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PREMESSA
L’idea iniziale di questa tesi affiorò durante la preparazione della relazione finale di tirocinio dello
scorso anno. Dopo aver portato a termine la necessaria formazione, mi dedicai, per l’intero anno
scolastico 2011/12, al sostegno e al monitoraggio dell’applicazione di un progetto basato sulle Life Skills
(abilità di vita) ai ragazzi di prima media, compiuto da un piccolo gruppo d’insegnanti. Per me, tecnico
della prevenzione, impegnato da anni nel settore della tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro,
si trattò di una novità assoluta, e non solo per quanto riguarda il tema e la metodologia attiva delle Life
Skills che mi erano sconosciute, ma anche per il ruolo che mi era stato affidato, per la relazione con
soggetti educatori diversi dalla mia pratica quotidiana, fatta prevalentemente da datori di lavoro,
responsabili dei servizi di prevenzione e protezione, rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, ecc.,
per il contatto ravvicinato con il mondo della scuola, visto dalla parte di chi ci lavora. Oltre alla vigilanza
sul territorio ed alla formazione dei lavoratori in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, per la
prima volta sperimentai un’attività profondamente diversa da quelle a cui ero abituata. Il programma,
infatti, faceva parte di un’iniziativa di promozione della salute, un concetto e un ambito che ho scoperto
essere perfettamente in linea con il pensiero ed il vissuto che ho maturato fino ad ora. Per questo
motivo, forse, scaturì in me la curiosità intellettiva di provare a trasferire l’approccio Life Skills anche
all’ambito di cui normalmente mi occupo: la formazione dei lavoratori mirata allo sviluppo di
comportamenti individuali più sicuri.
Poiché attualmente sono disponibili programmi validati scientificamente solo per soggetti in età
evolutiva (adolescenti, giovani), si tratterebbe, di adattare la metodologia Life Skills in modo che possa
essere fruibile anche da soggetti adulti e di contestualizzarla nell’ambito di un luogo di lavoro,
finalizzandola alla tutela della salute e della sicurezza e creando un’azione sinergica fra il singolo,
inserito in un gruppo, e il contesto ambientale e organizzativo che sta intorno.
Ho trovato un valido contributo per la risoluzione del primo punto nel programma denominato Pro-
Skills che è in fase di sperimentazione in diversi Paesi Europei, mentre il secondo punto rappresenta la
sfida a cui ho cercato di rispondere con il lavoro di tesi descritto nel presente documento.
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INTRODUZIONE
OBIETTIVI E CONTENUTI
Lo scopo di questa tesi consiste nel formulare un intervento di prevenzione, finalizzato al
miglioramento della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, a partire dall’esercizio di
competenze individuali di base (Life Skills), inserite nell’ambito di un cambiamento
organizzativo. Integrare l’aspetto individuale con quello dell’organizzazione di cui il soggetto fa
parte garantisce un approccio sistemico per affrontare in modo corretto il complesso problema
degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali e ridurne le conseguenze. Oggi appare
chiaro come tale fenomeno, una volta imputato prevalentemente alla scarsa sicurezza
intrinseca degli impianti tecnologici, delle attrezzature e degli edifici abbia un’eziologia
multifattoriale, di cui una parte significativa è riferibile al comportamento individuale e
collettivo; infatti oltre l’80% degli incidenti è dovuto ad azioni insicure piuttosto che a
condizioni tecniche inadeguate
1
. Per questo motivo l’apparato normativo che si riferisce alla
sicurezza sul lavoro, il DLgs 81/08 in primis, dedica una parte fondamentale all’informazione
ed alla formazione dei lavoratori, quali importanti fattori per la riduzione di comportamenti a
rischio. I percorsi formativi, sviluppati in tali contesti, sono prevalentemente rivolti alla
conoscenza tecnica della normativa sull’igiene e sicurezza dei posti di lavoro e dei rischi
generali e specifici a cui i lavoratori sono esposti. Le competenze personali e sociali, che sono
abilità di base cruciali per sviluppare e consolidare la propria identità sociale e culturale,
nonché una risorsa fondamentale per condurre uno stile di vita orientato alla salute, sono date
per scontate negli adulti, poiché si ritiene che siano state già acquisite nei primi anni dei
percorsi scolastici o, comunque, durante la propria esperienza di vita.
I risultati del lavoro di ricerca che sono illustrati in questo elaborato, invece, tendono ad
evidenziare come sia importante supportare gli adulti-lavoratori nell’esercizio di “abilità di
vita”, considerandole come prerequisito per l’apprendimento permanente e, più in generale,
1 Rif. McSween Terry E., "Scienza e sicurezza sul lavoro. Costruire comportamenti per ottenere risultati", Tosolin F, Bacchetta A.P. (a cura di), Ed.
Aarba, 2008.
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per l’adozione di comportamenti sicuri, meglio se inseriti in un contesto di cambiamento
sociale ed organizzativo.
Le Life Skills (da qui in poi LS) sono correlate al senso di Empowerment, il “processo attraverso
il quale le persone aumentano il controllo sugli eventi che influenzano la loro vita”
2
. Questo
concetto fa parte del nuovo approccio alla salute adottato dall’Organizzazione Mondiale della
Sanità (OMS) a partire dalla “Carta di Ottawa per la Promozione della Salute” del 1986, nella
quale si tende a superare il modello di educazione sanitaria che riteneva sufficiente fornire le
informazioni necessarie per indurre automaticamente le persone a modificare i propri
comportamenti in senso più salutare; in realtà, negli anni, si è constatato che tale approccio
risultava di scarsa efficacia, se non addirittura controproducente. Le strategie di promozione
della salute riconoscono le LS come competenze necessarie alle persone per fare scelte
orientate al benessere psico-fisico ed apprendere lungo tutto l’arco della vita, in quanto
permettono di adottare comportamenti positivi e di affrontare efficacemente le richieste e le
sfide della vita quotidiana. Le LS possono guidare le azioni personali, i comportamenti
relazionali e le azioni rivolte al cambiamento dell’ambiente circostante in modo tale che sia
favorevole alla salute. Tuttavia, anche le organizzazioni devono sviluppare la capacità di
mettersi in discussione, modificando le norme operative e le ipotesi su cui si basano (learning
organizations)
3
per massimizzarne l’efficacia.
Il passaggio dall’educazione alla promozione della salute e la descrizione delle peculiarità di
questo approccio sono esposti nel primo capitolo di questo elaborato, mentre nel secondo
sono illustrate le LS, le loro caratteristiche principali, il loro funzionamento e le aree di
intervento. Il terzo capitolo è dedicato al modo con cui il mondo della scuola italiana e la
Regione Lombardia hanno recepito l’idea delle LS a cui segue, nel quarto capitolo, la
descrizione del programma americano denominato LifeSkills Training
4
, esposto come esempio
2
Rif. Centro Regionale di Documentazione per la Promozione della Salute (DoRS) della Regione Piemonte "Glossario O.M.S. della promozione
della salute" anno 2012.
3 “
Learning organizations” ovvero organizzazioni in grado di apprendere ad apprendere. Rif. Morgan G., "Images. Le metafore
dell'organizzazione", Ed. Franco Angeli, Milano, 2002.
4
LifeSkills Training è un programma di prevenzione all’uso e abuso di sostanze validato scientificamente, dimostratosi capace di ridurre nei
giovani il rischio a breve e a lungo termine dell’uso/abuso di alcol, tabacco e droghe; è stato sviluppato negli Stati Uniti dal dott. Gilbert J.
Botvin. Maggiori informazioni sul sito www.lifeskillstraining.com
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di applicazione concreta e validata di questo nuovo modo di fare prevenzione, seppure in una
popolazione di soggetti in crescita (adolescenti). Vi sono descritti i principali aspetti, le aree
d’intervento, le unità didattiche che costituiscono la struttura del programma e il progetto di
auto-miglioramento su cui si basa; il capitolo si conclude con una breve ricostruzione degli
studi di valutazione circa l’efficacia del LifeSkills Training e con i primi risultati della sua
applicazione in un gruppo di scuole secondarie di primo grado della Regione Lombardia.
Un adattamento sperimentale della filosofia LS a soggetti adulti è illustrato, invece, nel quinto
capitolo dove è presentato il programma formativo denominato Pro-Skills: Basic Skills for
Lifelong Learning
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rivolto a giovani adulti in situazioni di vulnerabilità e svantaggio sociale. In
questo ambito si è dato particolare rilievo alle premesse teoriche, agli approcci ed ai contenuti
formativi, per il riferimento al target adulto, mentre si è evitato di approfondire la
caratterizzazione dello svantaggio sociale poiché ciò esulava dagli scopi di questo lavoro. Sono
stati, però, riportati i risultati ottenuti dalle esperienze-pilota e le prime valutazioni applicative,
perché contengono indicazioni utili per l’adattamento del programma agli scopi prefissi.
Nel capitolo sesto sono stati descritti i presupposti che invitano a sviluppare le LS anche nei
luoghi di lavoro ed un’ipotesi ragionata sulla contestualizzazione di queste ultime in ambito
professionale. Gli obiettivi formativi specifici sono stati ulteriormente declinati, nel capitolo
successivo, per uno specifico target di lavoratori: gli insegnanti. La scelta di ritornare nel
mondo della scuola inteso, stavolta, non come luogo di apprendimento per le giovani
generazioni, ma come ambiente di lavoro, è stata determinata da due considerazioni. In primo
luogo perché la scuola mi offre la possibilità di affrontare da un punto di vista preventivo una
problematica emergente, riscontrabile, però, anche in altri settori lavorativi; infatti esistono
studi epidemiologici che dimostrano come il corpo docente sia a maggior rischio di sviluppare
disturbi e patologie psichiatriche derivanti dalla sindrome del burnout
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e come questo
fenomeno oggi sia universalmente considerato emergente non solo nelle cosiddette helping
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Pro-Skills è un progetto europeo per la promozione di abilità sociali e personali nei giovani adulti in svantaggio sociale come prerequisito per
l’apprendimento permanente. Maggiori informazioni sul sito www.pro-skills.eu
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Rif. Lodolo D’Oria V. (a cura di) “Scuola di follia", Ed. Armando, Roma, 2007