2
avuto modo di dare commento all’interno del lavoro
stesso.
Volendo tornare ora ad una linea descrittiva più
generale dei concetti esposti in tale opera, per rendere più
concreta l’ immagine della direzione tematica seguita per
esprimere i fatti discussi in essa, è doveroso sottolineare i
vari step presi a riferimento per la creazione e
l’articolazione dell’opera stessa.
Innanzitutto va detto che nel primo capitolo, in
primis ho messo in luce le problematiche legate all’
evoluzione e alla forte variabilità dei sistemi economici, e
quindi dei mercati, nazionali e internazionali, in base a cui
sempre più nei tempi si è percepito l’ esigenza di uno
standard setters di principi contabili che facesse fronte a
quanto detto prima e permettesse al tempo stesso una
comparabilità delle informazioni.
Poi dopo aver presentato come risposta alle
problematiche in precedenza citate, l’ introduzione nei
sistemi informativi contabili dell’ Unione Europea degli
Ias/Ifrs, ho proceduto a dare una panoramica iterativa tra
la logica del contesto contabile italiano e quella invece
dello scenario internazionale.
Alla termine del capitolo primo ho infine dato un
fugace riferimento generale all’ operazione di fusione,
ripreso successivamente nel terzo capitolo
contestualmente allo studio del caso della nuova realtà
bancaria Intesa San Paolo.
Nel secondo capitolo invece, prima di discorrere
delle business combinations nelle sue caratterizzazioni
generali sul piano del profilo contabile, ho definito una
3
linea comparativa tra le stesse e quelle che nella prassi
nostrana sono conosciute con il nome di operazioni di
gestione straordinaria.
Al termine del capitolo stesso, è stato per me
interessante parlare a riguardo di alcuni aspetti valutativi
contabili propriamente particolari delle business
combinations.
L’ inizio del terzo capitolo, invece, è stato poi
dedicato all’ applicazione dell’ Ifrs 3, principio
internazionale disciplinante a livello contabile le business
combinations, all’operazione di fusione stessa.
La parte, invece che meglio gratifica l’indegno
impegno personale alla stesura di questo lavoro, è l’
articolazione, del secondo e terzo paragrafo al terzo e
ultimo capitolo.
Infatti essa espone dapprima gli aspetti gestionali, di
mercato e quindi di business della nuova compagine
bancaria Intesa San Paolo, ma in secondo luogo cerca di
dare, nei limiti della documentazione informativa allo
stato attuale disponibile, una lettura essenziale degli effetti
sortiti sul piano contabile dall’ operazione di business
combinations realizzata tra il Gruppo Intesa e il Gruppo
San Paolo Imi.
4
Capitolo 1: Linee essenziali
dell’operazione di fusione e dei principi
contabili internazionali.
1 Principi contabili internazionali: alcuni
cenni storici, situazione attuale ed effetti nel
contesto contabile nazionale.
Il processo di ampliamento dimensionale delle
imprese, di internazionalizzazione e di globalizzazione in
atto, ha fatto crescere in misura considerevole il numero
delle aziende che avvertono la necessità di fornire
informazioni comparabili con quelle offerte dai loro
competitors in ogni parte del mondo.
Differenze tra principi contabili nazionali dei diversi
Stati determinano una vera e propria messe di problemi
per tutte le imprese che si affacciano sugli scenari
internazionali1.
La comunicazione economico-finanziaria
rappresenta oggi uno degli strumenti più importanti per le
imprese che si rivolgono ai mercati finanziari e le
differenze nei “linguaggi” contabili” non possono che
costituire un ostacolo.
1
Cfr. Franceschi Ferraris R., Principi internazionali ed effetti locali:
opportunità e vincoli del processo di armonizzazione, in Rivista
italiana di Ragioneria e Economia Aziendale, n. 7 e 8 luglio-agosto
2004 .
5
Sotto questo profilo l’ Unione Europea si presenta in
una situazione affatto particolare, essendo caratterizzata
da confini variabili, differenze culturali, di sistema
legislativo, fiscale, di lingua, di ambiente legislativo e
forme di organizzazione, oltre che di pratiche contabili.
Da più parti si sostiene da anni che la statuizione di
un corpo omogeneo di standard internazionali può
contribuire a ridurre il costo di capitali al di là dei confini
nazionali per le società che operano in più aree, per
accrescere l’ efficienza e l’ efficacia delle regole dei
mercati finanziari ed a ridurre il costo di produzione delle
analisi delle informazioni fornite dalle imprese.
Anche enti e organizzazioni sopranazionali sono
coinvolti nel tentativo di raggiungere l’ armonizzazione
delle politiche contabili per favorire il raggiungimento dei
loro scopi e, sotto questo profilo, l’ utilizzo dei principi
contabili omogenei rappresenta una condizione necessaria
anche se non sufficiente2.
Nello scenario contabile attuale da qualche tempo si
sono “affacciati” nel contesto internazionale i principi
Ias/Ifrs.
Secondo prevalente opinione, essi sembrano dare
una risposta adeguata e sostanziale alle esigenze
informative sul piano contabile in relazione alle
condizioni e alle problematiche in precedenza esposte.
Prima però di conoscere le fondamenta storiche e lo
sviluppo articolativo dei suddetti principi internazionali, è
2
Cfr. Devalle A., Il sistema informativo aziendale ed il passaggio agli
Ias/Ifrs, Giuffrè Editore, Milano, 2006.
6
doveroso dare un essenziale ed veloce “sguardo” alla
logica compositiva enucleata dal corpus dei principi
contabili domestici.
Innanzitutto va detto che i principi contabili italiani,
per quanto accompagnati, in termini ragionieristici, da una
grande tradizione e blasone, non riscontrano tuttavia un’
adeguata e felice rispondenza sul piano dell’ informativa
aziendale, alla luce, come detto in precedenza, delle
mutate situazioni di scenario dell’ economia e dei mercati
sul piano internazionale.
Volendo dare una conferma ulteriore di quanto detto
a livello strettamente tecnico, si enunciano alcune tra le
caratteristiche strutturali salienti degli stessi:
la valutazione delle voci del bilancio deve
essere fatta secondo prudenza e nella
prospettiva della continuazione dell’ attività
aziendale;
si possono indicare solamente gli utili
realizzati alla data di chiusura di esercizio;
si deve tener conto dei proventi e degli oneri
di competenza dell’ esercizio,
indipendentemente dalla data dell’ incasso
del pagamento;
si deve tener conto dei rischi e delle perdite
d’ esercizio, anche se conosciute dopo la
chiusura di questo;
gli elementi eterogenei ricompresi nelle
singole voci devono essere valutati in
maniera separata;
7
i criteri di valutazione non possono essere
modificati da un esercizio all’altro. Deroghe
a tale principio possono essere consentite in
casi eccezionali, purché la nota integrativa
motivi la deroga e indichi l’ influenza sulla
rappresentazione della situazione
patrimoniale, finanziaria e del risultato
economico.
Ora dopo aver condotto una breve lettura di alcuni
fra i postulati appartenenti al corpus dei principi contabili
italiani, avendo già sottolineato l’impossibilità di questi di
far fronte alle nuove tipologie di esigenze informative nel
contesto nazionale e internazionale; si procede adesso a
dare, innanzitutto, una descrizione storica dei principi
contabili internazionali.
Storicamente, quindi, l’ origine e lo sviluppo degli
Ias/Ifrs trovano radici abbastanza lontane nel tempo.
Infatti nel secolo scorso, esattamente nel 1972, a
margine del World Congress of Accountants di Sidney,
Canada (Cica), Regno Unito(Icaew) e Stati Uniti d’
America (Aica) costituirono informalmente un gruppo di
studio che venne chiamato Accountants International
Study Group, con lo scopo di studiare le problematiche
relative alla standardizzazione e alla
internazionalizzazione delle norme contabili.
Nel 1973 i rappresentanti della professione contabile
degli Stati Uniti, Australia, Canada, Giappone, Messico,
Francia, Germania, Olanda e Regno Unito fondarono lo
Iasc, International Accounting Standard Committee.
8
Lo scopo del Comitato era quello di produrre
standards contabili riconosciuti e applicati nella maggior
numero possibile di Paesi., soprattutto in quelli con
economie industriali sviluppate3.
Nel 1977 venne costituita l’ Ifac, International
Federation of Accountants, alla quale subito aderirono i
rappresentanti delle professioni di 49 paesi4.
Scopo dell’ Ifac era l’ armonizzazione dei diversi
standards di contabilità e di altri standards professionali,
in particolare nel campo della revisione contabile e della
formazione, e più tardi dell’ etica.
Per evitare la sovrapposizione dei ruoli, nel 1982 si
stabilì che i membri dell’ Ifac diventassero membri anche
dello Iasc, cosicché le due entità, pur rimanendo
autonome, di fatto operassero in totale sintonia.
Degli standards contabili si sarebbe occupato
esclusivamente lo Iasc e degli altri aspetti l’ Ifac.
La decisione fu importante perché consentì allo Iasc
di proporre i suoi standards come frutto del concorso e del
consenso di molti Paesi e Istituti professionali membri
3
A quell’ epoca, le uniche “entità” interessate a sviluppare standards
contabili internazionali erano le grandi società multinazionali,che
avrebbero potuto rendere omogenei e confrontabili i risultati
economici e le situazioni patrimoniali e finanziarie delle società
partecipate sparse in tutto il mondo.
4
La Federazione andò subito estendendosi e oggi sono membri dell’
Ifac 163 istituzioni che rappresentano la professione di 119 Paesi, alla
quale sono iscritti circa 2,5 milioni di “accountants”, che operano nel
campo della libera professione, dell’ industria, del commercio, di enti
governativi e dell’ educazione.
9
dell’ Ifac, e quindi sostanzialmente, della professione
contabile mondiale.
Tuttavia gli International Accounting
Standards(Ias), pur essendo un importante punto di
riferimento per la dottrina e per le grandi società
multinazionali, rimasero privi di rilevanza pratica e di
riconoscimenti pubblici, fino a quando le prime
conseguenze della globalizzazione non si fecero sentire,
evidenziando sempre più la necessità per le società
quotate di poter presentare al mercato i propri risultati
misurati secondo criteri omogenei e internazionalmente
riconosciuti5.
Nel 1999 venne approvata la riforma dello Iasc al
fine di trasformarlo da organo della professione contabile
in organo indipendente, al quale partecipano e collaborano
tutti i soggetti che operano nel campo finanziario6.
Nel 2000 lo Iosco, International Organisation of
Securities Commissions, raccomandò ai suoi membri di
autorizzare l’ adozione degli Ias per le società
multinazionali, con riferimento alle loro relazioni
internazionali.
5Alla fine degli anni ’90 gli Ias iniziarono a essere presi in
considerazione anche dalle agenzie governative, che operavano nel
campo dei mercati finanziari come possibile risposte a queste
esigenze.
6Durante sempre il 1999 vennero intrattenuti molteplici contatti con
tutte le organizzazioni e istituzioni mondiali e regionali che operano
nel campo finanziario.
10
Nel marzo del 2001 è seguita poi la costituzione
della Iasc Foundation7.
Essa è governata da un consiglio di garanti
composto da 19 membri (detti Trustees), provenienti dal
Nord America, dall’ Europa, dall’ Asia e da altre aree e
provvede essenzialmente a :
nominare i membri dello IASB, dello
Standard Advisory Council(Sac) e dello
Standard Interpretations Committee(Sic);
monitorare l’ efficacia dello IASB, reperire i
fondi per il funzionamento della fondazioni;
approvare il budget di spesa dello IASB,
proporre e approvare modifiche nello statuto.
Tra gli organismi precedentemente proposti, si
ricorda che il Sac, composto da circa 50 membri,
rappresenta il mezzo attraverso cui soggetti provenienti da
diverse aree geografiche e con diversi profili professionali
possono fornire suggerimenti allo IASB e alla Iasc
Foundation.
I principali scopi del Sac sono:
fornire allo IASB suggerimenti sulle priorità
da assegnare ai lavori dello stesso;
informare lo IASB sulle implicazioni che i
nuovi principi proposti potrebbero avere sui
preparatori di bilancio e sugli utilizzatori;
7
Fondazione di diritto privato a cui partecipano le associazioni delle
principali categorie di interessi di redattori, utilizzatori, professioni
contabili, mondo accademico e istituzioni di regolamentazione dei
mercati di capitali di tutti i continenti con sede nello Stato del
Delaware.
11
fornire altri suggerimenti allo IASB e allo
Iasc Foundation8.
Un’altro organismo è il Sic/Ifrc, composto da 12
membri,assiste lo IASB nell’ attività di statuizione e
interpretazione dei principi contabili.
I principali compiti del Sic/Ifrc sono:
fornire interpretazioni circa gli Ias/Ifrs;
dare tempestiva soluzione a problematiche
contabili non specificatamente affrontate
dagli Ifrs;
preparare bozze di documenti interpretativi
sui principi contabili internazionali e renderli
disponibili al pubblico, al fine di ottenere
commenti e/o suggerimenti prima dell’
emanazione della versione definitiva;
C’ e poi da ricordare senza dubbio l’ International
Accounting Standards Board (IASB), che costituisce forse
l’ anima delle istituzioni afferenti alla sfera dei principi
contabili internazionali.
Essa è un’organizzazione privata sostenuta dai
contributi delle principali società industriali, finanziarie,
banche centrali, società di revisione e organizzazioni
professionali, che ha il compito di definire i principi
contabili internazionali.
8Cfr. Di Meola M., L’informazione economica e finanziaria nelle
aziende e il ruolo dei principi contabili internazionali, Franco Angeli
Editore, Milano, 2005
12
I principi contabili internazionali sono predisposti
utilizzando un articolato processo di consultazione a
livello internazionale.
In questo senso un “momento” importante nella vita
dello IASB è stata la ridenominazione dei principi
contabili internazionali da Ias ad International Reporting
Financial Standards(Ifrs).
L’ applicazione degli Ias è subordinata ad una
procedura di omologazione, ai fini del recepimento da
parte dell’ Unione Europea.
A tale scopo la Commissione Europea è assistita da
due organi: l’ Accounting Regulatory Committee(Arc) e
l’European Financial Reporting Advisory Group(Efrag),
responsabili rispettivamente del controllo politico e
tecnico dei principi contabili destinati alle società.
Riprendendo ora infine il discorso in merito all’
origine e allo sviluppo storico degli Ias/Ifrs, nel 2003 con
il Regolamento CE 1725/2003 la Commissione Europea
ha riconosciuto ufficialmente gli Ias/Ifrs, che sono
diventati legge e devono essere applicati per le società
quotate da tutti i paesi membri dell’ UE.
Gli Ias/Ifrs sono stati successivamente modificati da
vari regolamenti comunitari che hanno inserito anche lo
Ias 39, e lo Ias 32 inizialmente esclusi.
13
Il D. Lgs. 38/2005 ha chiarito in seguito l’ ambito di
applicazione degli Ias/Ifrs e le implicazioni contabili e
societarie9.
Questa breve sintesi storica è necessaria per
comprendere come la “convergenza” tra tutte le differenti
normative contabili mondiali sia modellata su tradizioni
anglosassoni e perché gli standards contabili, pensati e
prodotti per società di grandi dimensioni, siano così
complessi, non solo spesso lontani dai nostri principi
contabili, ma anche dalle caratteristiche strutturali del
nostro sistema giuridico.
Da qui la necessità, per i nostri operatori, di
avvicinare gli standards contabili internazionali
“dimenticando” la loro formazione tecnico giuridica e
cercando di assimilare le impostazioni e la mentalità che
hanno prodotto queste norme10.
Né si deve pensare che i principi contabili
internazionali rimangano confinati alla categoria delle
società quotate o comunque di interesse pubblico: sia per
emulazione che per desiderio di assumere caratteristiche
internazionali, anche le medie e le piccole aziende hanno
chiesto ai loro consulenti di applicarli, senza rendersi
conto delle difficoltà che comportano.
Negli ultimi tempi lo IASB, sollecitato dall’ Ifac e da
molti istituti professionali nazionali, nonché dalle
9
Gli Ias/Ifrs sono discussi, redatti e pubblicati in lingua inglese, e per
quanto riguarda l’Unione Europea tradotti ufficialmente nelle lingue
dei Paesi membri.
10Cfr. Synergia Consulting Group, Ias/Ifrs: problemi e opportunità, Il
Sole 24 Ore, Milano, 2006
14
esigenze della globalizzazione che pervade sempre più in
profondità il tessuto economico internazionale, ha allo
studio una serie di Ias, o alternativamente un‘ adattamento
degli Ias/Ifrs esistenti, per le piccole e medie “entità”11.
In questo senso le regole saranno più semplici , ma
l’ impostazione e la mentalità rimarranno quelle sottese
agli attuali Ias/Ifrs.
E’ meglio quindi, accettare la realtà e continuare la
necessaria metamorfosi culturale.
A questo punto può essere utile dare una
esposizione descrittiva delle disposizioni normative che,
in termini di fonti comunitarie e italiane, le società
interessate dal 01/01/2005 hanno dovuto tener conto nella
redazione del bilancio secondo i principi contabili
internazionali.
In particolare l’ evoluzione normativa europea si
fonda sui seguenti atti:
regolamento(CE) n. 1606/2002
regolamento(CE) n. 1725/2003
regolamento(CE) n. 707/2004
direttiva n. 2001/65/CE
direttiva n. 2003/51/CE
In estrema sintesi è possibile asserire che il
regolamento(CE) n. 1606/2002 rappresenta il
11
Ne dovrebbero risultare così regole più semplici, procedimenti
meno costosi e bilanci (financial statements) più facilmente
comprensibili, anche da operatori senza conoscenze specialistiche in
materia finanziaria;ma nello stesso tempo confrontabili nelle diverse
realtà economiche nazionali.