i generatori di calore, la sala macchine, gli essicatoi, la tramoggia, le cabine Enel, i
servizi, e una tettoia per il deposito della terra di estrazione.
La grande ciminiera in laterizio, alta 41m e posta quasi al centro della fornace,
era lo sfogo dei fumi prodotti dall’efficiente forno anulare allungato a fuoco continuo
Hoffmann, oggi completamente smantellato. Il primo forno anulare fu presentato
dall’imprenditore F. Hoffmann nel padiglione prussiano all’esposizione
internazionale di Parigi del 1867. La notizia del forno anulare è arrivata presto in
Italia e, in particolare nella regione sotto il Po. Con il Giornale dell’ingegnere -
architetto civile meccanico dell’anno 1868 la Biblioteca municipale di Bologna
ricevette la comunicazione dell’ingegnere milanese A. Stigler: Forno anulare/per
cuocere mattoni, calce, cemento ecc. ecc.
Il nuovo forno di cottura si distingue dai precedenti per la maggiore capienza e
per la capacità produttiva giornaliera di mattoni. La lavorazione avviene con l’ausilio
di macchine: l’estrusione dei mattoni su una filiera, tagliati con una taglierina a fili;
tegole prodotte a stampo, blocchi forati e carrelli metallici su binari a scartamento
ridotto.
Al contrario di altri paesi europei, lo scarso appoggio di macchinario, anche se
in misura diversa, è stato uno dei dati che per decenni ha caratterizzato il
funzionamento delle Hoffmann in Italia. A Castelvetro (MO), si ha notizia che la
prima formatrice di mattoni sia arrivata all’inizio di questo secolo; ma la sua funzione
era di solo appoggio alla formatura manuale. A San Giovanni in Persiceto le enormi
corsie di fabbricazione e trasporto manuale, son degne dell’Hoffmann nello sfondo
ma appartengono ancora al lavoro che osserva due secoli prima, non senza
commiserazione, Bernardino Ramazzini, l’autore De morbis articum diatriba.
Il forno di cottura dell’ex Fornace SAMIL era caratterizzato da un grande
invaso contenuto tra grosse pareti di mantenimento del calore e con aperture per il
caricamento dei mattoni. Anche la storia di questo forno Hoffmann rivela il tipico
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fenomeno dovuto alla concomitanza tra concentrazione produttiva e bassa
meccanizzazione. Ogni caricamento, richiedeva quattro o cinque migliaia di mattoni
già essicati. In realtà la produzione giornaliera di una squadra a “banco” non superava
che raramente il migliaio. La voracità del forno, quindi, era soddisfatta solo con la
concentrazione di svariate squadre di formatori.
La fornace è nata in stretto rapporto con i Comuni legati all’asta fluviale del Po
di Volano: Migliarino, Migliaro e Massa Fiscaglia. L’ingigantita e standardizzata
produzione era rivolta al mercato edilizio urbano.
Da sempre, le fornaci, hanno dovuto conciliare la maggiore vicinanza possibile
con la città, essenziale e principale mercato, insieme alle lenti d’argilla e l’acqua
pulita: elementi che si compendiano nei giacimenti geologici delle aste fluviali.
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PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE DELL’AREA
Il progetto di riqualificazione dell’area ha come fulcro generatore l’ex Fornace
SAMIL, edificio di notevole bellezza architettonica, in rapporto alle aree verdi e alle
cave allagate.
Morfologicamente l’area, a forma di cuneo, si estende su un terreno
pianeggiante di 14 ettari.
All’interno dell’area abbiamo tenuto conto della necessità di coordinare l’ex
Fornace SAMIL (costituente insieme ad un nuovo corpo edilizio circolare il nucleo
della Comunità ) a nuovi edifici adibiti ad abitazione, ad attività produttive, ad attività
ricreative e ad un grande parco, elemento formativo del tessuto urbano della
Comunità.
La Comunità ha la capacità di ospitare nelle proprie strutture 180 persone e
sono accessibili anche a disabili.
Nel progetto di trasformazione e recupero dell’ex Fornace SAMIL, tutti gli
edifici e i capannoni adiacenti, ritenuti architettonicamente irrilevanti in quanto
superfetazioni di epoche precedenti al forno di cottura, sono stati eliminati.
La struttura dell’ex Fornace ha subito modificazioni esterne e interne
necessarie ad accogliere le nuove funzioni di servizio all’intera Comunità.
La pianta rettangolare dell’edificio, di 21 m per 63m di base e alto 11m, è
caratterizzata da una struttura modulare con pilastri in laterizio e capriate in legno di
varie tipologie, che sostengono la copertura a due e tre falde.
Le facciate della fornace sono caratterizzate al piano terra da grandi aperture
scandite dall’orditura modulare dei pilastri e al primo piano da grandi finestre
disposte simmetricamente alle facciate longitudinali dell’edificio.
Il nostro primo intervento è stato la riapertura di numerose finestre tamponate
al primo piano, e la ripetizione al piano terra di grandi porte finestre allineate con
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quelle del primo piano. I serramenti esterni in ferro sono stati sostituiti con infissi in
lega leggera verniciata rispettando le foronetrie esistenti. La facciata principale,
riccamente decorata, diviene l’ingresso principale all’edificio con l’inserimento di
due grandi aperture.
La nuova organizzazione dello spazio deriva dall’idea di mantenere il
fabbricato a tutta altezza fino alla parte retrostante la ciminiera, con la creazione della
hall-serra di ingresso, e l’inserimento di un solaio fino alla parte terminale
dell’edificio per separare la sala polivalente al piano terra dalla sala mensa al primo
piano, luoghi di importante valore simbolico per i ragazzi della Comunità.
La copertura con orditura in legno e manto in coppi è stata integralmente
conservata, intervenendo unicamente con l’apertura di un grande lucernario in vetro
e acciaio, a sezione variabile, che crea l’effetto di trovarsi all’interno di una grande
galleria. Il grande lucernario ha una duplice funzione: quella di illuminare la galleria
e di ventilarla adeguatamente e, contemporaneamente, di costituire un segnale verso
l’esterno delle trasformazioni avvenute, specie durante le ore notturne quando gli
interni sono illuminati.
La Hall di ingresso è caratterizzata da una pavimentazione in marmo alternata a
una maglia modulare di spazi verdi, e da due scale simmetriche in cemento e marmo
disposte perpendicolarmente alle facciate longitudinali, con la funzione di accesso ai
ballatoi del primo piano. Il grande lucernario sovrastante la hall, di sezione maggiore
rispetto al resto, ha la funzione di accentuare l’importanza della hall e di renderla
anche una serra interna all’edificio, grazie alla superiore portata di luce.
Nella parte retrostante la Hall è stata realizzata una grande Sala Polivalente a
sezione cava con 352 posti a sedere (più 2 riservati a disabili) e un grande palco
realizzato con 12 piattaforme idrauliche (pantografi), funzionali agli innumerevoli
eventi collettivi come concerti, spettacoli, recite, Santa Messa. La pianta rettangolare
della sala, di 11m per 19m, segue la disposizione modulare dei pilastri. La sezione
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cava della sala polivalente ha un dislivello rispetto alla quota della hall di 80 cm, e
grande importanza è stato dato al tracciamento del profilo della curva di visibilità. Lo
spettatore accede alla sala attraverso tre rampe, una principale al centro e due di
servizio ai lati.
I percorsi di distribuzione interni del piano terra e del primo piano sono
adiacenti alle facciate longitudinali dell’ex Fornace e collegati alla passerella vetrata
ad un piano inserita tra la facciata nord ovest dell’ex Fornace ed il nuovo Edificio
Tecnologico.
La cucina, suddivisa su due piani, è stata realizzata nella parte terminale
dell’edificio. Al piano terra è presente la zona di stoccaggio, la zona di lavorazione
degli alimenti, gli spogliatoi e i servizi degli addetti alla cucina realizzati anche al
primo piano. La cucina del piano terra è internamente collegata a quella della mensa
al primo piano da un montavivande, un montacarichi ed una scala interna.
I servizi per la sala polivalente e la sala mensa sono adiacenti alle cucine e
direttamente accessibili attraverso i percorsi di distribuzione interna.
La cucina al primo piano è dotata di spazi per la preparazione e la distribuzione
dei cibi e il lavaggio delle stoviglie. La sala mensa dispone di 168 posti a sedere in
quattro file di tavoli da sei persone, ed è separata dai percorsi di distribuzione da
fioriere inserite tra i pilastri dell’ex Fornace.
I ballatoi del nuovo edificio polivalente, con ringhiere di protezione in acciaio,
svolgono l’importante ruolo di affaccio alla Hall-Serra di ingresso e di distribuzione
delle funzioni poste al primo piano. Adiacente alla facciata principale interna
abbiamo realizzato un ulteriore spazio di ritrovo e socializzazione per i giovani della
Comunità, delimitato dal ballatoio.
Il nuovo Edificio Tecnologico, a pianta rettangolare di 12 m per 21m di base e
alto 9m, è il prolungamento dell’ex Fornace verso il parco. Esso è collegato all’ex
Fornace attraverso la passerella vetrata e forma con questa il nuovo volto della
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facciata Nord – Ovest della Fornace. Il guscio dell’edificio comprende una struttura
metallica a pilastri ed una copertura formata da pannelli di lamiera zincata e arcate
metalliche. I muri laterali e il fronte verso il parco sono rivestite da tavole in Parklex
e pannelli isolanti. Le finestre a nastro si adattano perfettamente alla ripetizione
modulare del rivestimento, creando un interessante gioco di pieni e vuoti. Nel piano
terra abbiamo inserito i depositi e un magazzino accessibili all’interno attraverso un
corridoio centrale, e funzioni tecnologiche accessibili solo dall’esterno. Il primo
piano, accessibile attraverso una scala e un montacarichi, è composto da uffici, una
lavanderia e i servizi.
Accanto all’Edificio Tecnologico è stata realizzata la centrale termica.
Costruttivamente la struttura è metallica, rivestita da tavole in Parklex e pannelli
isolanti, la copertura del tetto, in lamiera zincata, è definita da un padiglione tronco-
piramidale sovrastato dal camino, sfogo dei fumi della centrale termica.
La passerella vetrata è dotata di due ascensori e due scale di sicurezza in
metallo, adiacenti alla facciata nord-ovest dell’ex Fornace. Questa svolge
l’importante compito di collegare al primo piano l’ex Fornace con il nuovo
complesso architettonico semicircolare, nato dall’idea di voler completare le funzioni
della Comunità e di rapportarsi con il resto dell’area, cioè le zone residenziali e il
parco.
La sua complementarità rispetto all’ex Fornace è ritmata da una serie di
funzioni che connotano le forme e le dimensioni del nuovo complesso, collegate tra
loro da un’unica passerella semicircolare che li unisce in un unico corpo, su cui si
dispongono gli elementi costitutivi della Comunità, con il suo centro ( o cuore della
Comunità) la cattedrale (l’ex fornace Samil), la piazza, gli edifici che la circondano
(il nuovo complesso architettonico) e le strade che si ramificano dal centro verso la
periferia, ovvero nella zona del parco e nelle diverse attività lavorative adiacenti le
cave allagate; come una sorta di rete ideale che plasma e modella lo spazio che
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incontra rispetto alle funzioni. Quindi accanto ad un evidente problema di continuità
funzionale con il nuovo complesso, si è rivelato importante il coinvolgimento con
l’area circostante e con l’organizzazione dei suoi viali e delle arterie stradali.
Su queste problematiche sono state individuate nell’area tre livelli
organizzativi che vengono fatti interagire fra loro attraverso un sistema lineare che
comprende le tre principali arterie viarie; la prima parte dall’ex Fornace Samil per
arrivare al Laboratorio di Ceramica, la seconda nasce dal nucleo e si sviluppa verso
il teatro all’aperto, e infine la terza arteria unisce le due piazze circolari caratterizzate,
la prima da una fontana e la seconda da un teatro all’aperto. Sulla stessa arteria
l’organizzazione dei nuovi complessi architettonici e delle strade secondarie, che
collegano le residenze al nucleo, sono ortogonali a questa.
L’insieme dei tre assi principali formano un’area triangolare su cui il secondo
sistema, quello modulare organizza gli impianti sportivi, le residenze e la piazza con
il suo nuovo complesso architettonico, rapportate secondo una maglia costruttiva
regolare a pianta quadrata 11m per 11m, spazio neutro trasformabile secondo
qualunque richiesta programmatica particolare, ovvero attraverso spazi d’incontro
che nelle tre tipologie di pavimentazione sono caratterizzate da un albero, da una
fontana e da una zona di seduta poste al centro del modulo, che rende dinamica la
percezione spaziale dell’area senza stravolgere l’orditura.
Infine un terzo sistema, quello delle superfici, ovvero l’area del parco con i
suoi filari alberati regolari. Su questi tre sistemi il nuovo complesso progettuale inizia
a prendere forma attraverso un insieme di edifici legati insieme da una passerella
vetrata semicircolare sospesa da terra da 3,2 m, sostenuta da un insieme di pilastri
circolari il cui percorso nasce nella parte retrostante dell’ex Fornace, sviluppandosi
successivamente su tutta la piazza fino alla zona di entrata alla Comunità,
perpendicolare a Via Travaglio, strada comunale che collega Migliarino a Migliaro.
La strada è stata attrezzata con un nuovo percorso pedonale, una pista ciclabile e
alberature.
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Nel percorso circolare del nuovo Nucleo della Comunità si materializzano le diverse
funzioni del progetto, caratterizzate dagli uffici, i laboratori e la biblioteca,
diversificati rispetto alle loro funzioni. Gli edifici vengono posizionati in modo
alternato, cioè il loro sviluppo è rivolto verso la piazza oppure verso il parco quasi ad
indicare il passaggio delle strade secondarie.
Le facciate degli edifici sono rivestite in pannelli di alluminio composito,
mentre le pareti laterali sono rivestite in muratura; esse hanno la caratteristica di
evidenziare, nella loro apparente uguaglianza i diversi spazi funzionali, e sono
concepite come una unità astratta, per cui la maggior parte del lavoro è concentrato
sulla costruzione delle membrane. L’insieme delle facciate diventano l’espressione
formale degli edifici.
Inoltre esiste un rapporto tra spazio interno ed esterno attraverso l’uso del tipo
di materiale (vetro, alluminio, Parklex) e i principali percorsi pedonali .
Gli Uffici amministrativi sono composti da tre edifici a pianta rettangolare,
separati da servizi, scala e ascensore, visibili dall’esterno attraverso l’uso di elementi
trasparenti. L’altezza ( 7,9 m) e la larghezza ( 6 m) dei tre edifici è costante, mentre
varia la lunghezza, che da 20 m del primo passa a 24,26 m del secondo, ai 27,32 del
terzo. Internamente agli uffici amministrativi sono caratterizzati da ampie vetrate,
separate esternamente da un sistema di pannelli frangisole mobili utilizzati per variare
a proprio piacimento l’intensità della luce naturale. Le facciate sono rinforzate
internamente da una struttura – container che sostiene il progetto che insieme ai
pannelli del rivestimento creano una costruzione in doppia pelle.
Proseguendo l’analisi tipologico – funzionale arriviamo alla zona centrale del
nucleo, caratterizzata da un edificio a pianta quadrata di 11m per 11m di base e alto
10,8, la cui funzione al piano terra è quella di sala espositiva, mentre al primo piano
di Sala Musica – Terapia. L’edificio è collegato ad una passerella vetrata,
perpendicolare a quella principale, e collega i due volumi indipendenti a pianta
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quadrata di 7,5 m per 7,5 m di base, e alti 9 m. I due edifici sono stati progettati per
ospitare le aule per le attività di Disegno – Terapia. La passerella si connette alla
piazza con una scalinata metallica, mentre dalla parte opposta con una struttura
parallelepipeda con funzione scenografica per un piccolo cinema all’aperto, di 11,5 m
e 2,24 m di base, e 8,52 m di altezza. Internamente alla struttura scenografica è stata
inserita una scala metallica. Le quattro strutture analizzate sono rivestite da tavole in
Parklex e pannelli isolani. Di queste, tre sono caratterizzate da una copertura tronco
piramidale in lamiera zincata, definita da piccoli lucernari – lanterne, mentre la
quarta e caratterizzata da una copertura piana.
Nella parte finale del complesso i due edifici a forma parallelepipeda sono
adibiti a laboratori e biblioteca, interposti come nelle precedenti strutture dal vano
scala. La struttura che accoglie la biblioteca, a pianta rettangolare di 6,6 m per 50 m
di base e alto 7.9 m, con accesso dalla piazza al primo piano e sospeso da una serie di
pilastri che permette una maggiore fluidità e percorrenza nella zona del
sottopassaggio. La struttura è organizzata al primo piano da una serie di elementi di
arredo che ne suddividono gli ambienti. La struttura che accoglie i laboratori, a pianta
rettangolare di 6,6 m per 30 m di base e alto 7,9 m ha la funzione di accogliere una
serie di attività per il restauro di mobili e tele antiche.
La passerella vetrata si connette nella parte terminale del nuovo complesso ad
una struttura a forma di cuneo, generata dall’intersezione tra la curvatura della
passerella e l’asse perpendicolare alla strada comunale. La funzione principale della
struttura è quella di valorizzare l’ingresso alla Comunita’, con l’utilizzo di un setto di
parete metallica che fuoriesce dalla struttura quasi a voler accompagnare coloro che
vi entrano. L’edificio è inserito in una piazzetta rettangolare attigua alla strada
comunale. La sua funzione al piano terra è quella di accedere in un atrio dove è
presente una scala metallica che collega la passerella situata al primo piano.
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