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Introduzione
Prossimamente – la breve raccolta di sequenze cinematografiche (un
centinaio di metri di pellicola) proiettata nella sala pubblica durante gli
intervalli degli spettacoli e nelle rubriche televisive di pubblicità
cinematografica per anticipare in furbesco disordine alcune scene di un film
di prossima programmazione nei circuiti nazionali o nello stesso locale o in
altri dello stesso esercente. Preparato di norma dell’ufficio pubblicità del
distributore, rispecchia l’ideologia del mercato cui si destina scegliendo o
montando di seguito le inquadrature che per humour o drammaticità si
suppone incuriosiscano gli spettatori e li inducano a vedere per intero il film
cui si riferiscono, e accompagnandole col commento fuori campo di un
imbonitore che magnifica le virtù degli interpreti e l’interesse della vicenda. Il
trailer è un genere spesso amato dal cinèphile, perché condensa in pochi
minuti lo spirito e le forme di un certo tipo di cinema, legato all’epoca, al
costume, alla politica d’una casa produttrice
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.
L’esaustiva definizione di «Prossimamente» del Grazzini ci aiuta a
comprendere meglio la funzione e il ruolo fondamentale del trailer: far
conoscere i film, pubblicizzarli, presentarli favorendone la circolazione e il
consumo, o meglio, come direbbe Genette, per renderli presenti nel mondo.
Apparato complesso e artistico, il trailer è il primo materiale “vero” e
ufficiale del film con cui il pubblico si scontra, il primo contatto tra i due
agenti. Nonostante questo ruolo fondamentale, il trailer non è stato mai
oggetto d’indagini e riflessioni serie e approfondite, a parte qualche
sporadico caso. Anche la critica e la saggistica hanno nella maggior parte
dei casi snobbato questo argomento, troppo spesso considerato
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Grazzini, 1980.
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pericolosamente vicino al mondo della mera pubblicità. Questo elaborato
intende colmare (nei modi possibili) un vuoto, ridonare luce e visibilità a
un oggetto considerato da troppo tempo mera pubblicità e che, invece,
nasconde potenzialità artistiche e comunicative di tutto rispetto.
Il primo capitolo proporrà un breve excursus storico sul
prossimamente: la sua nascita e la sua evoluzione, dai primi anni del
cinema fino ai giorni nostri. Saranno messi in evidenza soprattutto i risvolti
artistici e stilistici dei trailer, portando un esempio chiarificatore per ogni
periodo (I trailer classici, la rivoluzione degli anni 50-60, i grandi
blockbuster degli anni 70 e i trailer contemporanei).
Il secondo capito si concentrerà sul teaser trailer, la versione più
breve e concisa. Anche qui saranno analizzati vari teaser e ne sarà esplicato
il loro utilizzo e le loro caratteristiche principali, con confronti tra i filmati
creati ad ho, senza scene che finiscano nel montaggio finale della pellicola
e prossimamente che, invece, utilizzano direttamente brevi spezzoni delle
scene che compaiono effettivamente nel film.
Il terzo capitolo avrà come oggetto d’indagine vari trailer di tre
geniali personalità che hanno rivoluzionato, oltre che il cinema nella sua
essenza, anche questo particolare campo: Alfred Hitchcock, Stanley
Kubrick e Federico Fellini. Saranno analizzati e comparati i prossimamente
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delle loro pellicole più famose come Psycho (Id., 1960) o Arancia
Meccanica (A clockwork orange, 1971), in quello che vuole essere anche
un omaggio alle loro brillanti carriere.
L’ultimo capitolo si concentrerà, invece, sulle situazioni in cui il
trailer esce dal suo luogo “istituzionale”, ovvero la sala cinematografica. Il
capitolo si comporrà di un breve sguardo sui festival dedicati ai
prossimamente (i Golden Trailer Awards e l’italianissimo Trailers
FilmFest), un’analisi approfondita della differenza tra spot tv e trailer
cinematografici con esempi vari, un’indagine sul mondo della promozione
delle serie televisive americane e, per finire, un paragrafo sul ruolo di
Internet e sulle ultime tendenze in questo campo.
Un ultimo appunto: sono state analizzate le versioni originali in
lingua dei trailer, tutte recuperabili sul sito Youtube. In tutti i capitoli
escluso il terzo, per questioni di spazio, sono presenti sia le scritte in
versione originale sia la traduzione effettuata dal Sottoscritto.
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Capitolo I
La storia del trailer cinematografico
I.1 La storia
«È sicuramente uno scherzo!». Devono probabilmente aver pensato
questo gli spettatori che, nel 1912 a Rye Beach (New York), finirono di
vedere il film The adventures of Kathlyn (Le avventure di Kathlyn, 1912).
Al termine della pellicola, infatti, fu proiettato il primo trailer della storia
del cinema: la protagonista, alla fine del film, finiva nella fossa dei leoni e
nella parte successiva ci si chiedeva che cosa le sarebbe successo,
ricordando allo spettatore che il tutto sarebbe stato rivelato la settimana
successiva con la prossima pellicola («See next week’s thrilling chapter»
che in italiano suonerebbe più o meno come «Lo scoprirete nell’intrigante
episodio di settimana prossima!»)
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. Fu così che iniziò una vera e propria
tradizione che continua ancora oggi, più viva che mai.
Questo episodio ci aiuta a capire l’origine della parola “trailer”: il
termine, infatti, deriva dal fatto che in origine esso veniva proiettato alla
fine di un film in programmazione; la traduzione letterale dall’inglese,
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Secondo alcuni il primo trailer mostrato al pubblico sarebbe quello del film The Pleasure Seekers (1913),
anche se le fonti sono poche e contrastanti.!
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infatti, è “rimorchio”. In Italia l’uso di questo termine è recente: prima era
comune l’uso del vocabolo “prossimamente”. Ritornando al 1912, è
doveroso porre l’accento sul fatto che all’epoca nessuno aveva ancora
capito il vero potenziale economico e commerciale dei trailer: erano spesso
mostrati semplicemente per far annoiare la gente a tal punto da farla
abbandonare la sala e permettere un ricambio di spettatori per vendere più
biglietti e guadagnare più denaro (all’epoca gli spettatori potevano
rimanere quanto tempo volessero). I primi trailer erano o semplicemente
l’inizio di un nuovo film dopo la main feature (ovvero la pellicola
principale) oppure un montaggio rudimentale delle scene che apparivano
più interessanti dal punto di vista visivo. Col passare degli anni sempre più
sale cinematografiche iniziarono ad adottare questo sistema atto a
pubblicizzare le pellicole che sarebbero state proiettate nei giorni successivi.
Certe sale iniziarono ad essere anche disposte a pagare per avere materiale
in anteprima da mostrare ai loro spettatori.
Nel 1916 la Paramount Pictures fu il primo studio cinematografico a
rilasciare ufficialmente dei trailer per i propri film e tre anni dopo, nel 1919,
costituì al suo interno il primo reparto che si occupava di realizzarli,
seguita nel 1928 dalla Warner Bros. e sei anni più tardi dalla Metro
Goldwyn Mayer. Questo fatto può essere considerato con tranquillità un
chiaro segno che l’importanza della promozione del film tramite il trailer
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stava crescendo enormemente. Un’altra conseguenza è la nascita, nel 1919,
del National Screen Service (da qui NSS). Il NSS si occupava della
creazione e distribuzione dei materiali pubblicitari di tutti i maggiori
studios di Hollywood (con contratti in esclusiva): questo includeva anche la
creazione e distribuzione di trailer. Ricordiamo che prima dell’avvento del
NSS, lo stile dei prossimamente era molto rudimentale (le clip che li
costituivano erano molto lunghe e non presentavano una struttura dinamica
nel montaggio, anzi, estremamente lineare) e solo con l’avvento del sonoro
la situazione iniziò a cambiare, con l’introduzione delle cosiddette
transizioni a tendina (1935) e i titoli sovraimpressi (1938). Il primato del
NSS durò fino agli anni Sessanta (anche se l’istituzione continuò a creare
trailer fino gli anni Ottanta, ma il suo ruolo fu in seguito relegato a
semplice distributore) e contribuì alla determinazione di uno stile “classico”
nella loro creazione, composto principalmente da titoli iperbolici,
sensazionali e una voce off onnisciente ed elogiativa che ricordava molto
gli imbonitori dei circhi. Obiettivo principale della voce off era,
naturalmente, quello di esaltare le potenzialità del film sottolineandone i
punti di forza: risvolti affascinanti della trama, le star protagoniste e il
genere di appartenenza. I produttori del NSS si occupavano di tutto il
processo della creazione dei trailer, dal recupero dei materiali video fino al
montaggio e la maggior parte della pubblicità cinematografica di quegli
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anni si assomiglia (essendo prodotta interamente dallo stesso studio) e il
monopolio del NSS durò fino agli anni Sessanta. Caso particolare e per
certi versi “sottotono” fu il trailer di Gone with the wind (Via col vento,
1939) commissionato dal produttore D. O. Selznick, che raffigura per la
sua intera durata un libro che viene sfogliato: ogni pagina presenta gli attori,
il regista e via dicendo.
Figure uniche e all’avanguardia anche nel campo dei trailer
cinematografici sono sicuramente Alfred Hitchcock e Stanley Kubrick, due
dei pochi registi a occuparsi personalmente della realizzazione dei filmati
promozionali dei suoi film (rimando al capitolo III per un discorso più
Figura 1 Una delle scene del trailer di Via Col Vento.
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approfondito sui trailer di Hitchcock e Kubrick). Per avere una panoramica
e un esempio degli stili utilizzati a quell’epoca rimando al paragrafo di
analisi del trailer del film Casablanca (Id., 1942). Con l’avvento degli anni
Cinquanta, il modo di vedere il cinema e la sua industria sicuramente
cambiò, soprattutto a causa dell’arrivo della sua acerrima “nemica”: la
televisione. L’invenzione del tubo catodico, in questi anni, provocò enormi
danni all’industria cinematografica, costretta a rivedere la sua identità e i
suoi modi di pubblicizzarla. I trailer degli anni Cinquanta, infatti, tendono a
promuovere nuove idee “compensatorie” che secondo i produttori
avrebbero dovuto garantire il ritorno del pubblico in sala. Alcuni esempi: il
formato widescreen, nuovi sistemi audio e un nuovo “realismo”, con più
attenzione per le location, il modo di recitare e la presenza di facce nuove.
In questo periodo i trailer dovevano servire a riportare fiducia in
Hollywood e nel mezzo cinematografico e il loro scopo sembra quello di
promuovere l’istituzione del cinema in sé stessa, piuttosto che il film in
questione. Iniziano ad essere commissionate, inoltre, le prime ricerche di
mercato (che si svilupperanno enormemente negli anni Settanta) e quindi i
trailer iniziano timidamente a rivolgersi a uno specifico segmento di
pubblico, come ad esempio i teenagers. Nel trailer di Rebel without a cause
(Gioventù Bruciata, 1955), ad esempio, compaiono molte scene che
mostrano il difficile rapporto del protagonista con i genitori (litigi e il