Introduzione
2
Altro aspetto trattato in questa tesi, e non meno importante del
precedente, è quello di migliorare il comportamento degli edifici da un
punto di vista idrometrico, vale a dire verificare la tenuta all’acqua dei
sistemi di rivestimento di edifici esistenti e di nuova costruzione.
Su tale aspetto bisogna prendere a riferimento le ricerche e le
sperimentazioni che vengono condotte ormai da anni in Canada e Nord
America, paesi questi che, per la loro collocazione geografica, sono
maggiormente esposti dell’Europa, e dell’Italia nello specifico, a situazioni
climatiche più rigide e soggette a variazioni repentine del condizioni
atmosferiche.
Negli ultimi anni anche nei paesi del Nord Europa si sta radicando la
concezione dell’involucro edilizio inteso come “impianto” atto ad ottenere
una migliore conservazione del “sistema edificio”. In Italia la ricerca è
ancora in una fase iniziale anche se, in questi ultimi anni, si sta prendendo
coscienza del fatto che il clima è in continua evoluzione e che il patrimonio
edilizio, caratterizzato da una longevità storica che è propria di questo
paese, non è in grado di rispondere adeguatamente a questi continui
mutamenti climatici.
Per questo motivo questa tesi si propone come uno studio preliminare di
un sistema di rivestimento “veture” che tenda migliorare la qualità
energetica ed igrometrica degli edifici, con una certa attenzione rivolta
anche all’aspetto economico: infatti a maggiori investimenti iniziali
corrispondono minori costi di gestione e manutenzione degli edifici.
L’elemento che caratterizza il sistema costruttivo studiato è lo strato
drenante: il suo impiego è pensato come una possibile soluzione al
fenomeno di saturazione che interessa il supporto murario in seguito
all’infiltrazione di acqua meteorica che può portare al verificarsi di
marcescenza e degrado.
Introduzione
3
Articolazione della tesi
La tesi si articola in cinque capitoli, nei quali vengono descritte le fasi della
ricerca.
Capitolo I: “Stato dell’arte delle ricerche nel settore”, ha lo scopo di
tracciare il quadro delle ricerche compiute nei settori toccati dalla tesi,
ottenendo da questo informazioni sugli ambiti verso i quali approfondire lo
studio.
Capitolo II: “Fasi, Materiali e Metodi”, ha lo scopo di delineare la
metodologia seguita nell’ambito della ricerca sperimentale condotta in
laboratorio. In particolare descrive i materiali utilizzati nella
sperimentazione, le fasi seguite per la costruzione dei provini e per la
realizzazione delle prove, evidenziandone gli obbiettivi specifici, al fine di
garantirne la riproducibilità.
Capitolo III: “Analisi della dinamica di assorbimento deassorbimento in un
sistema veture”, ha lo scopo di definire, mediante una simulazione
effettuata con software specifici, il comportamento del sistema studiato in
particolari condizioni, a completamento delle prove sperimentali effettuate
in laboratorio. Si svolge una valutazione della quantità di umidità relativa
(U.R.) che interessa il pacchetto murario.
Capitolo IV: “Progettazione del componente edilizio”, ha lo scopo di
definire nel dettaglio la tecnologia costruttiva progettata per la
realizzazione del rivestimento in facciata e le diverse tipologie di pannelli
preassemblati con finitura in malta cementizia fibrorinforzata.
Capitolo V: “Risultati delle indagini sperimentali sul comportamento
termico e di tenuta all’acqua del sistema veture”, ha lo scopo di
determinare i seguenti aspetti:
- proprietà termo-fisiche (resistenza termica equivalente) della tipologia di
sistema di rivestimento adottato (veture con elemento drenante) con l’uso
Introduzione
4
della camera climatica (CH 250) ed attraverso ispezioni ad infrarossi
mediante l’utilizzo di una termocamera (Th 7800)
- variazione della massa del supporto murario attraverso prove di
laboratorio in cui si simulano cicli di bagnatura nel breve periodo, su
campioni simili al sistema di rivestimento adottato
- individuazione delle zone di supporto murario interessate dall’infiltrazione
di acqua meteorica attraverso prove di laboratorio descritte nel punto
precedente.
Capitolo 1 – Stato dell’arte delle ricerche nel settore
5
1.1 Introduzione
La presente tesi si propone di definire un sistema composito di isolamento
termico esterno con finitura in malta cementizia fibrorinforzata e con
elemento drenante posto all’interfaccia “supporto murario-pannello isolante”
al fine di verificare sperimentalmente il comportamento termico e di tenuta
all’acqua.
Lo studio sui sistemi di rivestimento in facciata degli edifici è stato condotto
in funzione della definizione del contesto all’interno del quale questi sistemi
sono stati sviluppati.
Questo ha portato ad approfondire due aspetti:
- L’aspetto architettonico-compositivo, relativamente al contributo che
i sistemi di rivestimento in facciata danno nella definizione estetico-
formale dell’edificio;
- L’aspetto funzionale, con particolare riferimento all’isolamento
termico ed idrometrico che tali sistemi sono in grado di garantire.
L’analisi preliminare di questi aspetti ha consentito di individuare le due
tendenze che sono state prese come punto di partenza del lavoro di tesi e
cioè:
- da un punto di vista architettonico, l’intenzione di volere realizzare un
sistema di rivestimento dall’esterno in grado di riprodurre l’aspetto
visivo di una parete ventilata;
- da un punto di vista funzionale, l’uso dei rivestimenti di facciata
finalizzato alla riduzione dell’infiltrazione di acqua piovana fino allo
strato di supporto dell’edificio.
Partendo da questi due presupposti e considerando le problematiche insite
nella progettazione di un componente edilizio, qualunque esso sia, è
derivata la necessità di approfondire diversi ambiti di ricerca, arrivando a
definire tre settori cui la tesi si riferisce:
1- Le tendenze evolutive dei sistemi di rivestimento di facciata;
Capitolo 1 – Stato dell’arte delle ricerche nel settore
6
2- Riferimenti normativi;
3- Ricerche sperimentali condotte sui sistemi e sui singoli
componenti.
Prima però di approfondire questi tre settori di ricerca, è sembrato
opportuno fornire un resoconto di quelli che sono stati presi come i
presupposti del lavoro di tesi. A questo scopo, il paragrafo seguente,
fornisce una descrizione di questi aspetti.
1.2 L’evoluzione dell’involucro edilizio
1.2.1 Introduzione
In una progettazione energeticamente, consapevole dell' edificio occorre,
attribuire la giusta, rilevanza non solo al sistema edificio-impianto ma anche
al sistema edificio-ambiente, quindi all’involucro edilizio che da semplice
frontiera del sistema diviene una vera e propria “pelle tecnologica”.
Gli elementi costituenti l'involucro, pareti perimetrali verticali e coperture
piane o inclinate, dovranno essere realizzati con opportuni materiali da
costruzione disposti in una successione di strati, atta a mantenere il più
possibile costanti le condizioni di comfort termoigrometrico interno a fronte
di elevate perturbazioni esterne, minimizzando l'intervento dell'impianto di
climatizzazione.
Nella progettazione edilizia, in particolare dopo l'entrata in vigore della
normativa sul risparmio energetico (Legge 376/76 e successivamente
Legge 10/91 e norme tecniche collegate), ha assunto notevole rilevanza il
dimensionamento dello strato isolante, sia esso costituito da materiali
sintetici che naturali o aria, ed il suo posizionamento in relazione agli strati
di muratura.
Le principali configurazioni di parete usualmente utilizzate per realizzare
l'involucro edilizio vengono analizzate nel paragrafo seguente.
Capitolo 1 – Stato dell’arte delle ricerche nel settore
7
1.2.2 Classificazione dei sistemi di rivestimento
Con riferimento alla tesi di dottorato “La tecnologia dei rivestimenti di
facciata a schermo avanzato” di C. Santoro, i sistemi i rivestimento
possono essere classificati come segue:
- Sistemi di rivestimento di tipo continuo;
- Sistemi di rivestimento non continui, ad elementi.
Si inizia a considerare i sistemi di rivestimento di tipo continuo. In generale
si può dire che un sistema è continuo, quando il rivestimento è
caratterizzato da elementi di grandi dimensioni con giunti distanziati
unidirezionali, come avviene per la posa di grandi lastre e di pannelli.
I rivestimenti continui possono essere ulteriormente suddivisi nelle seguenti
due tipologie:
Il sistema a Cappotto: è caratterizzato da un rivestimento sottile di intonaco
su isolante. Si presenta in lastre leggere di polistirene espanso rigido o in
materassini di lana di vetro, che vengono applicati alla muratura con collanti
e fissaggi meccanici utilizzati quando la natura del supporto non assicura
l’adesione del collante. Lo strato di isolamento è rivestito esternamente da
un primo strato di malta di alcuni millimetri e da una armatura di rinforzo in
fibra di vetro che viene coperta da una seconda rasatura, ed infine da uno
strato sottile di intonaco di finitura che deve avere buona idrorepellenza e
contemporaneamente elevata permeabilità al vapore.
E’ impiegato sia su nuove realizzazioni che su edifici esistenti, quale
soluzione di alcune patologie ricorrenti riscontrabili nel patrimonio edilizio.
Il sistema Verner Wall: Il sistema di rivestimento Verner Wall è
caratterizzato da una cortina in mattoni faccia a vista che riveste
completamente le pareti perimetrali degli edifici, e crea una intercapedine
Capitolo 1 – Stato dell’arte delle ricerche nel settore
8
areata tra la muratura esistente ed il nuovo rivestimento. A seconda della
tecnica utilizzata per l’ancoraggio del nuovo rivestimento alla muratura
esistente, si può operare una ulteriore articolazione del sistema con
classificazione in muratura precompressa e in muratura staffata.Una
applicazione italiana riconducibile alla tecnologia Verner Wall, è il sistema
di rivestimento utilizzato dal prof. G. Brino, per la riqualificazione estetica-
formale di un edificio residenziale a Torino. E’ stata realizzata una cortina
andante in mattoni faccia a vista posati di piatto che ha determinato un
aumento di spessore del pacchetto di chiusura verticale pari a 12+1 cm, e
che ha rivestito tutte le facciate ed i terrazzi dell’edificio. Il nuovo
rivestimento è stato realizzato in aderenza alla muratura esistente alla
quale è stato staffato con zanche a coda di rondine. Non è stata prevista
alcuna intercapedine tra la muratura esistente e il nuovo rivestimento
messo in opera.
Passando a considerare i sistemi di rivestimento discontinui ad elementi, si
dice che un sistema è discontinuo quando il rivestimento è costituito da
elementi di piccole o medie dimensioni con giunti ravvicinati e
pluridimensionali, regolari oppure irregolari.
Per quanto riguarda i sistemi di rivestimento discontinui ad elementi, si
possono distinguere le seguenti due principali tipologie:
- Ventilato: formato da elementi a vincolo meccanico, puntuale su
supporto continuo o su telaio ( in legno, in metallo) realizzanti
intercapedine.
- Traspirante: formato da elementi di vincolo continuo di tipo chimico o
misto chimico meccanico, non realizzanti intercapedine.
Secondo poi una classificazione non ufficiale, ma di fatto in uso nel settore
dei prodotti per l’edilizia francese, tali sistemi di rivestimento possono
essere distinti in tre categorie principali:
Vetage: Sono sistemi di rivestimento realizzati con l’utilizzo di pannelli
scatolari, a doghe o a lastre. Tra i sistemi a lastre vi sono un primo sistema
Capitolo 1 – Stato dell’arte delle ricerche nel settore
9
che presenta un pannello ricavato per pressopiegatura da una lastra di
alluminio preverniciato, con dimensioni che variano a richiesta, e un
secondo sistema caratterizzato da pannelli in alluminio preverniciato,
sagomati in forme diverse. I pannelli a doghe sono generalmente
caratterizzati da sistemi modulari che prevedono il fissaggio a scatto degli
elementi su traversine in alluminio. L’applicazione delle doghe viene
eseguita inserendo contemporaneamente i bordi nelle sedi predisposte
nelle traversine che possono avere forma diversa. Le doghe rimangono
fissate per effetto della particolare conformazione dei lati.
Bardage o Sistema di facciate ventilate: Le facciate ventilate sono sistemi
di rivestimento caratterizzati da uno strato di tenuta non permeabile o
debolmente permeabile all’aria, che realizza una intercapedine continua tra
questo e gli strati di supporto che aperta in due o più sezioni, viene
naturalmente ventilata per effetto camino, oltre che dalla spinta dinamica
del vento. Tale sistema è costituito da due parti principali: lo strato di
tenuta, generalmente realizzato con elementi piani medio grandi, ed una
sottostruttura, alla quale tali elementi di tenuta vengono appesi.
Il sistema delle facciate ventilate trova impiego sia negli edifici di nuova
costruzione che nelle ristrutturazioni. Questi sistemi infatti offrono numerosi
tipi di finitura esterna, possono offrire i più svariati livelli di isolamento e
soprattutto, possono essere messi in opera con opportuni accorgimenti su
qualsiasi supporto murario o strutturale, ragione per cui, insieme al sistema
a cappotto, si propongono come sistema ottimale di riqualificazione
energetica e formale di edifici esistenti.
Capitolo 1 – Stato dell’arte delle ricerche nel settore
10
1.3 Analisi della letteratura tecnica relativa ai sistemi di tipo “Veture”
1.3.1 Introduzione
La veture viene così definita dal C.S.T.B. si tratta di un sistema di
isolamento dall'esterno costituito da elementi prefabbricati, isolante più
pelle, destinati ad essere incollati o fissati meccanicamente sulla chiusura
“verticale-supporto".
L'elemento di tenuta è totalmente o parzialmente impermeabile al vapore
per cui quando questo giunge, per diffusione dall'interno, all'interfaccia
"isolante-elemento di tenuta" è obbligato a migrare lungo le scanalature
dell'isolante fino ad incontrare delle aperture concepite in modo da
permettere la fuoriuscita dell'eventuale acqua di condensazione, ma non
l'ingresso di acque meteoriche. Le vetures possono essere classificate in
base al grado di permeabilità al vapore dell' elemento di tenuta; al livello di
complessità a piè d'opera: elemento di tenuta e isolante preassemblati o
assemblati in opera; alle dimensioni dell'elemento standard; ai materiali
costituenti gli elementi e/o strati del sistema. Se consideriamo il grado di
permeabilità al vapore dell'elemento di tenuta, le possiamo distinguere in:
a) vétures impermeabili al vapore d'acqua
(quando l'elemento di tenuta è impermeabile al vapore d'acqua 10-3 g/hmq
mmHg). In questo caso è necessario limitare al massimo la diffusione del
vapore d'acqua proveniente dall'interno dell'edificio (dispositivi di
aspirazione meccanica o naturale dell'eccesso di vapore dagli ambienti) e
prevedere adeguati sistemi di evacuazione della eventuale acqua di
condensazione sulla faccia interna dell'elemento di tenuta; ,
b) vétures respiranti (quando l'elemento di tenuta è permeabile al vapore
d'acqua).Anche per questo è opportuno limitare adeguatamente la
diffusione di vapore proveniente dall'interno dell'edificio.
Capitolo 1 – Stato dell’arte delle ricerche nel settore
11
Questa tecnica utilizzata inizialmente in Francia, ha trovato in Italia la sua
ideale applicazione soprattutto nell’edilizia di tipo industriale e commerciale
e nella riqualificazione delle facciate in genere, poiché il rivestimento
esterno offre la possibilità di progettare differenti soluzioni estetiche e
contribuisce all’innalzamento delle prestazioni termo-igrometriche. Il
pannello isolante è solitamente in polistirene espanso, caratterizzato da un
basso assorbimento dell’acqua, può essere del tipo con superficie esterna
sagomata, che permette la creazione di una microventilazione tra il
pannello isolante e il rivestimento, con funzione di controllo della
condensazione interna che potrebbe essere provocata soprattutto dal
rivestimento poco permeabile.
1.3.2 Classificazione dei sistemi veture
Per individuare le diverse tipologie di pannelli veture in commercio si è
fatto riferimento alla lista di certificazioni rilasciate dal CSTB. Le tipologie
prese in esame sono le seguenti:
- Alfal veture 300 – 300LR, numero di certificazione tecnica 2/00-818:
è un sistema formato da pannelli di dimensione 8000x320 mm, con
finitura realizzata in lastre di alluminio e strato isolante formato da
polistirene espanso sinterizzato o lana di roccia.
- Veture NOVALISE, numero di certificazione tecnica 2/01-858: è un
sistema formato da pannelli di dimensione 300x300 mm e 600x600
mm, con finitura realizzata in fibrocemento e strato isolante formato
da polistirene espanso sinterizzato o lana di roccia.
- LOFATEC, numero di certificazione tecnica 2/02-966*01Add: è un
sistema formato da pannelli di dimensione 795x550 mm e 600x1200
mm in alluminio preverniciato, che possono essere montati su uno
strato di isolante in polistirene espanso sinterizzato o lana di roccia.
- Sicofiso-Veture, numero di certificazione tecnica 2/00-782: : è un
sistema formato da pannelli di dimensione 460x600 mm, con finitura
Capitolo 1 – Stato dell’arte delle ricerche nel settore
12
realizzata in fibrocemento e strato isolante formato da polistirene
espanso sinterizzato.
La posa in opera è legata alla geometria e alle dimensioni degli elementi di
cui bisogna seguire la modularità risolvendo i problemi dei raccordi alle
aperture, gli aggetti e tutte le caratteristiche formali proprie dell’edificio.
Il sistema risulta di facile applicazione grazie alla conformazione ad incastro
o per sovrapposizione delle giunzioni degli elementi che vengono fissati a
secco per mezzo di dispositivi appositi. La conformazione dei giunti
permette una buona tenuta dell’acqua.
Nel caso in cui i pannelli non siano preassemblati, si esegue prima il
fissaggio dell’isolante con un procedimento molto simile a quello seguito
per il sistema a cappotto poi si passa all’applicazione dell’elemento rigido di
tenuta.
1.3.3 Letteratura tecnica su sistemi di rivestimento Veture con drenaggio
all’interfaccia supporto-pannello isolante
Questo paragrafo presenta i risultati di ricerche condotte per esaminare
l'efficienza di dettagli critici nell'EIFS a drenaggio sorgente. La ricerca è
stata dettata da una variazione del codice del modello BOCA1che richiede
che l'interfaccia tra materiali diversi sia testata per dimostrare che i
componenti resistano alla penetrazione dell'acqua nelle costruzioni
murarie. L'obiettivo della ricerca era duplice: (1) soddisfare i requisiti BOCA
e (2) esaminare l'efficacia del drenaggio sorgente come metodo di gestione
dell'acqua.
I sistemi di isolamento esterno e finitura (EIFS) sono stati utilizzati in Nord
America per circa 35 anni. Recentemente, tuttavia, una serie di problemi di
penetrazione d'acqua molto pubblicizzati in Nord-Carolina ha ricevuto molta
attenzione pubblica. Ricerche da parte di Brown hanno mostrato che
l'acqua non penetra attraverso i campi di EIFS ma entra attraverso altri
componenti di costruzione e passa dietro l'EIFS. Questi risultati sono
Capitolo 1 – Stato dell’arte delle ricerche nel settore
13
supportati dai rapporti di ricerca EIFS condotti per i servizi di valutazione
dei tre codici modello USA e per il Centro Materiali da Costruzione
Canadese (Rapporto # 12416-R). Una recente pubblicazione NAHB
(Associazione Nazionale Costruttori di Case) riportava il fatto che danni alle
case dovuti ad acqua nella regione della Contea di Hanover, NC, si
avevano sotto finestre, ciminiere, sotto le intersezioni tetto/muro. Questa
esperienza ha mostrato che i maggiori problemi con la penetrazione di
acqua si hanno in locazioni in cui il faldale non è correttamente installato o
non è installato affatto. Vari documenti nei numeri di aprile e luglio 1999
della Rivista di Scienza delle Costruzioni e della Copertura Termica
sottolineano la frammentazione delle responsabilità nel processo di
costruzione nordamericano. Questo, insieme a una debole strategia di
controllo dell'umidità e a deboli pratiche costruttive nella fase di
progettazione/costruzione, può portare a problemi come quelli del Nord-
Carolina. .
La soluzione proposta da questa ricerca è di reintrodurre il faldale
tradizionale come elemento dell'interfaccia muro/finestra. Con questa
soluzione, detta drenaggio sorgente, il faldale intercetta l'acqua nel
momento in cui penetra attraverso la finestra e la drena all'esterno del
muro.
Negli ultimi anni si sono avuti diversi casi di penetrazione d'acqua in edifici
con tutti i tipi di rivestimento. II programma di test fu progettato non solo per
soddisfare le specifiche dei codici BOCA ma anche per valutare la
prestazione del drenaggio sorgente come strategia di gestione dell' acqua.
II drenaggio sorgente, che è essenzialmente un faldale, non è un concetto
nuovo nella gestione dell' acqua. II faldale è una specifica nel codice di
costruzione residenziale negli Stati Uniti così come altri codici modello.
Molti costruttori di EIFS hanno introdotto sistemi che permettono all'acqua
di drenare in qualche modo dietro l'isolamento. Variazioni di codice in
alcuni stati USA hanno richiesto EIFS con drenaggio, e il Centro Materiali
Capitolo 1 – Stato dell’arte delle ricerche nel settore
14
da Costruzione Canadese (CCMC) ha incoraggiato l'uso della cavità di
drenaggio. L'Associazione Membri dell'Industria (EIMA) negli Stati Uniti ha
introdotto un test di valutazione del drenaggio, e un comitato ASTM sta
valutando attivamente vari metodi di test di drenaggio. I metodi di
valutazione introducono grandi quantità di acqua nella cavità con raccolta e
misurazione al fondo. Un metodo proposto indica di versare 190 L d'acqua
fino a 100mm di testa attraverso un campione rappresentativo di
rivestimento. Ci sono pochi dubbi che, a queste condizioni, qualche sistema
di rivestimento con passaggio libero drenerà l'acqua in maniera efficiente.
1.4 Il fenomeno wind-driving rain – studio di sistemi atti a ridurre gli
effetti dell’infiltrazione di acqua meteorica nelle pareti
1.4.1 EIFS negli U.S.A. e Canada (Exterior Insulation and Finish Systems)
La maggior parte dei problemi riscontrati nelle pareti isolate con sistema a
cappotto realizzate nel recente passato in Nordamerica e Canada sono
riconducibili all’ingresso accidentale di acqua piovana nello spessore
dell’involucro aggravati dalla scarsa potenzialità di asciugatura. I problemi
rilevati sono riconducibili principalmente alla cattiva progettazione dei
sistemi di sigillatura (carenza progettuale e realizzativa dei giunti) che in
passato si affidavano ad una barriera singola di tenuta all’acqua.
Negli ultimi cinque anni, sono stati introdotti nel mercato molte varianti
tecnologiche del sistema di isolamento a capotto che ne hanno complicato
la stratigrafia e conseguentemente il costo aumentandone però il grado di
protezione nei confronti dell’ingresso accidentale della pioggia battente.
Gli studi più importanti fatti in questo settore sono quelli di Straube e
Burnett nel 1997 e di Bomberg e Kumaran nel 1999, i quali hanno
determinato le cinque strategie di controllo di seguito riportate.
Capitolo 1 – Stato dell’arte delle ricerche nel settore
15
-Sistemi a barriera singola (B-EIFS)
Si affidano alla perfetta tenuta dello strato esterno cioè lamina più sigillante
nei punti di discontinuità. Come più volte affermato non esiste una barriera
perfetta se non sulla carta quindi, l’assunzione che i giunti sigillati possano
provvedere alla tenuta dell’intero sistema a lungo termine non è realistica.
Tuttavia, questi sistemi possono essere accettati in presenza di carichi di
pioggia limitati e se il supporto può è in grado di sopportare bene
l’accumulo igroscopico derivante da un ingresso accidentale di acqua
piovana. Questo risulta vero in particolare per i muri in mattoni e in
calcestruzzo che non presentano problemi gravi di durabilità connessi ad
alti contenuti di umidità.
Se così non è (strutture lignee) non è facile definire i limiti in cui questi
sistemi possono essere impiegati. Si raccomanda di utilizzare sistemi a
barriera singola avendo l’accortezza di:
- non impiegare materiali sensibili all’umidità come strati di supporto. (In
Europa è d’obbligo non usare prodotti derivanti dal legno o dal gesso).
- ridurre i carichi di pioggia battente in facciata sfruttando aggetti di tetti e
balconi, in edifici al massimo di tre piani e situati in contesti riparati
- limitarne l’impiego solo in contesti climatici in cui il potenziale di auto-
asciugatura del muro sia maggiore del probabile accumulo
- evitare strutture portanti leggere sensibili all’umidità (legno ed acciaio)
quando si può ricorrere a strutture massive in mattoni o calcestruzzo.
- Ricorrere a periodiche revisioni del progetto durante la fase realizzativa
del capotto con particolare attenzione alla realizzazione di dettagli in
prossimità delle giunzioni orizzontali di finestre, porte, rientri e sporgenze
con scossaline.
-Sistemi a barriera con elementi drenati (BSD-EIFS)
La maggior parte delle ricerche sui sistemi di isolamento a capotto hanno
messo in luce che gran parte dei problemi sono imputabili a carenze
Capitolo 1 – Stato dell’arte delle ricerche nel settore
16
progettuali e realizzative dei giunti. L’obbiettivo dei sistemi drenati è quello
di incorporare sistemi di drenaggio nei punti più esposti all’ingresso
dell’acqua. Edgar (1999) ha dimostrato, in via sperimentale, l’utilità di questi
sistemi anche se non è semplice valutare l’efficacia del drenaggio usato
puntualmente nelle zone critiche per integrare i sistemi a barriera singola.
Per questo motivo ci si sta muovendo nella direzione di strategie di
controllo che possano beneficiare di strati di difesa multipli.
1. La lamina esterna rimane comunque la prima barriera resistente alle
intemperie che deve cercare di rendere minimo, se non annullare,
l’ingresso accidentale di acqua.
2. La seconda linea di difesa consiste in una barriera all’acqua continua
(WRB-water resistive barrier) che può essere utilizzata come il piano
di drenaggio per fermare la penetrazione dell’acqua già passata
attraverso il primo strato di tenuta. Lo strato di drenaggio agisce nei
confronti dell’acqua infiltratasi impedendo il suo ulteriore passaggio
verso gli strati sensibili e provvedendo all’evacuazione attraverso
aperture appositamente progettate
3. La differenza di pressione dell’aria fra esterno ed interno facilita
l’ingresso dell’acqua meteorica. Al fine di controllare tale differenza
di pressione nello spessore del muro si ricorre ad una barriera
all’aria dal momento che si assume che la lamina esterna non sia
capace di provvedere da sola a tale necessità.
4. La continuità delle barriere all’acqua e all’aria deve essere garantita
dalla perfetta esecuzione dei giunti rispettando comunque la
sequenza delle fasi applicative.