II
risposta ai mutamenti della domanda, aumentare la profittabilità
e aumentare la soddisfazione dei clienti e il loro grado di
fedeltà.
Rispetto a ciascuno di questi orientamenti, la tecnologia è
in grado di svolgere un ruolo primario e abilitante favorendo in
primo luogo la trasformazione e l’ottimizzazione delle relazioni
esistenti tra l’azienda e le altre categorie di imprese con cui si
interfaccia. Infatti, i flussi informativi che tradizionalmente
collegano solo le principali funzioni aziendali (la produzione, la
vendita, l’amministrazione, il marketing ecc.), devono essere
estesi anche all’esterno dell’azienda stessa, sfruttando la
disponibilità di reti di comunicazione fisse e mobili per
connettere tra loro i diversi soggetti del sistema.
L’ingresso delle aziende nell’era digitale ha comportato e
sta comportando una fase di “turbolenza” in cui l’Information &
Communication Technology assume un ruolo strategico per le
aziende le quali, attraverso una reingegnerizzazione dei
processi aziendali, devono quindi adeguare le proprie dotazioni,
le proprie infrastrutture, le proprie strutture organizzative e
strategie imprenditoriali onde competere secondo nuove regole
ed in nuovi mercati. I rischi crescono ma anche le opportunità: è
importante allora gestire il cambiamento, non solo per non
esserne travolti ma anche come arma competitiva ed essere
preparati a giocare un ruolo “proattivo”.
In questo panorama economico va diffondendosi in
sempre nuovi settori l’approccio “per progetti” e, se definiamo il
progetto come un insieme di attività complesse e integrate volte
a conseguire uno o più obiettivi di qualità, attraverso sforzi
III
sinergici e coordinati, in un certo tempo e con limitato
ammontare di budget e risorse a disposizione, appare chiara
l’introduzione e l’importanza di una metodologia gestionale
quale quella del Project Management. Importante, sia nei
progetti di sviluppo-prodotto, sia di pianificazione del servizio,
sia anche nei progetti di miglioramento dei processi aziendali
interni e strategici e, in sintesi, dell’operare per risultati. Infatti
possiamo definire il Project Management come una filosofia
gestionale orientata ai risultati che incentiva i responsabili ad
agire per obiettivi, pianificandoli e valutandoli razionalmente,
rappresentando un valido aiuto per riuscire con successo
nell’impresa, nella gestione del cambiamento e dell’innovazione
e in poche parole nella progettazione della sfida.
La perdita di competitività deriva molto spesso non dalla
mancanza di idee, ma dalla incapacità di attuare il progetto, di
definire “chi fa cosa, entro quando”, “chi se ne occupa, chi è il
responsabile”. Il problema della gestione del progetto è
strettamente collegato alla direzione dei tempi (time
management), alla direzione per obiettivi (management by
objectives) e al controllo di gestione, per quanto riguarda
l’analisi esatta dei costi di progetto. Si può affermare, con
certezza, che il Project Management rappresenta un punto di
sintesi, una cartina di tornasole rispetto alla qualità manageriale
dell’azienda.
Per introdurre una strategia vincente quale quella del
Project Management è necessario che l’azienda, come si è già
detto, ripensi e attui un cambiamento della propria
organizzazione, attraverso un processo di reingegnerizzazione.
IV
Infatti, nei progetti interni fortemente innovativi come
l’introduzione di un Sistema Informativo Integrato, i Project
Manager spesso si trovano di fronte un’organizzazione
refrattaria a utilizzare nuove metodologie. E’ per questo che tali
progetti sfociano in una nuova forma organizzativa
(organizzazione temporanea) in cui ogni meccanismo di
gestione non nasce da un’organizzazione preesistente ma si
modella sul progetto per cui è nato. I progetti altamente
innovativi rompono l’ambito di conoscenze stabili, chiedendo a
chi li gestirà di “indossare” un abito manageriale ad hoc. Oggi
anche gli Enti Pubblici si trovano sempre più ad operare con
logiche di mercato, in cui occorre migliorare la qualità di servizi
erogati a fronte di finanziamenti via via più ridotti, stante
l’obiettivo del risanamento di conti pubblici. In questa
situazione, sia per le aziende private sia per gli Enti pubblici,
occorre porre maggior impegno nella ottimizzazione delle
risorse (umane, tecnologiche e finanziarie) e nel
raggiungimento dei tempi di programmazione. E’ in tale
direzione che l’indagine di questa tesi pone l’attenzione non
solo sull’azienda privata ma anche su quella pubblica che deve
adeguarsi alle esigenze del mercato globale in cui emerge un
forte connotato di progettualità. In tale contesto si intende
mettere a fuoco la relazione tra una cultura di progetto, la
formazione pubblica e l’uso di tecnologie innovative con
esplicito riferimento al Project Management.
Purtroppo in Italia tale approccio si affaccia timidamente e
stenta ad affermarsi, in quanto sono frequenti le situazioni di
precaria volontà di operare in tale direzione dovuta a Top
V
Manager “old style”. La cultura del Project Management non si
impone ma si permea e si diffonde con un approccio diluito e
ben dosato.
Sulla base delle considerazioni fatte e degli studi
effettuati, si è giunti alla piena consapevolezza che il Project
Management è un’attività da cui non è possibile prescindere
nella realizzazione di un progetto, la cui carenza pur
consentendo un risparmio nell’immediato può comportare il
mancato raggiungimento degli obiettivi di progetto o il loro
parziale conseguimento con risultati carenti in termini di rispetto
dei tempi, dei limiti di budget o con scarsa qualità del prodotto
finale.
Poiché lo sviluppo e la diffusione delle nuove tecnologie
informatiche e telecomunicative ha assunto in questi anni un
ritmo frenetico, inducendo a modificare i sistemi informativi delle
imprese sia con riferimento alle infrastrutture sia alle
caratteristiche del portafoglio delle applicazioni d’azienda, il
presente lavoro vuole offrire un quadro metodologico di
riferimento a supporto dell’implementazione di progetti del
Sistema Informatico Aziendale. L’indagine riguarderà varie
tipologie di aziende, in particolare l’ENEA (Ente per le Nuove
tecnologie, l’Energia e l’Ambiente), quale Ente Pubblico
complesso, che, in base alla loro missione aziendale, hanno
bisogno di specifici sistemi informativi e tecnologie che devono
essere in grado di soddisfare il bisogno di competitività che oggi
è richiesto dal mercato.
Si cercherà di documentare tutte le varie fasi, i percorsi,
le scelte e i problemi che un’azienda, in particolare quella
VI
Pubblica, deve affrontare nel progetto di rinnovamento o
acquisizione ex-novo del sistema informatico. Partendo
dall’analisi di un’impresa di produzione in generale, si
verificheranno le necessità informative di ogni area aziendale,
per poi giungere nel particolare delle aziende Manifatturiere e
Commerciali.
Infine, sulla base delle normative che hanno introdotto il
processo di privatizzazione nella PA si analizzeranno i
cambiamenti e le necessità informative, proponendo delle
soluzioni metodologiche gestionali, prendendo come caso
quello specifico dell’Ente Pubblico Nazionale ENEA.
1
1. IL PROJECT MANAGEMENT COME FATTORE DI
SUCCESSO
1.1 PERCHE’ L’APPROCCIO AL PROJECT MANAGEMENT
Nel panorama economico attuale, le imprese devono
operare in un clima di competitività sempre più accentuata,
dovuta alla globalizzazione dei mercati ed alla crescente
consapevolezza dei consumatori.
Le conquiste scientifiche, le innovazioni tecnologiche, i
cambiamenti nelle tendenze di consumo registrati negli ultimi
decenni hanno cambiato profondamente le organizzazioni e i
processi di management.
Uno dei problemi maggiori per le aziende moderne non è,
solamente, raggiungere il successo, ma soprattutto mantenerlo,
trovare cioè un modello di funzionamento che le renda
dinamicamente vincenti.
In considerazione di ciò, notevole importanza assumono i
processi di Project Management e di gestione della conoscenza
all’interno delle organizzazioni
1
.
Oggi, d’altra parte, anche le amministrazioni pubbliche si
trovano sempre più ad operare con logiche di mercato, in cui
occorre migliorare la qualità dei servizi erogati a fronte di
finanziamenti via via più ridotti, stante l’obiettivo del
risanamento dei conti pubblici.
1
S. Tonchia, Il Project Management: come gestire il cambiamento e
l’innovazione, Milano, Il Sole 24 ore, 2001
2
In questa situazione, sia per le Aziende private sia per gli
Enti pubblici, occorre porre sempre maggiore impegno nella
ottimizzazione delle risorse (umane, tecnologiche e finanziarie)
e nel raggiungimento dei tempi programmati
2
.
Pertanto va diffondendosi in sempre nuovi settori
l’approccio “per progetti”, inizialmente applicato in ambito
ingegneristico ed industriale.
La capacità innovativa e il successo di un’impresa sono
quindi sempre più legati alla sua capacità di “gestire progetti”:
progetti sia di sviluppo-prodotto del servizio, ma anche di
miglioramento dei processi aziendali interni e strategici. Gestire
il cambiamento, insomma, non solo per non esserne travolti ma
anche come arma competitiva.
E’ importante allora essere preparati e giocare un ruolo
proattivo, facendo sì che se un progetto può essere considerato
comunque come una “scommessa sul futuro”, questa sia la
migliore che si potesse fare, e il suo perseguimento il motore di
tutte le attività
3
.
Se definiamo come “progetto” un insieme di attività
integrate volte a conseguire uno o più obiettivi di qualità, in un
certo tempo e con limitato ammontare di budget e risorse a
disposizione, appare chiara l’importanza oggi della gestione per
progetti (project management) e la sua stretta correlazione con
le performance d’impresa.
2
Project Management-concetti di base, dal sito internet
http://www.odl.casaccia.enea.it/Project-Management-New.htm
3
C. Rafele, Il ruolo della conoscenza nella gestione di un progetto, tratto
dal sito www.pm-forum.it, in “Gli Articoli” di PM Forum, Dicembre 2001
3
Servono competenza, volontà e strumenti per gestire il
cambiamento, scegliere con decisione l’innovazione quale arma
competitiva.
La metodologia di project management presentata ruota
attorno alle variabili gestionali quali: qualità, tempo, costi e
risorse. E’, quindi, collegata con le prestazioni aziendali e
l’intera gestione aziendale, infatti vengono considerati anche il
risvolto finanziario e il legame con altri sistemi aziendali, quali la
pianificazione strategica, il controllo di gestione e la
programmazione della produzione (o dei servizi).
Essa è inoltre in linea con gli standard del Project
Management Institute (PMI) e della International Project
Management Association (IPMA), organismi che curano a livello
internazionale lo sviluppo della disciplina
4
.
1.1.1 Project Management come “Sistema Intelligente”
E’ l’uomo con il suo ingegno e soprattutto con le sue
capacità organizzative a governare il progetto durante tutto il
suo ciclo di vita. L’organizzazione che ne scaturisce è una sorta
di macchina rodata e funzionale, soggetta a regole ferree ma
anche a flessibilità tipica dell’intelligenza umana .
Con questo termine si cerca di esprimere un concetto
allargato che vede la macchina non soltanto come un congegno
tecnico, ma come uno strumento intelligente che, attraverso
cicli retroattivi, si adatta alle situazioni, ai cambiamenti e alle
4
innovazioni, evolvendo nel tempo. In altre parole, una macchina
che faccia della facoltà umana dell’intelligenza la migliore arma
di competizione e di sviluppo, e che quindi necessariamente
veda l’uomo come sua parte costituente e rappresentante primo
dell’atto decisionale e manageriale.
In tale ottica la macchina pensante usa l’innovazione
tecnologica in maniera proattiva senza rimanerne vittima o
schiava, ma pronta a sfruttarla al meglio dall’alto della sovranità
dell’intelligenza umana.
Possiamo quindi definire la macchina pensante come “un
insieme organico di uomini e strumenti, che fa della regola,
della meccanica, dell’automatismo e contemporaneamente
dell’ingegno e della flessibilità le sue armi più potenti per il
raggiungimento di un obiettivo”
5
.
Se pensiamo alla macchina pensante in un’ottica di
lavoro per obiettivi, allora riusciamo ad individuare “un insieme
di persone, strumenti e regole riuniti in modo temporaneo per il
raggiungimento degli obiettivi prefissati”. Un insieme organico
che opera per servire il progetto e per governarlo durante tutte
le sue fasi vitali, dalla concezione alla chiusura. Più
precisamente si riesce facilmente ad identificarla come
“Sistema Project Management” al servizio del progetto, i cui
obiettivi predefiniti rappresentano lo scopo finale dell’azienda e
del fruitore dell’opera realizzata.
4
Per approfondimenti visita il sito www.pmi.org
5
M. Martinati, L’organizzazione del project management come ‘macchina
pensante’, in “Gli Articoli” di PM FORUM, Gennaio 2000.
5
Infatti , oggi, non si può non considerare l’impresa in
un’ottica di gestione integrata, e a tal fine si parla di Company-
Wide Project Management, che prevede diverse accezioni di
progetti in azienda e un’estensione metodologica a tutte le
funzioni/enti aziendali che hanno a che fare con il
cambiamento, miglioramento, la risposta a sollecitazioni
ambientali impreviste, non gestibili attraverso strumenti
operativi standard.
Il CWPM suggerisce l’adozione di una metodologia
caratterizzata da un approccio sistemico al problema o bisogno,
per il quale e’ richiesto di predisporre e realizzare un “progetto”.
1.1.2 La metodologia del Company- Wide Project
Management
Il Project management assume una rilevanza strategica
nella gestione del cambiamento e dell’innovazione, attraverso
la progettazione dei nuovi prodotti ma anche degli assetti
interni, del posizionamento sul mercato, dell’entrata in nuovi
business, in sintesi la progettazione della sfida.
Tale metodologia di gestione rappresenta uno dei filoni
centrali degli studi manageriali, su cui si sono cimentati molti
autori italiani e stranieri. Già agli inizi degli anni Settanta nella
cultura dell'impresa il PM appariva di indiscussa importanza e
foriero di notevoli cambiamenti nella promozione e nel governo
6
dei processi d’innovazione
6
. Tuttavia l’approccio era
originariamente molto tecnico, gli aspetti di natura
organizzativo-gestionale venivano trascurati e la metodologia
veniva circoscritta a determinati settori industriali.
Oggi, invece, siamo nell’ottica di una gestione integrata
d’impresa, dove da un lato tutte le aree contribuiscono alla
buona riuscita dei progetti e dall’altro in tutte le aree possono
essere messi in atto progetti, cioè si mira a coinvolgere i
processi innovativi e tale approccio è definibile come
“Company Wide- Project Management”(Cwpm)
7
.
In pratica, si tratta di potenziare internamente ed
esportare i principi e strumenti del project management, rivisti in
un’ottica sistemica e portati alla fruibilità di tutti, diventati
occasione di integrazione e metodo di coordinamento.
Inoltre viene a modificarsi la stessa genesi dei progetti,
che possono nascere e/o essere richiesti ovunque in azienda,
perché connessi al cambiamento, al miglioramento, alla
necessità stessa dell’azienda di essere un organismo dinamico
in un ambiente dinamico.
Infatti i progetti, anche quelli tradizionali di sviluppo di
nuovi prodotti, nascono e si consolidano grazie al contributo di
risorse appartenenti a varie funzioni aziendali. In altri termini,
anche chi non trova la definizione di specifiche di progetto tra i
suoi compiti e mansioni può e deve dare il proprio contributo al
6
R. D. Archibald, Project Management: la gestione di progetti e programmi
complessi, Milano, Franco Angeli, 1989
7
S. Tonchia, Il Project Management: come gestire il cambiamento e
l’innovazione, Milano, Il Sole 24 Ore, 2001
7
progetto
8
. Appare chiara, quindi, una “chiamata per
competenze” sui progetti, che solo così possono dirsi completi e
soprattutto integrati rispetto alle varie attività aziendali ad essi
connesse, prima, durante e dopo il loro sviluppo.
Ogni progetto, infine, ha dei “portatori d’interessi”
(“stakeholders”) che possono andar oltre i risultati tecnici ed
economici, e riguardare la soddisfazione dei responsabili e lo
stesso clima aziendale, nonché travalicare i confini aziendali.
L’integrazione aziendale in un’ottica di Company- Wide
Project Management richiede non solo l’integrazione tra
funzioni aziendali, ma anche tra compiti assegnati alle singole
persone; in particolare si possono distinguere un’integrazione
orizzontale (“job enlargement”, cioè un allargamento delle
mansioni) e un’integrazione verticale (“job enrichment”, cioè un
arricchimento delle attività prevalentemente esecutive con
maggiori attività decisionali).
1.1.3 Il Project Management in Italia
Si discute molto in Italia negli ultimi tempi di Project
Management e si scopre che l’argomento si affaccia
timidamente ma , salvo in aree storicamente colte (come
l’impiantistica), stenta ad affermarsi. Rari sono i casi aziendali in
cui vi è un inserimento del Project Management veloce ed
efficace, quando accade, ciò è dovuto spesso alla volontà di top
8
M.Baldini, A.Miola, A. P.Neri, Lavorare per progetti: Project Management
e processi progettuali, Milano, Franco Angeli, 2001
8
Manager giovani e con esperienza all’estero. Molto più
frequenti invece le situazioni di precaria volontà di operare in
tale direzione, e questo spesso dovuto a Top Manager “old
style”.
In molti casi il Project Management è considerato un
lusso o un inutile spreco di energie. Manca quindi una volontà
aziendale che si orienti al raggiungimento di un obiettivo a
medio/lungo termine. Ma il problema non è solo quando o in
quanto tempo, ma anche come, ovvero c’è bisogno di
progettare i metodi per raggiungere l’obiettivo. La cultura di
Project Management non si impone, ma si permea e si diffonde
con un approccio diluito e ben dosato. La formazione sul
Project Management è importante ma non è l’unico passaggio
attraverso il quale arrivare ad un risultato ottimale, in quanto
altrettanto fondamentali sono i metodi di verifica dell’andamento
del processo di acquisizione della conoscenza e di
organizzazione aziendale orientata al Project Management.
E’ necessario un vero e proprio progetto di investimento
per inserire la cultura del Project Management in azienda, che
vada pianificato con attenzione, eseguito e controllato.
In conclusione possiamo dire che divenuto ormai il
mercato in cui operiamo globale, il gap culturale sul Project
Management con i nostri concorrenti d’oltralpe, d’oltreoceano e
asiatici è divenuto enorme, per cui è necessario uno sforzo, un
investimento, ed è soprattutto necessario crederci e dare un
grosso commitment all’azienda tutta.