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1 INTRODUZIONE
La filiera delle biomasse legnose a scopi energetici, o filiera legno-energia, riveste oggi un ruolo
di fondamentale importanza nell ambito delle politiche di sviluppo delle energie rinnovabili. La filiera
legno-energia si basa su quanto il territorio locale pu offrire secondo il principio della sostenibil it
ambientale e della valorizzazione delle risorse forestali locali (Francescato e Antonini, 2004). Per
questo motivo, nel contesto nazionale, le biomasse legnose a fini energetici sono da sempre
intimamente legate al territorio con un rapporto di interdipendenza e di reciproca valorizzazione
(Francescato, 2002): da un lato il territorio fornisce le biomasse come materia prima, dall altro la
promozione di queste ultime contribuisce alla tutela e alla manutenzione dello stesso (ITABIA,
2002).
L organizzazione e il coordinamento della filiera legno-energia sono aspetti di base per il
successo della stessa: infatti, uno dei limiti piø evidenti che in passato ha frenato lo sviluppo di un
impiego razionale delle risorse legnose a fini energetici Ł stato proprio l assenza di una
strutturazione completa delle filiere e il mancato coordinamento tra la logistica degli
approvvigionamenti (Ciccarese et al., 2003), la commercializzazione e l impiego finale della
biomassa. Attualmente le tecnologie piø avanzate e le innovazioni di gestione dei processi
produttivi, assieme alla necessit di ridurre i cre scenti costi sostenuti per coprire i fabbisogni
energetici, stanno motivando l interesse a livello nazionale ed europeo verso le energie rinnovabili.
L impiego delle biomasse legnose a fini energetici ha visto un marcato interesse proprio a
partire dal settore forestale . Questa crescita di interesse Ł stata favorita da alcune evoluzioni tra
cui:
- l introduzione di innovazioni di processo nell organizzazione dei cantieri e della logistica
delle utilizzazioni forestali (Cavalli, 2008);
- una meccanizzazione forestale che ha visto nuove innovazioni di prodotto e il
miglioramento in termini di produttivit ed ergonom ia di molte macchine e attrezzature
(Cavalli, 2008);
- la diffusione di impianti a biomasse ad alta efficienza nella produzione di energia termica
ed elettrica, anche su piccola e media scala (Cavalli et al. 2007b).
La filiera di approvvigionamento di biomassa ad uso energetico Ł connessa alla domanda di
cippato da parte delle centrali che ne fanno utilizzo e alla reperibilit di materiale nel territorio
circostante. La fornitura del servizio di cippatura ad opera delle imprese forestali pu essere
attuabile solo se resa conveniente da un impiego annuo della macchina tale da consentire la
sostenibilit dei costi di produzione e dalla prese nza dei centri di destinazione nei pressi dei siti di
lavorazione (Cavalli et al., 2007a).
1.1 LA PRODUZIONE DI CIPPATO
Secondo la Norma UNI CEN/TS 14961 (2005) il cippato Ł un biocombustibile legnoso che si
ricava dal processo di cippatura delle biomasse legnose. La cippatura consiste nella riduzione del
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legno in frammenti irregolari, detti chips, lunghi dagli 8 ai 60 mm (Spinelli, 2000), ad opera di una
macchine sminuzzatrice (cippatrice). Il materiale destinato alla cippatura Ł solitamente legname di
poco pregio o non commerciabile (botoli o tondame deprezzati dall attacco di Heterobasidion
annosum (Fr.) Bref.), legname che pu essere ricavato dalle cure colturali (diradamenti), da scarti
di utilizzazioni (ramaglie e cimali) o da scarti di segheria (sciaveri e refili). La cippatura permette
quindi di impiegare come combustibile materiale legnoso di basso o nullo valore commerciale che
altrimenti sarebbe problematico da smaltire o gestire .
La cippatura Ł quindi spesso un alternativa possibile per l utilizzazione di materiale legnoso
altrimenti senza mercato (Fabiano e Piegai, 2007). Una destinazione razionale di questo materiale,
previa un attenta valutazione sui costi di approvvigionamento e produzione, pu incrementare il
reddito o ridurre la perdita economica dovuta ad interventi di utilizzazione a macchiatico negativo.
Secondo Hippoliti e Piegai (2000) e Spinelli (2000), la pratica della cippatura in ambiente
forestale pu consentire di ottenere una serie di v antaggi che si riversano sia sul migliore
sfruttamento dei quantitativi utilizzati con il recupero degli scarti, sia in termini di sicurezza. Infatti la
pratica della cippatura pu favorire la scelta dell esbosco a pianta intera o a fusto parzialmente
sramato, dato che i residui a bordo strada possono essere facilmente cippati. Questo aspetto
favorisce una maggiore sicurezza per gli operatori in quanto le operazioni dei cantieri risultando
altamente meccanizzate, modificano le scelte in fase di pianificazione (esbosco per mezzo di gru a
cavo, sramatura e depezzatura a bordo strada per mezzo di processori portati su trattore o
escavatore, cippatura fissa su strada e scarico d iretto su autocarro o trattore).
A sfavore della pratica della cippatura del materiale forestale giocano i seguenti elementi:
- la domanda di cippato forestale non Ł diffusa omogeneamente sul territorio (sia in termini
quantitativi che di tipologia di utilizzatore) e tantomeno presenta un trasparente indice di
prezzo di mercato;
- nell intento di produrre cippato in modo continuativo e competitivo si ha la necessit di
disporre di macchine cippatrici innovative e di una certa potenza che siano in grado di
garantire un lavoro sicuro e produttivo e i costi elevati di queste macchine costringono le
imprese a cercare di impegnare le macchine per un numero di ore annue sufficiente a
tenere bassi i costi orari;
- spesso i cantieri forestali richiedono l impiego della macchina per piccoli quantitativi da
cippare. Questa situazione non Ł adatta all impiego di macchine di grossa potenza che
possono essere convenientemente utilizzate solo su consistenti quantitativi di materiale
da lavorare.
Oltre a questo Ł necessario considerare che le risorse per la produzione di cippato forestale
hanno solitamente una distribuzione non concentrata in maniera puntuale nel territorio e non sono
costanti nel tempo (Fedel, 2008). Il materiale da cippare si distribuisce quindi in modo
disomogeneo su diversi piazzali di deposito o imposti nei pressi delle superfici forestali (Grigolato,
2007; Gronalt e Rauch, 2007; Spinelli et al., 2007). Questo aspetto richiede una pianificazione
razionale dell approvvigionamento al fine di rendere efficaci tutte le varie fasi lavorative: dalla
utilizzazione e predisposizione del materiale a bordo strada, alla cippatura fino alla organizzazione
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della logistica dei trasporti e dello stoccaggio. ¨ quindi evidente che le problematiche proprie
dell approvvigionamento di cippato forestale proveniente dal bosco sono radicalmente diverse
rispetto a quelle dell approvvigionamento di cippato proveniente dal comparto di prima lavorazione
(segherie).
Oltre che alla fattibilit del cantiere e ai probab ili costi di approvvigionamento, la possibilit di
produrre cippato di origine forestale dipende anche dalle esigenze di qualit dell utilizzatore. Per
piccoli impianti con alimentazione a coclea la pezzatura Ł il principale fattore di criticit (Hartman n
et al., 2001), a differenza dei grandi impianti industriali, i quali utilizzano anche cippato di qualit
piø scadente acquistandolo ad un prezzo inferiore . La qualit del cippato Ł uno dei fattori sul quale
sempre di piø viene stabilito il prezzo finale di vendita, il quale varia appunto a seconda del tipo di
acquirente. Per questo motivo cresce l importanza di poter valutare a priori le caratteristiche del
prodotto che si andr ad ottenere, in modo da piani ficare e indirizzare le operazioni di
approvvigionamento di cippato verso una logistica di filiera efficace e remunerativa.
La qualit del cippato viene valutata in base a due parametri principali: lo stato igrometrico e le
dimensioni delle scaglie secondo la Norma UNI CENT/TS 14774-1 (2005) e la Norma UNI CEN/TS
15149-1 (2006). Queste caratteristiche variano a seconda del tipo di cippatrice utilizzata (Spinelli et
al., 2004), della specie legnosa, del tipo di materiale lavorato (rami, fusti o scarti di segheria) e del
periodo di essicazione che questo subisce prima della lavorazione. Altri fattori meno significativi
che influenzano la qualit del cippato sono: l usur a delle lame, la griglia di calibrazione utilizzata
sulla cippatrice e la presenza di materiale non idoneo alla cippatura.
1.2 OBIETTIVI
L azienda forestale della Magnifica Comunit di Fie mme (MCF) svolge un attivit di cippatura
nei territori di sua propriet ed estende questo se rvizio mediante appalti conto terzi. La
determinazione del costo orario della cippatrice, la quantificazione della sua produttivit e la
valutazione della tipologia di materiale da lavorare, sono prerogative fondamentali in sede di
progettazione preliminare dell intervento di cippatura. Alla luce di tali considerazioni il seguente
studio nasce dall esigenza della MCF di valutare dettagliatamente la sua attivit di cippatura al fine
di pianificare in modo piø efficace le operazioni di approvvigionamento di biomassa ad uso
energetico.
In particolare sono stati individuati i seguenti obiettivi:
- la determinazione della produttivit della cippat rice in contesto alpino, attraverso lo studio di
dieci cantieri differenziati per organizzazione e tipologia di materiale lavorato;
- l individuazione dei costi orari d impiego della macchina e valutazione sulla convenienza
dell approvvigionamento di cippato;
- la determinazione della classificazione merceologica e qualitativa del cippato in relazione al
tipo di materiale;
- la definizione di scenari d impiego tipici.
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2 MATERIALI E METODI
2.1 LA FILIERA FORESTA - LEGNO DELLA MAGNIFICA COMUNIT DI FIEMME
La Magnifica Comunit di Fiemme (MCF) Ł un azienda agricolo-forestale che gestisce un
patrimonio silvo-pastorale di 19.566 ettari di terreno di cui 12.579 coltivati a bosco, con una
provvigione totale media di circa 350 m3/ha. Ogni anno nelle foreste di propriet della MCF si
tagliano circa 46.000 metri cubi di legname da opera. L utilizzazione ed il trasporto del prodotto
legnoso avvengono mediante l affidamento a ditte specializzate della valle (circa una trentina). A
questi si aggiungono la sessantina di operai della MCF che vengono impiegati nei lavori di
manutenzione del patrimonio (strade, edifici rurali, ecc.), nelle cure colturali e nei primi diradamenti.
Il legname viene condotto alla segheria di propriet della Magnifica Comunit di Fiemme, situata a
Ziano di Fiemme (TN), dove viene impiegato per la produzione di tavole, materiali di imballaggio,
travature o materiale destinato alle cartiere.
Dal 2005 con l acquisto di una cippatrice (modello Jenz HEM 560 D) si Ł attivato il settore di
recupero delle biomasse legnose di scarto a fini energetici, il quale ha attivato una filiera foresta
legno energia. La scelta dell avvio di questa att ivit nasce dalle opportunit offerte dal territori o
circostante; nel circondario della valle di Fiemme infatti negli ultimi anni sono stati installati tre
impianti di teleriscaldamento a biomasse legnose (Cavalese, Predazzo e S. Martino di Castrozza)
con una domanda di circa 85.000 metri steri di cippato annui. La breve distanza tra gli impianti di
combustione e le foreste diventa quindi uno dei presupposti economici piø importanti per operare in
maniera integrata, sotto un attenta organizzazione di tutte le fasi della filiera. Oltre a questo si Ł
aggiunta la necessit di dover impiegare un sistema di raccolta e cippatura in bosco degli scarti e
dei prodotti legnosi meno pregiati non oggetto di vendita e la possibilit di estendere l attivit di
cippatura nei confronti di terzi su piazzali di deposito o di segheria.
Tra i fattori che hanno determinato la scelta di questa cippatrice si ricordano in particolare:
- la possibilit di garantire elevati livelli di pr oduttivit ;
- la necessit di fornire un cippato di qualit , ma allo stesso tempo, di tenere conto dei
vincoli imposti dal territorio;
- l esigenza di un mezzo con pesi contenuti per consentire il montaggio su un autocarro a
tre assi e favorire una soddisfacente mobilit nell a rete di viabilit forestale;
- la risposta ad un organizzazione attenta e modulabile a seconda del tipo di cantiere e
dell utilizzo che se ne avr del materiale (Behmann in verbis, 2007).
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2.2 LA CIPPATRICE
2.2.1 Descrizione
La macchina cippatrice di propriet della MCF studi ata in questo lavoro Ł una Jenz serie HEM
560 D. Questa macchina Ł stata progettata per la cippatura di materiale organico derivante da
attivit agricole o forestali. La macchina Ł dotata di un motore endotermico turbo a gasolio
indipendente, raffreddato a liquido e posizionato sul fianco della zona di cippatura. La trasmissione
di potenza all albero del rotore Ł di tipo meccanico e avviene tramite cinghie di materiale sintetico
antiusura unite da una speciale copertura antiusura. Il motore del tipo diesel OM 457 / LA a sei
cilindri Ł fornito dal costruttore Daimler Chrysler (Mercedes Benz) ed eroga una potenza di 335
kW.
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Tabella 2.1. Dati tecnici della cippatrice Jenz HEM 560 D
Componenti Unit di misura Valore Descrizione
Motore
Costruttore Daimler Chrysler (Mercedes Benz)
Tipo motore diesel OM 457 / LA
Numero cilindri 6 in serie
Potenza kW / PS 335 / 455
Capacit serbatoio gasolio l 600
Raffreddamento acqua / antigelo
Filtro aria a secco
Impianto elettrico V 24
Batterie V/A 2 x 12
/110
collegate in serie
Dimensioni e pesi
Larghezza B mm 2550 pneumatici 385/65 R22,5
Altezza H mm 3470 senza gru di carico
Peso totale macchina t 13,3 t senza gru
Alimentazione materiale
Tipo di convogliamento Rullo ad altezza regolabile
Tipo di convogliamento inferiore Nastro ad elementi metallici e un rullo
dentato
Larghezza di alimentazione cm 100
Diametro tronchi cm fino a 56 in caso di legno tenero
Velocit di alimentazione m/min 0 - 19,3
Azionamento Idraulico
Rotore trituratore
Diametro mm 820
Larghezza mm 1000
Numero di giri (N) giri/min 697,4
Ventilatore
Diametro mm 1000
Coclea trasportatrice
Numero di giri (N) giri/min 263,8
Diametro coclea (D) mm 350
Rullo di convogliamento inferiore
Diametro mm 291
Velocit periferica (v) m/min 35,9
Rullo di convogliamento superiore
Diametro mm 291
Velocit periferica (v) m/min 35
Impianto idraulico
Pressione di mandata bar 30 - 180
Pressione di ritorno bar 0,5 - 1,8
Pressione di intervento valvola
sicurezza
bar 180
Temperatura di esercizio C 50 - 70
Capacit serbatoio olio idraulico l 250
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Alimentazione del materiale
Il materiale da triturare viene inserito per mezzo di una gru meccanica nella tramoggia di
alimentazione. Questo viene trascinato verso la bocca di triturazione tramite un nastro inferiore a
tapparella in acciaio ed un tamburo superiore di altezza regolabile; entrambi i sistemi sono dotati di
denti di aggancio per garantire la presa sul materiale, inoltre un rullo superiore esercita una
notevole pressione sul materiale aumentando la presa e il trascinamento verso il rotore di
triturazione.
L inversione del senso di marcia in modo indipendente di entrambi i sistemi di caricamento
facilita l operazione di riduzione in scaglie del materiale, specie se di grosse dimensioni, in quanto
l avanzamento dello stesso materiale verso la camera di triturazione Ł regolato in modo tale da
consentire una velocit di avanzamento il piø possi bile costante.
Il sistema di alimentazione Ł azionato da motori idraulici e la velocit di rotazione Ł variabile in
continuo per entrambi i sensi di marcia.
La tramoggia di alimentazione realizzata in materiale metallico antiurto, Ł posta ad un altezza
di 1,5 m dal piano di campagna per favorire il caricamento con la gru. La tramoggia Ł di tipo mobile
ed Ł comandata idraulicamente nel posizionamento della cippatrice per la fase di trasporto.
Apparato di triturazione
All interno dell apparato di triturazione viene triturato il materiale introdotto dal rullo di
alimentazione. L apparato di triturazione consiste in un rotore, dotato di una serie di coltelli
inbullonati lungo la sua circonferenza intersecati con due sistemi di controcoltelli fissi. Dietro il
motore Ł montata una griglia di calibrazione che pu essere intercambiata, con la funzione di
recuperare il materiale non completamente triturato. In tutti i cantieri Ł stata utilizzata sempre la
medesima griglia con maglie di dimensione 80x80 mm.
Trasporto del materiale triturato
Il materiale triturato viene asportato tramite la coclea principale situata al di sotto della griglia.
La coclea trasporta il materiale in modo regolare fino alla centrifuga di espulsione montata
lateralmente. Anche il materiale disperso viene convogliato alla coclea principale mediante un
sistema di coclee secondarie. La centrifuga ad alta velocit infine scaglia il materiale all esterno
attraverso il tubo di scarico orientabile in modo da permettere il suo posizionamento. Anche la
gittata dello scarico pu essere regolata sollevand o o abbassando il tubo di scarico e il clapet di
uscita.
Limiti d impiego
La macchina pu triturare tronchi fino ad un diamet ro massimo di 56 cm; la larghezza massima
di alimentazione invece Ł pari a 100 cm.
Manutenzione
La sostituzione delle lame di taglio rappresenta il principale intervento di manutenzione. Tale
operazione Ł possibile solo grazie all allentamento della bulloneria di fissaggio delle lame. Questo
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comporta tempi relativamente ridotti (10 15 min.) p er sostituire l intero set di coltelli, che pu
variare da 10 a 20 (solitamente 12).
Autopulizia del filtro dell aria del motore
Attraverso una particolare depressione viene creata un aspirazione che esegue la pulizia del
filtro dell aria motore. Questo esclude il pericolo d intasamento del filtro dell aria in condizioni
critiche di triturazione.
Radiocomando:
I principali comandi della macchina, oltre che dal quadro di comando, possono essere effettuati
anche da un radiocomando a 12 canali. Grazie al dispositivo IBC (Intelligent Bite Control) Ł
possibile regolare la velocit dei nastri di alimen tazione, portando ad un risparmio dei consumi.
Lubrificazione:
La macchina Ł munita di un sistema di lubrificazione centralizzato per le parti piø importanti,
compreso il nastro di avanzamento del materiale nella bocca di alimentazione. Per le restanti
componenti meccaniche la lubrificazione viene fatta manualmente dall operatore nei punti
d ingrassaggio.
Piedi di appoggio:
La cippatrice Ł stata dotata di un dispositivo PRIS-MAG per il trasporto di carrozzerie
intercambiabili omologato dal Ministero dei Trasporti, il quale permette di scarrare la stessa
cippatrice dal telaio dell autocarro.
L allestimento Ł costituito da:
- quattro cilindri perimetrali preposti al sollevamento e all abbassamento della macchina
dagli appositi fermi di ancoraggio;
- cilindro centrale preposto all innesto e al disinserimento della macchina sul telaio
- fermo di sicurezza;
- perni laterali per l ancoraggio della macchina al sistema intercambiabile
- pattini antiusura fissati sul telaio del veicolo;
- il cuore dell impianto intercambiabile Ł costituito dal gruppo di innesto movimentato del
cilindro centrale di traslazione.
Il funzionamento Ł reso possibile da un unico sistema idraulico alimentato da una pompa con
serbatoio dell olio. Con l inserimento della presa di forza viene azionato il dispositivo
intercambiabile che fa muovere la pompa, la quale fa sollevare con i piedini l intera struttura della
cippatrice. La motrice pu quindi procedere in avan ti sfilando il cassone da sotto la macchina
lasciando la cippatrice sollevata da terra in posizione di sosta. Ci consente all utilizzatore l uso
incondizionato della motrice.