Capitolo 1 –Criteri fondamentali per la progettazione di impianti elettrici-
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1.2 Analisi dei parametri caratteristici dell’impianto
elettrico.
La progettazione di un impianto elettrico si sviluppa
attraverso varie fasi:
! si determina il valore della potenza massima necessaria
per usi F.M. in base alle richieste del committente oppure
si fa una stima con riferimento ad impianti esistenti
similari per ubicazione e dimensione;
! si valuta il fabbisogno di potenza per uso illuminazione in
base alla destinazione d’uso dei locali;
! si richiede all’Ente erogatore dell’energia elettrica la
fornitura della potenza, sopra stabilita, in prossimità
dell’edificio. In funzione della potenza richiesta l’Ente
sceglie il tipo di fornitura: Alta, Media, e Bassa tensione;
! se la fornitura è in M.T. (Media Tensione) si installa una
cabina di trasformazione, altrimenti si inizia l’impianto a
partire dai contatori di energia installati dall’Ente
distributore;
Capitolo 1 –Criteri fondamentali per la progettazione di impianti elettrici-
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! in base all’ubicazione dell’edificio, alle condizioni
climatiche, alla natura del terreno e al tipo di fornitura di
energia elettrica, si dimensiona l’impianto di messa a terra
e si stabilisce la natura del sistema di distribuzione e le
relative protezioni contro i contatti indiretti e le scariche
atmosferiche;
! in base alla qualità dei carichi si valuta la necessità ed il
tipo di rifasamento;
! in base alla destinazione del locale si determina la
grandezza e il numero di prese di corrente;
! secondo la natura e l’ubicazione dei carichi, si determina
il numero, la lunghezza, la qualità e la sezione delle linee
di alimentazione e di distribuzione, tenendo conto di
eventuali condizioni di sovraccarico in modo da evitare il
surriscaldamento dei conduttori e dell’apparecchiatura
(Norme CEI 64-8 cap. VI);
Capitolo 1 –Criteri fondamentali per la progettazione di impianti elettrici-
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! secondo il numero di linee si stabilisce la grandezza e il
tipo di quadro generale e di quelli di distribuzione di
zona;
! in base alla destinazione dell’edificio si valuta la necessità
e il tipo di impianto di emergenza.
È, inoltre, necessario corredare ogni impianto, o parte di
esso, di schemi ed indicazioni conformi alle Norme CEI (64-8
art. 3.1.09) al fine di permettere la regolare manutenzione e
l’eventuale riparazione.
Capitolo 1 –Criteri fondamentali per la progettazione di impianti elettrici-
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1.3 Descrizione della struttura dello stabilimento
industriale.
Lo stabilimento industriale, in esame, occupa una
superficie di circa 7000 m
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(vedi planimetria allegata) ed è
costituito da:
! due capannoni;
! area servizi;
! officina;
! laboratorio prove;
! ufficio;
! deposito;
! spogliatoio.
La trattazione di tale complesso rientra nel campo della
progettazione elettrica degli stabilimenti industriali e richiede la
conoscenza delle condizioni operative, le esigenze di
determinati ambienti, la crescente richiesta degli apparecchi
utilizzatori.
Capitolo 1 –Criteri fondamentali per la progettazione di impianti elettrici-
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Tali impianti possono essere progettati ed eseguiti secondo
criteri e modalità diverse, in dipendenza di molti fattori, quali:
la funzione che devono svolgere, l’uso del locale, la
disponibilità economica, le indicazioni fornite dai tecnici, etc.
Qualunque sia il tipo di impianto prescelto, è necessario
che il medesimo non possa arrecare danni alle persone e alle
cose (art. 267 del D.P.R. 25/04/1955 n.° 547 e art. 437 del codice
penale).
Capitolo 2 �Impianto di illuminazione-
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2.1 Generalità.
Le esigenze di illuminazione in un determinato locale
dipendono principalmente dalle attivit� che in detto ambiente
vengono svolte.
Il punto di partenza per qualunque progetto di
illuminazione � quindi l�ambiente stesso, i suoi dettagli
costruttivi, la sua destinazione, il lavoro che si deve svolgere e i
relativi compiti visivi.
Allo scopo di ottenere un�illuminazione soddisfacente
devono essere considerati, in fase di progettazione, i seguenti
criteri:
! livello di illuminamento;
! controllo dell�abbagliamento riflesso e diretto;
! direzione della luce e zone d�ombra;
! colore apparente e rendimento.
Occorre, per�, definire le principali grandezze fotometriche
e le relazioni d�uso comune.
Capitolo 2 �Impianto di illuminazione-
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2.2 Definizione delle principali grandezze
illuminotecniche.
Si elencano di seguito le principali grandezze
illuminotecniche:
! Intensit� luminosa (I): � definita come flusso luminoso
radiato in una certa direzione per unit� d�angolo solido.
L�unit� di misura � la candela;
! Flusso luminoso (Φ): esprime la quantit� di radiazione
luminosa emessa nell�unit� di tempo da una sorgente
primaria o secondaria. L�unit� di misura � il lumen [lm];
! Illuminamento (E): � il rapporto fra il flusso luminoso
ricevuto da un elemento di superficie e l�area di questo
elemento di superficie. L�unit� di misura � il lux;
! Luminanza (L): � definita come il rapporto tra l�intensit�
luminosa proveniente da una superficie luminosa in una
data direzione e l�area apparente che � la proiezione della
superficie luminosa sul piano perpendicolare alla
Capitolo 2 �Impianto di illuminazione-
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direzione considerata di quella superficie. L�unit� di
misura � la candela su m
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;
! Rendimento luminoso o efficienza di una lampada (e): �
definito come il rapporto tra il flusso luminoso emesso e
la potenza elettrica assorbita [lm/W].
Per una sorgente, caratterizzata da una intensit� costante in
tutte le direzioni, valgono le seguenti formule:
π4
Φ
I
⋅
= ;
S
Φ
2
r
I
E == ;
dove:
! r � la distanza espressa in metri fra la sorgente luminosa e
la superficie da illuminare;
! S � la superficie da illuminare in m
2
.
Il flusso luminoso emesso da una lampada � dato da:
PeΦ ⋅=
dove P � la potenza assorbita dalla lampada.
Capitolo 2 �Impianto di illuminazione-
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2.3 Livello di illuminamento.
Il livello di illuminamento viene espresso in
illuminamento sul piano di riferimento e rappresenta la
quantit� di flusso luminoso incidente sull�unit� di superficie.
L�unit� di misura � il lux.
L�illuminamento di servizio � l�illuminamento medio
durante tutto il ciclo di mantenimento in una installazione
sopra l�area in questione. La superficie pu� essere il piano di
lavoro totale o solo la superficie della visuale di lavoro
immediatamente attorno e dipende dal tipo di illuminazione
usata.
L�illuminamento nominale � stato definito in base a studi
ed esperienze effettuate da associazioni di illuminotecnica per i
diversi ambienti. Nelle raccomandazioni UNI 10380/A1 sono
riportati i valori unificati dell�illuminamento consigliato per i
vari tipi di ambiente; i valori riportati non sono da intendere in
maniera assoluta, essi forniscono solo una base orientativa e
devono essere bilanciati dall�onere economico che comportano.
Capitolo 2 �Impianto di illuminazione-
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Tuttavia si deve ricordare il D.P.R. 19 marzo 1956, n.� 303
�Norme generali per l�igiene sul lavoro�, riguardante tutte le
attivit� alle quali sono addetti lavoratori subordinati o ad essi
equiparati, ossia coloro che prestano lavoro fuori dal proprio
domicilio, alle dipendenze e sotto la direzione altrui, con o
senza retribuzione, anche al solo scopo di apprendere un
mestiere, un�arte o una professione. Tale decreto, per quanto
riguarda l�intensit� luminosa, prescrive che devono essere
assicurati i seguenti valori minimi:
- per depositi di materiali grossi���10 lux
- per passaggi, corridoi e scale����20 lux
- per lavori grossolani�������. 40 lux
- per lavori di media finezza����.100 lux
- per lavori fini����������200 lux
- per lavori finissimi�������...300 lux
Tenendo conto che essi sono validi nello spazio
(distribuzione spaziale della luce) e nel tempo
(indipendentemente dal decadimento del flusso emesso dalle
Capitolo 2 �Impianto di illuminazione-
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sorgenti luminose, valutabile intorno al 30%), le prescrizioni del
D.P.R. n.� 303 costituiscono un valido punto di riferimento.
Capitolo 2 �Impianto di illuminazione-
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2.4 Limitazione dell’abbagliamento diretto e riflesso.
Uno dei pi� importanti criteri per la qualit�
dell�illuminazione � l�eliminazione dell�abbagliamento diretto e
riflesso. L�abbagliamento � il disagio o l�indebolimento della
visuale quando parti del campo visivo sono eccessivamente
brillanti in relazione alle condizioni ambientali generali.
Il danneggiamento causato dalla riflessione di alte
luminanze prodotto dalla specularit� di superfici lucide �
chiamato abbagliamento riflesso. In esso possono anche essere
incluse le riduzioni di contrasto nel campo visivo. Una lunga
esposizione all�abbagliamento pu� indurre ad affaticamento,
riduzione delle prestazioni e pu� anche, nel tempo,
danneggiare la vista.
L�abbagliamento deve, quindi, essere limitato in modo da
non sottoporre a disagi quanti debbano operare nel locale in
questione.
Le limitazioni necessarie, in ogni caso, dipendono dalla
illuminazione richiesta. Esistono alcuni criteri che danno una
Capitolo 2 �Impianto di illuminazione-
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indicazione per la limitazione dell�abbagliamento diretto per
installazione di illuminazione sia con singoli apparecchi che con
apparecchi in fila continua. Questi criteri sono basati sulla
comparazione tra la distribuzione della luminanza di un
apparecchio usato in una installazione e un numero di curve
limite di luminanza. Le curve limite di luminanza sono
dipendenti dalla illuminazione e dalla qualit� di controllo
dell�abbagliamento richiesti (vedi fig. 2.1).
fig. 2.1
Questo sistema di controllo dell�abbagliamento � valido per
tutti gli apparecchi con lampade fluorescenti, lampade a scarica
ad alta pressione e lampade incandescenti.
Capitolo 2 �Impianto di illuminazione-
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Nel caso di apparecchi aperti sotto o che abbiano un
diffusore chiaro deve essere rispettato l�angolo di schermatura
consigliato dalla casa (vedi fig. 2.2).
fig. 2.2
L�angolo di schermatura permesso dipende dal grado di
limitazione dell�abbagliamento e dall�intensit� luminosa delle
lampade. Se l�angolo di schermatura non � rispettato
l�apparecchio � considerato quale apparecchio illuminante a
lampada nuda.
Si pu� introdurre un sistema di classificazione per la
limitazione dell�abbagliamento diretto:
! Classe 1 Elevata esigenza;
! Classe 2 Media esigenza;
! Classe 3 Ridotta esigenza.