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• Il concorso di progettazione
Nell’ottica del recupero del porto storico di Civitavecchia, la nuova l’Autorità Portuale ha bandito,
nel gennaio 2002, un concorso internazionale di idee; la gara è sicuramente una delle più
significative nel panorama europeo sia per l’importanza che riveste il tema, sia per le dimensioni.
Nel panorama italiano il concorso per il porto di Civitavecchia, unitamente a quello per un nuovo
polo fieristico nei pressi della vecchia centrale ENEL, in considerazione sia delle problematiche
tecniche portuali che di conservazione e riqualificazione dei manufatti storici, è da considerarsi uno
tra i più grandi concorsi di architettura e urbanistica che si sono svolti negli ultimi anni.
I punti critici del concorso erano cinque o sei: l’area del Molo del Lazzaretto sulla quale sorgerà un
albergo; la Rocca, la Porta Livorno e l’Arsenale del Bernini che dovranno essere recuperati anche in
chiave filologica con una grande passeggiata scenografica; l’area del Molo del Bicchiere sulla quale
dovrà trovare sede un grande acquario al posto degli attuali silos per il grano; l’area del Forte
Bramantesco che ospiterà una grande sede per iniziative culturali; l’area della Darsena Romana da
recuperare per offrire approdi turistici e servizi connessi di alto livello valorizzando il carattere
storico delle mura e degli antichi ruderi romani.
Le procedure di gara si sono svolte in due distinti gradi; il primo grado ha visto la partecipazione
aperta agli architetti, studi professionali e società di Ingegneria di tutto il mondo i quali, nel giugno
2002, hanno presentato le singole proposte progettuali.
Per il secondo grado del concorso sono stati selezionati tre finalisti che hanno redatto un progetto
preliminare. La Commissione selezionatrice è stata composta da autorevolissimi rappresentanti
delle istituzioni e del mondo accademico nazionale visto soprattutto il preventivo di spesa previsto
per tutte queste opere (un centinaio di milioni di euro).
Il primo input per tale riqualificazione fu il progetto di riqualificazione del waterfront (ad opera di
Fuksas) che è stato già recepito dalla variante al Piano regolatore portuale.
L’iniziativa ha come obiettivo, per l’operatività portuale, la destinazione delle banchine del Porto
storico a bacino per la ricezione del naviglio da diporto superiore ai 60 piedi che non avrebbe altre
possibilità di approdo nella costa laziale, trasformando di fatto la zona del porto storico in una
marina di livello turistico internazionale.
Il processo di urbanizzazione del porto storico è la diretta conseguenza della sua trasformazione
operativa; tradizionalmente legato alla ricezione dei mezzi di vecchia generazione diretti in
Sardegna, con l’avvento del naviglio veloce ed il trasferimento nella zona nord del porto, le
banchine non potevano non subire un processo di urbanizzazione legato anche alle dinamiche
crocieristiche.
Il secondo intervento riguarda la riqualificazione del porto storico che cesserebbe di essere un
infrastruttura portuale per le unità maggiori, ma subirebbe un processo di trasformazione ed
integrazione urbana, per altro già iniziata con il watefront, per destinarlo a capacità ricettive minori
per le unità da diporto di 60 piedi con un sistematico recupero del patrimonio storico ed
archeologico insistente su tutta l’area.
Andiamo ad analizzare nello specifico le proposte e gli obiettivi dei progetti del piano di
riqualificazione:
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Panoramica del progetto risultante vincitore al concorso del 2003 (Studio Mencarelli)
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Forte Bramantesco
senza dubbio l’elemento architettonico di maggior rilievo qualitativo e quantitativo all’interno del
comparto, attualmente adibito a caserma, possiede tutte le caratteristiche per divenire il fulcro delle
numerose nuove attività di carattere sociale a servizio della città previste nell’area portuale. Il
progetto si propone di rafforzare l’importanza del riferimento visivo e simbolico costituito dal Forte
attraverso un complessivo intervento di riorganizzazione funzionale.
Appare opportuno sottolineare come l’attenta analisi del degrado condotta per le superfici esterne
del forte abbia portato alla luce una serie di problematiche quali ad esempio la sostituzione di alcuni
blocchi di travertino con lastre certamente dello stesso materiale, ma di taglio e colore diversi.
Una funzione prevista e ritenuta non solo compatibile, ma utile a recuperare il complesso è un
centro permanente per la musica, il
bastione di San Giovanni ricostruito
dopo il conflitto bellico con sistemi
costruttivi avulsi a quelli originali,
verrà demolito per quel che concerne le
strutture interne per poter lasciare uno
spazio a tutt’altezza che possa
accogliere un piccolo auditorium e sala
conferenze, a questo spazio verranno
associate ulteriori aree per permettere lo
svolgimento di attività didattiche
musicali. Il resto degli ambienti verrà
diviso attraverso opportuni settori in
altrettante attività didattiche
specialistiche a servizio della città,
quali aule attrezzate per attività
didattiche estemporanee, spazi a
disposizione di centri per
l’orientamento professionale per i
giovani, biblioteca, emeroteca,
mediateca. In sintonia con tali
destinazioni, le dimensioni del Forte e
soprattutto della corte interna hanno
suggerito la possibilità di organizzare
anche ampi spazi all’aperto, capaci di
ospitare attività ed eventi culturali e
ricreativi che esaltino la potenzialità di
aggregazione, propria di questo
straordinario luogo, nascosto dalle
mura.
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Antico Arsenale del Bernini
L’area dell’antico Arsenale è la zona ove il collegamento tra la città storica ed il vecchio porto trova
il punto focale, l'espressione fisica ed emblematica. La "riconquista" del mare da parte dei cittadini
si attua attraverso una compenetrazione reale fra le due parti, la connessione urbanistica si sostanzia
in un insieme di pieni e vuoti, di volumi importanti e di funzioni pregiate che si articolano lungo un
sistema di scale, rampe ed elevatori che rappresentano e dimostrano, oggettivamente, la possibilità
di rivivere una parte della città fino ad oggi preclusa.
Il progetto, come accennato, prevede inoltre che tale coinvolgimento urbanistico debba avvenire
anche attraverso la collocazione in questa area di nuove e pregiate attività commerciali e di
servizio,, rivolte sia alla città che al turista-viaggiatore, quali ad esempio un drug-store, servizi di
ristorazione di varie tipologie, un centro informativo e di prenotazione, e simili.
La memoria storica e le numerose fonti documentate che consentono una ricostruzione fedele
dell’antica opera berniniana fungono da guida per il progetto, nella proposizione delle volumetrie,
degli spazi vuoti, delle pavimentazioni, delle zone d’acqua.
Oltre che dalla iconografia storica e dalle foto, che ne raccontano la magnificenza e poi il declino
fino alla demolizione, l'imponenza dell'Arsenale Berniniano è testimoniata dalla vastità del" vuoto"
rimasto, racchiuso dal grande muro di contenimento che "regge" la parte di città che affaccia sul
porto.
Questa ipotesi, pur fedele nella configurazione geometrica al progetto berniniano, prevede che
l'intera costruzione venga realizzata in vetro strutturale con pannelli parzialmente serigrafati e ad
alto valore isolante. I solai sono previsti in lamiera aggregata e la copertura, parzialmente
trasparente, in pannelli fotovoltaici con le pavimentazioni a richiamare, nei loro giochi di materiali
e d’acqua, l’antica funzione cantieristica che ha caratterizzato l’opera nel corso dei secoli.
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La Porta Livorno e l’Antica Rocca
Questo ambito progettuale comprende un insieme complesso ed eterogeneo di elementi edilizi a
forte valenza monumentale e testimoniale: dal lungo muro e dalla fontana attribuiti al Vanvitelli,
alla Porta Livorno fino all’antica Rocca, quest'ultima irrimediabilmente ridotta a rudere.
La proposta intende portare questo insieme di elementi giustapposti a realizzare un sistema coerente
e fruibile, sia attraverso puntuali interventi di restauro, sia attraverso una unitaria sistemazione di
arredo urbano a terra che determina la creazione di una passeggiata "monumentale" lungo il fronte
del porto. Partendo dall’area dell’Arsenale, il progetto disegna un percorso che raccorda il piano del
molo e la base delle mura attraverso una superficie leggermente inclinata, per riportare le attuali
dimensioni della banchina ad una scala fruitiva e percettiva più consona alle proporzioni ed agli
impatti visivi originari.
Per la Rocca, di cui purtroppo rimangono pochi elementi costruiti rispetto all'impianto originario,
ma che tuttavia diverrà l’elemento visivo che conclude la prospettiva del lungo mare,. prevediamo
uno specifico intervento di restauro conservativo, integrato con la creazione di una leggera struttura
di copertura (in sintonia con quanto previsto nel Forte), che ne enfatizzi e rafforzi la forma e il ruolo
e che possa garantirne un migliore utilizzo.
La copertura, in tal senso, è altresì un
elemento funzionale che consente la
fruizione degli spazi, adiacenti alla
Rocca, rivolti verso la Darsena Romana e
che permetterà l’allestimento al suo
interno di un “Museo della Navigazione”
ove saranno esposti dei plastici
illustrativi sui sistemi di navigazione
dall'antichità ai giorni nostri, con reperti
archeologici e riproduzioni. Quale
naturale continuazione, nonché struttura
di servizio al Museo della Navigazione,
si prevede il riallestimento delle vecchie
strutture e dei locali delle ex pescherie in
spazi per bookshop e merchandising e
servizi in generale.
Stato attuale dell’antica rocca