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Il trasporto merci svolge una funzione molto piø complessa e critica
rispetto al passato in quanto è divenuto parte integrante del processo
produttivo e della sua economia. La capacità di governare in modo
adeguato i crescenti flussi di materie prime, componenti, prodotti finiti,
presuppone un sistema di mobilità dei prodotti efficiente ed in grado di
spostare in modo rapido, tempestivo, sicuro ed economico input ed
output dei cicli produttivi sempre piø segmentati e distribuiti
geograficamente. Le competenze richieste unitamente al fatto che il
costo complessivo delle attività logistiche sia responsabile in taluni casi
fino al 50% del prezzo del prodotto finito hanno indotto la
terziarizzazione dei servizi di produzione, trasporto, stoccaggio.
Lo sviluppo dell’outsourcing nella distribuzione avrebbe dovuto
migliorare la competitività dei servizi sia dal punto di vista qualitativo
che economico, garantendo una gestione efficace dei flussi. Questo è
avvenuto solo in parte, in quanto si sono manifestati effetti collaterali
come la destrutturazione delle aziende e la conseguente moltiplicazione
degli operatori. Il risultato è una accresciuta criticità del processo di
selezione del fornitore a cui sub appaltare la funzione logistica da
esternalizzare. Il caso di uno spedizioniere internazionale è emblematico
dato che quest’ultimo pone in gioco la sua credibilità di fronte ai membri
del network di cui fa parte ogni volta che si affida a terzi.
La selezione è divenuta una fase critica a cui è stata dedicata molta
attenzione elaborando svariate metodologie: dall’AHP alla DEA, dalla
cluster analysis ai metodi di costo. Tuttavia esse presentano dei problemi
legati alla applicabilità ed alla effettiva implementazione, alcuni esempi
sono: la complessità intrinseca del metodo, la difficoltà nel reperimento
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dei dati in input, l’impossibilità di gestire un numero di criteri adeguato
ad una valutazione profonda ed efficace.
Lo scopo principale di questo lavoro di tesi è quindi l’analisi e lo studio
dei processi di valutazione dei fornitori di servizi logistici e lo sviluppo
di un sistema innovativo di selezione che ne superi i limiti.
La prima parte è dedicata al concetto di logistica e alla sua evoluzione da
funzione di supporto a creatrice di valore. ¨ descritto, in generale, il
processo di esternalizzazione che caratterizza il settore, valutandone gli
effetti positivi, come la riduzione dei costi e negativi come la perdita del
controllo sul processo.
Definito un quadro di insieme sugli operatori logistici, nati dalla
destrutturazione delle aziende, indotta dalla estremizzazione del processo
di esternalizzazione, si analizza la figura di uno spedizioniere
internazionale. Lo scopo di questa parte è evidenziare come questo
operatore si trovi a coniugare esigenze in conflitto: da un lato limitare i
costi per essere competitivi, sub appaltando servizi di trasporto a terzi,
dall’altro garantire la massima trasparenza e sicurezza in ogni fase della
catena logistica. Non essere in grado di assicurare questi requisiti
comporta l’isolamento e la morte commerciale, soprattutto se l’operatore
fa parte di un network internazionale. Le criticità evidenziate si
ripercuotono sulla selezione dei fornitori di servizi logistici, che diviene
un momento fondamentale del processo di esternalizzazione.
Conclusa questa parte introduttiva si prosegue con l’individuazione dei
fattori di valutazione utilizzati dal 1966 ad oggi, eseguendo una analisi
dei trend di importanza. Questa fase è seguita dallo studio delle
principali metodologie di selezione, suddivise tra approcci che evitano
una compensazione dei risultati delle performance rispetto ai criteri di
valutazione e di quelli che la consentono. Particolare attenzione è
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dedicata all’AHP e alla DEA. Il primo è parte integrante del nuovo
metodo per la quantificazione dei pesi dei criteri, mentre il secondo ha
ispirato la sua caratteristica fondamentale, cioè lasciare che sia
l’algoritmo di risoluzione a determinare il peso finale del criterio entro,
però, un certo intervallo.
L’obiettivo che si intende perseguire è sviluppare un sistema che:
sia un valido supporto alle decisioni;
abbia un vasto campo di applicazione;
sia in grado di gestire la complessità multi criterio e multi
prodotto;
superi il limite dell’AHP, che richiede una elevata coerenza dei
giudizi, non sempre assicurabile quando gli elementi da sottoporre
a confronti a coppie superano le 4-5 unità;
assicuri un effetto premiante/penalizzante in funzione delle
performance storiche del fornitore, nel rispetto di una base
comune di valutazione.
L’elemento innovativo che questo lavoro di tesi intende introdurre,
perchØ i requisiti fissati siano soddisfatti, consiste nell’utilizzare e non
rigettare i dati a minima consistenza, come previsto dell’AHP, allo scopo
di stimare l’errore sulla quantificazione dei pesi, calcolati dai confronti a
coppie a massima coerenza. Le stime degli errori sui pesi locali,
attraverso la teoria della propagazione dell’errore nelle misure indirette,
sono riportate sui pesi complessivi. Il loro impiego si concretizza nella
formulazione, di quelli che chiamo, vincoli alle differenze, nel problema
di programmazione lineare. Il loro scopo è limitare l’intervallo di
variabilità, imponendo che la differenza tra i pesi di criteri contigui in
ordine decrescente di importanza, sia limitata tra un upper ed un lower
bound rispettivamente pari alla somma e alla differenza tra la differenza
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dei pesi dei criteri e le relative deviazioni standard. L’intervallo di
variabilità consentito varia in funzione del grado di inconsistenza dei
giudizi: minore è il grado di coerenza, maggiore è il campo di variabilità
e viceversa. Il vincolo alle differenze congiuntamente a quello di
positività sulle variabili, che corrispondono ai pesi complessivi dei
criteri, può comportare l’inversione del rapporto di importanza, definito
nell’ordinamento precedente alla formulazione del vincolo. Lo
spostamento del valore assunto dalla variabile verso il suo upper o lower
bound dipende dal risultato riportato dal fornitore rispetto a quel fattore.
Esso corrisponde al moltiplicatore della variabile nella funzione
obiettivo da massimizzare.
L’obiettivo è compensare la difficoltà del soggetto, che deve definire
l’ordine di priorità tra i fattori di valutazione, quantificandone i pesi, con
un effetto premiante/penalizzante dipendente dai risultati storici del
fornitore.
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1. IL SETTORE LOGISTICO
Questo capitolo ha lo scopo di fornire una visione d’insieme del
significato e della evoluzione della funzione logistica e di individuare i
principali operatori che sono presenti nel mercato.
La prima parte è dedicata alla enunciazione di alcune fondamentali
definizioni, seguite dalla analisi delle cause dei processi che stanno
alterando la struttura del settore logistico. Si tende a focalizzare
l’attenzione sulla evoluzione del servizio verso forme piø evolute, che
richiedono una maggiore competenza e professionalità. Nella parte
successiva si esaminano in dettaglio le caratteristiche strutturali degli
operatori logistici, ponendone in evidenza le relazioni nella cosiddetta
catena di intermediazione. L’ultima parte è dedicata alla figura dello
spedizioniere internazionale esaminandone compiti, responsabilità e
criticità dato che il caso aziendale attiene il processo di selezione di
fornitori di servizi di trasporto su gomma per questo operatore.
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1.1. ORIGINE ED EVOLUZIONE DEL CONCETTO E DELLA
FUNZIONE LOGISTICA
La logistica è il processo di pianificazione e controllo dei flussi e
stoccaggio delle materie prime, dei prodotti in corso di lavorazione e di
quelli finiti, dal luogo di origine a quello di consumo, in modo da
renderli efficienti ed economici per soddisfare le aspettative del cliente
1
.
Il suo sviluppo era considerato un elemento di criticità già nel 1998,
quando Amartya Sen, premio Nobel per l’economia affermò: “Non esiste
penuria nel mondo, il solo problema cui dobbiamo confrontarci è quello
della logistica.”
1.1.1. Le tendenze economiche alla base del cambiamento della
funzione logistica
L’economia del nuovo millennio ha spinto molte imprese a focalizzare
l’attenzione sul cliente, colui che, attraverso le proprie scelte di
consumo, è in grado di garantire la sopravvivenza, prima ancora che il
successo delle aziende. Obiettivo delle imprese è assicurare la massima
soddisfazione del cliente ed il costante mantenimento degli equilibri
della gestione sul piano economico, finanziario e patrimoniale.
In questo quadro, la logistica ha assunto un crescente valore strategico,
contribuendo sia al recupero dei margini di efficienza
nell’ottimizzazione dei costi di canale, sia alla costruzione di un miglior
servizio al cliente. La convinzione sempre piø diffusa che, il vantaggio
competitivo oltre che dalle caratteristiche oggettive dei prodotti: qualità,
durabilità, originalità dipenda anche dal modo nel quale sono resi
disponibili al consumatore finale, ha svolto un ruolo decisivo nel far
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Definizione del Council of Logistic Management.
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evolvere la logistica, dalla sua concezione tradizionale di funzione di
supporto a funzione strategica. Essa ha così ottenuto la legittimazione a
funzione generatrice di valore nel ciclo produttivo (Drucker P. 1986).
Gli elementi di complessità del sistema economico hanno avuto effetti
particolarmente evidenti sulla funzione logistica, che si è trovata a dover
fronteggiare le sfide poste dalla:
deregolamentazione. Nel settore dei trasporti si è assistito ad un
ampio processo di integrazione dei vettori logistici, attraverso
variegate forme di alleanze strategiche tra gli operatori della
filiera;
modificazioni nella domanda. I consumatori ricercano beni con un
assortimento ampio e profondo e chiedono di poter modificare,
anche in tempo reale, la decisione di acquisto o di integrarla dopo
che l’ordine è stato emesso. Tutto questo ha evidenti ripercussioni
sulla logistica a causa dell’incremento dei costi connesso alla
gestione di un numero maggiore di prodotti;
personalizzazione del prodotto. La produzione di lotti di beni
personalizzati sulle richieste del cliente implica che ogni lotto sia
distribuito nel rispetto di tempi e modalità di consegna concordate,
con una gestione piø efficiente dei flussi fisici ed informativi;
compressione del ciclo di vita dei prodotti. A causa dei continui
mutamenti nelle mode, il ciclo di vita di un bene è sempre piø
breve e la domanda sempre piø sofisticata. Questi fenomeni
richiedono la minimizzazione del livello delle scorte e la
modificazione delle infrastrutture con un conseguente aggravio di
costi;
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ampliamento dei mercati di approvvigionamento e di sbocco finale
dei prodotti. Le imprese spesso non sono in grado di coordinare
efficientemente i flussi di prodotti finiti sui mercati extra-
domestici o di gestire la complessità delle pratiche doganali e le
relazioni con le infrastrutture locali.
Data la complessità dei flussi fisici e informativi da gestire e
l’opportunità di sfruttare le competenze di un provider specializzato, la
logistica è entrata in quel processo irreversibile di terziarizzazione, che è
fattore comune di tutte le grandi economie industriali avanzate.
1.1.2. Il fenomeno della esternalizzazione dei servizi logistici
La necessità di gestire assetti logistico produttivi, resi piø complessi da
scelte competitive multi prodotto e multi mercato e la consapevolezza
dell’importanza strategica della logistica hanno favorito i processi di
esternalizzazione delle attività piø complesse. Essi si realizzano con
forme differenziate di outsourcing, che garantiscono il controllo, la
razionalizzazione del canale e la migliore integrazione delle attività
coinvolte.
Outsourcing significa esternalizzare la produzione o la gestione di
determinati servizi/produzioni, prima eseguiti all’interno delle aziende,
affidandone la realizzazione, su commessa, ad imprese esterne dette
“outsourcers”.
La terziarizzazione della logistica si configura come il processo
attraverso il quale le aziende assegnano la gestione operativa di funzioni
come trasporto, approvvigionamenti/allestimento ordini e stoccaggio o di
insiemi di attività a cui sono aggregabili altre operazioni quali controllo
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qualità, imballaggio, assicurazione delle merci e sdoganamento a
fornitori esterni, per un periodo contrattualmente definito.
In sostanza, la terziarizzazione consiste nell’affidarsi ad operatori terzi
per i servizi di trasporto primario e secondario
2
, per le manipolazioni
(handling), operazioni finali sul prodotto (quasi-manufacturing),
consolidamento dei carichi e compimento delle operazioni di
interscambio (loading).
1.1.3. I benefici ricercati e i problemi causati
I vantaggi ottenibili dall’outsourcing logistico possono essere suddivisi
rispetto ai parametri di tempo, costo, qualità.
La variabile tempo ne ha beneficiato in termini di aumento della:
rapidità ed efficacia dei processi analitico-decisionali;
flessibilità alle variazioni dei volumi e al cambiamento delle
condizioni di consegna.
La variabile costo è stata quella che ha ottenuto i maggiori vantaggi dalla
politica di outsourcing:
riduzione degli investimenti in strutture ed attrezzature;
variabilizzazione dei costi fissi di magazzino, del personale e delle
attrezzature;
maggiore trasparenza dei costi aziendali;
riduzione generalizzata dei costi per il crearsi di economie di scala
(uso congiunto di veicoli, magazzini ecc.).
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I trasporti da magazzino di stabilimento a magazzino centrale e/o a deposito periferico sono detti
primari e avvengono solitamente con mezzi pesanti (autotreni, autoarticolati o bilici) e a carico
completo. Quelli da magazzino periferico verso i clienti sono detti secondari e vengono effettuati con
mezzi piø piccoli, atti a circolare nei centri urbani per servire con un unico giro piø clienti. (Scarsi R.
2000).
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La qualità, nonostante la perdita del controllo diretto del processo, è
migliorata in termini di :
servizi piø evoluti, grazie alla disponibilità di know how specifico;
riduzione dei rischi inerenti soluzioni logistiche innovative;
responsabilizzazione ed autocertificazione del partner, sul livello
di servizio fornito.
La perdita del controllo sul processo rende la selezione dei fornitori un
momento critico, soprattutto in conseguenza della moltiplicazione degli
operatori logistici.