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La Grande Rete, com’è comunemente detta, non rappresenta solo
un’occasione di svago, divertimento o interesse per i privati, bensì
anche una nuova ed interessante sfida di business per le imprese.
Rinunciare ad entrare in Internet, per un’azienda, può voler
significare l’abbandono di qualsiasi prospettiva di sopravvivenza nel
mercato moderno. Il fenomeno è ormai globale e capillare nello stesso
tempo.
La strada più semplice e redditizia seguita dalle imprese italiane ed
estere è rappresentata dall’ampliamento del mercato di riferimento,
mediante la diversificazione del proprio contesto d’operatività al traffico
virtuale.
In una sola parola: E-Commerce.
Le definizioni, a tal proposito, sono innumerevoli. Una delle più
gettonate recita: Il commercio elettronico è costituito da operazioni che
coinvolgono imprese ed individui, mirate allo scambio di beni materiali o
immateriali, ai quali è assegnato un valore economico, attraverso
un’infrastruttura informatica o una rete di telecomunicazioni.
(www.infotel.it, 2002)
Il dato sopraccitato, nonostante soggetto ad un andamento
crescente, non è purtroppo sufficiente a sostenere il decollo del
commercio elettronico in Italia, per varie ragioni, sia di carattere
strutturale sia di carattere culturale/psicologico.
Il dato sopra proposto, infatti, descrive esclusivamente il numero
d’accessi giornalieri alla Rete, evidenziando, in tal modo, solo l’aspetto
quantitativo e non qualitativo del fenomeno.
Solo 10,6 milioni sono, infatti, i fedelissimi della Rete Internet, quale
immancabile strumento all’interno della propria quotidianità, i
cosiddetti “internauti”. (www.e-com-quality-mark.it, Stabile, da dati
Nielsen, 2001)
Il commercio elettronico da postazione fissa, dunque, non può che
fare affidamento su quest’ultimo dato, quale reale dimensione della
domanda di riferimento.
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Parallelamente al processo di sviluppo dell’E-Commerce tradizionale,
si è a questo recentemente affiancato un nuovo ed importante fenomeno
che, nell’ultimo decennio, ha particolarmente interessato il nostro
Paese, un evento sotto gli occhi di tutti, il boom dei telefonini.
Secondo dati statistici elaborati dall’ART e contenuti nella consueta
relazione trimestrale promossa dall’Authority francese per le
Telecomunicazioni, la penetrazione della telefonia mobile ha raggiunto,
in Europa, il 74,7% nel primo semestre del 2002, contro il 68% rilevato
nello stesso periodo dell’anno precedente (+ 9,9%).
Che dire a proposito dell’Italia?
In cima alla lista c’è proprio la bistrattata Italia, dove la penetrazione
del mobile, a giugno 2002, ha raggiunto l’88,2%. (www.cellulari.it, 18
Novembre 2002)
In termini economici, la telefonia mobile continua a generare in tutto
il mondo una parte crescente degli incassi globali delle
telecomunicazioni, con una quota che, secondo dati Omsyc,
Osservatorio mondiale delle telecomunicazioni, ha raggiunto in Giappone
il 45% delle entrate complessive, il 30% negli Stati Uniti e il 19% nel
Resto del Mondo. (Broadcast&Video, n°182 del 31 Gennaio 2002)
Se ancor oggi l’uso prevalente del telefono cellulare riguarda
essenzialmente la possibilità di chiamare e ricevere telefonate, in due
sole parole traffico vocale, o, al massimo, di inviare brevi messaggi di
testo, SMS (Short Message Service), la continua innovazione tecnologica,
che da sempre ha interessato il comparto telefonico e delle
telecomunicazioni, prospetta, per il prossimo futuro, la crescita e lo
sviluppo di nuove applicazioni del telefonino.
Fenomeno, quest’ultimo, favorito dalle particolari caratteristiche
dell’utilizzatore medio di telefoni cellulari. Buona parte dell’utenza,
infatti, con il 48,4% d’incidenza sul totale, rientra nel segmento 14-34
anni d’età, con forte padronanza del dispositivo e, quindi, più
interessati ad eventuali impieghi avanzati. (www.mobileinternet.luiss.it,
2002)
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Dall’esperienza dell’E-Commerce e dalla coniugazione della tecnologia
Internet con quella cellulare ecco nascere l’M-Commerce.
Si tratta di un nuovo sistema commerciale che utilizza i dispositivi
mobili, cellulari, PDA e PC portatili, quali postazioni e mezzi di
comunicazione. Si chiama Wireless Commerce, o più comunemente
Mobile Commerce, e ha il grande vantaggio di offrire molti servizi
Internet, legati all’opportunità di eseguire transazioni, di scambiare e
ricevere dati e notizie, il tutto coniugato alla possibilità di essere
raggiunti in qualsiasi momento ed in qualsiasi luogo. Con la possibilità
di ricevere e scambiare informazioni e di effettuare transazioni
attraverso Internet, l’M-Commerce sta contemporaneamente
incrementando il successo dei telefonini, siano questi d’uso personale o
aziendale.
Molte sono le etichette applicate al Mobile E-Commerce a seconda
dell’ambito di riferimento considerato e dei confini ad esso attribuiti.
Noi, tuttavia, definiamo il cuore del Mobile Commerce come: L'uso di
un qualsiasi terminale Wireless (senza fili), in particolare telefoni cellulari,
e della rete mobile, per accedere ad informazioni ed effettuare
transazioni, con conseguente trasferimento di valore in cambio di
contenuti, servizi o beni, prescindendo dalle semplici transazioni voice to
voice. (www.smau.it, 2001)
Definizione, questa, che va ben oltre il più ampio concetto di Internet
Mobile. Quest’ultimo, infatti, non è altro che la semplice connessione
alla Rete per mezzo del dispositivo mobile, indipendentemente dalla
relativa finalità e dal proprio scopo. Il Mobile E-Commerce, invece,
considera solo le connessioni nelle quali ha luogo, in tutto e per tutto, la
transazione economica e lo scambio di valore. Non solo, esso prende in
considerazione anche gli scambi commerciali che con il protocollo WAP
hanno poco a che fare, ma che vedono nel sistema SMS lo strumento
principe.
Il commercio mobile sta radicalmente trasformando il modo in cui i
beni e i servizi sono comprati e venduti. Se per il consumatore l’avvento
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di questa innovativa forma di commercio non può altro che contenere in
sé le caratteristiche di maggior comodità e utilità, per le imprese, invece,
rappresenta un’opportunità che non si possono lasciar scappare.
Il Mobile Business è già oggi una realtà di fatto che riguarda sia il
B2C (business to consumer), sia il B2B (business to business), sia il B2E
(business to employess), anche se in misura diversa e fatte le dovute
differenziazioni.
Le applicazioni più promettenti, per il futuro, riguardano solo
marginalmente l’utenza consumer: si assisterà, in quest’ambito, a meno
business innovation di quanto registrato nei precedenti anni, mentre
andrà consolidandosi, parallelamente alla crescita del numero di utenti
connessi al Mobile Internet, l’uso di applicazioni già note, quali E-mail
(già utilizzata dal 69% degli utenti), ricerche (32%), giochi (26%) e News
(25%).
Dal punto di vista dell’utenza business, invece, la richiesta di servizi
su rete mobile è articolata come segue: al primo posto, analogamente a
quanto rilevato per l’utenza consumer, i servizi Fax, E-mail, SMS, seguiti
da “accesso a database aziendali”, “accesso ad applicazioni aziendali”,
“gestione ordini”, “scambio dati tra personale mobile”. (www.portel.it,
Rapporto SDA Bocconi – Smau, 16 Giugno 2002)
E’ proprio in quest’ambito, B2B e B2E, che vedremo nascere le
applicazioni più interessanti ed innovative.
Da quanto traspare da detto Rapporto, inoltre, gli utenti Wireless
Internet nel 2004 ammonteranno, a livello mondiale, a 161 milioni
secondo Merrill Lynch, a 40 milioni per IDC e solamente a 17 milioni
secondo The Strategis Group. Incertezza che, inevitabilmente, ricadrà
sulle strategie di chi fornirà i servizi.
In termini economici, il Boston Consulting Group prevede che il giro
d’affari del settore supererà, sempre a livello mondiale, i 100 miliardi di
Euro (oltre 200 mila miliardi di vecchie lire) nel 2003, per sfiorare, in
Italia, i quattro miliardi di Euro (poco meno di otto mila miliardi di
vecchie lire). (www.labitalia.com, 4 Dicembre 2001)
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Le attese sono indubbiamente contrastanti a seconda dell’Ente
rilevatore ma tutte convergenti allo stesso risultato: le cifre sono di tutto
rispetto e non possono lasciare indifferenti gli operatori di mercato e i
responsabili delle aziende italiane.
L’E-Commerce da terminale fisso sembra aver trovato nel telefono
cellulare un degno concorrente nella dura lotta che porterà alla
progressiva sostituzione del commercio tradizionale. Il valore delle
transazioni effettuate da terminale mobile, secondo gli analisti della
Ericcson, è destinato, già da quest’anno, a superare quello generato
dall’E-Commerce tradizionale, e a questo progressivamente sostituirsi.
(www.pec-forum.com, 2002)
I numeri sembrano indirizzarci verso una comune opinione: il futuro
non potrà altro che prospettare al Mobile Commerce un successo sicuro,
che lo spingerà, in breve tempo, a surclassare l’E-Commerce
tradizionale.
Forse più facile dirsi che farsi. Numerose, infatti, sono le
problematiche che frenano e minacciano il successo del commercio
mobile.
Le previsioni, a riguardo, ruotano dalle più ottimistiche di produttori
leader di ICT e di società di consulenza e analisi di mercato come Ovum,
alle più caute e pessimistiche di qualche Banca come Csfb (Credit
Suisse First Boston).
Il condizionale è d’obbligo, trattandosi di un mercato del tutto nuovo
e caratterizzato da un complesso intreccio di potenzialità e ostacoli.
Le recenti indagini mostrano come gli utenti siano generalmente
insoddisfatti della lentezza delle applicazioni di Internet alla rete mobile
e, dopo un breve e temporaneo approccio, un utente su tre viene meno
al suo utilizzo. Il 40% di coloro che hanno provato almeno una volta i
servizi mobili, pari a circa il 72% dei possessori di cellulari WAP,
ammette di aver ben presto ripiegato sull’uso tradizionale del dispositivo
radio cellulare, voce e SMS. (Manuela Pozzi da dati Boston Consulting
Group, 2001)
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Queste prime cifre dimostrano come il ventilato sorpasso del Mobile
Commerce senza fili, Wireless appunto, è ancora lontano, e potrà
avvenire, in effetti, solo a fronte di un miglioramento sostanziale delle
proposte di Browser e Provider. Sono la lentezza, la complessità delle
applicazioni e la scarsa fiducia nei sistemi di pagamento, infatti, alcuni
dei maggiori punti deboli di questa nuova tecnologia.
Secondo alcuni, poi, il motivo principale del lento decollo dei servizi
M-Commerce è da ricercare nel prematuro lancio degli stessi, ancor
prima di una loro completa adeguatezza alle richieste della domanda.
(www.it.gsmbox.com, M-commerce: è ancora presto per il decollo, 2001)
Molte delle speranze venutasi a creare intorno a questa innovativa
forma commerciale, sia a riguardo dei potenziali profitti, sia rispetto il
numero di futuri potenziali utenti, sono, e ancora a lungo saranno, solo
aspettative, e occorrerà tempo per verificarne i reali risultati.
(www.it.gsmbox.com, Ricerca, crescita m-commerce più lenta del previsto,
2001)
Da quanto traspare da queste prime pagine, le aspettative sono
molto contrastanti ed il futuro non appare tutto “rose e fiori” come fin
troppo prematuramente anticipato. Il potenziale dell’M-Commerce è fuori
discussione, molto più incerta, invece, appare la dinamica del suo
processo di sviluppo, causa le forti incertezze che persistono rispetto
alla risposta del consumatore, che presenta ancora forti interrogativi, al
fattore tecnologico, che soffre di limiti rilevanti, e all’offerta di contenuti,
non ancora pienamente adeguata.
Le imprese dovranno impegnarsi al massimo per concretizzare i
propri obiettivi e remunerare i propri investimenti. Soltanto superando
brillantemente le numerose barriere poste dal mercato, il commercio
mobile potrà diventare una realtà a tutti gli effetti. Raggiungere una
comunione d’intenti tra i diversi attori in gioco, volta a migliorare i
sistemi di pagamento, a perfezionare l’apporto tecnologico al commercio
elettronico e ad incentivare la fiducia, dunque la domanda del
consumatore, è il primo ed essenziale obiettivo da perseguire.
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La disamina fin qui espressa mette chiaramente in luce i molti pregi
di questa innovazione commerciale ma, nello stesso tempo, le
altrettante carenze che la stessa presenta e che non permettono, ad
oggi, di stabilire con certezza il concreto punto d’arrivo dell’M-
Commerce.
C’è chi è ottimista, chi invece è molto più cauto se non addirittura
pessimista. Tutto questo lo si evince pienamente dalla disomogeneità
presente nelle previsioni di mercato proposte dai diversi Enti rilevatori a
livello mondiale.
Differenze talmente sostanziali che non ci hanno lasciato indifferenti
e che ci hanno sospinto a domandarci: Quale la prospettiva più
realistica?
Quesito più che legittimo, considerata l’enorme importanza che le
previsioni di mercato ricoprono all’interno delle scelte strategiche
aziendali ma, assolutamente, di non facile risoluzione.
Ecco perché la nostra analisi si limiterà a giudicare, in modo critico,
le previsioni plasmate dai diversi Enti rilevatori e, in particolare, delle
prospettive elaborate, in ambito europeo, dall’Osservatorio EITO.
Scopo di questa Tesi, infatti, non è sostituirsi agli esperti di settore
nell’elaborazione di più attendibili previsioni di mercato, bensì,
semplicemente, un’analisi critica delle stesse prospettive future,
fornendo alle sempre più numerose imprese coinvolte nel settore un
importante strumento d’indirizzo dei propri piani strategici.
Contemporaneamente, il caso da noi proposto ci offrirà l’importante
possibilità di allargare l’orizzonte di ricerca alla più generale Teoria dei
Modelli, permettendoci l’individuazione dei limiti evidenziati dall’origine
stessa delle previsioni: il processo previsivo, che di queste ne è la fonte
analitica.
Veniamo a descrivere, passo dopo passo, il percorso seguito nel
raggiungimento dell’ambizioso obiettivo.
Fattore chiave all’interno del processo di crescita del Mobile Business
non può che risultare la tecnologia cellulare. Non possiamo sottrarci,
9
dunque, dal fornire una panoramica della tecnologia di riferimento,
Wireless per l’appunto, garantendo al lettore le condizioni per
materializzare l’oggetto di studio ed il suo lungo e continuo percorso di
perfezionamento che ci ha portato, oggigiorno, a nuove applicazioni
della telefonia.
Passaggio successivo e, contemporaneamente, centrale oggetto del
secondo Capitolo, sarà un’approfondita analisi dello stato attuale del
mercato Mobile Commerce. Segmentando l’argomento nelle sue due più
importanti componenti, domanda ed offerta, a sua volta scisse nelle
sotto-categorie consumer e business, cercheremo, in conclusione dello
stesso, di evidenziare punti forti e punti deboli del mercato, in modo da
individuarne le basi di lancio che ci permetteranno, in seguito, di
valutarne più correttamente il futuro.
Individuata nell’offerta la precarietà del mercato odierno, opportuno,
ora, è andare maggiormente a fondo nell’analisi di quest’ultima,
individuandone, con più precisione nei due successivi Capitoli, i
lineamenti attuali, prendendo a particolare oggetto di studio i servizi
proposti dal mercato, i sistemi di sicurezza e di pagamento, il pricing, la
logistica e la distribuzione, le politiche promozionali e il delicato aspetto
della tutela del consumatore.
In conclusione di questa prima Parte, che vede protagonista lo “Stato
dell’Arte”, ossia il mercato contemporaneo, saremo in grado, così, di
dare pronta risposta ai due seguenti quesiti:
•
Il mercato Wireless attuale si pone realmente nelle condizioni di
sostituirsi alle tradizionali forme commerciali e, in particolare, all’E-
Commerce fisso?
•
Quali i principali pregi e quali i più evidenti limiti che ne
pregiudicano questo e condizioneranno, in seguito, il futuro del
settore mobile?
Siamo in grado, ora, di dare avvio alla seconda e fondamentale
Parte del nostro studio: l’analisi previsionale.
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In essa concentreremo i nostri sforzi nel presentare, e di seguito
valutare e giudicare, il panorama previsionale dipinto da una delle più
importanti società di ricerca internazionali, l’EITO.
Occorre approfondire, innanzitutto, la metodologia e la tecnica che
permette di delineare accadimenti e fenomeni economici futuri.
In conseguenza di ciò, come non dare inizio a tale lavoro se non
anticipando i principali elementi caratterizzanti la Teoria dei Modelli
previsivi sulla quale, a sua volta, si basano le suddette previsioni.
Fornire al lettore le conoscenze minime necessarie per intuire
l’origine delle prospettive di mercato, a seguire analizzate e criticate
nello specifico, è il particolare intento del Capitolo quinto.
Fondamentale nel raggiungimento dell’obiettivo finale di detta
ricerca è il Capitolo sesto.
In esso, infatti, proporremo le attese e le speranze dell’M-Commerce
in base ai dati raccolti nei Capitoli precedenti e al particolare modello
previsionale da noi proposto, il modello EITO.
Come la stessa Teoria dei Modelli insegna, esso semplificherà la
realtà a venire assumendo, a dato certo ed inconfutabile, determinate
caratteristiche di mercato. In altri termini, esso prenderà ad assunto del
modello alcune variabile economiche, alle quali le attese sono
strettamente legate, permettendoci, attraverso la suddetta forzatura,
l’immaginazione del contesto futuro. Forzatura che, come vedremo, sarà
oggetto d’attenta valutazione e che, indirettamente, ci permetterà di
calcolare la bontà del modello stesso.
La precisa individuazione degli assunti critici, inoltre, mediante un
loro costante e periodico monitoraggio, garantirà, alle aziende, piena
autonomia ed indipendenza nel processo di valutazione previsionale.
La più semplice ed immediata verifica di questi pochi e più
accessibili parametri assicurerà, indirettamente, l’immaginazione del
più complesso contesto di mercato atteso e, contemporaneamente, di
valutare l’attendibilità delle previsioni stesse.
Torniamo nuovamente al modello inizialmente analizzato.
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La scarsa corrispondenza con quanto dall’EITO ipotizzato al 2001
con quanto, a solo un anno di distanza, evidenziato dall’aggiornamento
dello stesso rapporto, pone qualche dubbio ed incertezza, a riguardo
della bontà del modello e, più in generale, della Teoria che di questo
risulta esserne la base analitica.
In virtù dei risultati ottenuti dall’analisi perseguita, sarà di nuovo
necessario allargare l’orizzonte di ricerca alla più generale Teoria dei
Modelli economici, evidenziandone i numerosi difetti e, nello stesso
tempo, l’estrema importanza ricoperta nel mondo economico moderno.
Cerchiamo di semplificare quanto fin qui annunciato
schematizzando, a seguire, le diverse fasi del percorso che siamo, ora,
in procinto di intraprendere:
Figura (A) – Le diverse fasi del percorso d’analisi
Tecnologia
Wireless
Offerta
attuale
Domanda
attuale
Approfondimento
sull’offerta
Analisi
previsionale
Conclusioni
sulla Teoria
dei Modelli
previsivi
Principi
di Teoria
dei
Modelli
previsivi
(Fonte: elaborazione personale)
Parte Prima
Analisi del
mercato attuale
Parte Seconda
Analisi
previsionale
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PARTE PRIMA
Analisi del mercato attuale
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CAPITOLO I
L’EVOLUZIONE DELLA TECNOLOGIA WIRELESS
La nascita e la successiva proliferazione di massa del servizio di
Mobile Commerce sono piuttosto recenti ed in particolare subordinate
alla concomitanza di diversi importanti fenomeni: lo sviluppo
tecnologico, con relativo abbattimento dei costi d’erogazione del servizio
e di produzione delle relative postazioni di collegamento, il progressivo
mutamento della domanda della potenziale clientela e l’adeguatezza dei
servizi offerti all’utenza da parte di imprese e gestori di rete sono solo
alcune delle variabili che indirizzeranno il processo di sviluppo di
questa nuova forma commerciale.
I sopraccitati fenomeni rappresentano condizioni necessarie,
inscindibili ed imprescindibili affinché l’M-Commerce possa
effettivamente diventare alla portata di tutti e rappresentare una vera e
propria alternativa alle tradizionali forme di commercio.
Non è possibile pensare ad un servizio di massa sostenuto,
esclusivamente, dall’innovazione tecnologica e non sorretto dal
consumatore attraverso una domanda adeguata. Allo stesso modo, non
può essere sufficiente una richiesta consistente da parte della domanda
se questa non è adeguatamente assistita da un’appropriata R&S volta
ad abbattere i costi e, quindi, i prezzi del servizio. Domanda ed offerta,
quindi, sono due risvolti dello stesso gioco.
Lo scopo di questo primo Capitolo, e dei diversi Paragrafi in cui esso
è articolato, sarà quello d’indagare l’evoluzione nel tempo, in particolare
negli ultimi dieci anni, del primo elemento, e forse più importante,
14
condizionante il futuro del mercato applicativo mobile: lo sviluppo
tecnologico radio-cellulare dalle sue origini al giorno d’oggi.
1.1 La nascita della moderna comunicazione cellulare
La telefonia mobile deve le sue origini storiche alla ricerca realizzata
nell’ambito della comunicazione militare. La trasmissione fra e con
mezzi in movimento è sempre stata un’esigenza fondamentale, sia in
ambito militare sia in quello dei servizi pubblici. Inizialmente limitata al
settore marittimo, nel 1921 però, tra la prima e la seconda guerra
mondiale, negli Stati Uniti, il Dipartimento di Polizia di Detroit
condusse, per la prima volta, esperimenti con sistemi che consentivano
la comunicazione con gli autoveicoli in dotazione.
Naturalmente eravamo ancora lontani dalla moderna telefonia
mobile. La caratteristica principale del predetto sistema, infatti, era
rappresentata dall’unidirezionalità del segnale che non permetteva,
dunque, una comunicazione bidirezionale come siamo oggi abituati a
conoscerla.
Possiamo quindi far risalire la vera nascita della moderna
telecomunicazione mobile in concomitanza con l’invenzione della
modulazione di frequenza (frequency modulation), datata 1935.
Con lo sviluppo dei sistemi di comunicazione FM, la portata delle
telecomunicazioni si estese ben presto alla vita civile, Polizia, Vigili del
Fuoco, trasporti, Pronto Intervento, scontrandosi rapidamente con un
evidente problema: l’indisponibilità di un numero sufficiente di
frequenze tale da soddisfare una domanda in continua crescita. Notare
che ciascuna frequenza spettava ad un solo richiedente, senza alcuna
possibilità di ripetizione.
Il punto di svolta si determinò con l’introduzione dei sistemi cellulari.
L’idea base fu concepita alla fine degli anni ’40, ma la lunga
sperimentazione, prolungatasi tutti gli anni ’60 e ’70, ne ritardò la
diffusione avvenuta, poi, solo con gli anni ’80. Solamente in questo
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decennio, infatti, furono introdotte le prime vere reti di telefonia mobile
aperte ad un ampio pubblico d’utenti.
Se oggi il telefono cellulare è un elemento essenziale nella vita di tutti
i giorni, sia in ambito privato che commerciale, fino all’avvento del
sistema radio-cellulare l’acquisto di un telefono da auto risultava assai
arduo. La ragione principale risiedeva nel limitato numero di canali
allocati ai telefoni mobili, che consentiva solo poche conversazioni
simultanee.
I sistemi non cellulari, tipo radio e TV, effettuano trasmissioni di tipo
broadcast. Essi utilizzano trasmettitori di elevata potenza in grado di
coprire l’intero territorio di riferimento, portandosi tuttavia con sé un
cronico problema: se gli utenti non sono pochissimi ne scaturisce un
enorme fabbisogno di frequenze radio, difficilmente reperibili.
I sistemi cellulari, invece, applicano la tecnica del riutilizzo delle
frequenze. Le stesse frequenze vengono cioè reimpiegate più volte, in
luoghi differenti e sufficientemente lontani tra loro.
Il principio è molto semplice: il territorio viene suddiviso in celle,
ciascuna dotata di propria stazione radio in grado di trasmettere su un
determinato numero di frequenze, diverse rispetto a quelle utilizzate
dalle celle limitrofe onde evitare interferenze. Il sistema funzionerà nel
momento in cui le diverse celle adiacenti faranno uso di trasmettitori di
ridotta potenza in grado, da un lato, di garantire la copertura dell’intera
area di traffico e, dall’altro, di evitare interferenze con le celle confinanti.
L’ampiezza e la forma delle cellule non sono standard. Teoricamente
queste possono essere immaginate di forma esagonale, anche se nella
realtà la loro struttura presenta geometrie irregolari, causa la non
omogenea propagazione del segnale radio dovuta principalmente alla
presenza di ostacoli fisici, oltre che alla diversa densità abitativa del
territorio di riferimento. Come in precedenza accennato, la straordinaria
peculiarità dei sistemi cellulari risiede nella possibilità di riutilizzo delle
frequenze, in zone ed area diverse, lontane comunque abbastanza da
ridurre al minimo le interferenze e i rumori di canale.