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La ricerca sui comportamenti online è ancora agli inizi, ma sta coinvolgendo
rapidamente scienziati e studiosi di varie discipline. E’ possibile infatti, sfruttare
ciò che si sa circa i fattori che influiscono sul comportamento umano in altri
contesti, per trarne dei parallelismi significativi.
Questo lavoro di tesi e di ricerca, ha come obiettivo analizzare le modalità di uso
di Internet da parte degli adolescenti per cercare di delineare la realtà e i risvolti
psicologici di un fenomeno comunicativo destinato a diffondersi in maniera
esponenziale e per valutare la sua rilevanza in relazione ai processi di
socializzazione ed ai cambiamenti che di fatto esso produce nei comportamenti.
Ho elaborato quest’argomento, partendo da quella che è stata la mia esperienza di
studio in Spagna, attraverso un progetto di ricerca che vede la cooperazione tra
l’Università degli studi di Cagliari e quella di Oviedo, Asturie, resa possibile
attraverso il progetto “Erasmus” (European Action Scheme for the Mobility of
University Students), nell’ambito del programma “Socrates”, destinato dalla
Commissione Europea allo sviluppo della collaborazione trasnazionale.
Il lavoro è organizzato in due parti, una teorica e una sperimentale.
Vediamo più in dettaglio gli argomenti che sono stati approfonditi nei diversi
capitoli:
Nel primo capitolo, si introduce una conoscenza, seppur basilare, dell’origine e
dell’evoluzione della rete di Internet all’interno di un contesto psicologico. Si
esamina la storia della rete, dalla sua nascita fino ai giorni nostri, per arrivare al
cyberspazio, luogo nel quale prenderanno vita i fenomeni analizzati.
Il secondo capitolo verte sulla nuova forma di comunicazione dettata
dall’avvento della tecnologia, ovvero la Comunicazione Mediata dal Computer
(CMC). Attraverso un introduzione che spiega come i processi comunicativi
vengono inevitabilmente coinvolti nei meccanismi di progresso e di evoluzione
(Wynn e Katz, 1997), si arriva a descrivere i quattro assiomi della comunicazione
(elaborati dagli autori della “Pragmatica della comunicazione umana”,
Watzlavick et al.,1976) e dei modi in cui questi si presentano poi nelle forme di
comunicazione virtuale. Successivamente vengono descritte le due modalità
comunicative della CMC: la comunicazione asincrona o differita (posta
elettronica, mailing list, newsgroup, conferencing system) e quella sincrona o in
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tempo reale (ICQ, chat e MUD) e i processi psicologici che le caratterizzano e le
differenziano.
Il terzo capitolo rappresenta un analisi della “persona online”, dal modo in cui si
formano le prime impressioni in rete, al ruolo fondamentale svolto dall’identità
nei contesti virtuali, all’adolescenza come tappa fondamentale in cui
quest’identità raggiunge il momento principale (Tonolo, 1999), fino al modo in
cui questa, viene messa in discussione dall’utilizzo che gli adolescenti fanno di
internet. Infine vengono esaminati dei processi psicologici caratteristici dello
sviluppo umano (identificazione, proiezione e rappresentazione), rapportati in un
contesto di interazioni virtuale.
Nel quarto capitolo si guarda con attenzione agli aspetti psicologici dell’uso della
rete e alle dinamiche di gruppo che la caratterizzano. Un’iniziale definizione dei
termini società, comunità, massa mediatica e gruppi, consente una maggiore
comprensione di un fenomeno che si sta diffondendo a macchia d’olio come la
nascita delle “comunità virtuali”. Verranno esaminate le dinamiche psicologiche
in queste implicate, la formazione di ruoli e status, e le regole o “netiquette” che
le gestiscono. Successivamente sarà analizzata internet in un contesto
psicanalitico come luogo per la formazione di un “campo gruppale” (Corrao
1985), e come contesto per un illusione gruppale (Anzieu, 1979).
Nella parte sperimentale, ci si propone di esplorare il fenomeno dell’utilizzo di
Internet e delle chat da parte di un campione rappresentativo di studenti spagnoli
delle classi di prima e seconda “bachillerato” (che corrisponderebbero alle quarte
e quinte superiori italiane) di età compresa tra i sedici e i diciannove anni,
attraverso la rilevazione delle modalità di accesso alla rete, la quantità di tempo
trascorso navigando, la tipologia dei servizi maggiormente utilizzati tra quelli
offerti dai diversi siti e le motivazioni che ne sottendono la ricerca e l’uso, il tutto
attraverso la somministrazione di un questionario appositamente creato per la
ricerca in questione.
Successivamente, verranno messi a confronto i dati ottenuti dal campione di
studenti spagnolo, con i dati ottenuti da un campione di studenti sardi per
rilevarne le eventuali differenze.
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Da un punto di vista psicologico, oggetto di approfondimento e di indagine
saranno le motivazioni che spingono i giovani a stringere legami di amicizia e di
affetto in rete, le peculiari caratteristiche che le dinamiche di gruppo assumono
nel cyberspazio, i problemi psicologici e psicopatologici intenet-correlati, i
fenomeni di dipendenza che l’uso della rete può in qualche caso indurre.
Infine, nel tracciare i contorni di un fenomeno che sia Italia che in Spagna, non
ha ancora raggiunto i livelli di diffusione di altri paesi, l’attenzione sarà rivolta
alla comprensione di quanto questo nuovo mezzo di comunicazione incide nella
quotidianità e negli stili di vita dei giovani navigatori, soprattutto in relazione alle
dinamiche relazionali e all’organizzazione dei tempi di vita quotidiana.
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CAPITOLO I
INTERNET IN UN CONTESTO PSICOLOGICO
1.1 Le Origini: una rete sperimentale militare
Nel 1957, il governo degli Stati Uniti, istituì la Advanced Research Projects
Agency (ARPA – Agenzia per i Progetti di Ricerca Avanzata), un dipartimento
del Ministero della Difesa avente come obiettivo quello di mantenere la
leadership americana nel campo della scienza e della tecnologia militare.
Siamo in piena guerra fredda: attraverso l’ARPA l’America cerca di far fronte
alla ricerca e alla tecnologia che, il 4 ottobre dello stesso anno, portarono
l’Unione Sovietica a spedire in orbita il primo satellite chiamato Sputnik. In
origine quindi l’idea americana era quella di collegare i computer delle
postazioni tattiche militari più importanti in modo che potessero essere
comandati a distanza. Lo scienziato incaricato dall’ARPA per lo studio sulle reti
di trasmissione dati fu Paul Baran che s’ispirò fondamentalmente alle reti neurali
del cervello umano, ricavando un modello che battezzò “distributed network”
(rete distribuita) basato sulla ridondanza e la molteplicità dei collegamenti (Carlo
Gubitosa, apogeonline). L’intuizione innovativa di Baran fu proprio il fatto che
nella rete non vi era nessun punto centrale: ciascun nodo del network (punto di
incontro tra reti diverse) avrebbe potuto operare come nodo primario. In questo
modo, fu ipotizzabile una rete di comunicazione in cui i messaggi potessero
seguire qualsiasi strada e se qualche nodo fosse stato danneggiato, un altro lo
avrebbe potuto rimpiazzare.
Nel 1969 l’ARPA fondò ARPAnet, il precursore di internet, consentendo al
complesso sistema di computer network ideato in ambito militare, di estendersi
alle istituzioni educative. Vennero creati dei nodi che collegavano quattro grandi
computer nelle Università del sud-ovest degli Stati Uniti: il nodo dell’UCLA
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(University of California Los Angeles), lo Stanford Research Institute, l’UCSB
(University of Santa Barbara) e l’Università dello Utah.
Tutto il traffico che viaggiava su queste connessioni non era confidenziale e
serviva prevalentemente a titolo di ricerca e sperimentazione. All'epoca i sistemi
per trasmettere messaggi da una località all'altra non erano molto efficaci e il
primo obiettivo dei ricercatori fu proprio quello di trovare soluzioni funzionali
per convogliare i pacchetti su arpanet. Decisero di adottare un modello il cui
sviluppo era già iniziato in Europa (per opera del National Physics Lab inglese e
della Sociètè Internationale de Tèlècommunications Aeronatiques francese) e che
sarebbe poi diventato comune in molti altri sistemi di comunicazione: la
commutazione di pacchetto. Mediante questa tecnica, i messaggi e le
informazioni vengono suddivisi in pacchetti di lunghezza fissa e ogni singolo
pacchetto diventa un'entità a se stante, capace di viaggiare sulla rete in modo
completamente autonomo perché dotata al proprio interno dell'indirizzo sia di
provenienza sia di destinazione.
Non è importante che tutti i pacchetti che compongono un determinato
messaggio rimangano uniti durante il percorso e non è nemmeno indispensabile
che arrivino nella sequenza giusta. Le informazioni che essi convogliano al
proprio interno sono sufficienti per ricostruire, una volta arrivati a destinazione,
l'esatto messaggio originale, indipendentemente dal percorso seguito da ciascuno
dei suoi frammenti. Grazie a questo sistema si ottengono due benefici immediati:
qualunque sia lo stato della rete, il pacchetto può sempre trovare una via
alternativa per giungere alla propria destinazione (requisito utile per gli obiettivi
militari e per chiunque desideri avere un impianto il più possibile resistente ai
guasti, anche a quelli accidentali). Inoltre i vari pacchetti provenienti da fonti
diverse possono essere convogliati tutti assieme su una singola linea ad alta
velocità anziché dover ricorrere a tante linee separate, usate solo parzialmente.
Si riesce in questo modo a condensare il traffico su una linea collegata in
permanenza che ripartisce dinamicamente la propria capienza tra i vari computer
collegati e che, in ogni caso, è quasi sempre attraversata da qualche tipo di
traffico e perciò giustifica il proprio costo. Se la linea venisse usata da una
singola macchina o da poche macchine, resterebbe quasi sempre inattiva visto
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che anche l'utente più veloce passa la maggior parte del tempo a lavorare in
locale (leggendo quello che gli è arrivato dalla rete o preparando una risposta) e
solo molto sporadicamente trasmette o riceve qualcosa.
Nel 1972, trentasei università e organismi di ricerca governativi, erano collegati
attraverso questo nuovo sistema, e chiesero di essere autonomi dall’ARPA e dal
suo sistema di networking chiamato ARPAnet.
Nel 1983 nacquero il sistema ARPAnet per scopi di ricerca e il sistema Milnet,
circoscritto all’ambito militare. La continua e progressiva espansione di Arpanet
ha dato origine a quello che oggi è conosciuto come Internet.
1.2 L’ evoluzione
Roversi, nell’introduzione al suo testo Chat Line (Roversi 2001), individua delle
peculiarità, delle nozioni essenziali poiché costituenti delle principali forme di
comunicazione telematica, propedeutiche per comprendere l’evoluzione del
medium elettronico e la sua trasformazione in medium sociale, e che segnano il
passaggio da ARPAnet ad Internet (Pravettoni 2002):
- Ridondanza della connettività: Le linee di connessione tra i vari nodi di una rete
di telecomunicazioni non devono passare attraverso un unico canale, ma
attraverso percorsi multipli e flessibili, cosicché se un nodo o una linea viene
interrotta o anche solo sovraccaricata da una grande mole di traffico,
l’instradamento dei dati può avvenire attraverso un percorso alternativo.
- Commutazione a Pacchetto: Questo metodo, già illustrato precedentemente,
permette di comunicare i dati a distanza suddividendoli in tante brevi unità
chiamate “pacchetti”. Questi possono così viaggiare attraverso vari percorsi della
rete distribuita, per poi essere ricomposti grazie alle etichette, una volta giunti a
destinazione.
- Time Sharing: E’ la possibilità di condividere il tempo di utilizzo dei computer,
in modo tale da garantire che più utenti possano collegarsi alla stessa macchina
chiamata server, dividendo il tempo di elaborazione di quest’ ultima tra le
diverse richieste.
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- Protocolli di Trasmissione: si tratta di un insieme di regole che permettono ai
dati delle diverse reti che compongono internet, di essere compatibili e
trasmissibili. Il protocollo più diffuso è il TCP/IP (Transmission Control
Protocol/Internet Protocol). Grazie a questo sistema, più computer possono ora
“comunicare” tra loro, superando l’egocentrismo intrinseco che gli
caratterizzava. Altri protocolli come l’Unix ( Unix Copy Protocol) e il BITNET
(Because It’s Time Network), hanno avuto un più scarso utilizzo.
- World Wide Web: Si tratta della così detta “ragnatela mondiale” nota come
WWW, che ha permesso alla gente “comune” dagli anni novanta ad oggi, di
esordire nel mondo virtuale di internet. Nel 1991 il governo degli Stati Uniti ha
emanato una legge, l'High Performance Computing Act, che decretava la nascita
della National Research and Education Network (nren - detta anche "autostrada
elettronica") il cui scopo è quello di costituire reti ad alta velocità che uniscano le
varie università e i vari centri di ricerca americani, fornendo anche l'infrastruttura
per eventuali attività commerciali. Sempre quello stesso anno, il cern (Consiglio
Europeo per la Ricerca Nucleare) poneva le basi per una nuova architettura
capace di semplificare enormemente la navigazione di Internet, appunto la World
Wide Web. Fu inventato successivamente, il primo strumento grafico per
esplorare Internet, il programma Mosaic. A partire dal 1994 la World Wide Web
ha trasformato Internet in un fenomeno di massa e oggi esistono dorsali
alternative a nsfnet che servono sia per aumentare la quantità di traffico che può
circolare su Internet sia per consentire la presenza di servizi commerciali che
sono vietati nel contesto accademico definito dalla National Science Foundation.
Gabriella Pravettoni, sostiene che «il WWW è una porzione di Internet, una sua
sottorete che si basa su un certo protocollo di gestione dei documenti (HTTP,
Hyper Text Transfert Protocol), mediante il quale è possibile “navigare”
attraverso una serie di pagine scritte nel formato HTML (Hyper Text Markup
Languge), e non deve essere fatta coincidere con Internet!» (Pravettoni, 2002).
Osserva ancora, come Rete delle Reti (contraddistinta dalla “I” maiuscola) è un
insieme di tante internet (con la “i” minuscola), aventi caratteristiche e proprietà
peculiari. Un esempio è Usenet, una sottorete che ospitava i primi Newsgroups
(gruppi di discussione su un certo argomento, come mezzo per scambiarsi
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informazioni in tutto il mondo). Il World Wide Web è quindi uno dei tanti
ambienti di Internet utilizzato come biblioteca/archivio/pagine gialle ma anche
come strumento per autopresentazione e pubblicità (Wallace, 2000).
- Ipertestualità: E’ un modello di gestione dei documenti non lineare. Ciascuna
pagina del WWW è parte di un documento più ampio che contiene rimandi (link)
ad altri documenti del WWW ( altre pagine web).
- Modello client-server: E’ il modello di comunicazione tra i computer in rete. Il
server è un computer o un insieme di programmi (software) che fornisce servizi.
Il client è un computer (o un insieme di programmi) che richiede informazioni o
dati al server. Client e server sono interscambiabili; così facendo è possibile
ampliare le potenzialità delle pagine web: il server riesce a tenere traccia delle
connessioni che ha avuto con i client, caratterizzandone tutti i vantaggi che da
questi derivano.
1.3 Il Cyberspazio
Oggi Internet è dunque una rete di interconnessione universale tra nodi
informatici, cioè singoli computers terminali o piccole reti locali di computers,
che permette la comunicazione e il trasferimento di testi e dati, compreso grafica,
suono e filmati digitalizzati, tra elaboratori anche molto diversi tra loro per
potenza e configurazione hardware; e tutto questo utilizzando come supporto la
normale rete telefonica, rendendo quindi il sistema aperto a chiunque, in
qualunque parte del globo, possieda un computer, un modem, un telefono e un
indirizzo telefonico, sia su rete commutata, che cellulare o satellitare (Longo,
1995).
Permette quindi la creazione di un mondo caratterizzato dall’assenza di uno
spazio e un tempo predefiniti, dove si oltrepassano i confini reali, per poi entrare
in una dimensione decisamente controllabile, sconfinata e diversa (Vaccaro,
2001).
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Collegarsi ad Internet è come affacciarsi su una porta che divide il reale dal
virtuale: oltre il monitor, non esiste più spazio, non esiste più tempo, tutto viene
deciso, giocato e controllato dalla volontà dell’utente (Longo, 1998).
Per Cyberspazio si intende invece l’universo informatico che grazie ad Internet si
è venuto a costituire, uno spazio virtuale, che in qualche modo rappresenta un
sistema gemello dello spazio naturale, in cui è possibile “navigare” (questo è il
termine correntemente utilizzato) e raggiungere in “tempo reale” ogni singolo
luogo del mondo, ovvero ogni nodo computerizzato della rete e i suoi dati. E
questo solamente al prezzo di una telefonata urbana.
I luoghi del virtuale, sono terre estreme in cui i limiti geografici sono metafora
dei confini del sé, abitati dal desiderio di conoscere, comunicare, sentire, in cui il
vincolo di passioni e pensiero spinge la ragione a oltrepassare se stessa nella
profonda inquietudine in cui è posta la verità dell’uomo (Cantelmi et al., 2000).
Secondo queste prospettive, il cyberspazio potrebbe essere considerato come una
ricerca della libertà corrispondente ad una libertà del sé; oltrepassare la realtà del
mondo equivale oltrepassare il sé, il corpo, per porsi con la mente in una
dimensione virtuale dove tutto ciò che è volontà, diviene reale e ciò che è corpo e
legame con la realtà, perde la propria consistenza (Vaccaro, 2001). E’ quindi una
dimensione immateriale, uno spazio di comunicazione senza limiti che si
sviluppa fuori dallo schermo e che ha in sé le caratteristiche di un labirinto: è un
luogo senza direttive, qualcosa che può essere continuamente ridisegnato, proprio
di un’enorme comunità virtuale caratterizzata dalla mancanza di uno spazio
fisico/sensoriale condiviso (Koch, 1996).
Nel cyberspazio, è come se si ripercorressero quelle tappe fatte nei primi mesi
della nostra esistenza, con la completa esclusione del corpo, limite e confine
reale del nostro sé, consentendo così, la creazione di un immagine virtuale del sé,
che spinge l’usuario di Internet a conoscere e socializzare. «Il computer in rete,
consente di inserirsi in un dialogo interattivo in tempo reale: gli utenti si
trasformano essi stessi in fonti d’informazione su una platea sostanzialmente
mondiale. La connessione è uno strumento per agire più che per consumare. E’
produzione e diffusione di conoscenze che supera i meccanismi tradizionali della
comunicazione di massa. […] Internet, è dunque un luogo iperpluralista, un
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sistema aperto a tutti e in qualche modo esaltante. C’è chi lo demonizza, ma il
progresso non può essere arrestato. L’ importante è rendersi conto dei fenomeni,
cercare di dominarli per evitare di esserne travolti e non fare battaglie di
retroguardia, perché la tecnoscenza non si ferma ad aspettarci» (Manunza,
2000).
Le motivazioni per cui Internet risulta così ricco di fascino ed entusiasmante per i
suoi usuari, sono illustrate da Hannersly (1995). Questi:
− Permette la corrispondenza tra due persone che condividono un interesse
reciproco.
− Mette le persone in contatto con altre che altrimenti non avrebbero mai
incontrato.
− I costi di comunicazione sono bassi.
− E' stimolante superare le difficoltà legate alla connessione e all'uso di
Internet.
− Si possono scaricare programmi di svago.
− Si mantengono amicizie.
− E' simbolo di status e di modernità.
Successivamente, indica gli elementi di rinforzo nel suo utilizzo:
− Esser presi sul serio e ascoltati.
− Presentarsi positivamente.
− Rimanere anonimi e decidere i ritmi di sviluppo di una relazione.
Ciò che l’autore mette in risalto, è la necessità di comunicare se stessi, la
possibilità di potersi presentare come si vorrebbe essere, o si vuole essere visti
dallo sguardo altrui, l’opportunità di soddisfare un bisogno narcisistico che
permette il rafforzamento del proprio sé.
Ancora, da non sottovalutare, risulta l’entusiasmo per la ricchezza dei contenuti,
per la qualità delle informazioni e per l’immediatezza: con un “click”, tutto è a
portata di mano, persino l’immagine ideale di se stessi (Koch, 1996).
Il rischio imputabile a tale tecnologia virtuale, «è quello di una dipendenza
paragonabile per sintomi alle dipendenze comportamentali», oppure, «preferire
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il mezzo con cui si comunica piuttosto che il contenuto stesso della
comunicazione: la persona rischia in tale modo di essere subordinata alla
tecnica. Il mezzo deve invece essere considerato una sorta di protesi tecnologica
che permette di superare se stessi intesi come unioni di sensi e pensiero,
precedendo i limiti imposti dalla natura» (La Barbera, 2000).
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CAPITOLO II
LA COMUNICAZIONE NELL’ ERA DI
INTERNET
2.1 Concetti preliminari
La comunicazione appartiene a quella sfera di bisogni umani che consente non
solo di stare al mondo, ma anche la costruzione della propria identità. La qualità
della vita, infatti, dipende in larga misura dalla comunicazione con le altre
persone. Una buona comunicazione, favorisce l’instaurarsi di relazioni
soddisfacenti e produttive con colleghi di lavoro, amici, amanti e la famiglia: «il
medico che usa il “baby talk” quando si rivolge ad un paziente anziano e ignora
le sue lamentele, lo avvilisce e diminuisce le sue capacità di coping» (Giles et al.,
1987). Non ci sono dubbi che la mancanza di una comunicazione soddisfacente
e di discreta qualità, può produrre conseguenze sul benessere psicologico
dell’individuo e sulla sua salute fisica, e che la solitudine cronica, può condurre
alla depressione, all’alcolismo e all’abuso di droghe, avviando una spirale
negativa di comunicazione insoddisfacente, con ripercussioni negative sulla
salute (McCann e LaLonde, 1993).
La comunicazione, è uno di quei sistemi che viene inevitabilmente coinvolto nei
processi di progresso e di evoluzione: in poco meno di un secolo, tecnica e
tecnologia si sono evolute ad un punto tale da permettere sia l’integrazione che
l’armonizzazione attraverso le coordinate spazio temporali della nostra società,
fino a superarle, arrivando ad annullarle completamente. Affermano Wynn e
Katz (Wynn e Katz, 1997), «Prima di accettare l’assunto che la tecnologia
modifichi le cose, dobbiamo considerare la stessa tecnologia come un costrutto
sociale, la cui definizione come artefatto è precedente a qualsiasi effetto sociale
che le si possa attribuire, in quanto è essa stessa un effetto sociale. L’ argomento
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proposto in tutta la letteratura sul cyberspazio – e cioè che i media elettronici
modificano la cultura – è palesemente circolare alla luce dell’esistenza e degli
usi socialmente situati di qualsiasi tecnologia».
In base a questi aspetti, si può affermare che oggi Internet, sta sempre più
entrando nelle attività quotidiane e progressivamente, si sta trasformando in una
nuova forma di senso comune, che modifica sensibilmente ma in maniera
indelebile, i processi comunicativi.
2.2 I quattro assiomi della comunicazione
Per Watzlavick, Beavin, Jackson, (Watzlavick et al.,1976), autori della
“Pragmatica della comunicazione umana”, esistono quattro assiomi della
comunicazione:
1) E’ impossibile non comunicare:
Può essere inteso come il principio più generale e fondante di tutta la prospettiva
relazionale. Lo studio della comunicazione può essere diviso in tre grandi aree:
- L’area della sintassi: riguarda i problemi relativi alla trasmissione
ed all’ organizzazione della comunicazione.
- L’area della semantica: riguarda lo studio della trasmissione dei
significati.
- L’area della pragmatica: studia come la comunicazione influenza il
comportamento. Gli autori precisano che i termini
“comunicazione” e “comportamento” vengono usati come
sinonimi, poiché i dati della pragmatica non sono soltanto le parole,
le loro configurazioni ed i loro significati, ma anche i fatti non
verbali coesistenti come pure il linguaggio del corpo (ibidem pp.
15, 16), quindi la comunicazione è comportamento.
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2) La comunicazione è fatta di un livello analogico e uno di contenuto:
Gli autori della Pragmatica affermano che l’uomo è il solo organismo che si
conosca in grado di utilizzare due diversi moduli comunicativi, uno “numerico”
ed uno “analogico”. Il modulo numerico o digitale è caratterizzato dal
linguaggio verbale dotato di una grande precisione, astrattezza e convenzionalità.
Il modulo analogico invece, è proprio della comunicazione non verbale, è
connotato da scarsa precisione semantica, ma alta somiglianza con il contenuto
relazionale che viene veicolato. Il linguaggio analogico (non verbale) è quindi il
metalivello di quello numerico di contenuto (verbale) e definisce la relazione tra i
comunicanti (Carta, 199?). Il linguaggio non verbale può mettersi in relazione
con quello verbale attraverso le seguenti modalità:
- accompagnandolo
- commentandolo
- sostituendolo
- contraddicendolo
3) Punteggiatura degli eventi:
Whitehead (Whitehead, 1975), sostiene che il flusso della realtà non ha un inizio
vero e proprio. Retrocedere dagli “effetti” alle “cause” è un procedimento
euristico minato alle fondamenta proprio perché tutto è correlato sistemicamente.
E’ infatti possibile considerare una catena causale lineare, solo se si limita il
campo osservativo e si decide di non osservare né ciò che è avvenuto prima né
ciò che avverrà dopo. Così facendo attribuiamo ingiustamente il punto d’inizio o
di conclusione delle interazioni, stabilendo implicitamente la causa o l’effetto.
Quando ciò accade, stiamo consapevolmente o inconsapevolmente operando una
punteggiatura degli eventi.
4) Simmetria e Complementarietà:
Per Gregory Bateson (Bateson, 1936), ogni messaggio può avere due tipi di
risposta: una “complementare” ovvero basata sulla differenza, ed una
“simmetrica” basata sulla somiglianza. Questo concetto ci spiega in pratica che