Introduzione
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Il progetto viene affrontato dapprima in maniera generale ottenendo
un primo dimensionamento della macchina poi, in maniera più
specifica, affrontando separatamente la trattazione delle
problematiche magnetiche ed elettriche.
Nel quinto e sesto capitolo vengono descritte le previsioni teoriche
del comportamento del motore.
Lo studio teorico riguarda sia le specifiche della macchina, quali
perdite e rendimento, sia il suo comportamento termico valutato con
tecniche di simulazione.
Il settimo capitolo mostra la macchina dal punto di vista meccanico
con particolare attenzione alla progettazione della sua sospensione;
segue una documentazione fotografica di tutti i componenti.
L’ultimo capitolo, infine, è costituito dalle prove sperimentali volte
a verificare la validità delle previsioni teoriche oltre a stabilire le
reali prestazioni del motore.
Alla luce di questi risultati è stata verificata la validità del progetto;
è quindi possibile prevedere i valori delle grandezze fondamentali,
da ottenersi in successive prove sul prototipo, nei vari regimi di
funzionamento che esso può assumere.
Capitolo I: Power train
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POWER TRAIN
I.1 Descrizione generale del “Power Train”
Al fine di ottenere un sistema di propulsione più efficiente, i veicoli
del futuro, siano essi puramente elettrici o ibridi, dovranno essere
mossi da motori ad accoppiamento diretto con le ruote. Riuscendo
inoltre ad integrare il motore all’interno della ruota, si ottiene di
conseguenza l’eliminazione di alberi, semi-assi, differenziali,
frizioni e riduttori di velocità e, quindi, delle perdite di
trasmissione, riducendo il peso del veicolo ed inoltre semplificando
enormemente la progettazione meccanica di tutto il veicolo.
In attesa che siano disponibili batterie che consentano maggiore
autonomia nonché infrastrutture tali da consentire una ricarica delle
stesse agevole e veloce, la scelta che attualmente meglio consente
di coniugare le esigenze di basse emissioni e lunghi spostamenti è
quella del veicolo ibrido.
È in questo scenario che si colloca il progetto per la costruzione di
un “Power train” ovvero di un sistema di propulsione per un veicolo
di nuova concezione destinato a coprire la categoria di mercato
delle “mini-utilitarie” o delle autovetture “compatte”. Tuttavia un
simile veicolo non deve dimenticare di includere i più recenti
progressi nel settore automobilistico, che sta proponendo nuove
tecnologie al fine di migliorare le caratteristiche di guidabilità,
Capitolo I: Power train
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come ad esempio le quattro ruote sterzanti (4WS), le quattro ruote
motrici (4WD), il sistema anti-pattinamento (ABS) ed il controllo
della trazione.
Queste nuove tecnologie necessitano di modificare le forze
impresse a ciascuna delle ruote anteriori e posteriori, e ciò significa
controllare ciascuna ruota separatamente, aggiungendo nuove
strutture meccaniche a quelle già esistenti. Un veicolo
convenzionale utilizza, al giorno d’oggi, un sistema di propulsione
in cui la potenza proveniente dal motore è suddivisa fra almeno due
ruote motrici, di conseguenza devono essere aggiunti meccanismi
che rendono molto complessa la struttura meccanica del veicolo e
richiedono sempre maggiore spazio e peso. Specialmente poi nel
caso di ruote sterzanti che siano anche motrici, è necessario non
solo farle ruotare attorno al proprio braccio porta ruota, ma anche
fornire loro la forza propulsiva.
Una possibile soluzione alla complessità delle strutture meccaniche
è costituita da quattro ruote sterzanti, ciascuna montata sul proprio
braccio della sospensione, per conferirle la possibilità di sterzare, e
mossa indipendentemente da un propulsore elettrico montato
internamente al cerchione.
In questo modo, dal momento che ogni ruota motrice può montare il
proprio propulsore elettrico, è possibile eliminare qualunque altro
organo meccanico, semplificando perciò la progettazione del
veicolo e liberando all’interno del veicolo spazio per beni e
persone.
Capitolo I: Power train
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Tuttavia, azionamenti caratterizzati da bassa velocità ed elevata
coppia, dedicati alla propulsione elettrica di veicoli, devono
soddisfare specifiche molto stringenti quali, ad esempio, elevata
densità di coppia ed elevata capacità di sovraccarico, complicando
notevolmente la progettazione sia del motore che dei circuiti
elettronici di potenza. Inoltre, montare il motore all’interno della
ruota è un obiettivo desiderabile, ma che pone vincoli geometrici
sul diametro della macchina e richiede una costruzione totalmente
chiusa, al fine di garantire una adeguata protezione dall’ambiente
esterno. Di qui nasce l’esigenza di un sistema di raffreddamento
molto efficiente che permetta di ottenere le prestazioni desiderate.
Se da un lato i motori convenzionali, siano essi con alimentazione
in alternata oppure in continua, hanno una bassa densità di coppia e
ridotta capacità di sovraccarico, dall’altro lato azionamenti di tipo
brushless progettati per lavorare a basse velocità e coppie elevate
rispondono meglio alle specifiche richieste per la loro possibile
applicazione all’interno di veicoli elettrici ed ibridi. Ciò è dovuto
essenzialmente alla disponibilità di nuovi materiali per magneti
permanenti caratterizzati da alta densità di energia, che hanno
aperto la strada allo sviluppo di nuove strutture di motori con un
elevato rapporto coppia-peso e notevole capacità di sovraccarico,
adatti per l’accoppiamento diretto alle ruote di un veicolo.
Tra le diverse tipologie di motori brushless dalla struttura
innovativa che sono stati oggetto di studio, le macchine a magneti
permanenti a flusso assiale avvolte su nucleo in ferro o in aria,
Capitolo I: Power train
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hanno dimostrato di essere delle ottime candidate per le
applicazioni relative ai veicoli elettrici ed ibridi, dal momento che
la loro particolare forma a disco ben si adatta all’accoppiamento
diretto nella ruota e inoltre esse possono essere progettate per
ottenere valori molto elevati del rapporto coppia-peso senza
penalizzare il rendimento.
Le macchine a magneti permanenti a flusso assiale mantengono
tutti i vantaggi tipici dei motori brushless tradizionali, ma in
aggiunta offrono miglioramenti dal punto di vista del ripple di
coppia, delle minori perdite nel ferro e nel rame, della maggiore
efficienza nella rimozione del calore dall’avvolgimento di statore e
della semplicità costruttiva.
Capitolo I: Power train
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I.2 Struttura del “Power Train”
La struttura del Power Train è quella di un sistema ibrido di tipo
serie, che può essere divisa essenzialmente in due parti: una sezione
di alimentazione ed una di trazione. Alla prima sezione competono
un motore termico di piccola cilindrata, un generatore sincrono a
magneti permanenti, un ponte raddrizzatore trifase, anche un
convertitore c.c./c.c. a cui è affidato anche il compito di recuperare
l’energia di frenatura. Alla seconda sezione competono gli inverter
trifase che alimentano i quattro motori elettrici di trazione.
I.2.1 Sistema di propulsione
Il sistema di propulsione è costituito da quattro azionamenti
gemelli, basati su motori brushless a magneti permanenti a flusso
assiale, che ben si adattano per le loro caratteristiche, ad essere
montati all’interno delle ruote. Ciascun motore è alimentato da un
proprio convertitore elettronico di potenza, del tipo a tensione
impressa (VSI) con controllo sinusoidale della corrente, realizzato
con moduli intelligenti ad IGBT. La comunicazione tra ogni singolo
motore ed il proprio inverter avviene tramite due tipi di trasduttori:
trasduttori di posizione (ad esempio encoder) e trasduttori di
corrente (ad esempio sonde ad effetto Hall). Un sistema di gestione
degli stati del veicolo, detto “supervisore”, fornisce le opportune
grandezze di comando a ciascuno dei quattro azionamenti
Capitolo I: Power train
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interpretando i comandi di plancia e trasmettendoli ai singoli
azionamenti, come in figura I.1.
Figura I.1: struttura del sistema di trazione
I convertitori ricevono l’alimentazione da un link in continua
comune, prelevando l’energia dal generatore elettrico ed anche da
due sorgenti utilizzate per l’immagazzinamento di energia:
accumulatori elettrochimici e supercondensatori.
Caratteristica peculiare del prototipo a cui il Power Train è
destinato, è la possibilità di utilizzare un sistema a quattro ruote
sterzanti che facilita le operazioni di manovra e parcheggio; la
sterzatura delle ruote in tali condizioni è realizzata elettricamente,
Capitolo I: Power train
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tramite gli azionamenti di propulsione, e gestita esternamente dal
“supervisore”.
A tale proposito, occorre precisare che la rotazione di ogni braccio
porta ruota rispetto al telaio è ottenuta mediante l’impiego di un
servo-azionamento elettrico, gestito da un sistema di controllo
elettronico. Grazie a questa soluzione sono eliminati i tradizionali
collegamenti meccanici tra volante e ruote (piantone, scatola sterzo,
tiranteria, ecc.) con un notevole risparmio di peso e riduzione degli
ingombri.
I.2.2 Motore termico
Le specifiche di partenza per la progettazione del prototipo del
motore termico sono le seguenti:
ξ Potenza all’albero: 10-15 kW.
ξ Cilindrata: 250 cc (2T), 450 cc (4T).
ξ Consumo specifico previsto 280-300 g/kWh .
Per quanto riguarda il regime di rotazione, si è attualmente in grado
di raggiungere, in accordo con le specifiche del fornitore degli
iniettori, una velocità di rotazione di 3000 giri/min nel caso di
motori 2T o equivalentemente di 6000 giri/min nel caso di motori a
4T. Tali velocità di rotazione dovranno comunque essere correlate
con i valori ammessi dal generatore elettrico, per il quale non si
ritiene opportuno superare i 4500 giri/min.