta di dipendenza da
Internet. La psichiatra canadese K.Young
7
segnalò alcuni fenomeni
psicopatologici connessi proprio all’uso di Internet. Vennero così
diagnosticati i primi pazienti affetti da sintomatologia IAD-correlata, nei
quali era presente, assieme ad uno strano corteo sintomatologico, una sorta
di irrefrenabile bisogno di chattare, a volte così esclusivo da indurre a
trascurare qualsiasi altra attività.
In questo spazio dove il reale e il virtuale si fondono, la psicoterapia non
poteva rimanere “off-line”. La psicoterapia virtuale sembra essere nata con
ELIZA
8
, un programma creato nel 1966 da Weizenbaum
9
mentre lavorava
al MIT. Weizenbaum sognava di realizzare un software per calcolatore
capace di simulare alla perfezione il comportamento di uno psicoterapeuta.
ELIZA doveva essere in grado di valutare il disagio del paziente secondo
un approccio psicologico di tipo rogersiano. Come era prevedibile lo
psicoterapeuta elettronico non risultò all’altezza della situazione,
mostrando evidenti lacune nella “comprensione” della personalità umana.
Negli anni successivi vennero fatti altri tentativi però l’intento non era più
7
Young K. S.: Internet Addiction the Emergence of a New Clinical Disorder, 1996. Disponibile presso il
sito: http://www.netaddiction.com/articles/newdisorder.htm
8
Eliza. Disponibile presso il sito:
http://www.ilsognodieliza.com/download/documenti/strumentilpt.html
9
Weizenbaum J.: Il potere del computer e la ragione umana. I limiti dell'intelligenza artificiale, Gruppo
Abele, 1970
8
quello di simulare un terapeuta ma di programmare un software come
supporto ad orientamento psicoeducazionale o per sviluppare le
potenzialità cognitivo comportamentale. Nel 1982 Selmi, Klein e Griest
10
mostrarono che un programma interattivo per il trattamento cognitivo della
depressione lieve era altrettanto efficace di un trattamento fornito da un
terapeuta. Poco tempo dopo un altro gruppo trovò che il computer poteva
essere utilizzato per trattare fobie. A Madras, in India, un terapeuta ha
creato una “clinica virtuale”; al Maudsley Hospital di Londra è attualmente
usato di routine un programma per trattare agorafobie e attacchi di panico,
questo software guida il paziente attraverso una auto-terapia di tipo
comportamentale e può essere usato senza contattare il medico; negli USA
è in funzione un programma per insegnare all’utente a moderare il
comportamento alcolico.
Dopo i software
11
che dovevano simulare uno psicoterapeuta, la Rete offre
ai navigatori l’opportunità di provare una psicoterapia on-line, con uno
psicoterapeuta in carne ed ossa che risponde attraverso il computer.
Abbandonato il lettino, psicologo e paziente sperimentano gli strumenti
digitali e le nuove forme di comunicazione a distanza. Basta avere un
modem e collegarsi ad Internet, per trovare senza difficoltà le pagine che
10
Selmi, P., Klein M. H., Griest, J. H.: An investigation of computer-assisted cognitive-behavior
therapy in the treatment of depression. Behavior Research Methods Instruments, 1982.
11
Termine che indica tutti i componenti intangibili di un sistema informatico, ossia i programmi e i dati
elaborati dalle macchine.
9
forniscono consulenza psicologica. Gli strumenti che rendono attuabile una
psicoterapia on-line attualmente sono: e-mail, chat-line, forum di
discussione e adesso anche la web-cam, una piccola telecamera che
posizionata di fronte al computer dà a psicoterapeuta e paziente la
possibilità di vedersi e di sentirsi dal vivo, riuscendo a stabilire un rapporto
simile al setting classico.
Leonard Holmes, un noto web-counselor americano, fa notare che la
definizione di psicoterapia recita: ”un trattamento dei disordini emozionali,
comportamentali, della personalità e psichiatrici basato primariamente sulla
comunicazione verbale e non verbale con un paziente, in contrasto con i
trattamenti che utilizzano sostanze chimiche o fisiche“
12
. Egli ribadisce
che la comunicazione verbale e quella non verbale sono menzionate
insieme nella definizione e sono entrambe essenziali per poter definire una
psicoterapia. Detto questo conclude riconoscendo l’utilità di Internet in casi
di psicoterapia nei quali l’utente, per svariate ragioni, non può raggiungere
di persona il suo terapeuta con il quale ha già iniziato un percorso vìs à vìs.
L’uso del computer per le terapie è una questione che presenta problemi
etici, clinici e teorici di enorme portata, ma che offre il miraggio del poter
portare la psicoterapia di taluni disturbi alla portata veramente di tutti.
12
Holmes L.: Cybertherapy is it really therapy?, 1997. Disponibile presso il sito:
http://mentalhealth.miningo.com/library/weekly/aaq42197.htm
10
Questa tesi vuole affrontare il fenomeno delle psicoterapie on-line.
Inizio questo percorso parlando in generale di Internet, delle sue funzioni e
dei suoi tanti servizi. Continuo analizzando la realtà virtuale, la tipologia
dei rapporti sul Web, le relazioni che le persone hanno mediate dai
computer e di come tali relazioni vanno modificando profondamente il
modo di pensare e sentire. Affronto i temi delle identità virtuali multiple e
dell'Io flessibile. Nel resto della tesi tratto, nello specifico le psicoterapie
on-line cercando di affrontare tutte le controversie ad esse associate. Ad
esempio, le psicoterapie, in generale, si fondano sulla relazione paziente
psicoterapeuta, allora quale tipo di relazione terapeutica offrirebbe il
ciberspazio? Qual è la diffusione di questa pratica? Che tipi di approcci
teorici vengono seguiti? Quanti e quali pazienti vi ricorrono? Quali
patologie sono trattabili con questa modalità? Quanti terapisti la applicano?
Quale codice deontologico ed etico seguono? Quali sono i tempi? Qual è
l’importanza della mancanza del corpo? La nascita della psicoterapia on-
line ha portato anche a riflettere su tematiche legali ad essa associati.
11
CAPITOLO I
INTERNET
Internet è una Rete che collega computer e strumenti digitali. Il nome,
Internet, deriva dai suffissi delle parole interconnected e networks, ossia
reti interconesse. Si può immaginare Internet come corsie autostradali che
tramite svincoli (nodi) si connettono ad altre autostrade o a strade
nazionali, provinciali, comunali. Le autostrade prendono, in gergo tecnico,
il nome di backbone (dorsale) e collegano tra di loro reti locali, regionali,
nazionali.
Per collegare le varie reti e trasmettere i dati, vengono utilizzati i mezzi più
eterogenei: cavi telefonici, fibre ottiche, satelliti, ripetitori a microonde.
Dalle reti locali, i dati vengono trasmessi tramite connessioni ad alta
velocità, su linee internazionali e transoceaniche. Il risultato di questi
milioni di interconnessioni è una entità astratta che a molti piace chiamare
ciberspazio, un luogo che in realtà non esiste, formato dall’insieme di
informazioni e risorse che compongono Internet, il mondo virtuale.
12
Internet è cresciuto in modo esponenziale in questi ultimi anni, soprattutto
dopo la diffusione del servizio World Wide Web (WWW)
1
, con
l’incremento del numero di host
2
, cioè di computer che ospitano e
gestiscono i servizi della Rete. In Italia purtroppo, allo stato attuale manca
una “dorsale”, un’autostrada che trasporti le informazioni ad alta velocità.
Tuttavia si sta assistendo ad una fase di evoluzione della Rete. La
diffusione dell’uso di Internet nel nostro Paese è stata stimolata soprattutto
dai provider
3
nazionali che offrono abbonamenti gratuiti alla Rete.
Il collegamento di più computer in Rete ha lo scopo della condivisione di
risorse, file
4
o programmi. La configurazione “classica” di una Rete è
quella che vede un computer centrale collegato ad una serie di computer
terminali. Sul computer centrale e su quelli collegati in Rete sono presenti
programmi che rendono possibile questa condivisione di risorse. Nel gergo
informatico, il programma che risiede sul computer centrale prende il nome
1
Sistema ipermediale di presentazioni delle informazioni disponibili su Internet.Attraverso una
connessione ed un programma di interfaccia, diventa possibile consultare le “pagine”,(i file), in formato
HTML, ossia il linguaggio nel quale sono scritte e programmate le pagine Web che riuniscono testo,
grafica, sonoro e animazione.La sintassi dell’indirizzo deve essere fornita sotto forma di URL (Uniform
Resource Locator) che corrisponde all’esatta posizione sulla Rete.
2
Un host computer o end node è qualsiasi computer su Internet che soddisfi tre condizioni: 1. implementi
i necessari protocolli di comunicazione, inclusa la suite TCP/IP; 2. abbia un suo indirizzo Internet
individuale e 3. possieda una connessione di comunicazione che gli permette di scambiare pacchetti di
informazioni (packet switching technology) con altre macchine presenti su Internet.
3
Fornitore di accesso a Internet.
4
Un file (letteralmente archivio) è un qualsiasi programma o raggruppamento di dati registrato su
supporto magnetico e identificato da un nome.
13
di server
5
, quello che risiede sul computer periferico prende il nome di
client
6
. Un client è, in altre parole, un programma che è in grado di sfruttare
le risorse che il server gli mette a disposizione. Il protocollo di
comunicazione di Internet è strutturato in maniera che computer distanti
anche migliaia di chilometri siano comunque in grado di dialogare purché il
client che si sta utilizzando sia in grado di “utilizzare il medesimo
linguaggio” del server che contiene l’informazione che stiamo cercando.
Questa organizzazione della comunicazione fra computer connessi alla
Rete prende il nome di architettura client-server. Per utilizzare i servizi
della Rete bisogna pertanto capire quale programma client è in grado di
accedere al tipo di risorse cui siamo interessati e quali sono i comandi del
client per contattare il server e ottenere ciò che desideriamo. Le regole che
permettono questo dialogo fra due computer distanti fra di loro o di
interconnettersi a una Rete devono necessariamente essere fissati a priori in
un protocollo di comunicazione. Quello che regola Internet ha il nome di
protocollo TCP/IP
7
, acronimo per Trasmission Control Protocol/Internet
Protocol. Il TCP/IP raccoglie in realtà più di un centinaio di protocolli di
comunicazione che descrivono, per esempio, come deve tecnicamente
5
In informatica un computer dedicato all’esecuzione di un particolare servizio. I mail server gestiscono
per esempio la posta elettronica, i file server gestiscono la distribuzione dei file e cosi via. I calcolatori del
provider presso cui ci si collega sono chiamati Internet server.
6
La funzione della parte client è invece quella di gestire l’interfaccia con cui vengono impartiti i comandi
e che riceve e presenta all’utente i risultati delle elaborazioni del server.
7
Protocolli di telecomunicazione digitale che forniscono la base comune per la comunicazione tra
network diversi, costituendo quindi il minimo comune denominatore, essenziale per il funzionamento di
Internet.
14
avvenire la trasmissione di un file da un computer ad un altro secondo la
modalità che è nota con l’acronimo FTP (File Transfer Protocol). Il
protocollo TCP/IP utilizza una modalità di trasmissione chiamata
pacchetto. La comunicazione su Internet funziona dividendo i messaggi in
diversi “pacchetti”. I pacchetti vengono inviati in Rete e il protocollo IP li
fa viaggiare fino al computer cui devono giungere. All’altro capo il
protocollo TCP si prende cura dei pacchetti cui sono giunti, controlla se vi
sono errori in uno o più pacchetti, nel qual caso ritiene che il pacchetto
deteriorato venga rispedito e, sulla base della sequenza numerica,
ricostruisce il messaggio.
La velocità reale di un singolo messaggio dipende pertanto da vari fattori
quali, per esempio: i computer che stanno utilizzando la Rete in
quell’istante, il tipo e la qualità di connessioni e il numero di pacchetti
inviati e richiesti per trasferire quei dati. Un altro fattore limitante è la
cosiddetta larghezza di banda, cioè la capacità intrinseca della Rete di
trasportare un certo numero di messaggi. A entrambi i capi della linea
abbiamo delle capacità di calcolo ed elaborazione, per cui il sistema di
trasmissione dei dati sfrutta alcune risorse locali per comprimere il segnale
ed ottimizzare la trasmissione. Su questo principio si basa il sistema
ipertestuale del World Wide Web. Il WWW adotta un sistema per
velocizzare la visualizzazione della pagine: per ciascuna di essa le
15
informazioni relative al testo e alle caratteristiche tipografiche vengono
trasmesse separatamente ed è il computer che le riceve che elabora il tutto
in un insieme organico che presenta all’utente finale.
Come avviene per il sistema postale tradizionale, il sistema di Internet è
basato su indirizzi chiamati IP address. L’indirizzo IP è univoco e
composto da un codice numerico che identifica una qualsiasi macchina
connessa ad Internet.
16
COME CONNETTERSI
I modi per connettersi ad Internet sono principalmente due: il collegamento
permanente e quello diretto in linea commutata. Tramite un collegamento
permanente il proprio computer, o la Rete locale cui è connesso, diviene
parte integrante di Internet e viene identificato da un numero di IP fisso
assegnato da un organismo internazionale presso cui si è registrato anche il
proprio dominio
8
. In tal caso si dispone di una linea dedicata estremamente
veloce, ma un simile collegamento risulta mediamente molto costoso per
l’utente singolo. L’altro tipo di collegamento, in linea commutata, dial-up,
è la scelta della maggior parte degli utenti e ha luogo tramite un computer,
un modem e una linea telefonica. Il modem, termine derivante dai suffissi
delle parole modulatore e demodulatore, è uno strumento che trasforma i
segnali digitali del computer in segnali modulati compatibili con la
trasmissione telefonica e viceversa. Collegarsi ad Internet in questo modo è
come effettuare una normale telefonata con gli stessi costi e le stesse
modalità. Ci si può collegare anche con una linea digitale, la ISDN
(Integrated System Digital Network). La linea digitale è molto più veloce
di una normale linea telefonica, ma certamente meno conveniente per chi fa
uso sporadico di Internet. Un’altra tecnologia che consente trasmissioni a
8
Definizione tecnica della parte di indirizzo a destra della @.
17
velocità elevata sul tradizionale cavo telefonico di rame è la linea ADSL
(Asymmetrical Digital Subscriber Loop). Questa funziona con un
collegamento permanente a tariffa fissa. Per collegarsi con il tradizionale
modem, che può essere inserito internamente o posizionato esternamente al
computer, bisogna stipulare un abbonamento con un fornitore di servizi di
connessione, con un provider. In pratica, il nostro computer attraverso il
modem compone un numero di telefono che il provider ha fornito. All’altro
capo del filo vi è un computer che fa da ponte tra il nostro e la Rete e alla
ricezione della chiamata ci connette ad Internet. In altri termini il provider
apre, per nostro conto, un accesso su Internet, un account e ci fornisce un
indirizzo di posta elettronica.
18
I SERVIZI DELLA RETE
Un provider ideale dovrebbe, oltre ad essere localizzato nello stesso
distretto telefonico di residenza, offrire pieno accesso a tutti i servizi
Internet, quali: la posta elettronica, i newsgroup e i WWW, fornendo anche
i programmi più idonei al funzionamento di tali servizi.
La posta elettronica è, senza alcun dubbio, la risorsa più importante di
Internet ed è anche quella più utilizzata e apprezzata, anche a fini
commerciali. Con la posta elettronica è in pratica possibile contattare ogni
utente presente su Internet e sulle reti collegate a patto che egli abbia un
account, sia cioè identificato da un indirizzo. Con la posta elettronica, l’e-
mail, è anche possibile spedire e ricevere documenti, immagini, suoni, e
programmi in maniera rapida ed economica. Quando si riceve un
messaggio tramite la posta elettronica, lo si può leggere, cancellare,
archiviare per essere successivamente recuperato, inoltrato ad uno o più
utenti, o si può inviare una risposta al mittente. La gestione del “servizio
postale” di Internet, è affidata ad un protocollo, che è chiamato SMTP
acronimo di Simple Mail Transfer Protocol, e fa parte della grande famiglia
TCP/ip. Il protocollo fissa le regole del formato che deve avere un
messaggio elettronico e come questo deve essere trasportato e consegnato a
19
domicilio. Quando un messaggio viaggia attraverso Internet i computer
collegati utilizzano il protocollo SMTP per instradare i messaggi. Un
secondo protocollo, chiamato POP, acronimo per Post Office Protocol,
viene utilizzato per gestire il tratto di comunicazioni tra il server della posta
elettronica e il computer dell’utente. Come utenti non interagiamo
direttamente con il sistema di posta elettronica di Internet ma con un
programma client, come Eudora, Microsoft Outlook Express o Netscape
Messanger, che si occupa di fare da interfaccia tra noi e il sistema. Quando
apriamo un account su Internet ci viene attribuito un indirizzo di posta
elettronica nel formato nome@luogo, dove nome rappresenta
l’identificativo del destinatario, il simbolo “@”, che si legge chiocciola o
“at”, separa il luogo cioè il domain name del server dove il nostro account
è stato aperto. Il file di posta è un semplice file testo in formato ASCII,
acronimo per American Standard Code for Information Interchange, un
sistema che definisce come rappresentare in maniera standard i caratteri
con numeri che vanno da 0 a 255. Un file in formato ASCII può essere letto
da qualsiasi computer, indipendentemente dal programma che lo ha creato.
I file ASCII non hanno la possibilità di modificare il tipo di carattere o lo
stile. Fra l’altro, i caratteri ASCII non consentono l’uso di lettere con
accento, visto che l’inglese non lo prevede.