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INTRODUZIONE
Rispetto all’apparente semplicità del numero di chiamata, il sistema di emergenza-
urgenza territoriale 118 racchiude al suo interno un variegato mondo di situazioni,
casi, metodi di lavoro e molto altro ancora che spesso non si conosce. Il numero di
chiamata, dicevamo, è unico in tutta Italia e viene interpellato in caso di problemi di
salute ed emergenze sanitarie che accadono nel territorio, 24h su 24 e 7 giorni su 7;
tale servizio è gestito da personale medico, infermieristico ed amministrativo, mentre
nella parte del soccorso possiamo trovare medici, infermieri e volontari.
L’impostazione strutturale del servizio, secondo il Decreto del Presidente della
Repubblica del 27 marzo 1992 è delegata alle regioni
[I]
, quindi il sistema 118 della
Puglia, ad esempio, avrà varie differenze con quello lombardo o piemontese che sia,
in quanto l’organizzazione del servizio viene espletata dai singoli Assessorati alla
Sanità delle regioni italiane.
Nello specifico della realtà piemontese, una novità del 2015 è il bando di assunzione
da parte dell’azienda sanitaria Città della Salute di Torino, che ha in gestione il
servizio di emergenza territoriale, degli infermieri che prestano servizio sui mezzi di
soccorso avanzato in Torino e provincia; in precedenza, ciascun infermiere era legato
contrattualmente alla Azienda Ospedaliera ove prestava servizio, nei reparti di area
critica e postazioni territoriali; con tale riforma, la Città della Salute ha centralizzato
il proprio organico in modo da avere un numero più ristretto ma selezionato di
infermieri che andranno a lavorare esclusivamente nelle postazioni di soccorso
avanzato del territorio.
Appunto, gli infermieri: coloro che lavorano nell’emergenza si trovano spesso a
lavorare in equipe con un medico (anch’esso facente parte del 118) ma talvolta, in
base alla tipologia di mezzo di soccorso, quest’ultima figura non è presente e
l’infermiere quindi è tenuto a saper affrontare e gestire scenari, situazioni e patologie
assai complesse in maniera maggiormente autonoma e responsabile.
In alcune regioni italiane, con impostazioni strutturali del 118 simili a quelle
piemontesi, si è deciso di fornire agli infermieri dei Mezzi di Soccorso Avanzato di
Base (MSAB) dei protocolli operativi prestabiliti (chiamati “percorsi situazionali”
oppure “algoritmi clinico-assistenziali”) in modo tale che, di fronte a situazioni
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patologiche ben definite, parametri rilevati significativi e scenari sicuri, l’infermiere
possa mettere in atto azioni per il trattamento del paziente, dal punto di vista
dell’applicazione di presidi alla somministrazione di farmaci, in autonomia e
sicurezza.
E’ proprio questo quindi il punto: se l’infermiere vuole esser messo in condizione di
lavorare in autonomia, bisogna che il sistema che gli sta intorno e di cui fa parte gli
fornisca gli strumenti, tecnici e formativi, necessari per far si che questo lavoro possa
esser sicuro, responsabile e di qualità;
in questa tesi andremo a conoscere ed analizzare la situazione piemontese del 118,
dove e come si colloca la figura infermieristica, come vengono impiegati i protocolli
operativi nelle regioni italiane e non, per arrivare infine a coglierne l’importanza per
la professione infermieristica all’interno della rete dell’emergenza del Piemonte,
elaborando inoltre proposte concrete.
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I^PARTE
1.L’infermiere all’interno del sistema 118 Piemonte
1.1 - Cos’è il 118 in Piemonte
Nello specifico della realtà piemontese, il SET 118 (Servizio Emergenza Territoriale)
rientra nell’azienda ospedaliero universitaria Città della Salute e della Scienza di
Torino, è articolata come una Struttura Complessa e la centrale operativa per la città
di Torino e provincia ha sede a Grugliasco. Al suo interno, oltre al personale
amministrativo,dirigente e tecnico, lavorano infermieri, tecnici del Soccorso Alpino,
medici e psicologi;
All’interno della centrale operativa i compiti del personale infermieristico sono quelli
di:
-ricezione, registrazione e selezione delle chiamate;
-determinazione dell’apparente criticità dell’intervento segnalato;
-codifica delle chiamate e delle risposte secondo il sistema delle codifiche definito
dal Decreto del Ministero della Sanità del 15 maggio 1992;
-invio della risorsa di soccorso in relazione al codice di criticità.
Il triage telefonico a cui è chiamato l’infermiere di centrale operativa differisce dal
triage di pronto soccorso in quanto si basa su protocolli in uso nello specifico della
centrale operativa; la difficoltà è alta: bisogna sempre considerare che la valutazione
viene eseguita senza la possibilità di vedere il paziente e su resoconti da parte di terzi
talvolta non specifici, incompleti o confusi. Il sistema che guida e consente
all’infermiere di Centrale di ricevere la chiamata, ponendo le giuste domande
all’utente che chiama, partendo dal sintomo principale fino ad arrivare
all’elaborazione del codice di criticità è chiamato “Dispatch” (sistema elaborato negli
USA); esso si compone di intervista (sono previste domande chiave preordinate sulla
base del sintomo principale riferito da chi chiede soccorso, volte ad evidenziare i
sintomi di priorità che siano indicativi dell’alterazione dei parametri vitali in atto o di
situazioni a rischio di rapida compromissione dei parametri vitali), assegnazione
codice priorità e invio del mezzo.
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In tutta la regione Piemonte vi sono 4 centrali operative, per un territorio coperto di
25507 km
2
, 1206 comuni e oltre 4 milioni e mezzo di abitanti
[1]
;
1.1.1 – Codici, mezzi e personale di soccorso
I codici di intervento sono 4:
-codice BIANCO: si definisce codice bianco un intervento non urgente, differibile o
programmabile, che non necessita obbligatoriamente di ospedalizzazione; nel caso in
cui tale codice venga confermato dal triage di pronto soccorso, l’utente sarà tenuto al
pagamento del ticket per le prestazioni sanitarie ricevute;
-codice VERDE: si definisce codice verde un intervento non di emergenza ma
indifferibile e non programmabile; rappresenta la maggior parte dei casi;
-codice GIALLO: è una situazione urgente, nella quale non vi è uno stato assoluto di
emergenza per il paziente ma vi sono rischi evolutivi che vanno affrontati
tempestivamente;
-codice ROSSO: è un intervento di emergenza sanitaria, nella quale uno o più
parametri vitali del paziente sono compromessi e va espletato nel minor tempo
possibile.
13%
9%
26%
52%
grafico 1: % codici intervento anno 2011 Piemonte
Vi sono diversi tipi di mezzi di soccorso:
-Mezzi di Soccorso di Base (MSB): sono ambulanze che hanno attrezzature e presidi
salvavita semplici (palloni ambu, ossigeno, materiale per medicazioni e
immobilizzazione in caso di trauma, kit parto, aspiratore di secrezioni, etc); vi è la
possibilità di trovarvi anche un DAE, defibrillatore semi-automatico esterno, per il
cui utilizzo vige la presenza di personale addestrato appositamente. Le figure che
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troviamo sui MSB sono i soccorritori (volontari o dipendenti) che fanno capo alle
associazioni di volontariato in ambito sanitario, le quali tramite corsi di formazione
con standard regionali, forniscono ai candidati l’istruzione necessaria al superamento
dell’esame e tirocinio finale.
-Mezzi di Soccorso Avanzato di Base (MSAB):sono ambulanze dotate, oltre dei
presidi di base di un MSB, presidi e farmaci per poter fornire un soccorso avanzato;
infatti vi possiamo trovare un defibrillatore manuale, presidi per l’intubazione oro-
tracheale, farmaci, fleboclisi, ventilatore polmonare, CPAP, etc. La figura che
gestisce la parte sanitaria è l’infermiere, che come detto nell’introduzione, appartiene
al 118 Piemonte, aiutato dalla presenza generalmente di due soccorritori che
gestiscono le altre parti dell’intervento.
-Mezzi di Soccorso Avanzato (MSA): l’unica differenza con i MSAB, ma
importante, è la presenza aggiuntiva a bordo di un medico, anch’esso appartenente
alla struttura 118.
-Elisoccorso: l'elicottero sanitario porta sul luogo dell'intervento un èquipe sanitaria
specializzata in grado di fornire il soccorso vitale sia sul luogo dell'accaduto, sia in
volo durante il trasporto presso l'ospedale idoneo. Gli interventi possono essere di
tipo primario (missioni sul luogo dell'evento richieste dalle Centrali Operative 118
Provinciali) o secondario (trasferimento assistito di un paziente critico da un
ospedale all'altro per l'esecuzione di accertamenti diagnostici e/o terapeutici urgenti
che non possono essere effettuati nell'ospedale di provenienza); per i trasporti
secondari è da poco partito il servizio di volo notturno. A bordo è presente un
equipaggio aeronautico composto da un pilota e da un tecnico specialista, un
equipaggio sanitario composto da un medico anestesista rianimatore, da un
infermiere ed un tecnico esperto del Soccorso Alpino Regionale; nel periodo
invernale è presente anche un’unità cinofila da valanga per le ricerche dei dispersi fra
la neve. Al personale sanitario è richiesta, oltre ad una altissima professionalità nel
proprio settore, la conoscenza e l'esecuzione di procedure particolari da attuarsi
durante l'avvicinamento al mezzo aereo, il volo, l'imbarco del paziente, lo
sbarco/imbarco in hovering, lo sbarco/imbarco con verricello
[2]
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