raggiunto un peso rilevante, non solo rispetto ai prodotti freschi ma anche
nel contesto dell’intero settore manifatturiero; l’esperienza ha dimostrato
che l’industria agro-alimentare garantisce buoni profitti ed è inoltre un
fattore di grande stabilità. L’Italia, che invece presenta una predisposizione
all’importazione di beni alimentari industriali, risente di qualsiasi
alterazione degli equilibri internazionali, basti pensare alle ripercursioni
che subisce passivamente il nostro mercato quando il dollaro guadagna
sull’Euro. Nel dopoguerra il settore agricolo e quello alimentare hanno
ricevuto un cospicuo sostegno dallo Stato, sia perché era un settore maturo
e sia perché i redditi erano piuttosto bassi; la tendenza attuale è quella del
pressoché esaurimento dei finanziamenti “gratuiti”. Pertanto l’agricoltura e
l’industria alimentare devono presentare una capacità produttiva crescente,
devono essere in grado di mantenersi con le proprie forze; l’imprenditore
deve cercare la cosiddetta “efficienza gestionale” ovvero ottenere lo stesso
output con il minimo input.
…omissis…
ANALISI DEL SETTORE LATTIERO-CASEARIO
QUADRO INTERNAZIONALE
La definizione dello scenario lattiero-caseario, a livello mondiale e di
Unione Europea (UE), assume grande importanza in un momento come
quello attuale in cui si stanno manifestando importanti cambiamenti nella
struttura competitiva del settore e nelle politiche commerciali ed
economiche. Lo scenario mondiale del settore lattiero caseario è stato
interessato nell’ultimo decennio da importanti cambiamenti:
- il rallentamento del ritmo di crescita del consumo procapite di latte e
derivati a livello mondiale. Nei paesi industrializzati i consumi
sembrano aver raggiunto un punto di saturazione e, anche tra i paesi
in via di sviluppo, Medio Oriente, Africa e America Latina si è
interrotta la crescita della domanda che aveva caratterizzato gli anni
’70. Fanno eccezione i paesi dell’Estremo Oriente – Giappone, Cina,
India e Sud-Est Asiatico – che stanno manifestando una tendenza di
costante crescita della domanda procapite;
- il declino tendenziale delle quote di produzione dei paesi sviluppati,
da cui tradizionalmente proviene oltre il 60% della produzione
mondiale di latte, a causa delle misure per il contenimento della
produzione adottate dalla UE e dall’America del Nord per sanare lo
squilibrio cronico fra offerta e domanda, oltre che per la situazione di
crisi nei Paesi dell’Est Europeo ed ex-Unione Sovietica;
- la tendenziale espansione produttiva nei paesi dell’Oceania –
Australia e Nuova Zelanda – liberi da vincoli alla produzione,
presentano in questi anni volumi produttivi nettamente superiori alle
necessità interne, permette a quest’ultimi di essere maggiormente
competitivi sul piano internazionale.
…omississ…
QUADRO EUROPEO
Il settore lattiero-caseario nell’Unione Europea è attualmente condizionato
oltre che dal vincolo produttivo delle quote latte, dagli impegni derivanti
dall’accordo GATT (General Agreement on Tariffs and Trade – accordo
internazionale sulle tariffe ed il commercio – che ha ridotto a livello
mondiale le tariffe e posto dei limiti alle esportazioni) e dalla concorrenza
dei paesi emergenti nello scenario internazionale, come Australia e Nuova
Zelanda. L’assegnazione definitiva dei Quantitativi Globali Garantiti
(QGG) di riferimento, per la campagna 1996-1997, per l’UE a 15 il tetto
produttivo ammonta a 117,5 milioni di tonnellate l’anno.
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REGOLAMENTAZIONE DEL COMPARTO LATTIERO-CASEARIO
Il dibattito sulla riforma dell’attuale organizzazione comune di mercato
– OCM – nel settore lattiero-caseario ha preso avvio nel settembre del
1996, quando venivano esaminate le opzioni per la futura regolamentazione
del comparto:
1. OPZIONE “ QUOTE “
Consiste nel mantenimento dell’attuale regime delle quote, che prevede il
controllo della produzione di latte attraverso quote di produzione, ed il
sostegno dei prezzi interni.
2. OPZIONE “ PREZZI “
Prevede lo smantellamento totale dell’attuale regime di quote e la
liberalizzazione del mercato dei prodotti lattiero-caseari, attenuando
l’impatto di tali misure attraverso integrazioni al reddito sul modello di
quelle attualmente in vigore per i seminativi. Tale opzione è detta anche
opzione “zero”.
3. OPZIONE “ QUOTE / PREZZO “
Preso atto delle difficoltà di mantenimento degli attuali livelli di prezzi si
prevede il mantenimento delle quote accompagnato dalla riduzione dei
prezzi interni. Nell’ambito di questa ipotesi è prevista anche la possibilità
di produrre al di fuori della quota imposta a patto di destinare tale
produzione al mercato mondiale senza alcun sussidio. Tale opzione è detta
anche opzione “doppia”.
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NORMATIVA IGIENICO-SANITARIA - DIRETTIVA CEE 43/93
La direttiva CEE impone alle imprese europee, in tutte le fasi del processo
produttivo fino alla vendita, di adottare opportuni metodi di autocontrollo
della propria attività. Raccomanda, innanzitutto, l'adozione della
metodologia HACCP - Hazard Analysis and Critical Control Point, ovvero
analisi dei pericoli e dei punti critici di controllo, che è un sistema
preventivo di controllo degli alimenti, che ha lo scopo di garantire la
sicurezza. Con questo acronimo si identifica una moderna tecnologia
operativa che è volta, tramite lo studio del processo produttivo di un
alimento, all'individuazione delle fasi che sono critiche per la sicurezza e la
salubrita del prodotto e quindi alla realizzazione degli interventi tesi a
garantire l'assoluta integrita del prodotto stesso. Infatti, questa metodologia
consente di evidenziare i possibili rischi che in un processo produttivo
possono emergere, individuarne i punti critici, e di prevedere per ognuno di
essi le modalità di controllo per prevenirli. La direttiva CEE 43/93, inoltre,
raccomanda agli stati membri di far applicare, ai fini dell'attuazione delle
norme generali d'igiene, le norme ISO 9000. Queste norme forniscono una
guida per la gestione della qualità e dei modelli per l'assicurazione della
qualità. Il metodo HACCP si avvale dei seguenti principi:
• elenco di tutti i rischi associati a ciascuna fase del processo produttivo e
considerazioni su ogni misura preventiva di controllo dei rischi
• determinazione dei punti critici di controllo (CCP) ossia delle fasi che
possono essere controllate al fine di eliminare i rischi o minimizzare la
loro probabilità di verificarsi
• stabilire il limite critico per ciascun CCP
• stabilire un sistema di monitoraggio per ciascun CCP
• stabilire azioni correttive
• stabilire delle procedure di controllo
• stabilire delle procedure di registrazione dei dati e dei documenti.
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IV. PRODOTTI
La MILK-JOLLY ha intenzione di iniziare la sua attività nel settore
lattiero-caseario con una gamma ristretta di prodotti. I prodotti scelti
risultano essere molto apprezzati dai consumatori, soprattutto nella zona di
produzione ed inoltre ottenuti con il minimo di tecniche di lavorazione. La
gamma di prodotti che l’azienda intende produrre sono:
• FORMAGGIO A PASTA DURA COTTA con maturazione lenta
denominato PECORINO (fresco e stagionato)
• FORMAGGIO A PASTA FILATA con maturazione media
denominato CACIOCAVALLO
• FORMAGGIO A PASTA FILATA con maturazione rapida
denominato MOZZARELLA
• FORMAGGIO A PASTA FILATA con maturazione rapida
denominato SCAMORZA
• FORMAGGIO FRESCO di pronto CONSUMO a coagulazione
acida denominato RICOTTA (fresca e salata)
Il processo produttivo dei vari prodotti è tale da conservare il massimo
potere nutritivo del principale ingrediente: il latte. Inoltre tutti i prodotti
realizzati sono privi di sostanze nutritive artificiali, additivi chimici,
conservanti, coloranti, aromi.
Per mostrare i possibili impieghi che il prodotto è in grado di assolvere per
soddisfare i bisogni delle diverse tipologie di clienti, i segmenti di mercato
che intende servire, la tecnologia di realizzazione del prodotto percepita dal
mercato, si utilizza la definizione di ASA – Area Strategica di Affari - di
Abell.
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V. PIANO DI MARKETING
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NUOVE ENTRATE
Barriere all'ingresso
FORNITORI
CLIENTI
PRODOTTI
SOSTITUTIVI
INTENSITA'
DELLA
CONCORRENZA
VII. PIANO OPERATIVO
Come già detto nella sezione IV la MILK-JOLLY ha deciso di avviare la
sua attività con un portafoglio di cinque prodotti: Pecorino, Caciocavallo,
Mozzarella, Scamorza e Ricotta ed è proprio su questi che la società
concentrerà l'attività di Marketing iniziale. Tutti i prodotti saranno
realizzati seguendo i cicli di trasformazione tradizionali; sono state messe
appunto delle correzioni volte a migliorare i prodotti dal punto di vista del
sapore, del valore nutritivo e della genuinità. E' inoltre previsto lo studio di
nuovi prodotti - mozzarella di bufala, yogurt, burro; non è esclusa in futuro
la produzione di latte alimentare - per aumentare il mix produttivo ed
estendere la gamma di prodotti offerti alla clientela. Si prevede lo sviluppo
dei nuovi prodotti, già a partire dal secondo anno di attività. La direzione
della società intende completare lo sviluppo dei nuovi prodotti quando
dalle vendite si ricaverà un utile sufficiente a garantire i fondi necessari.
…omissis…
CICLO TECNOLOGICO DELLA CASEIFICAZIONE
Ricevimento del latte
Pesatura e Filtrazione
Controllo
Refrigerazione
Pastorizzazione
Inoculazione
Riscaldamento
Coagulazione
Rottura della cagliata
Stufatura
Salatura
Maturazione della cagliata
Filatura
Formatura
Cottura della cagliata
Rassodamento
Stagionatura
Confezionamento
Stoccaggio
Formatura e Pressatura
Formaggi a pasta dura
Formaggi a pasta filata
PECORINO
Il pecorino è un formaggio a pasta dura ottenuto dal latte ovino, può essere
fresco o stagionato (detto anche vecchio). Oltre al latte ovino per ottenere
questo tipo di formaggio si impiegano siero-innesti e caglio in misura
prestabilita e sale a seconda della necessita.
Distinta base del prodotto Pecorino (quantità 1Kg.)
Pecorino fresco
Latte ovino - 5 Kg.
Siero-innesto - dose
Caglio – 1,75 g
Sale – 0,06 Kg
Pecorino vecchio
Latte ovino - 6,25Kg
Caglio – 2,2g
Sale – 2,5 Kg Siero-innesto - dose
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O
LEGENDA:
A → amministrazione
B → ufficio vendite
C → locale accessorio
D → spogliatoio personale
E → laboratorio analisi
F → cella frigorifera
G → magazzino stagionati
H → locale stagionatura
I → locale salatura
L → locale caldaia
1 → silos refrigerante
2 → pastorizzatore a piastre
3 → vasca di coagulazione
4 → carrello rompicagliata
5 → filatrice
6 → formatrice
7 → vasca di rassodamento
8 → confezionatrice vaschette
9 → confezionatrice buste
10 → bilancia
11 → vasca di ricevimento
12 → refrigeratore
13 → caldaia polivalente
14 → carrello spersore
15 → pressatrice
16 → stufatrice
17 → confezionatrice termoretraibile
18 → confezionatrice fiscelle
BIBLIOGRAFIA
UFFICI CONTATTATI:
• Assessorato agricoltura e foreste - SOAT n°52
• ISTAT – Istituto Nazionale di Statistica
• Imprenditoria Giovanile
• IPI – Istituto per la Promozione Industriale
• IRFIS – Mediocredito della Sicilia
• Associazione Regionale Allevatori
• C.C.I.A.A. di Palermo
• ASSINDUSTRIA di Palermo
• PROVINCIA di Palermo - Ufficio Statistiche
• Biblioteca Bds - Palazzo Branciforte
• ESA - Ente Sviluppo Agricolo
• INEA - Istituto Nazionale di Economia Agraria
• ISMEA - Istituto Studi Ricerche ed Informazioni sul Mercato Agricolo
• Confesercenti
• Bds – Banco di Sicilia
• Basileasing – Banco di Sicilia Leasing
AZIENDE VISITATE
• Allevamento zootecnico e caseificio – Di Nolfo Cataldo –Ganci (PA)
(caseificio tradizionale)
• Caseificio “La Primula” – Montalbano Carmelo – Palermo
(Industria lattiero casearia)