CAPITOLO I:
IL MARKETING TERRITORIALE
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1. INTRODUZIONE AL MARKETING TERRITORIALE: CAUSE SOCIO-
CULTURALI
L’obiettivo chiave del marketing territoriale, cioè quello di promuovere il territorio, non
risale agli ultimi decenni del 1900; l’Europa, ricca di un patrimonio artistico-culturale
inestimabile, iniziò una politica di lancio (a livello prettamente turistico) già a partire dalla
seconda metà dell’Ottocento, per poter passare da una clientela di stampo locale ad una di
respiro internazionale. Da questo momento in poi nasce nell’immaginario degli Enti Locali
il desiderio e l’esigenza di attirare all’interno della propria area geografica insediamenti
produttivi, imprese, visitatori d’affari e turisti, tutte risorse in grado di arricchire il reddito
prodotto e il valore del territorio stesso.
Nel ventesimo secolo, a partire dal secondo dopo-guerra, tale necessità di
internazionalizzazione diventa sempre più radicata e cresce fino ad articolarsi, nei decenni
successivi, in una volontà di differenziazione di offerta rispetto alle località concorrenti.
I territori, al pari delle imprese, entrano in un meccanismo di ipercompetizione; questo si
verifica perché non troviamo più il confronto tra località simili, quanto tra località con la
stessa aspirazione - che si identifica in termini generali con la volontà di accrescere il
benessere e con il soddisfacimento di benefici simili richiesti dai clienti.
Questo mutamento deriva in parte da cause interne alle varie comunità locali, in parte da
cause esterne. Tra le cause interne si possono annotare, a livello generale, i cambiamenti
nella logica gestionale del territorio, il cosiddetto New Public Management: ciò consiste
nel passaggio da un modello classico burocratico e giuridico-istituzionale ad un modello
economico-aziendale in una logica di servizio pubblico. Le leggi Bassanini hanno
ulteriormente forzato questa transizione attraverso le seguenti riforme:
ι il decentramento di alcune funzioni dalle Regioni agli Enti Locali;
ι la riforma delle amministrazioni centrali, degli enti e delle istituzioni scolastiche;
ι la semplificazione dei procedimenti amministrativi.
Le ragioni esterne che spingono alla concorrenzialità territoriale sono, invece:
ι la globalizzazione;
ι la terziarizzazione dell’economia;
ι l’integrazione economica e monetaria;
ι l’interconnessione delle reti di comunicazione.
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Questi fenomeni influenzano profondamente l’assetto socio-culturale a livello mondiale. Si
assiste, infatti, ad una rapidissima evoluzione che porta all’omogeneizzazione dei costumi
e delle offerte estesa a tutto l’Occidente. In questo scenario le varie aree geografiche
sviluppano immediatamente un profondo desiderio di differenziazione, che nasce
dall’esigenza sempre più urgente di esprimere le specificità e le peculiarità proprie di
ciascuna comunità locale.
In questa nuova visione il marketing territoriale diventa uno strumento essenziale per
attuare politiche economiche, sociali e promozionali vincenti. Si giunge, infatti, alla
conclusione che in un mondo globalizzato le prerogative e le caratteristiche distintive di
ciascuna area sono i punti su cui fare leva per emergere: esse sono le risorse fondamentali
per raggiungere un elevato livello di conoscenza su vasta scala e, conseguentemente, di
attrattività nei pubblici esterni.
In letteratura vengono, generalmente, distinte le principali ragioni che conducono alla
decisione di promuovere il territorio e, conseguentemente, di elaborare un piano di
marketing territoriale nei seguenti punti:
ι Rispondere in modo adeguato ed efficace all’aumento della competizione tra
territori a livello nazionale e globale.
L’incremento del numero di imprese a carattere multinazionale e lo sviluppo progressivo
dell’integrazione economica e politica tra stati nazionali, la possibilità di insediare le
imprese in Paesi dove il costo della manodopera è nettamente inferiore a quello nazionale a
parità di livello di professionalità, il rapido sviluppo delle tecnologie di comunicazione e il
consistente miglioramento dei collegamenti e dei trasporti per persone, merci e capitali,
sono tra i principali fattori che hanno causato l’aumento della competizione tra le singole
aree geografiche. La competizione economica territoriale diventa dunque competizione
globale.
I soggetti responsabili dello sviluppo locale si trovano, perciò, inseriti nel meccanismo di
sfida della globalizzazione e possono sfruttarla a loro favore trasformandola – con
consapevolezza, responsabilità e senso critico – da un forte vincolo nonché ostacolo in
un’importante opportunità di crescita.
ι Attrarre nuovi investitori e nuove imprese.
“Senza l’impresa non si genera occupazione, non si genera benessere e ricchezza, né per il
singolo cittadino, né per la comunità. Più cresce il numero di imprese sane e competitive,
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più il territorio che le ospita, grazie al reddito prodotto e al prelievo fiscale locale, sarà
dotato di maggiori infrastrutture e servizi e, quindi, vedrà migliorare il livello della
qualità della vita.” Rizzi e Scaccheri (pag.23) in quest’affermazione esprimono in modo
estremamente chiaro e indicativo l’importanza per il territorio di ospitare il “bene
impresa”: esso produce reddito sia per chi lavora sia per la comunità la quale, in questo
modo, può intensificare gli investimenti in servizi, iniziative e progetti di pubblico
interesse.
Questo spiega l’accresciuto interesse delle amministrazioni locali verso il ruolo
dell’impresa, sempre più considerata come motore dello sviluppo di un territorio;
conseguentemente, accresce la sensibilità nei confronti di questo elemento strategico da
coltivare per assicurare alla comunità concrete condizioni di crescita e benessere.
Da queste affermazioni si può facilmente immaginare come si sia creato un vero e proprio
mercato di aree concorrenti per ospitare le imprese e di come l’articolazione di un’offerta
sempre più ricca e diversificata abbia enormemente superato la domanda all’interno del
settore imprenditoriale.
Di fronte a questo scenario, le comunità locali si trovano obbligate a valorizzare in modo
mirato il proprio prodotto-territorio, per ridurre il rischio di perdere attrattività.
Un’espressione calzante per le circostanze prospettate potrebbe essere “chi non e attrattivo
non è competitivo”, come affermano anche Rizzi e Scaccheri (pag.23).
ι Alimentare la nascita di nuove imprese.
Una ovvia continuazione del discorso è il tener conto del fatto che ciascuna impresa ha un
ciclo di vita che prevede anche un momento di “naturale mortalità”; a questo proposito il
territorio deve prevedere queste situazioni e progettare una strategia che consenta di
compensare questa perdita con l’introduzione di nuove imprese.
Bisogna, dunque, alimentare il ricambio imprenditoriale: per fare ciò i policy maker locali
devono mantenere una costante ed elevata attenzione verso le politiche di attrazione di
nuovi investimenti per consentire al numero complessivo di imprese sul territorio di
rigenerarsi.
ι Ottimizzare le risorse di cui il territorio dispone.
Per avere risultati positivi, l’amministrazione locale deve prefiggersi come obiettivo il
raggiungimento di condizioni d’utilizzo ottimale delle risorse che l’area offre, tenendo
conto anche dei bisogni espressi dalle differenti categorie di imprenditori ed investitori, sia
potenziali che effettivi.
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Il territorio si trasforma così in un laboratorio di ricerca e di sperimentazione delle giuste
“ricette” per valorizzare al massimo i beni di cui dispone, nell’ottica di attrarre il maggior
numero di pubblici esterni possibile.
ι Migliorare il benessere e la qualità della vita della comunità locale.
L’ottica della promozione del territorio richiede alla comunità di operare come un’impresa
volta pubblicizzare e valorizzare il proprio “prodotto-servizio-territorio”, evidenziando gli
aspetti e gli elementi maggiormente competitivi ed attraenti all’interno del mercato di
riferimento in cui si sceglie di agire. Se tale operazione ottiene successo, il territorio
acquista visibilità e interesse e, quindi, crescono anche le possibilità di miglioramento delle
condizioni di vita proprie della comunità locale.
E’ fondamentale accompagnare lo sviluppo economico con un’adeguata attenzione verso la
coesione sociale, per evitare squilibri e tensioni tra i diversi strati sociali dell’area, che
risulterebbero deleteri per l’immagine della stessa.
Inoltre, è necessario sostenere un adeguato progetto di sostenibilità ambientale, che
mantenga il territorio piacevole e pulito nonostante lo sviluppo generale della località.
ι Realizzare un’efficace e coordinata promozione territoriale.
Per valorizzare il territorio non è sufficiente attuare politiche economiche, sociali e
ambientali vincenti e coerenti con le sue potenzialità. A queste operazioni è fondamentale
affiancare una massiccia attività promozionale, atta a valorizzare l’immagine del territorio
e a sottolineare gli interventi attuati nello stesso. Una tale azione è volta a generare
interesse attorno al “prodotto-territorio” che si vuole sviluppare e comunicare ai pubblici
esterni.
L’attività di promozione del territorio ha un’importanza pari agli altri interventi citati, in
quanto se le politiche attuate non vengono adeguatamente pubblicizzate, i pubblici esterni
non ne verranno a conoscenza e il loro interesse nonché la loro immagine nei confronti
dell’area interessata non saranno mutati; inoltre, i pubblici interni potrebbero percepire
informazioni distorte che potrebbero vanificare gli interventi adottati.
Per questo motivo, il marketing territoriale si pone l’obiettivo di coordinare tutte le azioni
di promozione, in modo tale da evitare messaggi ambigui e divergenti che
condizionerebbero in modo negativo la percezione che gli investitori hanno del territorio.
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2. DEFINIZIONE DI “MARKETING TERRITORIALE”, OBIETTIVI E TEORIE
RELATIVE
La letteratura in merito allo sviluppo del territorio dimostra come non sia possibile dare
una definizione tradizionale allo stesso: esso, infatti, non può essere inteso in senso
puramente geografico, in quanto vi fanno riferimento molteplici aspetti, quali la tecnologia
e l’innovazione, l’economia, gli aspetti politici, sociali e amministrativi, etc.
Il territorio, da quanto emerge dalle ultime riflessioni teoriche, non è, dunque, esprimibile
solamente in termini fisici, di dotazione di infrastrutture, o come una realtà statica. Al
contrario:
ι E’ un “luogo” in cui la componente geografica e fisica sono inscindibili a elementi
sociali (di cui gli aspetti fondamentali corrispondono ai valori, alla cultura
condivisa, all’identità locale e al senso di appartenenza), a fattori economici, a
componenti tecniche, scientifiche e tecnologiche nonché istituzionali.
ι È un “luogo” definito e rappresentato da una serie complessa di interazioni e
interdipendenze fra i diversi individui come fra i vari enti e imprese, le cui relazioni
devono essere conosciute per comprendere il sistema locale territoriale; tale
evoluzione non è, dunque, guidata da un singolo soggetto incaricato, ma è il
risultato di “un complesso gioco di interdipendenze contraddizioni e retroazioni”.
ι E’ soggetto ad una continua evoluzione: tutti gli attori operanti devono agire con
responsabilità e competenza per ricreare continuamente condizioni di competitività
funzionali per il territorio.
L’esistenza di dinamiche ipercompetitive globali e di relazioni di scambio tra il luogo e i
suoi stakeholders (i portatori di interesse, o pubblici di riferimento) legittimano il
parallelismo tra il territorio e l’impresa e l’adozione di quest’ultima come metafora. Questo
non significa individuare i due elementi come un’unica identità; da questo paragone
simbolico si deve comprendere che il territorio, come un’impresa, deve offrire un
prodotto/servizio, sviluppa processi di scambio con mercati e clienti per rendersi sempre
più attrattivo, deve convergere su di sé l’insieme degli interessi dei suoi pubblici; infine, è
coinvolto in un processo di ipercompetizione, situazione che obbliga alla costruzione, alla
difesa e all’accrescimento di vantaggi competitivi territoriali.
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Il legame tra entità territoriali e pubblici di riferimento è una sorta di rapporto di scambio:
il marketing è in grado di supportare gli attori attraverso una strumentazione adatta per
comprenderne le dinamiche a fondo e per migliorarne le performances.
Per marketing territoriale si intende, quindi, “l’analisi dei bisogni degli stakeholders e dei
clienti/mercati, volta a costruire, mantenere e rafforzare rapporti di scambio vantaggiosi
con gli stakeholders (marketing territoriale interno)e con i pubblici esterni di riferimento
(marketing territoriale esterno), con lo scopo ultimo di aumentare il valore del territorio e
delle imprese e l’attrattività degli stessi, attivando un circolo virtuoso soddisfazione-
attrattività-valore. ” (Rizzi-Scacchieri, 2006, pag.194)
In letteratura vengono identificate quattro linee principali su cui il marketing territoriale si
basa:
ι la progettazione del mix più adeguato di beni e servizi territoriali;
ι la creazione di incentivi nei prodotti/servizi per gli utenti;
ι il miglioramento dell’accesso ai prodotti/servizi territoriali;
ι la promozione dei valori e dell’immagine del territorio, per mettere a conoscenza i
potenziali clienti riguardo ai vantaggi offerti dal territorio stesso (di questo aspetto
si parlerà in modo più approfondito all’interno del secondo capitolo).
Questi quattro punti sono perfettamente corrispondenti alle quattro leve del marketing mix
tradizionale: la pianificazione del mix più opportuno di beni e servizi viene identificato con
il prodotto; l’adozione di incentivi è associata alla politica di prezzo; il miglioramento
dell’accesso ai prodotti/servizi corrisponde alle politiche distributive; la promotion dei
valori e dell’immagine del territorio equivale alle strategie di comunicazione. (vedi
paragrafo 6)
E’ utile citare il contributo di Caroli in materia: egli sostiene che il prodotto territoriale, per
la sua natura particolare e per le sue specificità, presenta un piano di marketing mix
leggermente differente; gli obiettivi perseguibili da un’entità territoriale saranno pertanto:
ι lo sviluppo: esso concerne il rafforzamento e l’innovazione dell’offerta;
ι la comunicazione: riguarda la necessità di fornire ai soggetti della domanda le
informazioni in merito alle potenzialità e ai vantaggi competitivi dell’area;
ι l’organizzazione: consiste nel coordinamento dei differenti attori operanti nelle
varie fasi della strategia di marketing territoriale;
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