Dario De Laurentiis | 6
INTRODUZIONE
Nel mondo di oggi è molto importante “esistere” sul web. Questo è valido parlando
delle imprese o in generale di chi ha un’attività con scopo di lucro. Chiunque ha
modo di accedere alla rete e di cercare qualunque cosa di cui abbia bisogno. È per
questo che le attività commerciali al giorno d’oggi compaiono sul web tramite dei
portali ad esse dedicate che permettono di sviluppare delle “vetrine telematiche”
personalizzate per ogni azienda. Certo non si tratta del mercato vero e proprio, quello
con cui è possibile toccare con mano ciò che si acquista, ma stiamo parlando del
cosiddetto e-commerce che è la nuova frontiera del mercato dei giorni nostri e che
vede il suo progredire con l’avvento di internet e in questi ultimi anni del web 2.0.
L’obiettivo di questo progetto di tesi è quello di creare un sito web per un’azienda e
fornirle la funzionalità della “vetrina telematica” mediante la quale i potenziali
clienti, ma in questo caso tutto il popolo della rete, potranno visualizzare i prodotti
dell’azienda in questione.
Nel primo capitolo chiariremo il concetto di Web 2.0 che raffigura la nuova era di
internet e di ciò che ne segue, parleremo inoltre delle varie tipologie di piattaforma
web che è possibile realizzare e ne analizzeremo le principali differenze.
Nel secondo capitolo invece si entrerà più nello specifico definendo la tipologia di
PROGETTAZIONE DI UN PORTALE WEB 2.0 PER UN
CONSORZIO AGRARIO
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piattaforma che maggiormente ci interessa e si procederà con un’analisi contrastiva
tra esempi italiani ed esempi esteri, evidenziandone le principali differenze.
Il terzo capitolo è quello dove si evidenzieranno i vari CMS e le loro caratteristiche e
i componenti che li formano e danno loro le varie funzionalità e dove si procederà, in
base ai criteri analizzati, con la scelta del CMS più adeguato per il progetto stesso.
Il quarto capitolo consisterà nel progetto stesso, nel portare nel progetto teorico di tesi
immagini del portale web realizzato, che spieghino il lavoro fatto praticamente
analizzandolo, come fatto nei precedenti capitoli, evidenziandone i punti di forza.
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1. IL WEB 2.0
Abbiamo citato in precedenza il concetto di web 2.0 che presuppone una versione
precedente. Vediamo quali sono le differenze.
In maniera generale è possibile affermare che il web 2.0 ruota attorno alla nuova idea
dell’interazione che si sta pian piano applicando a tutte le nuove tecnologie. Questa
interazione consiste in una co-partecipazione degli utenti per quanto riguarda i
contenuti del web, condivisione di esperienze.
Di differenze con la precedente “versione”, il web 1.0 non ce ne sono, infatti la
differenza sostanziale sta nel fatto della condivisione e nell’approccio con il quale gli
utenti si relazionano al mondo virtuale dove infatti passiamo dalla semplice
possibilità di consultare e informarsi alla possibilità di contribuire a fornire
informazioni alimentando la “ fame di sapere” del mondo virtuale anche grazie alle
proprie conoscenze.
Alcune caratteristiche che hanno permesso lo sviluppo di questa nuova tecnologia sta
nel fatto che si sono implementate nuove tecniche. Una di queste è ad esempio
l’hyperlinking che non è altro che l’aumento delle connessioni che vanno poi a
formare quello che è lo scopo di internet, vale a dire la formazione di una rete di
contenuti attraverso dei link ipertestuali. Abbiamo poi la folksonomia (in stretta
assonanza con il termine tassonomia che invece indica la classificazione gerarchica
dei contenuti all’interno di un portale) che è un nuovo stile di categorizzazione che si
basa sull’utilizzo di parole chiave dette “tag”. Questo nuovo modello facilita la
ricerca delle informazioni dell’utente finale, essendo un modello creato proprio in
funzione di quest’ultimo. Ci sarà capitato poi senz’altro di sentir nominare il concetto
di “open source” ovvero “risorsa aperta”. Questa è un’altra caratteristica del web 2.0
che riguarda lo scambio di progetti (peer-production) e di codice di programmi per
poterli costantemente implementare. Questa è generalmente una caratteristica
applicabile a quei software che sono gratuiti e che è inoltre possibile modificare. Ne
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sono un esempio “FireFox”, “Open Office”, “VLC” che sono tra i più diffusi tra i
software mentre poi abbiamo gli “open content” (contenuti aperti) dove non è il
codice sorgente ad essere disponibile a modifiche ma sono i contenuti editoriali quali
testi, immagini, musica e video. Un diffusissimo esempio di quest’ultimo tipo è
“Wikipedia” che tutti noi conosciamo.
Un altro concetto molto diffuso è il concetto degli RSS
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che va a costituire il
cosiddetto web incrementale o ancora “live web”. Gli RSS infatti consentono a chi ne
fa uso di ricevere informazioni o più propriamente delle “notifiche” sulle modifiche
che vengono apportate ad una determinata pagina o argomento di interesse.
Possiamo dunque affermare che in un periodo dove sono poche le cose a progredire
in questo mondo, il web è una di queste, e sembra essere un ambito che non potrà mai
conoscere crisi.
1.1. DIFFERENZE TRA BLOG, SITO WEB E PORTALE
Senza l’aiuto del supporto video saremmo in grado di dare una definizione a “sito
web”? Proviamoci!
Il “sito web” è senz’altro un software, il quale, attraverso la rete internet, permette la
visualizzazione di contenuti diversificati. I contenuti generalmente statici permettono
ad un sito internet di fungere da vetrina, e questa possibilità è stata con il tempo
1
RSS: è l’acronimo di RDF Site Summary è uno dei più popolari formati per la distribuzione di
contenuti Web; è basato su XML, da cui ha ereditato la semplicità, l'estensibilità e la flessibilità.
L'applicazione principale per cui è noto sono i flussi RSS che permettono di essere aggiornati su
nuovi articoli o commenti pubblicati nei siti di interesse senza doverli visitare manualmente uno a
uno. RSS definisce una struttura adatta a contenere un insieme di notizie, ciascuna delle quali sarà
composta da vari campi (nome autore, titolo, testo, riassunto, ...). Quando si pubblicano delle
notizie in formato RSS, la struttura viene aggiornata con i nuovi dati; visto che il formato è
predefinito, un qualunque lettore RSS potrà presentare in una maniera omogenea notizie provenienti
dalle fonti più diverse.
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incrementata con molte altre funzionalità anche grazie all’evoluzione del web stesso.
Oggi abbiamo nel mondo miliardi di siti web e ognuno di questi è diversificato per
contenuti o funzionalità pertanto si è deciso di chiamare questi generici “siti web”
con nomi diversi proprio per facilitare queste distinzioni. Vediamo quali sono queste
tipologie.
1.1.1. I Blog
Abbiamo i cosiddetti “blog” le cui origini sono da estrapolare dal termine inglese
weblog e si possono descrivere come una sorta di diari in rete o ancora come dei
piccoli siti web dove i contenuti vengono visualizzati in forma cronologica. Parlando
ancora dell’aspetto tecnico di questi blog possiamo dire che come in un diario è
possibile inserire ciò che si vuole come immagini, video etc. Il blog non necessita di
competenze di programmazione in quanto la parte amministrativa chiamata “back
end” è molto semplice ed intuitiva. Il layout è abbastanza standard e non ha molte
possibilità di personalizzazioni grafiche. In generale possiamo dire che un blog non
può fare molte cose come un portale o un sito ma quelle poche che fa le fa bene e in
maniera semplice.
L’inizio di questo fenomeno è databile intorno al 1997 in America. Agli albori di
questo fenomeno ci si riferiva a questi diari come commenti a liste di link e oggi
questa tipologia di sito internet non ha più senso per via dello sviluppo dei motori di
ricerca. Il fenomeno in Italia arriva solo dopo qualche anno, precisamente nel 2001,
con la nascita dei primi servizi gratuiti dedicati alla gestione di blog come “blogger”,
“wordpress”, “libero”, “myspace” per citarne alcuni. I gestori di queste piattaforme
vengono proprio chiamati blogger che sono coloro che pubblicano i contenuti
multimediali in forma testuale o in forma di post come se si stesse parlando di un
articolo all’interno dei più antichi e comuni giornali cartacei.
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1.1.2. I Siti Web
Un sito internet invece è sviluppato proprio per andare a rappresentare un’attività sul
web ed è completamente personalizzabile all’attività in questione. Può fornire una
semplice vetrina telematica oppure fornire servizi aggiuntivi come ad esempio l’e-
commerce (commercio elettronico) che è una forma di commercio che è possibile
effettuare direttamente da casa propria.
La parte amministrativa di un sito web è un po’ più complicata rispetto a quella di un
blog infatti il lato amministratore non è cosi semplice e molto spesso è necessaria una
conoscenza di programmazione. In molti casi ci sono i cosiddetti Content
Management System che altro non sono che gestori di contenuti che facilitano il
compito dello sviluppatore non facendolo agire direttamente sul codice ma
fornendogli un interfaccia grafica più intuitiva.
1.1.3. I Portali
Il portale invece è un particolare sito web creato per gestire enormi quantità di dati e
appunto per questo solitamente non viene creato per delle semplici aziende ma
piuttosto per delle community ad esempio il portale di una città intera, appropriato
per gestire i dati riguardanti una città dalle news comunali agli eventi di svago e
sport. Per la parte amministrativa vale lo stesso discorso dei siti internet se non più
complicato perché non sempre ci sono dei CMS in grado di gestire dati in maniera
così estesa. Il portale spesso è la fonte presso la quale ognuno di noi inizia la sua
navigazione internet quindi spesso questi portali offrono dei servizi per fidelizzare
l’utente come per esempio le notizie o il servizio gratuito di posta elettronica.
Lo scopo dei portali, soprattutto inizialmente, era quello di fungere da motori di
ricerca offrendo collegamenti ipertestuali presenti nel web. Ne sono un esempio
“Yahoo” o “Libero”. Successivamente, proprio per lo sviluppo di più servizi che il
sito forniva, come ad esempio il servizio di posta elettronica gratuito, o la sezione
delle news dove vengono riportate le news del momento costantemente aggiornate, il
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termine “motore di ricerca” si è rivelato inadeguato ed ecco che si è passati al termine
“Portale” che a differenza del precedente può essere molto più personalizzabile e
indicizzabile rispetto alle informazioni ricercate.
Il portale si basa sull’interazione con l’utente, proprio come la caratteristica base del
web 2.0, e lo fa tramite la sua funzione di ricerca di informazioni. Queste
informazioni devono essere facilmente reperibili e l’amministratore della piattaforma
prova a renderli tali tramite una corretta organizzazione dei dati all’interno del sito:
Figura 1- Struttura ad albero
Questa struttura gerarchica può essere descritta come una struttura ad albero (figura
1). La home infatti rappresenta la pagina di presentazione del sito, è quella che noi
vediamo per prima e che contiene i collegamenti per le home di secondo livello che
possono essere le sezioni tematiche del sito e sono le pagine che contengono le vere e
proprie informazioni. Poi ci sono le pagine ad esse collegate che scendono sempre
più nello specifico nell’informazione ricercata. Il tutto è uniformemente collegato da
link ipertestuali che connettono la home a una delle pagine o una pagina ad un’altra
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pagina. L’organizzazione dei link è una scelta altrettanto importante che sta alla base
dell’organizzazione di tutto l’insieme ed è una scelta che è nelle mani del progettista
che deve rendere facile e accessibile la ricerca dell’informazione. Solitamente questa
struttura gerarchica prevede delle categorie e sottocategorie che contengono pagine o
articoli, come se si trattasse di un giornale con i suoi titoli, sottotitoli e articoli.
I portali si possono suddividere in orizzontali e verticali. I portali orizzontali sono la
porta di ingresso per gli utenti ad internet. Sono molto generalisti e contengono
informazioni di diverso tipo offrendo quindi servizi e informazioni a 360°. I portali
verticali invece, detti anche vortali, sono i cosiddetti portali tematici, trattano infatti
solo di un tema specifico e forniscono informazioni specifiche proprio su quel tema.
L’obiettivo primario di ogni portale è diventare il punto di partenza di ogni
navigazione.
“A prima vista, un portale non sembra granché diverso dal più classico indice
o catalogo sistematico di risorse. Hanno entrambi la tipica struttura “a canali” o ad
“albero” per quanto riguarda i contenuti, e a “zone grafiche” per quanto riguarda
l’interfaccia di consultazione.
Si tratta in sostanza di una Web page che raccoglie, raggruppandoli per categorie, il
maggior numero di link su pressoché tutti gli argomenti dello scibile.
Col tempo tali categorie hanno assunto una fisionomia piuttosto stabile, sicché
ormai, almeno nei portali generalisti, difficilmente mancheranno voci quali:
“cinema”, “computer”, “lavoro”, “musica”, ”viaggi”, ”shopping”, ”tempo libero”,
“sport”, e così via.
Ogni singola categoria comprenderà poi svariate sottocategorie, a loro volta
ulteriormente suddivisibili, in modo tale da guidare l’utente in direzione
dell’informazione ricercata attraverso una selezione progressivamente più precisa.
Inoltre, grazie alla struttura non lineare della rete, nulla vieta che ogni singolo link
risulti raggiungibile da molteplici e differenti punti di partenza, o venga classificato
senza particolari difficoltà sotto categorie diverse.
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Quasi sempre, accanto ai vantaggi offerti dall’organizzazione a indice delle risorse
disponibili, troviamo pure il tradizionale ma sempre utilissimo motore di ricerca o
search engine.
In questi casi la ricerca avviene indicando una parola o una combinazione di parole
su un apposito campo: il motore visualizzerà tutti i testi presenti nel suo database in
cui compaia quella parola o quella frase.”
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cit. http://digilander.libero.it/mogent1/cm2/temi/2latemp/Portali.htm I Portali