II
scopo è opportuno che uno “psicologo religioso” deve possedere una
approfondita conoscenza sia in teologia che in psicologia, oltre ad essere un
vero credente.
Quindi possiamo definire la “psicologia religiosa”. E’ “Psicologia
Religiosa” la ricerca razionale nell’irrazionale comportamento umano e lo
studio del comportamento individuale in soggetti particolari che subiscono
alterazioni nel carattere in modo lento o in modo netto. E’ anche psicologia
religiosa il saper distinguere la fede dalla nevrosi e la santità o la misticità
dalla psicosi. Lo psicologo religioso deve essere in grado, nell’esaminare il
soggetto, di mantenersi religiosamente neutrale, ed esaminare ogni
“stranezza” nel soggetto con metodologia scientifica.
Possiamo dire che il compito dello psicologo religioso è anche quello di
riuscire a scavare nell’inconscio personale del soggetto per eliminare, alle
origini, comportamenti presunti religiosi o areligiosi che non sono propri
dell’individuo e donare una corretta visualizzazione del problema spirituale.
Alcuni soggetti, ritenendosi ispirati da Dio, da Angeli, da spiriti di luce,
da fratelli di luce, scambiamo spesso una nevrosi o una psicosi come un
dono ricevuto da Dio e trasmettono, con autorità ad altri soggetti più deboli, le
loro ispirazioni allontanandoli dalla razionalità e quindi allontanandoli dal vero
misticismo e dalla loro vera fede di appartenenza.
III
PREFAZIONE
Nel presentare questa tesi non pensavo che potesse essere accettata
senza riserve. In un istituto di teologia presentare una tesi di psicologia
potrebbe infatti essere ritenuto inopportuno e non conforme all’indirizzo di
studi. Ringrazio pertanto il professore Giuseppe Calambrogio, direttore del
“Sa. Luca”, per aver intuito che detta tesi tratta un tema importante nello
stesso cammino teologico. Studiare l’essere umano nella sua totalità sia
psicologica che spirituale è il giusto connubio per poter capire la relazione
che c’è tra il Creatore e l’essere creato. Ringrazio inoltre il professore
Antonino Crimaldi, quale relatore, per aver accettato di aiutarmi in questa
ricerca complessa. Nella psicologia abbiamo due forme generali di “malattia”:
La nevrosi e la psicosi. Sappiamo che la nevrosi è una falsa linea
d’orientamento della razionalità. Carl Gustav Jung espresse questo
concetto così: << la nevrosi è priva di contenuto proprio. I nevrotici
falliscono, laddove i sani hanno facile successo.>>
1
La nevrosi, secondo la
psicologia individuale di Adler, non è una malattia, ma un atteggiamento, un
aspetto falsato della vita, lo stile di vita dell’uomo scoraggiato, asociale: Egli
<< segue in maniera inconscia una falsa linea d’orientamento, con false esperienze,
false in quanto da lui stesso preordinate al solo scopo di provargli che tutti gli uomini
1. FARAU A. e SCHAFFER H.,La psicologia del profondo, dalle origini ai nostri giorni, ed. Astrolabio, Roma
1962, Parte quarta cap.1,p.63
IV
e tutte le situazioni gli sono ostili.>>
1
Anche se continuiamo a dire di essere
qualcuno o qualcosa o di appartenere a qualcosa che possa scioccare gli altri
e riusciamo a far credere fermamente in quello che diciamo tanto da
sembrare , in alcuni casi dei pazzi, in coscienza siamo pienamente
consapevoli della inesistenza di quel qualcosa. E’ un sofismo che ci serve per
sentirci qualcuno e sentirci importanti nella società; infatti non riusciamo a
fare a meno del personaggio che interpretiamo che diventa parte di noi.
Negli adulti << Le cause più frequenti restano tuttavia i conflitti interiori., Essi
sono, nove volte su dieci, di natura sessuale, religiosa o familiare.>>
2
Oggi, in
forma lieve nevrotici lo siamo un po’ tutti. Il problema si pone quando la
nevrosi assume caratteristiche ossessive e diventa radicata tanto da
somigliare, in alcuni casi alla psicosi. I sofisti dopo aver inventato un
personaggio o esposto una filosofia, quando notato di aver fatto un ottimo
lavoro tale da convincere altri, si convincono a loro volta che quanto
hanno inventato è reale. Platone ce lo presenta come, << Cacciatore per
mercede di giovani ricchi, come mercante di scienze riguardanti l’anima, come
venditore di scienze prodotte da lui stesso.>>
3
La psicosi e’ una grave alterazione
della personalità caratterizzata da allucinazioni, delirio, perdita di ogni
contatto con il mondo esterno; la mania, la melanconia, la schizofrenia sono
1. Ibidem,p.90
2. DACO PIERRE, Che cos’è la psicologia, G.C.Sansoni S.p.A,Firenze 1966, XI ristampa 1972, cap.5,p.255
3. PLATONE, Sofista, a cura di Francesco Boscarino e Enrico Piscione, edizioni Graco, Catania 2004, p.55
V
i tipi di psicosi più frequenti.
Anche qui abbiamo psicosi lievi e psicosi gravi
o addirittura irreversibili. Credere di essere “Napoleone” ed essere convinti di
essere realmente Napoleone ed agire in tutte le azioni esattamente come
agirebbe o ha agito Napoleone, è una psicosi grave. Le psicosi lievi sono
tantissime e tanti individui ne sono colpiti. L’Agorafobia, la claustrofobia, il
complesso di inferiorità o di superiorità, il sentirsi ignoranti, ecc.., sono
manifestazioni lievi di psicosi. Le fobie sono psicosi lievi quando possono
tranquillamente essere curati con il solo intervento dello psicologo. << La
fobia è un tipo di ossessione. E’ caratterizzata dalla paura di un’idea, di un
soggetto o di una determinata situazione.>>
1
Da queste fobie o psicosi nasce
la psicoanalisi il cui padre sappiamo tutti che è Freud. Nei casi più gravi,
quando si ha la perdita delle capacità di reazione deve intervenire lo
psichiatra La Nevrosi può portare alla depressione, la Psicosi alla pazzia.
Come abbiamo detto, ci sono varie forme di nevrosi e varie forme di psicosi
più o meno lievi e più o meno gravi. Nel riuscire ad individuare in una nevrosi
o in una psicosi, il motivo inconscio che ha suscitato tali comportamenti, sia di
natura psichica che religiosa, consiste e si sviluppa l’oggetto di questa tesi.
Tale indagine psicologica la possiamo chiamare ”psicologia religiosa”. Infatti
può essere considerata una psicosi il rinnegare totalmente l’esistenza di un
Dio – Ateo - ; il non porsi il problema dell’esistenza di un essere superiore
1. DACO PIERRE, op.cit.,cap.5, p. 269
VI
- Agnostico - ; il credere fermamente nella Sua esistenza – Santi - ; il seguire
la scrittura senza un’analisi teologica razionale e pratica – Gnostico - ; Il voler
effettuare il culto Divino in modo rigoroso e tradizionale - Ortodossia - ecc…
Dire di credere in Dio ma avere dubbi sulla sua esistenza può essere
considerata una nevrosi. Può considerarsi una nevrosi più o meno grave in
relazione alla consistenza del dubbio dell’individuo. Come distinguere dunque
la fede dalla nevrosi o la Santità dalla psicosi? Oggi la ricerca forzata di
spiritualità porta alcuni a credere, in molteplici forme, a cose inventate ed
elaborate da altri uomini detti “ ispirati”. L’uomo oggi si associa e si attacca a
qualsiasi teoria senza esaminare con razionalità i cosiddetti messaggi o
messaggeri o contattisti. Ecco che si scivola in reali nevrosi e psicosi
camuffate da una presunta fede, << Senso di colpa nevrotico: immaginaria
spiritualità; Senso reale del peccato: spiritualità concreta.>>
1
, dove lo “psicologo
religioso” deve saper individuare l’uomo di fede dal malato psicologico. Le
due cose sono talmente simili che diventa un lavoro arduo. << E la psicologia,
eliminando questi falsi sensi di colpa, “chiarificando la colpa” , prepara la via a una
autentica religione.>>
2
A questo scopo è opportuno che uno “psicologo
religioso” deve possedere una approfondita conoscenza sia in teologia che in
psicologia, oltre ad essere un vero credente.
1. DACO PIERRE , Che cos’è la psicoanalisi, la scienza che ha Rivelato l’uomo a se stesso, II ed.BUR,
2006, prefazione, p.15
2. ibidem, p.15
VII
Quindi possiamo definire la “psicologia religiosa”. E’ “Psicologia
Religiosa” la ricerca razionale nell’irrazionale comportamento umano e lo
studio del comportamento individuale in soggetti particolari che subiscono
alterazioni nel carattere in modo lento o in modo netto. E’ anche psicologia
religiosa il saper distinguere la fede dalla nevrosi e la santità o la misticità
dalla psicosi. Il compito è arduo e difficile e occorrono studi approfonditi, nel
tempo, sul soggetto da esaminare. La psicoterapia “religiosa” deve saper
prima razionalizzare il soggetto eliminando nevrosi e psicosi scavando nelle
origini per poi razionalizzare l’irrazionale che c’è in ogni individuo ed
evitare l’insorgere di psicosi religiose che possono portare all’integralismo
religioso e/o al fanatismo. La Psicoterapia è quel complesso di mezzi
adoperati per la cura delle malattie mentali; esso utilizza accorgimenti
psicologici quali l’ipnosi, la suggestione, la rieducazione psicologica, la
persuasione, la psicoanalisi. E’ quindi opportuno istituire dei corsi di studio
per formare dei psicologi religiosi cristiani, induisti, islamici, ebrei ecc… ma
ancora meglio psicologi religiosi universali con una cultura ampia che
abbracci tutte le realtà religiose. Uno psicologo religioso universale oltre a
dover conoscere i vari testi sacri e i testi delle tradizioni delle maggiori realtà
religiose, dovrebbe sottoposi ad una psicoanalisi approfondita per riuscire a
sradicare quei fronzoli religiosi, accumulatesi nel proprio inconscio sociale,
specifici della propria filosofica religiosa, pur mantenendo salda la propria
fede. La Psicoanalisi è la scienza fondata da Sigmund Freud, ; analizza i
VIII
processi psichici dell’inconscio, per lo più allo scopo di curare i disturbi
nervosi e le manifestazioni patologiche della personalità originate da conflitti
interiori, di cui il paziente non è consapevole. Lo psicologo religioso deve
essere in grado, nell’esaminare il soggetto, di mantenersi religiosamente
neutrale, ed esaminare ogni “stranezza” nel soggetto con metodologia
scientifica.
Possiamo dire che il compito dello psicologo religioso è anche quello di
riuscire a scavare nell’inconscio personale del soggetto per eliminare, alle
origini, comportamenti presunti religiosi o areligiosi che non sono propri
dell’individuo e donare una corretta visualizzazione del problema spirituale.
Alcuni soggetti, ritenendosi ispirati da Dio, da Angeli, da spiriti di luce,
da fratelli di luce, scambiamo spesso una nevrosi o una psicosi come un
dono ricevuto da Dio e trasmettono, con autorità ad altri soggetti più deboli, le
loro ispirazioni allontanandoli dalla razionalità e quindi allontanandoli dal vero
misticismo e dalla loro vera fede di appartenenza. Ciò avviene chiaramente
per scarsa conoscenza delle scritture e per scarsa fede da parte di questi
ultimi. Un altro compito dello psicologo religioso è quello di cercare di portare
il soggetto in esame, alla conoscenza reale della propria appartenenza al Dio
unico. In definitiva possiamo dire che: E’ psicologia religiosa la
razionalizzazione del rapporto tra Dio e L’uomo e l’estirpazione di nevrosi e
psicosi comuni per la razionalizzazione dell’individuo.