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pubblicizzare e quindi rendere noti tutti quegli accordi che fino a prima degli anni 90
venivano presi in silenzio , senza comunicarne le decisioni. La contrattualizzazione
pubblica non Ł una forma di partecipazione ma Ł un tentativo di informare e avvicinare
la popolazione alle decisioni prese dalle Istituzioni Pubbliche. Sotto questa spinta
contrattuale nascono molti strumenti come l Accordo di Programma e la Conferenza dei
Servizi, entrambi utilizzati per migliorare i rapporti tra le Pubbliche Amministrazioni.
Arrivati a questo punto abbiamo analizzato la partecipazione, soffermandoci in
particolare su quella legata alla pianificazione territoriale e cercando di darne una
definizione all interno delle molteplici forme esistenti. La tesi si Ł poi soffermata sul
percorso storico della partecipazione in Italia, su quali siano i processi che la originano
(top down e bottom up) ed infine ha cercato di descrivere alcuni strumenti in grado di
favorirne l applicazione; a questo proposito viene data rilevanza a quanto espresso da
Pierre Lacoscomues e Patrick Le GalŁs1,ovvero alla notevole difficolt nella definizione
dei metodi e degli strumenti partecipativi a causa della carenza di studi sull argomento.
L ultima parte della tesi illustra il caso di studio. L analisi del bosco della Besozza parte
dalla sua contestualizzazione geografica e formale: inizialmente si Ł descritto il progetto
dieci grandi foreste di pianura , voluto dalla Regione Lombardia; si Ł concentrata
l attenzione sugli obiettivi che esso si prefiggeva e sui motivi che ne hanno voluto la
costituzione. e sull analisi dei documenti che hanno portato alla realizzazione del bosco.
Inoltre sono stati analizzati gli strumenti partecipativi utilizzati dal Comune di Pioltello:
Agenda 21 Locale, la consultazione per il Piano di Governo del Territorio e i Contratti
di quartiere. L ultima fonte utilizzata per la descrizione del caso pratico Ł stata la
realizzazione di interviste frontali ad alcuni rappresentanti politici e di comitati locali,
interessati direttamente nello sviluppo del bosco.
Il nostro intento Ł quello di riuscire a capire se il progetto legato al bosco della Besozza,
realizzato con una scarsa partecipazione della popolazione locale, possa essere
considerato come compiuto, se gli obiettivi posti da chi ne ha voluto la creazione si
possano considerare raggiunti in toto o in parte, nonchØ a formulare una
controproposta per la fase attuale di gestione de l bosco..
1
Comunit Europea, 2006, European Handbook for Part ecipation, Bruxelles
1
Capitolo 1
DESCRIZIONE DEL RAPPORTO TRA COMUNITA E
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Ancor prima di parlare di partecipazione, democrazia deliberativa, concertazione e
inclusione nella formazione di politiche pubbliche Ł necessario porre l attenzione sui
percorsi che hanno portato a questi cambiamenti.
Numerosi sociologi e politologi si sono occupati dell argomento esprimendo differenti
teorie; la diversit di approccio alla problematica ha reso possibile vedere la situazione
da disparati punti di vista.
Nonostante le divergenti opinioni il pensiero comune Ł quello che sia tangibile,
nell Italia di oggi, una diminuzione della fiducia nelle pubbliche amministrazioni.
Richard Sennet2, Luigi Pellizzoni3, Zygmunt Bauman4, Ulrich Beck5 e Antony Giddens6
sostengono tutti la stessa tesi: lo Stato, cosi come organizzato storicamente, non riesce
piø a garantire la persecuzione dell interesse comune e questo porta ad una sfiducia nei
suoi confronti.
Piø precisamente questi autori si possono ricondurre a quattro filoni di pensiero che
sono cosi riassumibili:
1) Creazione di uno stato minimale in seguito a processi di globalizzazione
2) La democrazia democratizzante
3) L eliminazione della gabbia d acciaio weberiana
4) Il fallimento del paradigma post-democratico
Qui di seguito spiegheremo ognuna di queste teorie in modo tale da avere una visone
complessiva della realt amministrativa di oggi.
2
Sennet R., 2006, La cultura del nuovo capitalismo, Il Mulino, Bologna
3
Pellizzoni L., 2005, La deliberazione pubblica, Meltemi, Roma
4
Bauman Z., 2007, La societ sotto assedio, La Terz a Roma
5
Beck U., 1999, Che cos Ł la globalizzazione, rischi e prospettive della societ planetaria, Carocci, Roma
6
Giddens A., 2000, Il mondo che cambia, il Mulino, Bologna
2
1.1 Creazione di uno stato minimale in seguito a processi di globalizzazione
Molti cittadini europei, e soprattutto italiani7, denunciano un senso di anomia e di
abbandono; la societ di oggi non si sente tutelata dalle istituzioni e non ha modo di
relazionarsi con esse.
Questa realt , descritta anche all interno del Libr o Bianco8 sulla Governance Europea,
ha prodotto notevoli cambiamenti o, quanto meno, ha portato le istituzioni ad
intraprendere nuove modalit di gestione dell azion e pubblica.
I responsabili politici di tutta Europa sono oggi alle prese con un vero paradosso: da
un lato, gli Europei chiedono loro di risolvere i grandi problemi della nostra societ ,
dall altro, questi stessi cittadini nutrono sempre minor fiducia nelle istituzioni e nelle
politiche che queste adottano, o finiscono per disinteressarsene . (Libro Bianco, 2001)
Le motivazioni che hanno portato alla perdita di fiducia nei confronti delle pubbliche
amministrazioni vanno ricercate sia nell ambito locale che nel contesto globale; a
questo proposito Bauman9 e Beck10, offrono una loro visione dell argomento.
In questi saggi entrambi gli autori leggono il quadro globale della societ come una
conseguenza del processo di globalizzazione11: la globalizzazione ha portato ad un
indebolimento delle politiche locali a favore di una legittimazione dell economia
globale.
L economia moderna, secondo Beck, porta il capitalismo alla sua realizzazione piø
spinta in cui le imprese multinazionali valicano il potere esercitato fino ad ora dai
singoli Stati perchØ l obiettivo risiede nella realizzazione del massimo profitto con il
minimo costo.
7
Il 49,6 per cento degli italiani, secondo il sonda ggio dell’Eurispes, ha perso fiducia nelle istituzioni.
Per il 40,7 per cento la fiducia Ł invariata, solo per il 5,1 per cento Ł aumentata. Solo un cittadino su
quattro si fida del governo (nel 2007 la percentuale era del 30,7 per cento). (fonte la Repubblica.it,
21/01(2008)
8
Comunit europea, Commissione delle comunit europ ee, 2001, La Governance europea, un libro
bianco. Bruxelles
9
Bauman Z., 2007, La societ sotto assedio, La Terz a Roma
10
Beck U., 1999, Che cos Ł la globalizzazione, rischi e prospettive della societ planetaria, Carocci,
Roma
11
[ ] processo in seguito al quale gli Stati nazion ali e la loro sovranit vengono condizionati e
connessi trasversalmente da attori transnazionali, dalle loro chance di potere, dai loro orientamenti,
identit e reti. (Beck, 1999).
3
Quello che viene a crearsi Ł quindi uno Stato minimale ( ovvero uno Stato privo di
possibilit di condizionare l operato delle imprese stesse) (Adornino, 2006).
Beck ritiene che la nascita di Stati minimali sia resa possibile dall attuazione, da parte
delle multinazionali, di quattro pilastri :
1. Esportazione dei posti di lavoro dove i costi e le condizioni sono piø vantaggiosi
2. Possibilit di distribuire la produzione in diverse aree del globo
3. Servirsi di alcune nazioni, al posto di altre, in cui le condizioni fiscali sono piø
convenienti
4. Possibilit di dividere i poli produttivi dalle sed i fiscali e dai luoghi di
investimento.
Questi quattro pilastri vengono utilizzati dalle imprese multinazionali come arma di
ricatto e come strumento di contrattazione di poli tiche; in un mondo dove la vita Ł
basata sull economia elementi di questo tipo costringono gli Stati locali alla totale
sottomissione.
L attuale visione pone le multinazionali nel ruolo di approfittatori delle sovvenzioni
statali senza il dovuto ritorno in termini fiscali; in sostanza questo tipo di aziende
inserisce le varie sedi logistiche nei luoghi che maggiormente conviene loro senza
preoccuparsi del benessere locale. Non si cerca di costruire qualcosa o di instaurare dei
valori nel territorio, l unico scopo Ł quello di ottenere la massima resa con la minima
spesa.
Andornino, commentando il testo di Beck, scrive a questo proposito: [ ] il
globalismo12 presuppone una totale obbedienza alle leggi economiche prive di qualsiasi
controllo politico; lo Stato e la democrazia vengono ridotte al minimo. Non stupisce,
quindi, che i perdenti della globalizzazione si allontanino sempre piø dalle correnti
politiche, viste come la causa della loro sconfitta[ ] . (Andornino, 2006, p. 3)
Secondo Beck il reale problema sta nel fatto che il globalismo si basa su di una falsit :
l esistenza di un libero mercato mondiale. Per poter far si che l economia sostituisca
completamente la politica Ł necessario che esista, a livello globale, un equit ovvero
una totale libert di scambio. ¨ evidente che l ass enza di questo fattore pregiudica
12
Globalismo: indica la convinzione neoliberista se condo cui il mercato tende a sostituire interamente lo
strumento politico, e riconduce l intero processo della globalizzazione al solo ambito economico
finanziario. (Andornino, 2006)
4
completamente la possibilit di far si che lo strum ento politico sia interamente
rimpiazzato da quello economico.
La maggior parte dei paesi non Ł in grado di fronteggiare la concorrenza solo su di un
piano economico e, per questo motivo, varia le proprie politiche nel tentativo di favorire
la crescita del P.I.L.; in sostanza i costi del lavoro vengono abbattuti (sottopagando i
lavoratori, limitandoli nella possibilit di essere tutelati dai sindacati) immettendo sul
mercato prodotti a basso costo ma di scarsa qualit .
In Occidente, dove dovrebbe esserci maggior capacit di gestire la concorrenza, si
verifica la presenza di un numero sempre maggiore di esclusi , ovvero quelle persone
che, secondo Beck, si trovano all interno di un circolo vizioso per cui la perdita del
posto di lavoro implica la perdita dell abitazione arrivando poi alla perdita della
democrazia.
Beck sostiene che la speranza di uscire da questa situazione Ł rappresentata dall Europa:
un istituzione della grandezza dell Unione europea potrebbe ristabilire la priorit
politica, la capacit di azione sociale ed economic a per gli Stati che cooperano,
controllabile democraticamente. Di fatto, un Unione Europea forte e democratica
potrebbe impiegare il suo potere come la piø grande potenza commerciale del mondo
per introdurre riforme effettive verso l interno come verso l esterno (Beck, 1999, p.
189)
Bauman sottolinea invece altri aspetti di tale fenomeno; egli vede l economia odierna
come un sistema sfuggito al controllo dell uomo, non si ha piø una filiera che abbia
come scopo la produzione di beni e servizi utili alla societ , il sistema produttivo Ł
divenuto un meccanismo fine a se stesso in cui i confini nazionali vengono scansati e
eliminati con estrema facilit .
I confini hanno rappresentato per secoli i limiti entro cui ogni Stato nazionale ha
imposto la propria sovranit , ha legiferato e ha fa tto s che le leggi fossero rispettate.
Con questa realt economica la politica perde legit timit perchØ non Ł capace di dare
risposte locali ai temi internazionali, le azioni intraprese sono sempre piø legate alla
legittimazione di un economia globale che favorisca solamente alcune Łlite economiche.
5
Secondo Bauman l uomo moderno si trova di fronte ad una libert apparente che
impone il diritto e il dovere di essere soli ovvero soli perchØ non interconnessi con
una realt territoriale. L incertezza attuale non c onsente di effettuare programmi per il
futuro, non da la possibilit alle persone di reali zzare forti legami con il territorio in cui
si vive. L economia mondiale impone cambiamenti continui di luoghi e metodi
produttivi, sono sempre di meno le aziende che offrono posti di lavoro fissi, sicuri e a
tempo indeterminato e nel momento in cui le condizioni internazionali variano una
multinazionale si sente libera di spostare i propri poli produttivi senza nulla dovere ai
dipendenti.
1.1.1 Dalla globalizzazione alla glocalizzazione
La visione della societ globale che ci viene propo sta da Bauman e da Beck Ł quella
tipica di una situazione di crisi, si ripercuote quindi a livello locale, nelle scelte delle
amministrazioni pubbliche e, ancor prima, negli argomenti trattati nelle agende
politiche.
La popolazione perde fiducia nelle amministrazioni pubbliche perchØ i politici non
riescono a trovare risposte ai problemi globali, l anteporre le problematiche economiche
alle esigenze pubbliche fa sentire il cittadino abbandonato e privo di tutela.
Il passaggio pu quindi essere rappresentato dall a llontanamento da una globalizzazione
priva di freni per avvicinarsi ad un processo di glocalismo ovvero un processo di
riscoperta delle identit e delle radici legate a l territorio.
A questo proposito Trigilia scrive: [ ] mentre la globalizzazione accresce la mobilit
delle imprese, contribuisce a creare nuove opportunit per lo sviluppo locale.
Indebolendo la capacit regolative degli Stati nazi onali, e aumentando la concorrenza
tra territori, spinge i governi locali e regionali a mobilitarsi per svolgere un ruolo piø
attivo nei percorsi di sviluppo (Trigilia, 2005, p. 26).