INTRODUZIONE
Introduzione
I temi arontati durante il periodo di stage a Figuig, il cui periodo di permanenza è
andato dal 16/05/2009 al 04/08/2009, sono stati l’analisi delle tecniche costruttive
tradizionali dell’oasi, e la realizzazione del progetto di recupero e riqualicazione di
un edicio abitativo sito nello ksar Zénaga. L’edicio recuperato sarà la nuova sede
dell’associazione dei diversamente abili di Figuig. Il progetto esecutivo da me curato ha
rappresentato la base per la realizzazione di un cantiere pilota curato dall’associazione
Africa’70.
Nella fase di studio e preparazione del progetto di recupero, ho svolto un’analisi
tematica di alcuni degli elementi costruttivi tradizionali delle abitazioni dello ksar. Il
materiale sviluppato verrà integrato in un manuale di recupero dell’intera area urbana
di Figuig, attualmente in fase di realizzazione sotto la direzione dell’arch. Maurizio
Cafarelli.
Durante il periodo di permanenza c’è stata inoltre la possibilità di collaborare ad altri
progetti sotto la direzione del B.P.C.F.
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, quali la realizzazione di una nuova facciata
per la sede del comune, il rilievo di un’antica moschea e la progettazione di una nuova
copertura, la partecipazione a scelte progettuali per la realizzazione della torre info-
chiosco.
Il progetto non sarà solo propedeutico per il lavoro di tesi personale, ma lascerà un
signicativo apporto al lavoro svolto in questi anni dall’associazione Africa ’70 nella
città di Figuig.
Attualmente è stato approvato e nanziato dalla legge regionale 19/96
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, un ulteriore
progetto tra la Sardegna e la città di Figuig. Tale progetto, curato dall’arch. Maddalena
Achenza, consiste nel risanamento e riqualicazione di un complesso di edici che
Introduzione
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Introduzione
costituiscono lo ksar Lamaïz da adibire in parte a centro di formazione permanente
per la costruzione in terra cruda e apertura di una maison d’hôtes/foresteria denomi-
nata “casa Sardegna”.
Questo lavoro di tesi è stato reso possibile anche grazie al contributo per “Borse di
Studio per tesi di laurea con tema la cooperazione e lo sviluppo internazionale”, ero-
gate dall’Ente Regionale per il diritto allo Studio Universitario. Il progetto verrà inol-
tre pubblicato sul sito della Regione Sardegna, www.conoscere.it.
1. Ucio patrimonio culturale di Figuig.
2. Legge regionale 19/96 Regione Sardegna “Norme in materia di cooperazione con i
Paesi in via di sviluppo e di collaborazione internazionale”.
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CAPITOLO 1
Inquadramento dell’area d’intervento
Inquadramento dell’area d’intervento
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Inquadramento dell’area d’intervento
Inquadramento dell’area d’intervento
1.1 _ Area geograca e morfologica
Figuig è situata lungo la frontiera tra Marocco e Algeria, a 380 km a est di Errachi-
dia, e a 376 a sud di Oujda, la capitale della regione Orientale. La città più vicina è
Bouarfa, a 100 km in direzione di Oujda. Figuig è circondata su 3 lati da territorio
Algerino, è delimitata dall’Alto Atlante Orientale e l’Atlante sahariano e costituisce,
in Marocco, il limite nord della zona climatica dei palmeti da dattero.
Il suo nome viene dal berbero Ifajaj; dagli abitanti locali, la città è chiamata Ifeyyey
(3)
.
L’oasi occupa, ad un’altitudine compresa tra 800 e 900 metri, una sorta di anteatro
naturale aperto, dominato da montagne di media taglia, e intervallato da colline.
Questo spazio consta di 630 ettari di terreno irrigato e coltivato e costituisce un
agglomerato urbano di medie dimensioni, abitato oggi da quasi 13000 abitanti. Dal
punto di vista geologico, Figuig poggia sopra un plateau, un’ampia terrazza di calcare
travertino; qui sorgono sei dei sette villaggi forticati che compongono Figuig, gli
ksour, allineati lungo l’asse est-ovest delle falde acquifere. Oltre il bordo della scarpata
del plateau, un salto di qualche decina di metri, è situato il settimo ksar, Zénaga, al
quale appartiene quasi la metà dell’intera popolazione dell’oasi. Gli ksour si incontra-
no in Marocco solo sul versante sahariano dell’Atlante. Si tratta di agglomerati che
in origine avevano soprattutto una funzione difensiva, e le divisioni tra ksour erano
fatte in base a lignaggio, etnia o religione. L’originalità di queste costruzioni risiede
nei materiali utilizzati, nelle forme, e nell’utilizzo razionale degli spazi. La struttura
raccolta degli ksour evita l’esposizione diretta al sole, e l’irraggiamento notturno, e le
(3) Parola che può designare un luogo aperto e soleggiato, un luogo di passaggio, o un piccolo colle,
dall’arabo Fouajaij.
1. Vista di Figuig dall’alto.
2. Frontiera algerina.
3. Vista del palmeto dalla
strada principale.
4. Individuazione di Figuig
nella cartina.
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Inquadramento dell’area d’intervento
vie coperte proteggono i passanti dal clima.
A pochi chilometri di distanza si trova il punto di frontiera più vicino, tra due mas-
sicci montuosi. Le montagne che circondano l’oasi svolgono un ruolo molto impor-
tante. L’impeto dei venti è rallentato notevolmente, e la sabbia da loro trasportata
viene depositata all’esterno della conca. Solo il settore nord-est della città è meno
protetto, e l’avanzamento delle dune interessa la parte di palmeto degli ksour Ham-
mam Foukani e Hammam Tahtani.
La ora è piuttosto scarsa sia sulla piana di Baghdad, che circonda l’oasi a sud, sia
nella zona a nord della città. Il clima è continentale, con una temperatura media
annuale elevata (più di 20°), ma forti escursioni termiche tra giorno e notte, e tra
estate e inverno (si passa dai 45° di luglio ai 5° di gennaio). Proprio a causa della pro-
tezione oerta dalle montagne dai venti freddi provenienti da nord, e da quelli secchi
provenienti dal Sahara, il tasso di umidità è molto basso, e questo causa problemi di
siccità.
L’equilibrio di questo habitat è estremamente fragile, e si basa sullo stretto rapporto
tra 3 elementi, le palme, l’acqua e l’abitato.
1.2 _ Storia
Il primo insediamento umano a Figuig risale al neolitico, così come attestano alcune
sculture rupestri e dei tumuli scoperti nelle montagne circostanti. Si tratta di rappre-
sentazioni di animali ormai scomparsi dalla regione, come elefanti, girae, antilopi,
ma anche di esseri umani, utensili, e persino delle iscrizioni.
I primi ksour furono probabilmente realizzati da piccole tribù, esattamente come
altri centri tra cui la più conosciuta Sigilmassa. I primi insediamenti erano situati
lungo le sorgenti del plateau, nella piana immediatamente sotto, e nella zona dell’ou-
ed Zouzfnana. Lo sfruttamento delle risorse idriche era spesso causa di conitti tra
5. Rappresentazioni rupestri.
6. Porta della città.
7.Vista mura di uno ksar.
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Inquadramento dell’area d’intervento
gli insediamenti delle pianure e quelli del plateau; tuttavia, l’oasi costituiva un’entità
unica e organizzata, seppure con qualche periodica divisione interna.
Le montagne permettono per molto tempo all’oasi di rappresentare un punto di
rifugio e di mantenere un’autonomia propria. Solo nel XIII secolo, sotto la dinastia
Omayyade, la città viene posta sotto il dominio attivo del potere centrale, con la pre-
senza in pianta stabile di una guarnigione militare. Due secoli dopo, con l’indeboli-
mento della dinastia Omayyade, il controllo militare si aevolisce, e la città si unisce
per fondare uno stato indipendente. Nel XV secolo, l’oasi rappresenta un punto di
incontro per le carovane che si dirigono verso il Sudan, seguendo la “via delle palme”,
un percorso di 800 km ai conni del Sahara, che si snodava attraverso le poche oasi
presenti lungo la strada. La zona di inuenza è enorme, ed è proprio l’importanza
della città che la rende ottimale come base di partenza per la conquista del Sudan da
parte di Ahmed El Mansour, alla ne del XVI secolo. L’oasi viene quindi coinvolta
nel conitto con i Turchi, che occupano l’Algeria. Dopo dieci anni di guerra e la
scontta nale, la città si ore di pagare un tributo annuale ai Turchi in cambio della
loro partenza dalla città. Tale negoziazione viene portata a termine dalle Djemaas,
vera rappresentante politica dell’oasi. Ogni ksar ha una sua Djemaas, un’assemblea
composta dai personaggi più inuenti dello ksar, i quali sono responsabili della ge-
stione interna e della politica dello stesso. Le relazioni con l’esterno vengono gestite
da una confederazione di Djemaas, che racchiude i membri di tutte le singole fazioni
interne di ogni ksour. L’inuenza di tali istituzioni è talmente forte che l’autorità cen-
trale Alawita, che aveva stabilito a Figuig una guarnigione dalla ne del XVII secolo
no alla ne del XIX, si trova regolarmente in opposizione il potere delle Djemaas e
delle zaouias. Tali centri, tradizionalmente considerati dei luoghi di accoglienza per
viaggiatori e stranieri, diventano dei centri di rifugio per gli oppositori, grazie alla
loro inviolabilità e al loro ruolo religioso. Questo stesso ruolo viene mantenuto anche
alla ne del XIX secolo, quando gli uomini dell’emiro Abdelkader, che si opponeva-
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Inquadramento dell’area d’intervento
no ai francesi invasori, vengono accolti e protetti come membri delle Djemaas.
L’avanzata dei francesi in Marocco rimette in discussione l’inuenza della città e
dell’oasi. A metà del XIX secolo, un trattato pone Figuig lungo la frontiera tra Ma-
rocco e Algeria, senza però stabilire dei conni precisi. All’oasi viene a mancare uno
spazio vitale per assicurare la sua funzione commerciale. Gli anni che seguono ve-
dono l’amplicarsi dei conitti tra francesi e oppositori, man mano che le forze di
conquista si avvicinano alla città. L’economia dell’oasi, messa già fortemente a dura
prova da precedenti trattati, viene ulteriormente indebolita con l’installazione di do-
gane.
I prodotti d’importazione a basso prezzo, provenienti dall’Europa, vengono preferiti
dalla popolazione nomade rispetto ai prodotti artigianali di Figuig, e questo isola
ancora di più la città. Nel 1903, in seguito ad uno scontro tra l’armata francese e
dei ribelli, alcuni soldati francesi vengono uccisi. Per rappresaglia, lo ksar Zénaga
viene bombardato, e Figuig viene denitivamente pacicata. Pochi anni dopo, la
città diviene capoluogo della regione degli Hauts Plateaux. Con l’indipendenza del
Marocco nel 1956, il centro viene accorpato alla provincia di Oujda, no agli anni
’70, quando Figuig diviene parte della provincia omonima, con capoluogo Bouarfa.
Negli anni che seguono l’indipendenza del Marocco, il principale problema della
città è costituito dall’emigrazione, che dopo il 1950 diviene una delle più alte di
tutto il Paese.
Oggi, Figuig consta di sette ksour e i loro palmeti; l’oasi ha perduto quasi del tutto
la sua inuenza, ma resta tuttavia un territorio di notevole valore culturale, architet-
tonico e umano.
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