Introduzione L'idea di costruire uno strumento è nata dal mio amore per la musica e dal desiderio di
poter dare l'opportunità di suonare e comporre a chi non ha le competenze tecniche e/o la
possibilità di poterlo fare. Il mio pensiero era rivolto a chi non ha mai avuto l'opportunità o il
tempo di dedicarsi allo studio di uno strumento, ma anche a bambini, anziani, persone
diversamente abili.
Saper suonare uno strumento musicale richiede impegno e molta pratica; bisogna
acquisire un minimo di competenza tecnica per far sì che da uno strumento si possa ottenere un
suono “piacevole” all'orecchio; al contrario, siamo tutti capaci di colorare un foglio seppure
ognuno a proprio modo e con uno stile personale. Lo strumento che ho progettato nasce proprio
da questa riflessione e permette di suonare con l'ausilio del colore.
Essendo quest'ultimo l'elemento maggiormente preso in considerazione, il nome che ho
pensato per lo strumento è: cromòfono .
Il funzionamento dello strumento musicale è stato testato in una serie di incontri
settimanali con gli ospiti del CLGEnsemble, un laboratorio di ricerca sonoro-musicale.
All'interno della struttura vengono elaborati, attraverso l'improvvisazione, progetti di ricerca
sonora dove la riqualificazione della testimonianza di ciascun ospite è posta al centro del
percorso musicale di ogni progetto.
Da qui è nata l'esigenza di avvicinarmi alla musicoterapia e all'arteterapia, l'insieme
delle tecniche e delle metodologie che utilizzano le attività artistiche sonore e visuali come
mezzi terapeutici , fondamentali per stabilire il tipo di approccio più idoneo per raggiungere
risultati positivi con i ragazzi. Il tema del primo capitolo sono perciò le potenzialità intrinseche
nella musica e nel disegno come mezzo di espressione, linguaggi alternativi.
Il secondo capitolo è incentrato sulla classificazione degli strumenti musicali, dai primi
tentativi a quelli contemporanei, per poter collocare il cromofono all'interno di una gran
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quantità eterogenea di strumenti realizzati negli ultimi anni.
Nel terzo capitolo è illustrato il profondo cambiamento nel rapporto uomo-macchina
con la nascita delle superfici di controllo. Vengono descritti esempi e tipologie.
Nel capitolo successivo spiego nel dettaglio l'idea che ha dato vita al cromofono , la sua
realizzazione e il suo funzionamento. Si parte da una spiegazione generale per arrivare ad una
più squisitamente tecnica. Sono oggetto del suddetto capitolo anche le potenzialità e le
caratteristiche che lo accomunano ad altre superfici di controllo dalle quali ho tratto spunti ed
elementi di confronto.
Il quinto e ultimo capitolo è dedicato alle prove per testare il cromofono, alla risoluzione
di problemi che via via venivano riscontrati durante il suo utilizzo, alle migliorie e varianti
apportate.
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Introduction The idea of designing and building a musical instrument comes from my love for music
and from my desire to give all people who are not able or don’t have any technical ability the
chance of playing or composing. I thought of all people who have never had any time or
opportunity to play an instrument, I thought of all children, I thought of the old, I thought of
the disabled.
If you want to play an instrument you need great care, a lot of practice and at least some
technical ability; on the other hand anybody can paint a sheet of paper, even if its in his own
way. The instrument I designed was born from this reflection and to enable people to play with
the help of colours: that’s why I called it chromophone .
My instrument has been tested on a series of weekly meetings with CLGEnsemble
guests. That’s when I felt the need for coming closer to musicotherapy which is essential to set
up the best kind of approach in order to get the finest results with the guest.
From here came the need to approach music-therapy and art-therapy: all the techniques
a nd methods that use sound and visual art activities as therapeutic tools are crucial to
understand the type of appraoch that would suit the guests well. The theme of this chapter is
therefore the potential inherent in music and drawing as a means of expression and as an
alternative language.
The second chapter deals with the classification of music instruments, from the
beginnings to present, in order to put the chromophone among a large mixture of numbers of
control surfaces which have been recently built.
The third chapter is used to illustrate a deep change in the relationship between man and
machine, by creating control surfaces. The examples and types have been described.
In the next chapter I listed all details about the idea of designing the chromophone , how
I built it and how it works, starting from the general to technical details. This chapter also
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deals with the potentialities and features which my instrument shares with other control
surfaces.
The fifth and last chapter is about all the tests I made, how I solved the problems, the
improvements and the changes I have made.
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Musica e disegno: potenti mezzi d'espressione 1.1 La Musicoterapia Il “potere” della musica è percepito ed esperito dall'uomo in innumerevoli circostanze.
Questo dato di fatto ha stimolato studi e ricerche, al fine di poter utilizzare la potenzialità della
musica, e più in generale del suono, nel campo della cura: sfruttare la musica come “terapia” 1
.
“Terapia” significa “insieme di mezzi e modalità per combattere le malattie” 2
, quindi
“cambiamento” verso uno status di maggior benessere. La musica effettivamente provoca
cambiamenti sia emotivi che fisiologici: resta il problema di capire come ed in quali casi può
essere utilizzata per indurre modificazioni in senso migliorative della salute dell'uomo.
Si può affermare che la musicoterapia è in realtà usata molto più spesso come insieme di
tecniche atte alla prevenzione e alla riabilitazione che non alla terapia. Non vi è inoltre alcuna
evidenza che la musicoterapia “guarisca” le malattie, tuttavia in moltissime patologie quali
handicap, stati di disagio fisico-psichico, produce un effetto benefico, ponendosi in qualità di
elemento coadiuvante o talora fondamentale alla costituzione dello stato di benessere. In questo
senso potremmo affermare che la musicoterapia ci permette non tanto di curare ma di
“prenderci cura di” 3
.
1 Cfr. Gianattasio F., Il concetto di musica. Contributi e prospettive della ricerca
etnomusicologica , La Nuova Italia Scientifica, Roma, 1998, Cap.11.
2 G. Devoto, G.C. Oli, Vocabolario illustrato della lingua italiana, Lemonnier Milano 1967.
3 Cfr. http://en.wikipedia.org/wiki/Music_therapy ; http://www.mtonline.it/ ;
http://www.musicoterapia.it/
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1.1.1 Storia della musicoterapia L'uso del termine “musicoterapia” è recentissimo ma l'utilizzo terapeutico della musica
sembrerebbe estendersi dal passato più remoto sino ad oggi 4
. Nella civiltà sumera la relazione
tra musica e divinità è strettamente legata; in antichi papiri medici egiziani si fa riferimento al
fascino della musica attribuendole un'influenza notevole sulla fertilità della donna. Al centro del
pensiero di Pitagora vi è la rilevanza etica che la musica poteva avere sugli uomini e sulla loro
attività grazie al concetto dell'armonia. Con Aristotele nasce uno dei concetti più importanti
dell'estetica musicale: il concetto di catarsi che avviene con la ricostruzione dell'armonia turbata
del nostro animo. A dimostrazione di come il concetto di musica coincidesse in Aristotele con
quello di ordine:
[…] se lavoriamo, beviamo e mangiamo osservando una regola, le nostre forze naturali
si conservano, si integrano e potenziano, mentre nel disordine le corrompiamo e portiamo fuori
dei limiti che esse hanno propri: le malattie sono movimenti contro natura dell'ordine che è
proprio del nostro corpo. Godiamo infine della musica, perché è mescolanza di contrari che
stanno tra loro in un determinato rapporto. Ora il rapporto è un ordine, ed è nell'ordine che il
piacere naturale consiste. E tutto ciò che è mescolato piace di più di ciò che non lo è, specie se,
trattandosi di sensazioni, il rapporto che nell'accordo consonante conservi ed armonizzi il
potere ch'è proprio di ciascuno dei due estremi.
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Per gli indiani la musicoterapia è un metodo di cura delle malattie attraverso l'effettivo
potere della musica. Essa risana, mantiene e migliora le parti emozionali, fisiologiche e
psicologiche dell'uomo. L'articolazione, l'altezza, il suono e specifici arrangiamenti di note in
particolari raga (melodie) stimolano, alleviano e curano inducendo un cambiamento
elettromagnetico nel corpo. Non viene considerata l'eventualità di una musicoterapia attiva e si
intende sempre l'intervento come una sessione d'ascolto, sia dal vivo che con musica registrata.
Nell'atteggiamento religioso tibetano c'è un interesse verso un aspetto che si ritiene
importantissimo nella musica: il silenzio.
4 Cfr . Ezzu A. e Messaglia R., Introduzione alla Musicoterapia. Prefazione di Rolando
Benezon , Musica Practica, 2006, pp.9-30.
5 Cit. Ezzu A. e Messaglia R., Introduzione alla Musicoterapia. Prefazione di Rolando
Benezon , Musica Practica, 2006, p.25.
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In generale la musica era completamente calata nella vita sociale, ad ogni livello, ed era
parte integrante dei riti religiosi, della vita comunitaria e del lavoro. Il risultato musicale era
talmente impregnato di valenze emozionali che sin dall'antichità si è constatato che la sua
produzione e il suo ascolto potessero influire a vari livelli sull'emozione e sul comportamento
degli esseri umani 6
.
La musicoterapia è rivolta al “malato” e non alla “malattia”. Quest'ottica ci permette di
guardare alla storia della musicoterapia come alla storia di esseri umani che hanno da sempre
cercato di alleviare i propri mali, fisici e mentali, usando i mezzi che le conoscenze del tempo
rendevano più adatte. E che la musica sia un mezzo privilegiato a tale scopo, sembra essere un
dato di fatto.
La maggior parte dei modelli di musicoterapia possono, a grandi linee, riassumersi in due
indirizzi distinti:
– modelli che sembrano essere maggiormente attratti dalle proprietà acustiche del
suono, inteso come componente fisico-vibrazionale in grado di intervenire direttamente sulla
materia;
– modelli che utilizzano la musica (ascoltata dal vivo o registrata, sia il patrimonio
classico sia quella composta e realizzata ad hoc ), attribuendo ai vari generi significati
psicologici assoluti (è calmante; è attivante; è da meditazione etc.), e indirizzandone l'utilizzo
verso patologie specifiche, talvolta anche in forma di auto-somministrazione.
Tra le tendenze generali ricordiamo la psicofonia, una tecnica che può essere
paradigmatica di molti altri modelli che utilizzano il suono come fattore diretto di intervento
terapico. Data la lettura del corpo umano come oggetto vibrazionale che risponde alle frequenze
codificate dal campo musicale, la psicofonia trova rispondenze tra il posizionarsi della scala
diatonica ai vari livelli corporei (gambe, bacino, torace, testa), stabilendo un'altezza sonora
corrispondente ad ogni punto sul quale intervenire, e l'uso di una melodia o un suono che
utilizzi la frequenza relativa all'organo dolente.
Nella suonoterapia si utilizza il diapason per stimolare alcuni punti del corpo (nella
terminologia indiana definiti chakra), nei quali viene sviluppata l'energia. La pratica di
utilizzare il suono come mezzo per ristabilire l'equilibrio psico-fisico applicandolo direttamente
alle varie parti del corpo, è molto frequentata.
Tra le pratiche che impiegano il suono per stimolare un rilassamento psico-fisico è
interessante citare il massaggio sonoro che si serve di un antichissimo strumento di origine
6 Cfr. Manarolo G., L'angelo della Musica. Musicoterapia e disturbi psichici. Presentazione
di Franco Giberti. Introduzione di Pier Luigi Postacchini , Omega Edizioni, 1995, Cap.1.
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australiana: il didjeridoo. Si fa uso del suono per “massaggiare” il corpo in sessioni che
prevedano l'avvicinarsi dello stesso alle varie zone corporee del paziente, oppure andandolo a
raggiungere dopo aver fatto vibrare la superficie dell'acqua nel quale vengono precedentemente
immersi. Ottenuta una minima padronanza fonatoria, i partecipanti del gruppo avranno la
possibilità di immergersi in un bagno sonoro nel quale saranno contemporaneamente esecutori
e fruitori 7
.
1.1.2 La moderna musicoterapia Le applicazioni dei principi che negli anni si erano man mano strutturati portano alla
nascita della musicoterapia come disciplina specifica ed efficace. Essa è molto recente e si può
farla risalire agli inizi del secolo scorso.
Già tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, in qualche zona dell'America e
dell'Europa, furono inviati negli ospedali dei musicisti per “alleviare” le sofferenze dei pazienti
e “sostenerne” il morale. Si pensava anche di stimolare le funzioni metaboliche e ridurre lo
stress. Più tardi negli Stati Uniti si sperimentarono i primi interventi di terapia con la musica
con gruppi di reduci della seconda guerra mondiale.
Queste esperienze portarono in breve tempo al moltiplicarsi di tecniche
musicoterapeutiche e poi di vere e proprie metodologie, all'ampliarsi dei campi di applicazione
e al nascere di pionieri in molti Stati.
Negli anni dai '50 ai '70, la credibilità della musicoterapia crebbe grazie alle ricerche che
ottenevano discreti successi nel dimostrare l'efficacia dell'uso della musica nei comportamenti
aggressivi, nell'iperattività e nelle stereotipie. Le prime associazioni di musicoterapia e lo studio
approfondito di questa disciplina si diffusero con l'avvento degli anni '70 in molti altri paesi del
mondo 8
.
Il lavoro di ricerca in musicoterapia è molto complesso, poiché l'oggetto è l'uomo nei suoi
aspetti psicologici, fisici, relazionali, e ciò comporta una serie enorme di variabili di cui tener
conto. In secondo luogo il campo applicativo è vastissimo (prevenzione, malattie psichiche,
somatiche, problematiche relazionali ecc.) e si riferisce inoltre a persone provenienti da aree
7 Cfr . Ezzu A. e Messaglia R., Introduzione alla Musicoterapia. Prefazione di Rolando
Benezon , Musica Practica, 2006, pp.31-81.
8 Cfr . Ezzu A. e Messaglia R., Introduzione alla Musicoterapia. Prefazione di Rolando
Benezon , Musica Practica, 2006, pp.69-81.
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