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INTRODUZIONE
L'energia solare è tra le fonti energetiche, quella in maggiore abbondanza
sulla terra.
Ogni anno infatti, il sole irradia sul nostro pianeta circa 20.000 miliardi di
TEP (Tonnellate Equivalenti di Petrolio) mentre solo 11 miliardi di TEP sarebbero
sufficienti a soddisfare le richieste energetiche di tutto il pianeta.
Dal postulato fondamentale di Lavoisier, “nulla si crea, nulla si distrugge,
tutto si trasforma”, deriva il punto cardine del principio di conservazione
dell’energia;eppure l’uomo continua a vivere comportandosi in aperta violazione
di tale concetto, basando le proprie scelte quotidiane sulla convinzione che le
risorse si creino dal nulla, che i rifiuti si distruggano nel nulla e che tutto rimanga
sempre uguale senza nessuna trasformazione.
Il problema energetico sta esercitando negli ultimi anni un notevole
interesse in tutto il mondo a causa dell’inesorabile esaurimento di combustibili
fossili quali petrolio, carbone e metano con i quali produciamo oltre il 90%
dell’energia nel mondo. Sono bastati infatti alcuni decenni di industrializzazione
per svuotare i “giacimenti di energia”, creati in migliaia di anni da lenti processi
naturali. La richiesta energetica globale di energia aumenta oggi con il ritmo di
circa il 2% l’anno, ciò significa, che entro il 2100, la temperatura media della
Terra subirà un ulteriore incremento di circa il 2°C con tutte le inevitabili
conseguenze che ciò comporta.
Dopo la crisi energetica del 1973 diverse nazioni, tra cui la Francia,
decisero di optare per il nucleare con il preciso intento di raggiungere
l’indipendenza energetica, mentre altri Paesi come l’Italia, a causa di una politica
energetica inadeguata, patiscono ancora oggi un dissesto energetico non
indifferente.
La tecnologia nucleare ha raggiunto livelli di affidabilità e sicurezza elevati,
ma rimane la questione, non ancora risolta, delle scorie radioattive, alcune delle
quali impiegano milioni di anni per divenire innocue. È anche noto, nonostante il
nucleare sia indiscutibilmente una fonte energetica altamente produttiva, che
aumentando il numero delle centrali atomiche aumenta la probabilità che si
verifichino guasti, più o meno rilevanti.
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L’imminente crisi energetica dovuta soprattutto all’industrializzazione di
quei paesi che fino a poco tempo fa erano considerati poco”energivori” ed il lento
ma inesorabile processo di inquinamento globale dovuto alla produzione di
energia da fonti fossili hanno portato l’11 dicembre 1997, nella città giapponese di
Kyoto, alla stipula di un contratto internazionale in materia ambientale,
sottoscritto da oltre 160 paesi, per la riduzione delle sostanze climatiche immesse
in atmosfera allo sfruttamento delle principali fonti energetiche rinnovabili quali
il sole e il vento.
Il protocollo di Kyoto impone, ai paesi aderenti, tra cui l’Italia, di ridurre
per il periodo 2008 – 2012, le proprie emissioni di gas ad effetto serra del 5%
rispetto ai dati misurati nel 1990.
Il governo italiano, con lo scopo di rispettare gli obblighi imposti dal
protocollo di Kyoto, ha attuato un piano di incentivi per favorire la realizzazione
di impianti fotovoltaici per uso domestico, residenziale, condominiale o
industriale.
Un impianto fotovoltaico è un insieme di elementi in grado di produrre
energia elettrica grazie alla tecnologia di conversione fotovoltaica della radiazione
solare incidente sulla superficie terrestre. La tecnologia fotovoltaica sfrutta le
proprietà che hanno alcuni materiali a generare dei flussi elettrici quando sono
investiti da radiazioni solari.
Il piano attuativo, denominato comunemente “ Conto Energia”, consente al
soggetto responsabile dell’impianto fotovoltaico di consumare l’energia elettrica
prodotta dal sistema ed allo stesso tempo di ricevere un “premio incentivante” su
tutta l’energia prodotta.
I sistemi fotovoltaici, grazie al Conto Energia, possono essere considerati
dei veri e propri investimenti finanziari, ai quali si associa un rendimento
superiore ai normali tassi di redditività dei titoli di stato e una riduzione delle
emissioni di atmosfera in sostanze climalteranti che causano l’effetto serra.
In questo elaborato si vuole far vedere come l’energia solare incidente che
viene convertita in energia elettrica grazie al processo di conversione fotovoltaica
possa garantire una parte o la totalità del fabbisogno energetico di un’utenza
residenziale.
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Verranno approfonditi tutti gli aspetti: da quelli più intrinseci del
funzionamento della cella fotovoltaica a quelli riguardanti la tipologia dei sistemi
fotovoltaici focalizzando l’attenzione su quelli connessi in rete. Saranno illustrati i
concetti riguardo al come si può attingere dalla risorsa solare stessa introducendo
una serie di parametri significativi per l’ottimizzazione dell’assorbimento
dell’energia solare incidente. Verranno evidenziati i vari elementi di sistema
facenti parte di un impianto connesso in rete si spiegheranno le loro
caratteristiche e requisiti. Saranno anche definiti i profili di consumo necessari
all’individuazione del fabbisogno energetico delle utenze. Verrà mostrato poi
come si articola il dimensionamento di un tale impianto considerando la
massimizzazione dell’energia solare incidente attraverso i componenti più
efficienti e si considereranno tutte le perdite di potenza dei componenti
dell’impianto per conoscere così la totalità dell’energia prodotta. Verrà esaminata
la resa energetica dell’impianto, sarà inoltre illustrato l’insieme degli incentivi in
conto energia, che lo Stato ha messo a disposizione per la produzione di energia
pulita, e si considererà anche la relativa legislazione in merito.
Per ultimo verranno introdotti gli aspetti economici necessari all’acquisto
di un impianto fotovoltaico. L’elaborato presenta una parte specifica in cui si
illustra un progetto di un sistema connesso in rete installato su un edificio nella
provincia di Rovigo. Costituirà parte integrante dell’elaborato anche un’analisi dei
costi e dei benefici riferita al caso in esame. Sarà quindi possibile trarre delle
conclusioni di natura economica che, pur non rivestendo carattere assoluto,
permetteranno una prima valutazione dei potenziali vantaggi di tale tipo di
impianto.
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CAPITOLO 1
Un po’ di storia
1.1 Storia del Fotovoltaico dal 1767 al 1900:
• Il progressivo diffondersi dell’impiego del vetro nel corso del diciottesimo
secolo fece sì che si venisse a conoscenza della notevole capacità di trattenere
il calore solare di questo materiale.
• Il 27 settembre 1818, Robert Stirling fa domanda di brevetto per il suo
“Economizzatore” al Chancery di Edinburgh, Scozia. Questo motore,
successivamente, è stato utilizzato nel Sistema a piatto di Stirling, una
tecnologia che concentra l’energia termica del Sole per produrre energia
elettrica.
• Nel 1839 lo scienziato francese Edmond Becquerel scopre
l’effetto fotogalvanico in elettroliti liquidi, osservando
che, se una cella elettrolitica fatta con due elettrodi
metallici,posta in una soluzione conduttrice, viene
esposta alla luce solare, la generazione di elettricità
aumenta.
• Nel 1860 Auguste Mouchout, matematico del liceo della città di Tours, in
Francia, inventa il primo motore in grado di convertire radiazione solare in
potenza meccanica.
• Al 1873 risale la scoperta della fotoconduttività del
selenio ad opera di Willoughby Smith. Pochi anni
dopo i fisici inglesi William Grylls Adams e Richard
Evans Day scoprono che il selenio produce
elettricità, quando esposto alla luce, senza il
riscaldamento di un fluido e senza l’utilizzo di parti
mobili. È il primo esempio di fotovoltaico nei solidi.
Fig. 1 - Edmond Becquerel
Fig. 2 – William Grylls
Adams
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• Nel 1883 l’inventore americano Charles Fritts produce la prima cella solare
fatta con wafers di selenio. L’efficienza di conversione è di circa 1-2%.
1.2 1900-1970:
• Nel 1921 Albert Einstein vince il premio Nobel
per aver descritto l’effetto fotoelettrico. Un
decennio più tardi Audobert e Stora scoprono
l’effetto fotoelettrico nel solfuro di cadmio.
• Nel 1954 Daril Chapin, Calvin Filler e Gerald
Pearson sviluppano nei laboratori della Bell
Telephon una cella solare fotovoltaica a base di silicio. È la prima cella
fotovoltaica in grado di convertire energia solare in energia elettrica in
quantità sufficiente ad alimentare una strumentazione; l’efficienza di
conversione è di circa il 4%.
• Nel 1956 una cella aveva un costo proibitivo ed era totalmente fuori
mercato,costava infatti circa 300 $/W, contro i 50 cents $ /W di altre
tipologie di impianti. Così, l’unica richiesta commerciale di celle solari a base
di silicio arrivò dal settore aerospaziale.
• Lo stesso anno le celle solari trovano la loro prima applicazione a bordo del
satellite Vanguard I proprio per la radio. A differenza delle batterie
convenzionali che si esaurivano in un breve lasso di tempo (circa una
settimana), le celle solari potevano fornire energia al satellite per anni. Un
anno dopo l’Explorer III, il Vanguard II e lo Sputnik III vennero lanciati in
orbita con un sistema fotovoltaico a bordo; il sistema funzionerà senza sosta
per otto anni.
• Nel 1960 Hoffman Electronic riuscì a raggiungere un’efficienza per le celle
fotovoltaiche del 14% ed il satellite Explorer VI venne lanciato con un
apparato di 9600 celle fotovoltaiche. Due anni dopo la Bell Telephone
Laboratories introdusse sul mercato la prima telecomunicazione
satellitare,Telstar (potenza iniziale 14 W), seguita l’anno successivo dai primi
moduli fotovoltaici commerciali.
Fig. 3 - Albert Einstein
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• Lo stesso anno il Giappone installò la più potente installazione fotovoltaica al
mondo (242 W), presso un faro.
• Nel 1964 la NASA lancia il primo satellite
alimentato con moduli fotovoltaici (470 W).
L’anno successivo viene lanciato il primo
Orbiting Astronomical Observatory,
alimentato con moduli fotovoltaici (1KW).
L’impiego delle celle solari nelle missioni
spaziali diventa via via più intenso, visto che
il loro costo elevato era ampiamente ripagato
da efficienza, durata, scarsa necessità di manutenzione e dimensioni ridotte.
Diversamente, per le applicazioni terrestri,nelle quali il principale criterio
commerciale era il costo per chilowattora, il loro uso restava ancora
proibitivo.
1.3 1970-2006:
• Nel 1970 il dottor Elliot Berman, finanziato dalla Exxon Corporation, progetta
una cella solare che abbassa significativamente il costo di produzione: dai 100
$/W fino ai 20 $/W. Con questi valori di costo, le celle solari cominciano a
diventare commercialmente competitive, seppure in un mercato di nicchia:
luci di emergenza per stazioni offshore, fari, passaggi a livello.
• Il primo impianto solare ad un incrocio a livello degli Stati Uniti è del 1974, a
Rex in Georgia.
• David Charlson e Christopher Wronsky dei laboratori RCA fabbricano, nel
1976, la prima cella fotovoltaica in silicio amorfo, meno costoso del silicio
cristallino con un’efficienza dell’ 1,1%.
• Nel 1973 gli Stati Uniti mandano in orbita la stazione spaziale Skylab.
Rimarrà in funzione fino al 1979. L’anno successivo si diffondono gli impianti
nelle zone rurali del pianeta: l’isola di Tahiti, alcune parti di Kenia, Messico e
in America Centrale. Nella riserva indiana dei Papago, nel sud dell’Arizona
nasce il primo villaggio fotovoltaico (progetto Lewis Research Center della
Fig. 4 - Satellite Alimentato con Moduli
Fotovoltaici