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Il poeta, scrittore e docente irlandese Seamus Justin Heaney, può essere
considerato il massimo rappresentante contemporaneo del revival poetico irlandese,
per il forte richiamo alle tradizioni della sua terra e al mito delle origini
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. Nasce il 13
Aprile 1939 a Castledawson, nel sud della contea di Derry, nell’Irlanda del Nord.
Primo di nove figli, trascorre l’infanzia nella casa colonica del podere di Mossbawn,
dove il padre lavorava come fattore. La madre, personalità rigida e austera, compare
più volte nelle liriche di Seamus come il prototipo della donna irlandese cattolica,
capace di rappresentare il punto di riferimento della condotta morale della vita
familiare. Negli anni della Seconda Guerra Mondiale, Heaney frequenta la scuola
elementare di Anahorish; viene ammesso con una borsa di studio al Collegio cattolico
di Saint Columb, a Derry, dove studia latino e gaelico. Una seconda borsa di studio,
ottenuta nel 1957, gli permette di frequentare la Queen’s University di Belfast.
Conseguita la laurea in letteratura inglese, il poeta inizia, nel ’63, la carriera di
docente di Letteratura Inglese al St. Joseph’s College di Belfast. In questo periodo
pubblica alcune poesie nella rivista accademica del College con lo pseudonimo di
“Incertus”. La produzione giovanile risente della lettura di Robert Frost e Ted Hughes,
ma in seguito, sulla sua poetica, diventano sempre più influenti Wordsworth, G.
Manley Hopkins, Thomas Hardy e Dante. Vero maestro per Heaney, però, è stato
Patrick Kavanagh, poeta dell’Ulster che all’inizio degli anni Sessanta è ormai alla fine
della sua carriera artistica. Nel frattempo, insieme a Derek Mahon, Michael Longley e
molti altri giovani talenti, Heaney comincia a frequentare un workshop di poesia,
tenuto da un famoso professore, il poeta Philip Hobsbaum, Fondatore del “Group”.
In occasione del Festival di Belfast del 1965, gli viene offerta l’opportunità di
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Le informazioni biografiche sono state tratte dai seguenti siti internet:
http://www.fazieditore.it/scheda_autore.aspx?A=290
http://en.wikipedia.org/wiki/Seamus_Heaney
http://www.zam.it/home.php?id_autore=208
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pubblicare, a soli 26 anni, una raccolta di 11 poesie. Il prestigio del giovane poeta
cresce: Heaney diventa “visiting professor” alla University of California di Berkeley,
collabora con “The New Statesman”, “The Listener” e la BBC. Sono anni ricchi di
riconoscimenti per il poeta: nel 1966 Faber & Faber pubblica la sua prima raccolta,
Death of a Naturalist, che riceve l’ “E.C. Gregory Award” e il “Geoffrey Faber
Memorial Prize”, nel 1969 viene pubblicato il suo secondo volume di poesie: Door
into the Dark.
Questi stessi anni, che vedono l’affermarsi di Heaney come una delle voci più
influenti della poesia contemporanea, rappresentano tuttavia la stagione più buia
della storia d’Irlanda: la tensione tra cattolici e protestanti a Belfast si inasprisce fino
a sfociare nei drammatici episodi del 30 Gennaio del 1972. Sconvolto dai fatti del
“Bloody Sunday", Heaney rinuncia all’incarico che gli era stato affidato già dal 1966
alla Queen’s University come “Senior Lecturer” in Letteratura Inglese Moderna e si
trasferisce nell’Eire. Si rifugia in un isolamento riflessivo dal quale nascono raccolte
come Wintering Out (1972) e North (1975), i cui versi consegnano alla poesia il
ricordo degli scontri sanguinosi dei quali fu spettatore. Docente all’università di
Harvard, viene nominato, nel 1984, “Boylston Professor of Rhetoric and Oratory”; nel
1989 ricopre la prestigiosa cattedra di Poesia all’università di Oxford. Nel 1995
l’Accademia Svedese gli conferisce il Premio Nobel per la letteratura. Negli anni
successivi al conseguimento del Premio Nobel si trasferisce a Dublino, dove compone
le raccolte The Spirit Level (1996) ed Electric Light( 2003). La sua ultima raccolta è
uscita nel 2006 e si intitola District and Circle.
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I testi che ho scelto di tradurre sono tratti dalla raccolta di poesie The Spirit
Level, pubblicata nel 1996 da Faber and Faber in Gran Bretagna. Di questo libro ho
selezionato sette poesie tra le più belle e significative. I componimenti affrontano
temi legati alla vita privata e ai ricordi d’infanzia dell’autore. La poesia di Seamus
Heaney ha come soggetto le cose di tutti i giorni, cose che quasi passano inosservate,
ma che racchiudono in sé un significato profondo, più legato all’interiorità dell’autore
e alla sua esperienza personale. Si tratta di oggetti che in apparenza non hanno nulla
di poetico, ma che, osservati in modo più attento, si rivelano essere la via di accesso
per un mondo nascosto, un universo parallelo di significati e proprietà a loro
attribuibili che ci fanno riflettere sul valore di ogni singolo momento della nostra
esistenza. L’autore ci invita ad esplorare la realtà che ci circonda in modo più
profondo, a non dare niente per scontato e ad osservare con meraviglia tutto ciò che
fa parte del nostro mondo e soprattutto ad assaporare i momenti di tranquillità che
si presentano nel corso della vita. In un certo senso questo approccio adottato da
Heaney si riallaccia alla tradizione wordsworthiana del “visionary gleam”, quella
capacità cioè di sorprenderci con la stessa innocenza di un bambino ogni qual volta ci
si presenti di fronte agli occhi qualcosa di nuovo, teorizzata dall’autore romantico
inglese (in effetti Seamus Heaney si ispira molto al modello dei romantici per
comporre le sue poesie). Questa sorta di “bagliore visionario” sta infatti alla base
della poesia “Intimations of Immortality” nella quale Wordsworth usa questo
termine per mettere a confronto l’entusiasmo del bambino e la disillusione
dell’adulto.
Un esempio emblematico è la poesia “The Rain Stick”, in cui l’autore descrive
le sensazioni uditive e le associazioni che l’ascolto del bastone della pioggia (the rain
stick, appunto) suscita in lui. È questo, infatti, uno strumento musicale etnico della
famiglia delle percussioni, tipico del Sud America, composto da un tronchetto vuoto
di una pianta grassa (un tipo di cactus), riempito con semi secchi della stessa pianta.
Il capovolgimento o lo scuotimento dello strumento, provocando la lenta caduta dei
semi all’interno della canna, produce il tipico suono assomigliante allo scroscio
dell’acqua. Infatti il poeta paragona il rumore di tale strumento musicale al suono
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prodotto dall’acqua in contesti differenti, evocando così una serie di immagini molto
suggestive ed affascinanti.
Un altro esempio è costituito dalla poesia intitolata “Mint”, nella quale
l’autore elegge a simbolo di speranza una semplice e apparentemente insignificante
piantina di menta. Questa, crescendo rigogliosa fra i rifiuti che la circondano, ed
evocando nel poeta tempi più felici, costituisce un motivo di speranza nel panorama
tragico della guerra civile dell’Ulster:
It looked like a clump of small dusty nettles
Growing wild at the gable of the house
Beyond where we dumped our refuse and old bottles:
Unverdant ever, almost beneath notice.
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Il riferimento a tale contesto viene enfatizzato maggiormente nei versi di chiusura
della lirica:
Let the smells of mint go heady and defenceless
Like inmates liberated in that yard
Like the disregarded ones we turned against
Because we’d failed them by our disregard.
Il messaggio, tuttavia, non é mai del tutto esplicitato e l’autore si serve di metafore e
similitudini per veicolare la propria protesta contro gli orrori della guerra.
La poetica di Seamus Heaney può essere definita, come afferma la traduttrice
Erminia Passannanti, “della ‘memoria superstite’ nella misura in cui essa viene
riattivata su dei ritrovamenti, siano essi semplici oggetti dell’infanzia e del lavoro
rurale, come un pennello da imbianchino, un vecchio sofà, l’altalena, la pietra
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Seamus Heaney, “Mint”, The Spirit Level, Faber and Faber, London-Boston, 1996, vv. 1-4., pag 6.
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molatrice, camion e trattori, o reperti archeologici di inestimabile valore, quali elmi,
spade ….”.
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Roberto Mussapi afferma inoltre che “La preveggenza è il Leit-motiv del
libro”. Il testo è infatti “disseminato di presagi, sogni, visioni, che il poeta ha il dono-
compito di tradurre in realtà, non sottraendosi alla fatica e alla responsabilità che
questo comporta, perché il silenzio non è meno colpevole della parola (….) Il poeta
non crea, ma opera sulla base di una materia data: traduce la visione dandole una
forma”.
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Ancora la Passannanti afferma che la particolarità che emerge dalla
trattazione dei soggetti delle poesie è la presenza di domande formulate in modo
esplicito e rivolte al “noi” del gruppo di appartenenza.
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Con l’impiego sistematico di
questo pronome, Heaney sembra attribuirsi la piena legittimità a porsi come autorità
morale per il rinnovamento dell’identità culturale nazionale, un’identità che sappia
rimanere in contatto con la tradizione. Frequenti sono infatti le allusioni da parte del
poeta alle esperienze vissute da lui e dal suo gruppo di appartenenza, come quelle,
ricorrenti, sulla guerra civile. Sicuramente, ciò che accomuna tutti i componimenti
del poeta irlandese è la ricchezza descrittiva, sia per quanto riguarda i singoli oggetti
e i paesaggi naturali, sia (e soprattutto) per quanto riguarda l’universo emotivo.
L’abilità dell’artista consiste nel riuscire a valorizzare oggetti e ricordi che nella realtà
quotidiana sembrano superflui o addirittura insignificanti, assegnando loro un posto
all’interno della propria esistenza.
A tale proposito, non si può fare a meno di citare anche ”Postscript”, la poesia
che chiude la raccolta, nella quale l’autore descrive le sensazioni suscitate in lui da un
viaggio in macchina lungo la Flaggy Shore irlandese durante il quale osserva il
paesaggio autunnale della propria terra. La descrizione delle sensazioni visive
prodotte dalla forza e dall’impeto dell’oceano e dalle altre immagini ad esso
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Erminia Passannanti, prefazione a La livella a spirito; http://www.Poiein.it/autori/G_I/heaney.htm.
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Seamus Heaney, The Spirit Level, trad. Roberto Mussapi; Mondadori, Milano, 2000.
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E. Passannanti, ibidem.
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affiancate risulta oltremodo forte, ed ha un impatto decisamente suggestivo sul
lettore: un modo efficace per terminare la serie dei componimenti.