Introduzione
“Every travel means to an end. Home.”
Due anni fa mi trovavo a Londra per motivi scolastici. Inizialmente il trasferimento,
anche se breve, si è rivelato profondamente spaesante: la lontananza si faceva sentire.
Un pomeriggio, di ritorno da scuola, notai sulla mia Oyster card una frase che in un
primo momento mi era sfuggita: “Every travel means to an end. Home.”. Quella
parola, da sola così evocativa e insieme “calda” e rassicurante, ha dato inizio a questa
ricerca. Nella vita quotidiana, capita spesso di “non vedere l’ora di essere a casa”, di
“concedersi una serata a casa”, di “sentire la mancanza di casa”, e così via; la
capacità della casa di rientrare nei nostri pensieri e discorsi è talmente ampia e
trasversale che quasi non ci rendiamo conto di quanto essa abbia significato e valore
per noi. In primo luogo, quindi, la casa è.
Termine che ricorre tanto nell’uso quotidiano quanto in ricerca, la casa è stata
oggetto di numerose indagini e definizioni che non possono essere univocamente
collocate. Generalmente, si riconosce che la casa, nel contesto Occidentale, si
sviluppa a partire da una dualità di fondo: la sua parte fisica o materiale (house) e la
componente simbolica o di ‘attacamento’ (home). In accordo con Blunt&Downling,
entrambe queste due dimensioni sono legate profondamente alla cultura e danno
luogo ad uno spazio che è insieme relazionale e sociale, nonché storicamente
specifico
1
. La casa è, infatti, il primo ambiente nel quale si recepiscono i modelli di
orientamento culturale propri della famiglia d’origine, ma soprattutto, la casa
(fornendo un punto di riferimento stabile ai comportamenti e in genere all’agire
dell’individuo), favorisce il fissarsi di questi orientamenti e il loro tradursi in modelli
culturali definiti.
La vastissima ricerca che il tema della casa ha generato nel tempo, attesta come essa
rappresenti un luogo importantissimo di crescita individuale e collettiva, un luogo
‘immaginato e immaginifico’ in cui si fondono diverse idee e sentimenti e in cui,
come sostiene Mary Douglas, sviluppiamo il nostro essere animali ‘squisitamente
1
Cfr., Blunt A., Dowling R., Home (Key Ideas in Geography), Routledge, London, 2006
- Introduzione - 1
sociali’. La casa è un quindi oggetto verso cui s’indirizzano strategie e investimenti
di valore e da cui discendono risorse economiche sociali e identitarie; è un costrutto
sociale incardinato nelle relazioni tra individui e tra gruppi, oltre ad essere un fatto
simbolico, veicolante significati culturalmente normati.
Rimandando alle pagine seguenti il tentativo di definire ‘cosa rappresenti’ la casa
(alla luce anche di uno sguardo più ampio sull’abitare), qui riportiamo un breve
quadro di sintesi della molteplice letteratura che si è interrogata sul significato dello
spazio domestico all’interno della cultura occidentale. Nel farlo, seguiamo la
classificazione riportata da Perkins et. al, nella loro bibliografia ragionata, “The
Study of “Home” From a Social Scientific Perspective”.
Come gli stessi autori riportano, è possibile classificare la letteratura prodotta intorno
alla casa in nove generiche aree tematiche che comprendono sia approcci più teorici
di ricerca, sia alcuni più empirici
2
.
In particolare, gli approcci teorici di ricerca sulla casa, appartengono a campi
disciplinari diversi, studiando gli aspetti economici, sociali e soprattutto culturali
delle abitazioni
3
. In queste aree di studi, quindi, la casa emerge come spazio
relazionale denso di significato, che contribuisce alla definizione dei diversi ruoli nel
nucleo familiare, alla tipologia delle relazioni intragenerazionali, alla divisione delle
attività quotidiane e alla definizione del tempo libero domestico, nonché alla
formazione, a livello sociale e culturale, di un certo immaginario simbolico legato
alle diverse tipologie abitative. Un’altra categoria di studi, sviluppatasi a partire dagli
anni Ottanta, ha indagato il rapporto tra la casa e le diverse attività di consumo, sia
domestico che all’esterno dell’abitazione
4
. Questi studi sulla casa considerano le
2
Si veda, Perkins H. C., Thorns D. C., Winstanley A., Newton B. N., The Study of “Home” From
a Social Scientific Perspective: an annotated bibliography, Second Edition, Lincoln University,
Canterbury, New Zealand 2002, pp. 1-87
3
“Theoretical perspectives relating to house and home range from broad economic (Cross 1993,
Giddens 1989, Pugh 1990) historical (Haraven 1991, Kumar 1995, Massey 1995, Troy 2000) and
cultural contexts of home (Perkins and Thorns in Bell 2001, Rapoport 1982, Thrift 1983, Ward
1999), to the geographical concept of sense of place (Pred 1983, Relph 1976) and the ways in
which we create and maintain ties, and give meaning to particular kinds of places, and/or include
or exclude others (Sibley 1995)”. Cit., Ibidem, p. 6
4
“Other theoretical themes related to the built environment (Wekerle 1980, Harris 1999,
Thompson 1983), access to leisure (Mansvelt 1997a, 1997b, Mansvelt and Perkins, 1998,
Wearing 1990), and the house/home as site of consumption activities (Lawrence 1987, Lofgren
1990). While some of the books and articles are predominantly theoretical (Giddens 1989,
Simonsen 1996) many of them present theoretical approaches in conjunction with empirical
- Introduzione - 2
forme di consumo pratiche quotidiane importanti, rilevando come anche le scelte di
consumo domestico rientrino all’interno di un più ampio processo di costruzione e
comunicazione dell’identità individuale e di gruppo.
Se è vero che sul piano della formazione della personalità, l’individuo concretizza
nella casa i propri bisogni psicologici, vi proietta l’immagine di sé, vi si identifica
attraverso la mediazione dell’istinto di territorialità, vi fonda la propria immagine
personale, conferendo stabilità e continuità alla propria esistenza, è pur vero che oggi
“l’organizzazione interna dell’abitazione è il primo strumento attraverso cui
l’individuo recepisce i modelli culturali di orientamento, trasmessi attraverso la
fissità dei ruoli e i meccanismi consolidati dei rituali di consumo”
5
. Per questo, l’uso
dello spazio si struttura in comportamenti fortemente ritualizzati, soprattutto nello
spazio della casa.
Al di là della vastissima produzione scientifica e umanistica che lo studio della casa
– e delle pratiche di territorialità simbolica legate all’organizzazione dello spazio
domestico – ha generato, qui ci interessa sottolineare un’altra, non ultima, categoria
di ricerche che studiano l’ambiente domestico, quale contesto di fruizione di
particolari dispositivi tecnologici e mediali. Al secondo capitolo di questa ricerca è
dedicata l’analisi e lo studio del rapporto tra casa e sistema mediale.
Nella prima parte di questa ricerca, “Cultura contemporanea e forme dell’abitare”,
proveremo pertanto a dare una definizione generale di cosa sia la casa nelle
particolari condizioni di abitare contemporaneo.
Per concludere infine, la casa è, in primo luogo, il nostro inizio.
investigation, reflecting the shift from abstract theorising to producing accounts of experience
grounded in particular and socio-historical contexts”. Ibidem, p. 7
5
Cit., Ceci L. R., La città, la casa, il valore: borghesia e modello di vita urbano, Armando
Editore, 1996, p. 35
- Introduzione - 3
“Cultura contemporanea e forme dell’abitare”
- Introduzione - 4
- Capitolo I - 5
1. Per una definizione dell’abitare
Pur non trovando una classificazione univoca delle dimensioni che coinvolgono
l’abitare, scopo di questo primo capitolo sarà elaborare una riflessione sul concetto
tanto fisico quanto simbolico cui l’abitare rimanda. Il termine, infatti, denota
molteplici fattori e coinvolge diversi livelli della vita quotidiana: l’abitare si pone
come esperienza che riguarda tutta l’umanità ma che rimanda a significati, pratiche e
spazi che variano nel tempo, tra gli individui e a seconda delle diverse società.
“Il fatto è che siamo alle prese con un fenomeno che ci appartiene troppo
intimamente perché sia possibile spiegarlo fino in fondo. Esso fa parte della
nostra natura in quanto specie: meglio ancora, esso è la natura della nostra
specie. Abitare è come venire al mondo, e venire al mondo è già abitare.”F
1
F
L’abitare rappresenta, quindi, una delle relazioni fondamentali che gli uomini
intrattengono con il mondo e il mondo con gli uomini; “essere è abitare”F
2
F nel senso
heideggeriano del termine. La filosofia, l’antropologia, le scienze umane, si fondono
così con l’urbanistica, l’architettura, l’economia, il design, rendendo difficile una
chiara delimitazione dei confini.
E allora, cosa significa abitare? Possiamo individuare principalmente due dimensioni
su cui si articola il senso dell’abitare: una temporale e una spaziale. Il latino habitàre
è verbo frequentativo (o intensivo) del verbo habere (avere), esso significa
innanzitutto avere ripetutamente o stabilmente nel tempo. La prima dimensione
dell’abitare è quindi temporale e fa si che l’abitare rimandi ad un possesso, all’avere
con continuità.
Vi è poi un altro significato concreto che l’abitare possiede, su cui si riversa l’idea di
durata e di possesso: abitare significa – già Heidegger lo aveva ricordato – costruire.
E qui si inserisce la dimensione spaziale dell’abitare: l’essere al mondo come abitare
significa quindi costruire il mondo. La costruzione di un mondo implica sempre,
tuttavia, una forma mentis, una progettualità, un impianto o una struttura. A questo
1 Cit., Vitta, M., Dell’abitare. Corpi spazi oggetti immagini, Einaudi, 2008, p. 3
2 Il tema del costruire e dell’abitare è stato analizzato in modo minuzioso da Martin Heidegger,
secondo cui “il modo in cui […] noi uomini siamo sulla terra è il Buan, l’abitare”Cfr. Heidegger,
M., Costruire abitare pensare, in Martin Heidegger, Saggi e Opere, Mursia, Milano, 1976, pp. 96-
108.
- Capitolo I - 6
proposito, Sebastiano D’Urso scrive: “non è il come abitiamo che determina il vivere
ma è il come viviamo che definisce l’abitare. La progettualità dell’uomo, che si
concretizza nelle sue costruzioni, asseconda il suo modo di vivere e di conseguenza
costruisce le immagini del suo abitare”F
3
F.
Tale forma, che manifesta l’abitare nel tempo e nello spazio, trova la sua massima
concretizzazione nell’immagine della casa: come sostiene Vitta, l’abitare si
manifesta come una presenza del corpo dell’abitante, definita da una sua posizione
nello spazio e nel tempo, che si organizza e si incarna nelle strutture che lo
contengono e negli utensili che ne assicurano la durataF
4
F.
La casa quindi, intesa come prima immagine dell’abitare, costituisce l’incontro –
tanto fisico quanto simbolico – tra il pensiero e il corpo, tra il progetto e la forma che
garantisce continuità temporale e spaziale all’abitare. Il concetto di casa rappresenta
pertanto l’essenza stessa dell’abitare: essa manifesta, nel tempo e nello spazio, i
diversi modi in cui l'uomo concepisce, organizza e abita lo spazio.
1.1 Abitazioni:
Le modalità dell'abitare sono di fatto molteplici. Tale complessità può essere ridotta
attraverso lo studio della casa, intesa come luogo di significazione individuale e
collettiva, che cambia parallelamente al contesto in cui è prodotta e immaginata.
Nelle pagine che seguono, proviamo a rintracciare – attraverso l'ampia letteratura che
si è concentrata sullo studio dello spazio domestico nel tempo – le componenti
fondamentali che costruiscono e modellano il 'senso della casa' all'interno della
cultura occidentale. Come si vedrà, l'analisi costruisce quattro categorie di senso
(casa come immagine, come luogo, come progetto, come pratica), in cui si
identificano i principali elementi che caratterizzano il concetto di casa e, insieme
riferiscono della multidimensionalità dell'abitare.
3
Cit., D’Urso S., Il senso dell’abitare contemporaneo.1.La casa unifamiliare, Maggioli, 2009, p.
21
4
Cfr.,Vitta, M., Dell’abitare. Corpi spazi oggetti immagini, Einaudi, 2008, pp. 15-20
- Capitolo I - 7
Casa come immagine e come luogo
Strettamente connessa all’abitare, quindi, troviamo la figura della casa. Questa è un
fenomeno multisfaccettato e complesso che può essere studiato da diversi punti di
vistaF
5
F. Ad un primo livello di studio, le culture anglosassoni distinguono tra ‘home’ e
‘house’, facendo riferimento alla definizione per cui: “home is defined as a socio-
spatial system that represents the fusion of the physical unit (or house) and the social
unit (or household)”F
6
F. Ad un secondo livello, invece, troviamo una distinzione tra
una dimensione di casa tangibile e una più intangibile, quest'ultima rappresentata
dall'insieme dei significati che essa veicola. A questo proposito, Blunt & Dowling
scrivono:
“In housing research, the word 'home' is commonly used to describe the
physical structures we live in. But home is also an idea and an imaginary that is
imbued with feelings […] home is a spatial imaginary: a set of intersecting and
variable ideas and feelings, which are related to context, and which construct
places, extended across spaces and scales and connect places. [...]
5
In un'interessante saggio, Shelley Mallet rintraccia la letteratura e gli studi che si sono
concentrati sul significato di ‘casa’ (home). L’autrice individua, all’interno della letteratura
teorica e empirica, il pensiero dominante e le idee ricorrenti sulla casa, provando a rispondere alla
domanda più ricorrente: cos’è la casa? È un luogo, uno spazio, un sentimento, un insieme di
pratiche o/e uno stato d’essere nel mondo? Come l’autrice stessa conclude, “Clearly the term
home functions as a repository for complex, inter-related and at times contradictory socio-
cultural ideas about people’s relationship with one another, especially family, and with places,
spaces, and things. It can be a dwelling place or a lived space of interaction between people,
places, things; or perhaps both. The boundaries of home can be permeable and/or impermeable.
Home can be singular and/or plural, alienable and/or inalienable, fixed and stable and/or mobile
and changing. It can be associated with feelings of comfort, ease intimacy, relaxation and
security and/or oppression, tyranny and persecution. It can or can not be associated with family.
Home can be an expression of one’s (possibly fluid) identity and sense of self and/or one’s body
might be home to the self. It can constitute belonging and/or create a sense of marginalisation and
estrangement. Home can be given and/or made, familiar and/or strange, an atmosphere and/or an
activity, a relevant and/or irrelevant concept. It can be fundamental and/or extraneous to
existence. Home can be an ideological construct and/or an experience of being in the world. It
can be a crucial site for examining relations of production and consumption, globalisation and
nationalism, citizenship and human rights, and the role of government and governmentality.
Equally it can provide a context for analysing ideas and practices about intimacy, family, kinship,
gender, ethnicity, class, age and sexuality. Such ideas can be inflected in domestic architecture
and interior and urban design. […]Briefly, how home is and has been defined at any given time
depends upon ‘specification of locus and extent’ and the broader historical and social context.”
Cit., Mallett, S. (2004), Understanding home: a critical review of the literature. The Sociological
Review, 52: 62–89, doi: 10.1111/j.1467-954X.2004.00442.x
6
Cit., Blunt A., Dowling R., Home (Key Ideas in Geography), Routledge, London, 2006, p. 68
- Capitolo I - 8
Both components together form a complex socio-spatial relationship which is
shaped by everyday practices, lived experiences, social relations, memories and
emotions”.F
7
In questo senso, la componente materiale e fisica dell'abitazione si fonde e si connota
di una dimensione più simbolica e intangibile: per questo, diciamo che la casa è
insieme espressione e territorio. Espressione, come vedremo, della cultura, dei
valori, delle esigenze e dei costumi di ogni società – di cui si fa interprete e con cui
evolve; territorio, per la definizione e l’affermazione dell’identità individuale e di
gruppo che vive e interpreta la casa.
Questa visione fa si che, a un terzo livello, la casa sia considerabile come
un'immagine sociale: nel momento in cui abitiamo il mondo, ne organizziamo lo
spazio e gli attribuiamo una serie di significati caratteristici a livello individuale ma
condivisi socialmente. A questo proposito, Antonio Tosi sottolinea come l'immagine
di casa occidentale che noi oggi possediamo sia il risultato di un ampio processo
ideologicoF
8
F. La casa, nel pensiero dell'Autore, viene concepita tanto espressione di
un modello culturale, quanto luogo di organizzazione del consenso sociale. L’idea di
casa, quindi, non può dirsi univoca né tanto meno stabile; essa è un processo di
elaborazione culturale che coinvolge diverse dimensioni dell'esperienza quotidiana e
cambia nel tempo, a seconda delle diverse società. La casa pertanto, è anche luogo
culturale: rispondendo ai diversi bisogni che gli individui manifestano nel tempo,
l'abitazione contribuisce alla costruzione della cultura e, parallelamente, cambia
insieme ai cambiamenti culturali. Come scrive Michela Bolis: “il modo in cui gli
abitanti scelgono la casa, la vivono, la consumano e la riempono di oggetti domestici
dipende dalla cultura e insieme la crea”F
9
F.
La natura preminentemente sociale dello spazio domestico fa si che esso sia sempre
più legato ad una molteplicità di fattori che, rispetto al passato, rendono assai più
complessa la sua comprensione. In questo senso, la casa possiede una grande
ricchezza simbolica, che è funzione della stretta integrazione tra la dimensione fisica
dell’abitare e il complesso di significati che il sociale gli attribuisce.
7
Cit., Ibidem, p. 22-3
8
Cfr., Tosi, A., Ideologie della casa, FrancoAngeli, Milano, 1980, pp. 2-15
9
Cit., Bolis, M., Giovani coppie e modi di abitare, FrancoAngeli, Milano, 2008, p. 38
- Capitolo I - 9
Casa come progetto e come pratica
Riassumendo quanto detto finora, il termine casa rimanda tanto alla manifestazione
fisica di una costruzione, quanto all'immaginario culturale che tale costruzione attiva
e richiama nel tempo e a seconda dei contesti sociali.
In entrambi i casi comunque, la casa è un ambiente che occupiamo. A un livello
ancora più ampio quindi, la tematica legata alla casa si riferisce sia al progetto di
costruire l'abitazione, sia alla pratica di abitare un luogo. Progetto e pratica
dell'abitare portano l'attenzione su altre due dimensioni della casa strettamente
interrelate: spazio e relazione. In questo senso, l'organizzazione dello spazio
domestico acquista forte valenza simbolica, in quanto esso è il frutto di una serie di
relazioni tra abitanti e ambiente; in particolare, Granata & Lanzani sostengono che
“l’esperienza dell’abitare crea una serie di interazioni ripetute, transazioni tra
soggetti e oggetti, tra individui e ambiente, dotate di una certa stabilità
routinaria, dove gli spazi e i manufatti hanno un ruolo attivo e dove l’ambiente
diventa intermediario di un certo numero di interazioni.” F
10
Lo spazio privato della casa quindi, si costruisce nella continuità delle relazioni
sociali che si verificano al suo interno e nei risultati di queste interazioni rapportate
con l’esterno. Sulla rete di interdipendenze che si crea tra interno/esterno dello spazio
domestico (che contribuisce a produrre l'insieme complesso dei significati sociali
legati alla casa), Perkins & Thorns scrivono:
“Home can be viewed as a material and imaginative space with feelings and
emotions attached to the physical location and the objects that are displayed in
it [...]. Home-making is the active social process that transforms a dwelling into
a home through the performance of everyday life (Dupuis & Thorns, 1998).
Through social interaction and emotional relationships, inhabitants assign
meaning to the material objects and structures with which they surround
themselves within their dwelling. It results in the creation of an affective space
that is full of personal and social meaning. […] Meaning of home is
continuously constructed through narratives and memories about the
interaction of family members, friends and pets in a particular space. These
narratives and memories are linked to possessions and artefacts that the
inhabitants display in their home. Through these symbolic artefacts that are
interwoven with stories attached to them, home becomes a representation of a
10
Cit., Lanzani, A., Granata, E., et al., Esperienze e paesaggi dell'abitare. Itinerari nella regione
urbana milanese, Segesta, Milano, 2006, p. 32