1. Introduzione
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dispositivi predisposti al controllo automatico degli apparati domestici e dei
sensori ambientali.
L’ambiente domestico così attrezzato ed integrato può essere gestito e
controllato tramite un’opportuna interfaccia utente che realizza il colloquio
(invio comandi e ricezione messaggi) con un sistema intelligente di controllo,
basato in genere su sistemi embedded a microprocessore.
1.2 Requisiti generali
Qualsiasi sistema preposto alla creazione di una “Casa Telematica” dovrà
inevitabilmente possedere alcuni requisiti generali.
Innanzitutto sarà necessario che sia facilmente e rapidamente modificabile,
espandibile e riconfigurabile per prevedere l’integrazione di nuovi moduli di
controllo man mano che si manifestano delle nuove esigenze. L’architettura
del sistema dovrà quindi essere modulare e composta da componenti
facilmente inseribili ed intercambiabili.
L’interfaccia del sistema deve risultare ergonomica e semplice da usare al
fine di evitare confusione, timore e rifiuto da parte degli utenti. Occorre che
l’interfaccia utente della “Casa Telematica” riduca al minimo il numero e la
complessità dei comandi, rendendoli quanto più possibile simili al modo di
operare comune e ricorrendo per quanto possibile all’utilizzo di dispositivi
noti. Occorre inoltre che il modo di comandare i diversi dispositivi sia il più
possibile omogeneo.
Occorre comunque tenere conto che la complessità del colloquio con
l’utente deve essere sempre adeguata al suo livello cognitivo (possono ad
esempio essere previsti dei livelli di utilizzo differenziati). Infatti, anche
l’utilizzo di una interfaccia troppo semplificata e guidata può risultare
eccessivamente pesante e frustrante per utenti con una adeguata preparazione
e buone capacità cognitive.
È ovviamente essenziale che siano garantite delle funzioni di sicurezza
affinché non sia possibile operare sulla casa senza il consenso dell’utente e sia
garantita una protezione contro l’accesso al sistema di persone non
autorizzate.
Occorre inoltre garantire che diversi sistemi di controllo di “Case
Telematiche” vicine non interferiscano fra di loro.
1. Introduzione
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1.3 Le tecnologie disponibili
Attualmente esistono numerose tecniche per il controllo di apparecchiature
remote attraverso la rete GSM, la rete telefonica o attraverso Internet, ma la
maggior parte di queste fa uso di tecnologie di complessa applicazione.
Ad esempio i sistemi basati su linea telefonica fissa necessitano di una
interazione con l’utente particolarmente macchinosa, sia che essa sia basata su
sintetizzatori vocali o che essa venga gestita con i toni della tastiera, oppure
può avvenire soltanto tra terminali telefonici cui è stata connessa un’apposita
apparecchiatura o un personal computer.
I sistemi basati sulla tecnologia WAP (Wireless Application Protocol), sia su
rete GSM sia su rete GPRS (General Packet Radio Service), presuppongono
l’esistenza di un server e quindi di un personal computer adibito alla gestione
dei dispositivi da comandare o da interrogare. Inoltre il costo di una
connessione WAP non è indifferente ed è possibile solamente attraverso
terminali compatibili.
Lo stesso discorso può farsi per i sistemi che utilizzano la rete Internet; in
questo caso, anzi, il PC è necessario anche dal lato utente e non soltanto dal
lato delle apparecchiature da controllare.
Anche la rete domestica che interconnette tra loro i vari dispositivi e l’unità
di controllo può essere fisicamente realizzata tramite diversi mezzi trasmessivi;
tra gli altri le fibre ottiche, il cavo coassiale, i raggi infrarossi, la radiofrequenza
e le onde convogliate su linea elettrica.
Le prime due soluzioni sono da scartare a priori, in quanto richiedono una
messa in posa e quindi un inserimento “invasivo” di cavi all’interno della casa.
La soluzione a raggi infrarossi, pur non imponendo la posa di nuovi cavi,
non è particolarmente adatta a strutture con ostacoli e pareti come le strutture
domestiche.
La radiofrequenza è il sistema di comunicazione che, fra le tecnologie “non
invasive” prese in considerazione, offre una maggiore velocità di trasmissione
dei dati.
Gli standard che più stanno prendendo piede sul mercato europeo sono
HomeRf, Wi-Fi (IEEE 802.11B) e Bluetooth.
HomeRf (sostenuto da IBM, Motorola e Proxim) utilizza una banda di
frequenza a 2,4Ghz e viaggia a 2Mbit/s.
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Wi-Fi – 802.11b (sostenuto da Cisco System, 3Com e Lucent Technologies)
utilizza una banda di frequenza a 2,4Ghz, viaggia a 11Mbit/s ma è parecchio
più costoso di HomeRf.1
Bluetooth (sostenuto da Intel, Ericsson e Nokia) non riguarda solo la casa, ma
si propone come standard di radiofrequenza a 2.4GHz (cui operano anche gli
altri) per la connessione di cellulari, computer, palmari, portatili.
Quando non è richiesta una banda notevole, i costi dei sistemi wireless non
ne giustificano più l’utilizzo, a favore soprattutto delle tecnologie che
impiegano le onde convogliate.
In Europa l'utilizzo delle linee elettriche a bassa tensione, sia di
distribuzione pubblica che all'interno di installazioni utente, per trasportare
informazioni nella gamma di frequenza da 3Khz a 148,5kHz è una procedura
già standardizzata attraverso la normativa CENELEC EN 50065-1 del 1991 e
i successivi emendamenti (l'equivalente edizione italiana è la CEI 13-20) che
definisce, oltre a bande di frequenza e livelli di segnale utilizzabili, i limiti dei
disturbi condotti ed irradiati.
1.4 Lo stato dell’arte e il mercato italiano
A tutt’oggi, esistono diversi dispositivi che fanno uso di diverse tecnologie
e che si propongono come tasselli di un sistema complesso che ha come
obiettivo quello di automatizzare l’abitazione domestica.
Alcune grosse case produttrici di elettrodomestici (come Merloni ed
Electrolux) hanno già immesso sul mercato dei prodotti “intelligenti”, in grado
cioè di comunicare tra di loro o con il mondo esterno non soltanto attraverso
i classici pannellini di controllo ma per mezzo di sistemi di telecomunicazione.
La BTicino ha di recente presentato i suoi interruttori i quali non sono più
uno switch fisico per il passaggio della corrente ad ogni nodo elettrico della
casa, ma interruttori logici su un bus dati, cui è collegata anche tutta una serie
di periferiche aggiuntive e di attuatori.
La DomusTech (società del gruppo Olivetti) offre la possibilità di comandare
tutti gli elettrodomestici di casa attraverso le onde convogliate e per mezzo di
sistemi touch screen o di Internet.
1
A proposito del costo, si noti che su Internet stanno proliferando dei siti con le istruzioni per costruire
artigianalmente una “cantenna”, dove con questo termine viene indicata dagli statunitensi un’antenna per la
trasmissione in standard Wi-Fi costruita con normali barattoli vuoti. Addirittura c’è chi ha proposto una
graduatoria tra i migliori barattoli disponibili sul mercato, confrontando confezioni di manzo in scatola o
patatine.
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L’importanza che l’automazione domestica potrà assumere in un prossimo
futuro nel mercato italiano è dimostrata anche dall’interesse di un quotidiano
economico di rilievo quale è il Sole24ore, che ha realizzato un questionario per
sondare l’interesse degli intervistati nei riguardi della domotica.
Figura 1-1 - L’interesse verso la domotica, confronto per età e per sesso (fonte “Il Sole24ore”, 2001)
I risultati del sondaggio mostrano per altro come sia negli uomini sia nelle
donne, e più nelle fasce d’età giovani, l’interesse per l’automazione domestica
è molto alto, in particolare nei settori che riguardano la sicurezza personale e
della casa.
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Lo stesso quotidiano, individua tre settori nello sviluppo del mercato:
home automation, home networking e smart home.
Il primo si occupa di automatizzare tutte le funzioni possibili all’interno di
una casa, introducendo nuove soluzioni tecnologiche al fine di migliorare
apparati e prodotti già esistenti e di fornire nuovi servizi di utilità domestica; il
secondo di collegare tutti gli elementi di una casa e di farli colloquiare a livello
fisico, siano essi apparecchi intelligenti o non intelligenti, computer oppure
elettrodomestici; il terzo di integrare, coordinare e controllare il tutto.
I fattori di successo possibili sono: velocità di diffusione della cultura
tecnologica (a tutti i livelli della società), accettazione vantaggi e benefici,
massiccia azione comunicativa, standardizzazione dei sistemi, integrazione
dell’offerta e del servizio, unica interfaccia per fornitori e utenti, sistemi ad alta
flessibilità e integrabilità, e da ultimo (ma non come importanza) la riduzione
dei costi (sia dei singoli dispositivi che della messa in opera dell’impianto) che
permetterà la diffusione in gran parte delle case.
Sul mercato italiano (ma non solo in quello italiano) non esiste ancora di
queste tecnologie uno standard sufficientemente diffuso in grado di integrare
tutte le tecnologie disponibili per l’automazione domestica; i singoli produttori
e le singole ricerche seguono spesso strade divergenti.
Le soluzioni proposte più note, come LonWorks (da Echelon) e Bluetooth,
sono ancora troppo macchinose o troppo costose per potersi imporre sul
mercato, e somigliano piuttosto a degli esperimenti che a delle vere e proprie
proposte commerciali.