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quanto si è voluto indagare sull’influenza di questo parametro sulle proprietà di rilascio dei
dispositivi prodotti. In particolare la raccolta di informazioni e dati qui presentata vuole
dimostrare come alcuni campioni impregnati, piuttosto di altri, presentino una cinetica di
rilascio maggiore a causa delle maggiori interazioni tra il polimero ed il farmaco. Tramite
analisi di tipo spettroscopico è stata fatta chiarezza sul tipo interazione tra le sostanze
coinvolte.
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CAPITOLO I
I farmaci: informazioni generali e tecniche di produzione
Riuscire a racchiudere la storia del farmaco in poche parole sarebbe impresa impossibile. Nel
passato la preparazione di un farmaco era soggetta a precisi rituali che ne consentivano la
trasmissione nel tempo. Ad esempio la teriaca di Andromaco, una panacea composta da
duecento elementi, è giunta alle soglie della nostra epoca, infatti si trovano ordinanze
sindacali che ne regolano la vendita nelle principali città fino al 1916. Di essa e della sua
preparazione si dà una suggestivalrelazionelnellromanzoldilNandolRomanol"Himera". N
Il componente principale di un farmaco è il suo principio attivo, cioè la sostanza che è la
principale responsabile del suo effetto terapeutico. Al principio attivo vengono aggiunte una
serie di eccipienti, ottenendo una determinata formulazione che ne permette la
somministrazione ai pazienti nel modo più sicuro e idoneo (per esempio compresse, pastiglie,
sciroppo, granuli, supposte, pomate, liquido per iniezioni ecc.): alcuni principi attivi sono
presenti sul mercato in decine di formulazioni diverse, adatte a pazienti di ogni età e in ogni
condizione. Oggi comunque sono in commercio numerosi farmaci contenenti eccipienti
particolari in grado di modificare alcune caratteristiche del principio attivo, come il tempo
d'azione (effetto retard o prolungato), il sito d'azione o la solubilità e per sino l'efficacia. Ogni
nuovo farmaco (costituito da piccoli gruppi funzionali detti farmacofori) nasce
dall'individuazione, da parte dei medici e dei ricercatori, di un'ipotesi di bersaglio
farmacologico, ossia un meccanismo o un processo biologico su cui intervenire per
modificare il decorso di una malattia. Molti farmaci sono stati scoperti dallo studio
dell'attività farmacologica posseduta da estratti di piante di cui era noti effetti tossici o
esisteva un uso terapeutico tradizionale. Ancora oggi lo studio della composizione chimica di
nuove piante e di estremo interesse in campo farmaceutico (e non solo) al fine di individuare
nuovi costituenti dotati di interessanti attività biologiche. Un approccio sperimentale molto
usato in chimica farmaceutica è lo studio della relazione struttura attività (SAR). In pratica si
operano modifiche strutturali su molecole dotate di attività farmacologica al fine di
individuare le porzioni della molecola che interagiscono direttamente con i recettori. Oggi con
l'avanzamento delle tecnologie informatiche e il progredire delle conoscenze di farmacologia
molecolare è nato un nuovo approccio alla progettazione di nuovi farmaci, che si basa su
simulazioni di interazione farmaco recettore. Tale metodo di indagine è noto come molecular
modelling e prevede comunque la conoscenza molecolare del bersaglio del farmaco che si
vuole progettare. Ovviamente i farmaci così progettati dovranno essere sintetizzati e in
seguito testati in vitro. Poiché all'origine della ricerca vi sono solo delle ipotesi teoriche e
delle aspettative di efficacia, non certo evidenze scientifiche, il preparato, prima di essere
sperimentato sull'uomo viene sperimentato tramite test su un cosiddetto modello sperimentale
della malattia, vale a dire un sistema che esibisce lo stesso bersaglio farmacologico per cui si
studia il farmaco. Tale modello può essere solo teorico, come un modello matematico, oppure
può essere una coltura di cellule (modelli in vitro), o ancora animali da laboratorio (modelli in
vivo) o nel caso di farmaci per il derma, tessuti artificiali che riproducono le caratteristiche
dell'epidermide umana (episkin). In questa fase si sperimentano tipicamente moltissimi
composti simili tra loro, per misurare la loro attività e il loro grado di efficacia. Da questa
prima serie di test si scelgono i composti da modificare e provare poi una seconda volta su
cavie e animali da laboratorio.nnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnn
1- I farmaci: informazioni generali e tecniche di produzione
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La composizione chimica del composto guida in vista della formulazione prevalente che si
prevede verrà usata negli studi clinici sull'uomo. Accertato che il composto in esame ha
l'efficacia desiderata sul bersaglio farmacologico, e un accettabile grado di sicurezza per
l'utilizzo, bisogna verificarne la reale tollerabilità ed efficacia sull'uomo. Per questo sono
previste tre fasi distinte e successive: fase I farmacologia clinica, fase II studio di efficacia e
fase III studio multicentrico. Le principali caratteristiche di queste tre fasi possono essere in
breve riassunte come di seguito:
FASE I - Farmacologia clinica
Lo scopo di questa fase della sperimentazione è quello di fornire preliminari elementi per una
valutazione della sicurezza del principio attivo per accertare la tolleranza dell'organismo
rispetto al principio attivo. Si seleziona un limitato numero di volontari sani (60 - 80), di sesso
preferibilmente maschile (per evitare interferenze con il ciclo ormonale femminile) che sotto
rigoroso controllo medico assumono dosi sempre più alte del farmaco in sperimentazione per
testarne la tollerabilità. In questa fase vengono avviati gli studi sui meccanismi di
farmacocinetica, farmacodinamica, metabolismo e biodisponibilità; si valutano anche i
possibili effetti del farmaco a carico di altri organi e altre funzioni dell'organismo, i cosiddetti
effetti collaterali: capita spesso infatti che un dato principio attivo agisca su più organi, a volte
in modi diversi. In questo stadio si apportano gli ultimi ritocchi alla molecola del principio
attivo, sia in termini di composizione chimica che di processo di produzione: se dopo questa
fase vengono apportate modifiche alla molecola e/o al processo produttivo, il prodotto viene
sottoposto di nuovo a tutte le sperimentazioni precliniche e cliniche.
FASE II - Studio di efficacia
Terminata l'analisi farmacologica, si passa a determinare l'efficacia terapeutica del nuovo
farmaco. In alcuni selezionati centri ospedalieri dotati di comitati etici di controllo, che
devono autorizzare sia il protocollo generale di sperimentazione che ogni singolo passo della
sperimentazione stessa, si realizza una serie di studi sul campo, che comprendono sia una
ulteriore affinamento dell'analisi sulla tossicità e sugli effetti collaterali sia degli studi in
doppio cieco su pazienti, per misurare di quanto l'effetto del nuovo farmaco sia superiore
all'effetto placebo, considerato come una specie di "zero farmaceutico".
FASE III - Studio multicentrico
Terminato lo studio dell'efficacia clinica del nuovo farmaco, si continua la sperimentazione
allargando il numero di centri, cioè di ospedali e cliniche coinvolte, con l'obiettivo di
confermare l'efficacia, affinare i dosaggi e la formulazione scelta, valutare il valore
terapeutico, meglio definire il rapporto sicurezza efficacia, e superare il problema della
variabilità individuale, cioè il problema delle possibili diverse reazioni su pazienti diversi
FASE IV - Studi condotti dopo la commercializzazione del farmaco
Anche dopo la commercializzazione il nuovo farmaco viene tenuto sotto controllo per rilevare
effetti collaterali e/o problemi eventualmente sfuggiti ai test clinici precedenti, perché si
manifestano molto raramente o a lungo/lunghissimo termine, o solo in condizioni particolari.
1- I farmaci: informazioni generali e tecniche di produzione
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Oltre ai farmaci preconfezionati, esistono anche preparazioni farmacologiche che non
vengono immesse sul mercato preconfezionate con nomi commerciali ma sono create su
ordinazione dai farmacisti, i cosiddetti preparati galenici. Essi si dividono in due categorie:
• Galenici officinali: sono quei medicinali preparabili dal farmacista come multipli o
come preparazione singola, per cui non è necessaria la ricetta personale, tali
medicinali devono essere contenuti nella Farmacopea Ufficiale Italiana (per esempio
la tintura di iodio), in quella Europea o in altre farmacopee di uno stato membro della
comunità europea: spesso sono disponibili preparati commerciali industriali
preconfezionati.lVengonolancheldettilGalenicilFNlolMultipli.ggggggggggggggggggg
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• Galenici magistrali: sono preparazioni estemporanee che possono essere preparate
dal farmacista solo dietro presentazione di ricette specifiche e personali fornite di volta
in volta dal medico. Il farmacista è responsabile della corretta preparazione. Vengono
anche detti Galenici individuali.
Esistono comunque anche farmaci galenici preconfezionati e prodotti industrialmente
(Galenici industriali).
Esiste un testo unico di tutti i farmaci e le sostanze eccipienti ammesse in Italia, la
Farmacopea ufficiale della Repubblica Italiana, le cui prescrizioni hanno valore legale. Essa è
suddivisa in otto tabelle numerate:
1. Masse atomiche relative;
2. "Sostanze medicinali" di cui le farmacie debbono essere obbligatoriamente fornite;
3. Sostanze da tenere in armadio chiuso a chiave;
4. Elenco dei prodotti da vendere solo dietro presentazione di ricetta medica;
5. Elenco dei prodotti da vendere solo dietro presentazione di ricetta medica;
6. Apparecchi ed utensili obbligatori in farmacia;
7. Elenco delle sostanze, loro sali e preparazioni ad azione stupefacente o psicotropa;
8. Dosi dei medicinali per l’adulto oltre le quali il farmacista non può fare la spedizione
senza una dichiarazione specifica del medico.