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partenza e trovare poi un sistema di arrivo che renda in modo adeguato quella
funzione”.
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1.1 Émile Zola e il Naturalismo
Vissuto a cavallo tra due secoli, personalità impegnata del suo tempo, Émile Zola
rappresenta il capostipite del Naturalismo, movimento letterario che si basa
principalmente sul concetto di realismo. Se il Realismo già si proponeva di
riprodurre un’immagine esatta e fedele della realtà e degli uomini, il Naturalismo
sviluppa ulteriormente tale idea. Il romanzo diviene il luogo in cui poter
rappresentare la società contemporanea, in cui analizzare “scientificamente” i suoi
meccanismi. Il Naturalismo risponde, in effetti, a delle condizioni storico-sociali ben
precise: la nascita del capitalismo, del proletariato, delle grandi metropoli; il
progresso e le scoperte scientifiche offrono ai naturalisti un metodo di
investigazione. Ammiratore dei fratelli Goncourt e attirato dalle idee di Hippolyte
Taine e Claude Bernard, Zola si avvicinò alle teorie del Naturalismo, sviluppando la
sua concezione del romanzo quale ”opera sperimentale” e applicando la metodologia
scientifica all’osservazione della realtà.
Seguendo la metodologia scientifica, egli vuole analizzare la situazione di
determinismo cui l’uomo è sottoposto. Secondo le teorie di Taine, infatti, il
temperamento dell’uomo sarebbe determinato dall’eredità, dall’ambiente sociale in
cui vive e dal periodo storico. Per dimostrare tale teoria, Zola inizierà nel 1868 un
progetto letterario basato sullo studio dei membri di una stessa famiglia, quella dei
Rougon-Macquart, in diversi ambienti sociali. Il Ciclo dei Rougon-Macquart
comprende 20 volumi. In ciascun romanzo viene analizzato un personaggio
appartenente alla famiglia. Tale opera permetterà, inoltre, a Zola di rappresentare in
maniera completa la società del suo tempo, partendo dalle classi operaie, che per la
prima volta diventano protagoniste all’interno di un romanzo, fino a quelle più
elevate. Lo scrittore diviene anche sociologo, analizzando temi e luoghi
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S.BASSNETT-McGUIRE, La traduzione. Teorie e pratiche, trad. it. di G. Bandini ,
Bompiani, Milano 1993, p.148.
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tradizionalmente non trattati, quali l’alcolismo, la prostituzione, le malattie e le
nevrosi.
Lo stile naturalista, inoltre, prevede un’accurata indagine sulla realtà in vista della
stesura del romanzo. Come Flaubert, anche Zola è uno scrittore minuzioso e
metodico. Per ogni romanzo, infatti, condurrà approfondite ricerche al fine di
documentarsi sulla realtà che andrà poi a descrivere nelle sue opere. Egli stesso
descrisse il suo metodo di lavoro: « […] D’abord je me renseigne par moi-même,
par ce que j’ai vu et entendu; ensuite, je me renseigne par les documents écrits, les
livres sur la matière, les notes que me donnent mes amis ; et enfin l’imagination,
l’intuition plutôt, fait le reste[…] »
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. Ad esempio, per il romanzo di Germinal,
raccolse una documentazione di un migliaio di pagine.
Un’altra caratteristica tipica del Naturalismo è quella che riguarda l’impersonalità
dell’autore, il quale tenta di descrivere la realtà nel modo più oggettivo e distaccato
possibile, senza far trasparire sentimenti o opinioni personali. Inoltre, Zola fa uso di
diversi livelli linguistici, con lo scopo di raggiungere la maggior veridicità possibile,
attribuendo ad ogni personaggio un registro linguistico differente, a seconda della
classe sociale cui appartiene; si colgono quindi delle scelte lessicali che si spingono
fino all’utilizzo dell’argot popolare nei personaggi delle classi sociali meno elevate.
Attraverso le opere di Zola è possibile ricostruire un’indagine socio-culturale della
sua epoca. La Francia di metà Ottocento, illustrata dall’autore, si presentava come un
paese ancora principalmente rurale, dove Parigi rappresentava già un grande centro
nevralgico. Importanti rivoluzioni popolari condussero alla nascita del cosiddetto
Secondo Impero, descritto appunto da Zola.
La Rivoluzione Industriale aveva portato una nuova fonte di ricchezza, soprattutto
nella metropoli, per la nuova classe dominante, la borghesia, che aveva ormai
sostituito la nobiltà. I borghesi, classe arricchita, godevano di una cattiva
reputazione, spesso erano ritenuti indegni delle loro ricchezze che ostentavano
insieme a valori culturali di cui erano privi. L’obiettivo principale di questa nuova
nobiltà era quello di vivere di rendita e, pertanto, fare un buon matrimonio era
ritenuto fondamentale. In ogni casa borghese, come si può constatare anche nel
romanzo stesso, è sempre presente un gran numero di domestici.
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Lettera del 27 giugno 1890 a Jules Héricourt, un amico scrittore.
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Un’altra classe sociale nascerà in seguito alla Rivoluzione Industriale, la classe
operaia, costretta a lavorare in condizioni abominevoli, senza alcun diritto, e a vivere
nella miseria; è la classe dei contadini che si erano trasferiti in città nella speranza di
poter migliorare la loro condizione di vita, già deplorevole. Zola si concentrerà
proprio su di loro, la classe emarginata, di cui nessuno aveva mai osato parlare, e ne
denuncerà lo sfruttamento e le condizioni inumane in cui erano costretti a vivere.
La disfatta della guerra franco-prussiana nel 1870, in cui la Francia perse l’Alsazia
e la Lorena, segnò la fine del Secondo Impero e la nascita della Terza Repubblica. La
nuova repubblica portò riforme scolastiche, religiose, statali; libertà di stampa, di
riunione e di associazione. Con la legge del 1905, che sancì la separazione dalla
Chiesa, lo Stato francese si proclamò laico.
Nel 1894 scoppiò il caso dell’Affaire Dreyfus, la cui causa fu il presunto tradimento
di Alfred Dreyfus, un capitano d’artiglieria dell'esercito francese, ebreo alsaziano.
Accusato di spionaggio a favore della Prussia, fu arrestato e, dopo un processo
svoltosi a porte chiuse, degradato e condannato ai lavori forzati, benché egli si
proclamasse innocente. Nel 1898 Zola intervenne con passione nell'affare Dreyfus in
difesa dell'accusato, con una celebre lettera aperta al Presidente, intitolata J'accuse,
che fu pubblicata nel quotidiano L'Aurore, in cui scagionava Dreyfus, accusando i
reali responsabili e nominandoli pubblicamente. A causa di ciò, Zola sarà processato
per oltraggio a pubblico ufficiale e costretto all’esilio a Londra; l’ufficiale Dreyfus
sarà liberato e completamente riabilitato nel 1906, 4 anni dopo la morte di Zola, il
quale morì nel 1902, soffocato dalle esalazioni di una stufa. I dubbi che si fosse
trattato di un assassinio non furono mai fugati del tutto.
1.2 Il romanzo Germinal
Pubblicato nel 1885, Germinal è il tredicesimo libro della serie di venti romanzi
dei Rougon-Maquart. È un’opera politica di denuncia, che descrive la lotta di classe e
la rivolta sociale.
La sua forza simbolica si evince immediatamente dal titolo. Il romanzo non
descrive solamente il mondo dei minatori, né il contrasto tra due classi sociali, operai
contro borghesi, ma, attraverso il titolo metaforico, vuole descrivere soprattutto la
lenta germinazione di un nuovo mondo che sta sbocciando, un’epoca di speranza e
rinnovamento per la classe operaia, sfruttata e maltrattata.
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L’epopea della rivolta di una classe affamata e disperata che tenta di risollevarsi
rappresenta il sogno di Zola.
Germinal ci fornisce una delle immagini più efficaci del mondo operaio della
storia letteraria. Illustrazione epica della vita quotidiana, del lavoro e delle sofferenze
dei minatori.
Mentre le classi lavoratrici appaiono pericolose agli occhi della borghesia,
minacciata dal nascente movimento proletario, per la prima volta, la classe operaia
diventa protagonista all’interno di un romanzo, acquisendo una propria dignità
letteraria.
Bisogna innanzitutto sottolineare la qualità delle informazioni di Zola, il quale si
reca direttamente sul luogo che vuole descrivere per documentarsi su ogni singolo
dettaglio. Quindi, il mondo dei minatori, il loro ambiente, il loro stile di vita
divengono materiale di studio e analisi. I villaggi delle miniere, i cabaret, i pozzi,
tutto è stato realmente visto e trascritto in appunti che vengono poi riformulati per
creare una trama romanzata, in cui realtà e immaginazione si fondono.
Le miniere distruggono le esistenze attraverso gesti ripetitivi, ore di fatica
estenuanti e di sofferenze, salari di miseria, mancanza di tutela, dipendenza totale nei
confronti della Compagnia (alloggio, sanità, riscaldamento). Nel romanzo è descritta
in maniera brutale l’alienazione della classe operaia. L’ambiente della miniera è
violento, i rapporti umani sono duri, il linguaggio secco. Il paese, oscuro e
monotono, in inverno acquisisce il suo volto più opprimente e disperato. Solamente
alla fine del romanzo, si scorgerà il trionfo della vita: la germinazione s’impone sulla
morte e porta una ventata di speranza e di ottimismo.
Il romanzo narra la storia di Etienne Lantier, giovane dalle idee socialiste, il quale,
mosso da ideali anarchici, incita i minatori allo sciopero. Ma questi, affamati,
sfuggiranno ben presto al suo controllo e formeranno una massa rabbiosa e
distruttrice le cui furie saranno placate dalla polizia.
Zola s’impone come il magistrale pittore delle folle in movimento. La folla, unita
nella rivolta e le rivendicazioni sociali, prende consistenza e forza e diviene la vera
protagonista del romanzo.
Appare evidente il contrasto tra le due classi sociali, che sottolinea e amplifica il
significato della lotta di classe. Vengono accostate due realtà totalmente opposte,
l’ambiente borghese, confortevole, caldo ed egoisticamente gioioso, e quello operaio,
tetro, freddo e inospitale. I due capitoli che ho scelto di tradurre rispecchiano appieno
tale opposizione: la follia della massa di scioperanti, in preda alla fame e alla rabbia,
che Zola sembra trasformare in una mandria di animali impazziti, e la tranquilla,
quasi ipocrita, esistenza della classe borghese, che sembra non rendersi conto delle
loro sofferenze.
Per accostarsi il più possibile alla realtà, Zola adatta la narrazione attraverso l’uso
di un linguaggio “popolare”. Senza ricorrere al “patois” del Nord, Zola utilizza un
rilassamento sintattico, una certa monotonia di vocabolario, che combina lingua
familiare e lingua letteraria. Si tratta del tentativo di resa di un universo mentale e di
mezzi espressivi che riflettono l’ambiente operaio.