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Introduzione
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Il consumo di combustibile per il riscaldamento degli ambienti rappresenta uno
dei costi maggiori nella gestione degli edifici , dove i potenziali risparmi possono
costituire dei notevoli incentivi economici.
A causa della poca attenzione a cui è stato sottoposto il settore impiantistico
nei decenni passati, gli interventi di ottimizzazione del sistema edificio-impianto
sono oggi tra gli interventi certamente proponibili in edilizia. Non è superfluo
ricordare, a tal proposito, che le leggi sul risparmio energetico e sulla sicurezza
degli impianti danno delle indicazioni ben precise riguardo la progettazione, la
manutenzione e la conduzione del sistema edificio-impianto. Esse, inoltre,
prescrivendo l’adeguamento degli impianti in base ai criteri stabiliti dalle normative
tecniche vigenti, incentiveranno l’adozione di sistemi atti ad assicurare il risparmio
di energia da fonti tradizionali.
In questo settore gli interventi e le modifiche proponibili ricadono in un limitato e
ben conosciuto numero di soluzioni, semplificando il lavoro del progettista.
Bisogna sottolineare, inoltre, che i periodi di ammortamento degli investimenti
in edilizia sono lunghi e l’interesse reale per essi richiesto è in genere abbastanza
basso con un conseguente basso coefficiente di remunerazione annuo del
capitale, mentre i costi energetici si riferiscono a combustibili pregiati quali il
gasolio ed il gas naturale. Questi due fatti a parità di circostanze facilitano la
convenienza degli interventi di risparmio energetico che, in altri contesti,
potrebbero invece essere preclusi.
Se per le precedenti considerazioni il risparmio energetico è facilitato in edilizia
per altre ne è ostacolato.
Fra queste ricordiamo l’incertezza nel comportamento termico di un edificio che
in generale non è trascurabile e il fatto che i consumi energetici di un edificio
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dipendono dalle vicissitudini climatiche che come tali possono essere solo
argomento di previsioni più o meno attendibili. Ne consegue che mentre gli oneri
di un intervento sono concreti e certi, i benefici sono affetti da un grado di
incertezza che potrebbe suggerire una loro prudenziale riduzione prima di essere
introdotti alla base del calcolo di convenienza.
Inoltre in generale gli oneri per il risparmio energetico (che sono oneri
d’investimento) ricadono sul costruttore-venditore dell’edificio, mentre gli eventuali
vantaggi ricadranno sul compratore-gestore.
Il costruttore potrebbe avere difficoltà a convincere il compratore che
l’eventuale maggior costo dell’edificio sarà ripagato dai vantaggi di gestione. Una
tale situazione potrebbe essere fortemente disincentivante per l’adozione di
alcune opportunità di risparmio, obbiettivamente vantaggiose, ma non altrettanto
palesemente dimostrabili. La situazione potrebbe essere migliorata da consulenze
professionali alla committenza in grado di valutare obiettivamente tali vantaggi e di
certificarli al proprio cliente.
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Analisi economica del
risparmio energetico
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2.1 Generalità
I problemi legati alla progettazione energetica degli edifici sono molteplici, ma
essenzialmente individuabili all'interno di aspetti tecnici ed economici ed
ambientali. All'interno di ciascuno di essi potranno essere trovati i parametri da
controllare per il soddisfacimento delle condizioni di comfort ambientale e della
gestione dell’impianto. La soluzione progettuale finale dovrà essere il frutto
dell'ottimizzazione delle diverse soluzioni possibili legate ai singoli aspetti.
L'analisi tecnica dipende essenzialmente da parametri legati alle caratteristiche
termofisiche dei materiali ed alle tecnologie costruttive ed impiantistiche. L’analisi
di convenienza economica si basa sul raffronto tra il denaro speso per
l’investimento ed i benefici monetizzati, che si presume vengano prodotti
dall’investimento stesso nell’arco della sua vita utile. Qualora siano definiti i termini
del confronto, si può procedere ad una semplice comparazione aritmetica: se
l’investimento prevale sui benefici derivanti dall’intervento di risparmio energetico,
l’azione non sarà economicamente conveniente e pertanto non meritevole di
essere intrapresa. Nel caso contrario, i benefici nel tempo saranno tali da
giustificare i costi iniziali.
Per quanto riguarda il raffronto tra l’investimento ed i benefici, bisogna
precisare che esso deve essere necessariamente riferito allo stesso momento
temporale. Infatti l’investimento, effettuato per dare origine ad una serie di benefici
, viene effettuato disponendo di una somma di denaro attuale; i benefici, che
costituiscono il termine di raffronto, saranno invece traducibili in denaro solo in
tempi successivi all’esborso dell’investimento. E’ certamente errato, dal punto di
vista finanziario, confrontare semplicemente tali quantità di denaro, in quanto esse
non sono disponibili entrambe nello stesso momento. Il raffronto, pertanto, deve
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essere effettuato attraverso dei coefficienti di correlazione che equiparino il valore
del denaro in tempi diversi. Infatti una somma di denaro disponibile al momento
attuale ha certamente un valore superiore ad una stessa quantità disponibile nel
futuro.
2.2 La capitalizzazione del denaro
Il fattore che rende possibile il confronto tra quantità di denaro disponibili in
tempi diversi è l’interesse, inteso come aliquota percentuale della quantità di
denaro in questione. Se un individuo dispone di m lire e le investe al tasso
d’interesse i, dopo un anno potrà riscuotere una somma pari a:
m + m · i = m ·(1+ i ) lire
dove m · i è la quota interesse.
Alla fine del secondo anno, invece, sarà disponibile una somma pari a:
m ·(1+ i )+ m ·(1+ i )· i = m ·(1+ i )
2
La regola della capitalizzazione composta, che fissa l'equivalenza tra un
capitale m
o
e l'odierno capitale m
n
disponibile tra n anni, fornisce la seguente
espressione generale:
( )
no
n
mm
i
=⋅
+1
Ne consegue che un capitale m
n
disponibile tra n anni, al momento attuale ha
un valore pari a:
( )
o
n
nm
m
i
=
+1
Il termine 1/(1+m)
n
prende il nome di fattore di sconto.
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L'interesse di calcolo da adottare può essere diverso in dipendenza delle
condizioni economiche dell'imprenditore:
• nel caso in cui non abbia la disponibilità del capitale e debba richiedere un
prestito, l'interesse m sarà il più alto tra quelli offerti dagli istituti di credito.
Non è detto, infatti, che al momento dell'investimento sia possibile accederà
ai prestiti più vantaggiosi.
• nel caso in cui sia in possesso del capitale, investito in particolari attività
(BOT, depositi bancari, attività produttive, ecc.), l'interesse sarà il più basso
tra quelli derivanti dalle diverse attività. In questo modo nel caso in cui il
VAN dell'investimento alternativo risultasse positivo l'imprenditore
otterrebbe dallo stesso un reddito maggiore di quello offerto dall'attività
meno produttiva.
2.3 Il flusso di cassa
Il motivo per il quale viene effettuato un investimento, generalmente, è quello di
trarne dei benefici economici. Tali benefici vengono quantizzati dalla serie dei
"flussi di cassa operativi" (positivi o negativi) che vengono generati durante la vita
dell'impianto, al lordo delle tasse dirette, attribuibili all’investimento. I flussi di
cassa operativi di un azienda, sono pari alla differenza tra il denaro entrante
(ricavi) e i costi operativi. Essi si differenziano dall’utile per due motivi:
• i flussi di cassa operativi (al lordo delle tasse) non sono affetti
dall’ammortamento, dal momento che questo non comporta esborso di
contante;
• i flussi di cassa operativi non sono affetti da esborsi di interessi dal
momento che questi sono considerati parte delle spese non operative.
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Viceversa l’utile è ridotto dall’ammontare dell’ammortamento e dell’eventuale
esborso di interesse.
Per un investimento riguardante il risparmio energetico il flusso di cassa
operativo (chiamato semplicemente flusso di cassa) consiste nella diminuzione dei
costi operativi causata dall'installazione di un impianto con rendimento superiore
rispetto ad uno tradizionale. La quantità più importante è data dal valore
economico dell'energia risparmiata, in questo caso trascurando le altre piccole
variazioni, il flusso di cassa è pari alla quantità:
jj
FC E P
=⋅
j
dove:
E
j
è la quantità di energia risparmiata all'anno j-esimo;
P
j
è il prezzo medio dell'energia all'anno j;
Nella maggior parte dei casi, l'espressione precedente conduce con buona
approssimazione alla determinazione di FC, quando il valore dell'energia
risparmiata supera largamente il valore delle altre variazioni del flusso di cassa.
Negli impianti in cui non è possibile trascurare queste variazioni (che possono
essere degli extra-costi o degli extra-benefici) l'espressione precedente diventa:
jjj
j
b
j
b
j
c
j
c
FC P E
p q p q
= ⋅+ −⋅
con:
• E
j
è la quantità di energia risparmiata all'anno j-esimo;
• P
j
è il prezzo medio dell'energia all'anno j;
• P
j
B
è il valore dell'extra-beneficio all'anno j;
• Q
j
B
è la quantità dell'extra-beneficio all'anno j.
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• P
j
C
è il valore dell'extra-costo all'anno j;
• Q
j
C
è la quantità dell'extra-costo all'anno j.
2.4 Significato del valore attualizzato netto (VAN)
La somma dei flussi di cassa (FC
j
) attualizzati risultanti da un investimento
rappresenta il valore presente dei benefici prodotti dall'investimento stesso. Il
valore attualizzato netto (VAN) è la differenza tra la somma dei flussi di cassa
attualizzati e l'investimento netto I
0
effettuato all'anno zero:
VAN =
FC
(1+ i )
+
FC
(1+ i )
+ ......... +
FC
(1+ i )
-
I
1
1
2
2
n
n
0
VAN =
FC
(1 + i )
-
I
j
j
0
∑
(1)
Il VAN rappresenta il guadagno o la perdita attuale derivante da un dato
investimento, quindi, in termini meramente economici, converrà effettuare un
investimento soltanto nel caso in cui il VAN risulti positivo.
Nella generalità dei casi l'esatta previsione dei vari addendi della sommatoria
(1) si presenta alquanto difficile, data la molteplicità dei fattori che influenzano il
mercato e di conseguenza i flussi di cassa. Nei casi in cui, però, sia possibile con
buona approssimazione prevedere che il flusso di cassa si mantenga costante nel
tempo per tutta la vita dell'investimento, l'espressione del VAN può essere
semplificata nella seguente:
VAN = FC
1
(1+ i )
-
I
= FC FA -
I
j
00
∑⋅ (2)
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con FA "fattore di annualità", che rappresenta la vita equivalente dell'investimento
che tiene conto dell'effetto di sconto. FA è un numero minore della durata
dell’investimento ed il divario è tanto maggiore quanto più grande è il tasso di
interesse.
2.5 L'inflazione e l'aumento differenziato dei prezzi
La determinazione del tasso di interesse da utilizzare nell'espressione del VAN
non può prescindere dall'esistenza dell'inflazione ne degli aumenti differenziati dei
prezzi dei vari beni interessati dall'analisi.
Nel caso in cui questo fenomeno non sia trascurabile bisogna considerare che
il reddito proveniente dai flussi di cassa ottenuti durante la vita dell'investimento
dovrà essere incrementato di una quota dovuta al generale aumento dei prezzi.
Se l'inflazione è stimata in "f" all'anno il valore del flusso di cassa al termine del
primo anno sarà:
FC + FC f = FC(1+ f)⋅ (3)
mentre al termine dell'j-esimo anno sarà:
FC (1+ f )
j
⋅ (4)
Se attualizziamo la serie di questi nuovi flussi di cassa otteniamo una
espressione simile a quella vista nel paragrafo precedente:
VAN =
FC
(1+ f )
(1+ i )
-
I
j
j
j
0
∑
(5)
Nel caso in cui il costo del bene monetizzato in termini di flusso di cassa abbia
una dinamica diversa da quella dell'inflazione e si possa quantificare in termini di
"deriva" (d) nei confronti dell'inflazione l'espressione 3 diventa:
FC (1+f) + FC (1+f)d = FC(1+f) (1+d)⋅⋅
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mentre al termine dell'j-esimo anno sarà:
FC (1+ f ) (1+ d )
jj
⋅⋅
Tenendo conto dell'inflazione e della deriva del costo del bene considerato nei
confronti dell'inflazione l'espressione del VAN diventa:
VAN = FC
(1+ f ) (1+ d )
(1+ i )
-
I
jj
j
0
∑
⋅
L'espressione in sommatoria, per piccoli valori di i, f e d può venire semplificata
nella seguente:
()
(1+ f ) (1+ d )
(1+ i )
=
1
(1+ i - f - d )
=
1
1+
i
jj
j
1
⋅
j
avendo posto:
1
i
= i - f - d
in cui il tasso di sconto effettivo i
1
è comprensivo dell'effetto inflativo e della deriva
del costo del bene considerato rispetto all'inflazione.
L'espressione del VAN allora diventa:
VAN = FC
1
(1+
i
)
-
I
= FC FA -
I
1
j
00
⋅∑ ⋅ '
nell'ipotesi che il flusso di cassa sia costante durante gli anni di vita
dell’investimento ed FA' riferito al tasso di sconto effettivo, mentre:
VAN =
FC
1
(1+
i
)
-
I
j
1
j
0
∑
nel caso in cui i flussi di cassa siano diversi negli anni.
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2.6 Investimento netto
Uno dei concetti fondamentali nell'analisi di convenienza economica di un
progetto, è quello di investimento netto I
o
. Questo termine è stato introdotto
nell'espressione del VAN per indicare il costo complessivo dell'investimento che
deve essere sostenuto per avviare l’apparato produttivo e il conseguente flusso di
cassa che durerà per un numero di anni pari alla vita utile prevista. In generale il
termine I
0
è determinato dalla somma dei seguenti termini:
o
ap i t av r
I
=
C
+
C
+
C
+
C
-
V
dove:
• C
ap
è il prezzo netto dell'apparato produttivo (impianto, edificio, ecc.);
• C
i
è il costo di installazione (macchinari, materiale isolante, componenti
edilizi da sostituire, ecc);
• C
t
è il costo del trasporto, incluse eventuali spese doganali e tasse;
• C
av
è il costo per l'avviamento dell'apparato produttivo e per interessi
passivi sul capitale immobilizzato fino all'inizio della produzione (flusso di
cassa);
• V
r
è il valore di recupero dell'impianto eventualmente esistente, che può
essere rivenduto una volta effettuato il nuovo investimento.
Pertanto l'investimento netto esprime la differenza tra tutti i costi immediati
necessari a rendere produttivo l'impianto e l'eventuale beneficio derivante dalla
vendita dell'impianto sostituito.
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2.7 La vita di un investimento
La vita dell'investimento è il numero di anni per i quali si presume che
l'investimento sia produttivo, cioè generi un flusso di cassa. Essa può dipendere
dai seguenti fattori:
• dalla vita fisica, al termine della quale non vi è più produzione di reddito a
causa dall'usura degli impianti;
• dalla vita tecnica, dovuta all'avvento sul mercato di impianti più efficienti che
rendono obsoleto l'investimento;
• dalla vita commerciale, al termine della quale si esaurisce sul mercato la
domanda per il bene o il servizio prodotto;
• dalla vita politica, dovuta ad incertezze sull'evoluzione della situazione
economico-politica del paese, a prescrizioni di legge, al pericolo di
confische, ecc.
Al fine di effettuare un investimento che sia il meno rischioso possibile si può
assumere la sua vita pari al minore dei suddetti fattori.
2.8 Il Tasso Interno di Rendimento (TIR)
Il valore attualizzato netto (VAN) di un investimento può essere influenzato dal
tasso d’interesse i, tanto da assumere valori negativi.
Se si effettua un’analisi parametrica del VAN di un investimento in funzione
del tasso d’interesse si può trovare il valore di i per cui esso si annulla (figura 2.1).
Questo valore, che prende il nome di Tasso Interno di Rendimento (TIR), è un
indice della redditività dell’investimento di cui si sta valutando la convenienza, ma
mentre il VAN esprime la convenienza globale estesa a tutta la vita utile
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dell’investimento, il TIR esprime la convenienza per anno di vita. Quando il TIR
risulta superiore al tasso d’interesse assunto nell’analisi costi-benefici, l’intervento
che si vuole proporre risulta vantaggioso rispetto alla situazione esistente.
figura 2.1
2.9 Il Tempo di Ritorno semplice
Il Tempo di Ritorno semplice (TR) è uno degli indicatori economici più diffusi,
ed in molti casi è sufficiente a definire la redditività dell’investimento. Esso è
definito dal rapporto tra l’importo dell’investimento e il flusso di cassa previsto:
TR
I
FC
o
=
Esso, però, non sempre conduce ad una valutazione corretta della
convenienza dell’investimento, in quanto non tiene conto della vita
dell’investimento stesso, dell’interesse, dell’inflazione e della deriva del costo del
bene prodotto rispetto all'inflazione. Tutto ciò può portare a delle previsioni troppo
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ottimistiche che, in alcuni casi, potrebbero portare a dei grossolani errori di
valutazione.
2.10 Il Tempo di Ritorno Attualizzato (TRA)
Un indicatore che consente una valutazione più attenta della redditività
dell’investimento è il Tempo di Ritorno Attualizzato. Esso a differenza del Tempo
di Ritorno semplice, tiene in considerazione la vita dell’investimento stesso, il
tasso d’interesse, l’inflazione e la deriva del costo del bene prodotto rispetto
all'inflazione. Pertanto esso è definito da un numero di anni superiore di quelli
espressi dal tempo di ritorno semplice.
Se si effettua un’analisi parametrica del VAN in funzione della vita utile
dell’investimento si può trovare il numero di anni n per cui esso si annulla. Se il
TRA risulta inferiore alla vita utile prevista per l’investimento, allora l'investimento
risulta vantaggioso.
2.11 L’indice di profitto
L'indice di profitto è un altro dei parametri economici che permettono di
determinare la migliore tra due possibilità d'investimento. Si ipotizzi, ad esempio,
di dover analizzare la convenienza economica di due soluzioni che offrono lo
stesso VAN ma sono caratterizzate da diversi investimenti e flussi di cassa:
1. soluzione 1: investimento I
1
= 10 ML; flusso di cassa di benefici attualizzati
FC
1
= 15 ML, per cui un VAN
1
= 15 - 10 = 5 ML.
2. soluzione 2: investimento I
2
= 2 ML; flusso di cassa di benefici attualizzati
FC
2
= 7 ML, per cui un VAN
2
= 7 - 2 = 5 ML.
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