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CAPITOLO 1
Solidarietà: da un’emozione alla realizzazione concreta del benessere. Di tutti.
“All animals are equal, but some animals are more equal than others.”
ORWELL G., Animal farm, 1945
1.1. Il comportamento di solidarietà.
“Povere madri di Germania, d'Austria, d'Ungheria e di Boemia, come non
pensare alle vostre angosce quando avete appreso che i vostri figli feriti sono
prigionieri di paesi nemici! Ma le donne di Castiglione vedendo che non faccio
alcuna distinzione di nazionalità, seguono il mio esempio, dando prova della
medesima gentilezza nei confronti di tutti questi uomini di origini così diverse e
che sono per loro tutti ugualmente estranei. -”Tutti fratelli!”- ripetevano con
emozione. Onore a queste donne compassionevoli, a queste fanciulle di
Castiglione! Nulla le ha disgustate, stancate o scoraggiate, e la loro modesta
devozione non ha tenuto conto né di ribrezzo, né di fatiche, né di sacrifici. (…) Il
popolo li visita continuamente e le donne di ogni classe portano loro a
profusione arance, gelati, biscotti, dolci. La umile vedova o la più povera
vecchia non si ritiene dispensata di portare il suo tributo di simpatia, la sua
modesta offerta. Le stesse scene si ripetono nella nuova cattedrale, magnifico
tempio di marmi bianchi dalla vasta cupola, in cui sono raccolti centinaia di
feriti, e si ripetono altresì negli altri quaranta edifici, chiese e ospedali che
contengono fra tutti quasi ventimila feriti e mutilati.(…) Infine, in un'epoca in
cui si parla tanto di progresso e di civiltà, visto che purtroppo le guerre non
possono essere sempre evitate, non urge insistere perché si cerchi, in uno spirito
d'umanità e di vera civiltà, di prevenire o almeno mitigarne gli orrori?”
1
.
Quest’epifania di solidarietà ha rappresentato il concepimento della Croce Rossa. Era il
1859.
1.1.1. Teorie esplicative della solidarietà agita.
La psicologia presenta differenti teorie che tentano di spiegare il comportamento di
solidarietà agito, di cui Dunant e la popolazione locale nei confronti dei feriti di guerra
ci offrono un esempio.
Alcuni costrutti lo attribuiscono all’interiorizzazione di norme collettive assunte
durante i processi di socializzazione primaria e secondaria, e di norme personali riferite
1
Cfr. DUNANT H., Un souvenir de Solferino, ediz. italiana, CAPONI F. – CERI G. e OTTAVIANI R. (a cura
di), ZANETTI L. (traduzione di), Fondazione Giorgio Ronchi, 2008.
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alla soggettiva percezione del senso dell’obbligo ad agire in modo pro-sociale
(Berkowits, 1972, Gouldner, 1960, Schwarts, 1977).
Alcuni modelli ritengono che l’adesione a tali ingiunzioni sia più teorica che pratica,
e si focalizzano sullo studio del comportamento degli spettatori in situazioni di
emergenza per individuare i processi decisionali che lo determinano e i fattori che
possono inibirlo (Latanè e Darley, 1970).
Altri costrutti presuppongono un calcolo costi-benefici in base al quale gli individui,
d’innanzi alla sofferenza altrui, offrano aiuto solo per ridurre, egoisticamente, i
sentimenti negativi provati (Dovidio et al.,1991, Cialdini et al., 1987).
In contrasto con quest’ultimi, altri modelli affermano l’esistenza dell’altruismo
autentico reso possibile dall’empatia, pur non negando il fattore egoistico (Batson,
1991)
2
.
Nel campo dell’esclusione sociale causata dalla povertà vi è un’ulteriore teoria,
secondo la quale esso verrebbe provocato da un sentimento di colpa esistenziale
derivante dal confronto tra coloro che vivono in condizioni svantaggiate e il proprio
agiato stile di vita, nonché dall’empatia verso le persone vittime di ingiustizie
(Montada, 1991)
3
.
1.1.2. Incontri, empatia, solidarietà.
Numerosi studi, esperimenti (Milgram, 1975) ed avvenimenti storici (per esempio
le guerre) hanno dimostrato l’importanza della prossimità e della distanza, sia spaziale
che psicologica (Bauman), nel determinare comportamenti di aiuto, d’indifferenza o di
violenza. Affinché ci sia un’alta probabilità che una persona agisca in modo solidale
deve avvenire un incontro con l’altro. L’empatia, intesa come compatire (patire-con),
“mettersi nei panni di”, è in grado di trasformare la sofferenza di un’altra persona in un
disagio personale. E’ un canale di comunicazione che facilita lo scambio sociale. Come
motivatore della condotta di aiuto precede e contribuisce al concreto atto di solidarietà.
Tuttavia, la sappiamo essere subordinata al potere della situazione
4
. Per questo motivo è
necessario il contatto, affinché si accenda un coinvolgimento verso l’altro che tolga, al
cospetto della somiglianza nella sofferenza, importanza alle categorie sociali. Devo
2
Per una spiegazione più estesa dei diversi costrutti, ZAMPERINI A. e TESTONI I., Psicologia sociale,
Einaudi, Torino 2002, pp. 205-213.
3
GATTINO S., Psicologia della solidarietà, Carocci, Roma 2006, p. 65.
4
ZAMPERINI A., Psicologia dell’inerzia e della solidarietà, Einaudi, Vicenza 2004, pp. 109-115.
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incontrare l’altro, andando oltre l’immagine stereotipata che mi sono costruita di lui, o
meglio, della categoria sociale in cui l’ho inserito, con cui l’ho etichettato. Nella
compassione come patire-con l’immedesimazione permette una relazione
individualizzata
5
. Quell’individuo può diventare un membro del genere umano come lo
sono io, posso percepirci come appartenenti ad una medesima collettività. Si può in tal
caso dire che la categorizzazione del sé staziona al livello di astrazione più alto, secondo
la suddivisione di Turner (1987):
a) livello più elevato: è saliente l’appartenenza al genere umano;
b) livello intermedio: è saliente l’appartenenza a un particolare gruppo, in cui si
verifica la contrapposizione ingroup e outgroup;
c) livello più basso: è saliente la specificità del singolo
6
.
1.1.3. Accezioni e forme della solidarietà: da ieri a oggi.
Dalle diverse definizioni che si sono attribuite al concetto di solidarietà si possono
rilevare alcune fondamentali componenti comuni, quali:
a) la connessione con il sentimento di identità, in quanto, legandoci agli altri, essa
mi permette di affermarmi come soggetto della mia azione;
b) il suo contributo, in qualità di sistema di rapporti funzionali, alla formazione
dell’identità collettiva; essa è fondata sulla condivisione di una stessa origine,
sul riconoscimento di una condizione comune e di una comune possibilità di
cambiamento (Manconi, 1990);
c) l’orientamento all’uguaglianza tra soggetti aventi una propria libertà,
individualità, identità (Amerio, 2004)
7
.
Nel XVIII secolo, epoca illuminista, la solidarietà, che fino ad allora aveva avuto il
significato strettamente giuridico di “qualità di un’obbligazione di pagamento da parte
di debitori”, si tinge di valenza sociale e politica , oltre che psicologica. Nel Contratto
sociale (1762), Rousseau la pone in connessione con la compassione di Aristotele intesa
come dolore provato nei confronti di una persona che subisce un’ingiustizia e con le
istanze di fraternità, libertà ed uguaglianza della Rivoluzione francese, affinché essa
possa tradursi in un tipo di comunità concreta in cui le disuguaglianze tra gli esseri
5
ZAMPERINI A., L’indifferenza, Einaudi, Trento 2007, pp. 176-180.
6
Cfr. GATTINO S., Psicologia della solidarietà, Carocci, Roma 2006, p. 74.
7
Ivi, p. 19.
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umani vengano attenuate. Nel corso del XIX secolo al concetto di solidarietà vengono
attribuite diverse accezioni, a seconda degli orientamenti filosofici, sociologici e
politici. E’ il secolo delle teorizzazioni di Comte, Leroux, Durkheim, Marx, Kropotkin,
Bourgeois che, sia ampliano il significato di questo concetto, sia modificano la
concezione delle politiche sociali. Nel XX secolo nascono le prime società di mutuo
soccorso, e assieme a loro una nuova concezione di solidarietà, che non è altruismo
caritativo, né della morale cristiana né tantomeno della beneficenza pubblica. Oltre alla
più ampia solidarietà dagli intenti rivoluzionari compare una solidarietà rivolta ai più
deboli, ai meno tutelati.
Nei secoli il concetto di solidarietà è passato dal significato di fraternità, circoscritto
a gruppi ristretti (per esempio le corporazioni), a quello di uguaglianza, promosso nel
XIX secolo dallo Stato attraverso norme e leggi precise, a quello, definito da Durkheim
alla fine dell’Ottocento, di solidarietà organica. In quest’ultima fase, nella quale i
cambiamenti demografici delle società occidentali, insieme ai nuovi fenomeni migratori
e ai problemi d’integrazione a loro connessi sono elementi di ulteriore complessità che
vanno a sommarsi alla situazione difficile del welfare, nascono nuove forme di
solidarietà, all’interno di gruppi basati sulle somiglianze tra i membri ma anche di
gruppi basati sulle diversità, come le organizzazioni non governative che operano nel
cosiddetto Terzo mondo. Con questo non si afferma che si siano abbattute le “barriere
culturali della solidarietà” (Portinaro, 2002). L’estraneo porta infatti con sé
un’ambivalenza tra uguaglianza e diversità: è diverso in quanto proviene da un’altra
cultura, è uguale in quanto essere umano come me. Tuttavia, lo scontro con la diversità
avviene incessantemente anche fra i membri di una stessa società. La solidarietà
moderna non è più di tipo assistenziale. Oggi essa va incontro ai più deboli, affinché
possano fruire dei diritti di cui godono gli altri cittadini
8
.
1.2. Le Organizzazioni Non Governative.
Negli anni Sessanta la solidarietà assume anche il volto delle ONG.
Un’ONG è un qualsiasi gruppo locale, nazionale o internazionale di cittadini costituita
in modo formale, dotata di organi di gestione visibili a livello sociale, generalmente no-
profit (non a fini di lucro), di natura privata, prevista di sistemi democratici che
8
Per un excursus storico del concetto di solidarietà più approfondito, GATTINO S., Psicologia della
solidarietà, Carocci, Roma 2006, pp. 22-55.
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selezionano il gruppo dirigente, che si avvale prevalentemente di personale non
retribuito e che si pone obiettivi di utilità pubblica (Bassi, 2000). I campi d’intervento
delle ONG riguardano, a vari livelli, la politica estera, l’economia, la difesa dei diritti
umani, la globalizzazione, la questione del debito estero, l’assistenza ai rifugiati, il
disarmo, l’assistenza medica o tecnica, le relazioni tra Nord e Sud del mondo, la pace.
Le attività di cooperazione internazionale mirano a un lavoro di relazione con le
comunità locali attraverso il coinvolgimento, la mediazione e il supporto delle stesse, le
quali, meglio di chiunque altro, conoscono i problemi e le necessità delle realtà di cui
sono parte
9
. I valori dichiarati dalle ONG rimandano fondamentalmente alla
Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo (1948) e alla Convenzione internazionale sui diritti
dell'infanzia dell’ONU (1989).
1.3. Un cambiamento di prospettiva nella cooperazione internazionale.
Attorno agli anni Settanta viene rivisitato il concetto di salute, fino ad allora riferito
a una condizione di assenza di malattia. La Carta di Ottawa per la promozione della
salute, presentata in seno alla Prima Conferenza Internazionale sulla Promozione della
Salute (1986), che ha seguito la Dichiarazione sull’Assistenza Sanitaria Primaria di
Alma-Ata (1978), lo definisce in modo esauriente:
“Per raggiungere uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, un
individuo o un gruppo deve essere capace di identificare e realizzare le proprie
aspirazioni, di soddisfare i propri bisogni, di cambiare l’ambiente circostante o
di farvi fronte. La salute è quindi vista come una risorsa per la vita quotidiana,
non è l’obiettivo del vivere. La salute è un concetto positivo che valorizza le
risorse personali e sociali, come pure le capacità fisiche. Quindi la promozione
della salute non è una responsabilità esclusiva del settore sanitario, ma va al di
là degli stili di vita e punta al benessere.”
Si delinea l’esigenza di ampliare la prospettiva di ricerca e intervento, di adottare
procedure di analisi multi-metodo e di operare in modo multi- ma soprattutto inter-
disciplinare. Nel campo medico, ad esempio, parliamo del passaggio dal paradigma
biomedico a quello bio-psico-sociale, tant’è che, ancora secondo La carta di Ottawa:
“Le condizioni e le risorse fondamentali per la salute sono la pace, l’abitazione,
l’istruzione, il cibo, un reddito, un ecosistema stabile, le risorse sostenibili, la
giustizia sociale e l’equità.”
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Cos’è una ONG, www.ongitaliane.it/ong