Processi di Creazione e Diffusione del Valore nella e-Economy
IV
planetario (almeno teoricamente) tutti i computer, facendoli uscire dall’isolamento cui
erano stati destinati nei primi anni della loro introduzione e utilizzazione.
Una prima fase vede il passaggio dal singolo Pc alle reti locali, che comprendevano uno
o più elaboratori centrali connessi a terminali, per giungere a mettere a punto e a
diffondere un network capace di far dialogare fra loro milioni di computer sparsi in
tutto il mondo.
La creazione della “Rete” ha rappresentato un cambiamento epocale che ha avuto, ha e
avrà enormi ripercussioni sulla società, sull’economia, sull’intensità e sulla qualità dei
processi di divisione del lavoro.
Questa ricerca intende soffermarsi sulla dinamica tecnologica, economica e sociale che
ha preso le mosse nella Silicon Valley, ma che influenza anche il resto del mondo, dato
che oramai la e-economy, vale a dire il nuovo settore economico “nato” grazie
all’esistenza e alla diffusione di Internet, ha cambiato il modo di “fare impresa” nei
paesi industrializzati, inducendo inoltre nuovi processi di creazione e diffusione del
valore.
E’ importante mettere in evidenza come l’introduzione di Internet abbia rappresentato il
superamento del paradigma tecnologico
1
che si era affermato con la realizzazione e
l’introduzione del personal computer, e come quest’ultimo abbia comunque
rappresentato una condizione necessaria (anche se non sufficiente) per la progettazione,
l’implementazione e lo sviluppo della Rete.
E’ chiaro che senza il Pc non esisterebbe la Rete, poiché i terminali intelligenti sono
uno strumento necessario attraverso i quali quotidianamente milioni di persone danno
vita al più grande e rapido scambio di informazioni che sia mai avvenuto.
Il maggior risultato ottenuto attraverso Internet è infatti l’incredibile facilità con la
quale la conoscenza codificata può essere fatta circolare, rapidamente e a costi
estremamente bassi, che per un utente privato si avvicinano allo zero.
Ecco quindi che una “rivoluzione tecnologica”influenza moltissimi aspetti della vita
degli individui, con attività rese possibili proprio dallo sviluppo delle tecnologie della
Rete, che danno origine a nuovi comportamenti la cui rilevanza sociale è ancora da
scoprire e da studiare (basti pensare al nuovo modo di fare amicizia nelle chat room,
ma anche al telelavoro, che trasferisce il posto di lavoro nella propria abitazione).
1
Cfr. la definizione di paradigma tecnologico nel par. 1.1.
Introduzione
V
Non è compito di questa ricerca lo studio accurato delle conseguenze sociali del mondo
virtuale che si è creato con Internet: è nostro interesse invece gettare luce sui processi
che hanno portato alla creazione della Rete attraverso sinergie scientifiche e
tecnologiche che si trovano concentrate spazialmente in un’area definita e, tutto
sommato, non molto estesa.
La Silicon Valley è costituita da un sistema locale socio-economico e produttivo che
può essere assimilato al “distretto industriale” e, nonostante le sue particolarità, che
derivano soprattutto dal suo occuparsi di alta tecnologia, possiede caratteristiche in
comune con i distretti che operano nei settori tradizionali, anche se, rispetto a questi
ultimi, possono essere individuate anche alcune differenze chiave, che andremo ad
analizzare in seguito.
Di grande rilievo è l’intensità del processo innovativo che persiste da anni nella Valle e
che vede possibile il superamento di fasi di “empasse” come, per esempio, quelle sorte
all’inizio degli anni ’90, quando la concorrenza da parte di imprese straniere ha messo
in crisi o addirittura espulso dal mercato moltissime nuove imprese locali.
Questa capacità di reazione è invece mancata ad altri sistemi locali ad alta intensità
tecnologica: è questo il caso della cosiddetta Route 128, vale a dire dell’area intorno a
Boston, che non ha saputo reagire con la stessa dinamicità e che, nonostante la presenza
di una rete di università estremamente qualificate, fra le quali Harvard e il
Massachusetts Institute of Technology, non è paragonabile in termini di intensità
innovativa.
Il legame con alcune delle più prestigiose università del paese (dobbiamo ricordare
infatti che, oltre che sull’università di Stanford, gli attori economici della Valle possono
fare affidamento anche sull’Università di Berkeley, ma anche su quella di San Jose e su
di una serie di college minori rispetto a quelli menzionati, ma che comunque forniscono
una preparazione di alto livello) ha invece rafforzato la capacità di reazione della
Silicon Valley e le ha permesso di superare momenti difficili, consentendole di
rimanere il distretto industriale ad alta tecnologia in cui si mettono a punto le
innovazioni tecnologiche più significative della nostra epoca.
Non dobbiamo quindi dimenticare il connubio Imprese-Istituzioni Universitarie, che
resta di importanza fondamentale per comprendere il successo di un cluster, che per
certi versi resta unico nel panorama mondiale, nonostante i tentativi da parte dei
Processi di Creazione e Diffusione del Valore nella e-Economy
VI
governi di vari paesi di replicarne il successo attraverso interventi di politica industriale
che via via hanno dato vita a parchi scientifici e tecnologici e a programmi di
realizzazione di incubator
2
per la nascita di nuove imprese nei settori high-tech.
Il successo della Silicon Valley è attribuibile ad un insieme complesso di fattori socio-
culturali ed economico-ambientali, fra cui rileviamo, per esempio, una forte
predisposizione al rischio, che ha rappresentato un motore fondamentale della Valle
verso il cambiamento e le ha permesso di diventare e rimanere un esempio di sviluppo
vincente, per ricchezza di contenuti scientifico-applicativi e per varietà di prodotti
realizzati.
Cercheremo, quindi, in questa ricerca, di mettere in evidenza alcune delle
caratteristiche di questo distretto industriale e di vedere come queste sono cambiate o
come alcune di esse hanno consentito l’evoluzione da un paradigma tecnologico ad un
altro, creando le basi per una crescita tumultuosa, che ha prodotto innovazione e ha
attivato un circolo virtuoso in grado di creare valore e, allo stesso tempo, di diffonderlo
fra gli azionisti.
La new economy, infatti, è stata caratterizzata fino ad oggi, da processi di creazione e
diffusione del valore molto serrati, che hanno visto emergere nuove categorie di attori
economici, o che hanno determinato una redistribuzione dei compiti fra i diversi agenti:
la tecnologia, ma anche il valore creato nella Silicon Valley, hanno permesso infatti di
portare alle estreme conseguenze alcuni processi di divisione del lavoro, fino a giungere
a risultati inaspettati e imprevedibili.
Per comprendere al meglio la capacità innovativa della Silicon Valley, è necessario far
riferimento ad alcuni aspetti di teoria dell’innovazione: a tal proposito si rimanda ad
alcuni articoli di importanza fondamentale (Dosi, 1982; Freeman, 1982; Nelson e
Winter, 1982; Winter, 1984), necessari per valutare la forza innovativa presente nella
Valle alla luce di un impianto teorico, che qui richiamiamo rapidamente, ma che, per
motivi di sintesi, non può essere presentato nella sua globalità.
Veniamo adesso ad una rapida sintesi degli argomenti trattati nel corso di questa
ricerca.
Nel primo capitolo, la ricerca metterà in evidenza come la tecnologia sviluppata nella
Valle si è affermata fino a consentire l’evoluzione dal paradigma tecnologico del Pc al
2
Cfr. par. 4.1.
Introduzione
VII
paradigma di Internet: sarà evidenziato come il portato del paradigma precedente sia
stato una tappa imprescindibile nella quale sono stati messi a punto degli strumenti
sulla base dei quali sviluppare la Rete; verranno evidenziate le conseguenze di questo
passaggio dal punto di vista settoriale e verranno analizzate le caratteristiche peculiari
di questo distretto industriale ad alta tecnologia, in cui sono rintracciabili una grande
varietà e completezza di competenze, in grado di alimentare la nascita e la crescita delle
imprese, che costituiscono il motore dei rapporti di cooperazione e di competizione che
generano un’elevata intensità innovativa.
Il capitolo secondo illustrerà invece alcune delle caratteristiche delle tecnologie (sia dal
punto di vista dell’hardware che del software) che rendono possibile il funzionamento
di Internet e mostrerà quella che è la condizione attuale di diffusione dell’utilizzo della
Rete e gli sviluppi previsti nel breve periodo.
Il capitolo terzo indicherà nuove tendenze per la creazione di valore nel campo del
software, mettendo in evidenza, al contempo, il forte legame esistente
nell’affermazione, evoluzione e diffusione dei paradigmi tecnologici successivi.
Il capitolo quarto prenderà in considerazione alcuni dei servizi fondamentali per lo
sviluppo delle imprese della new economy e mostrerà che tali servizi hanno permesso la
nascita di nuove categorie di istituzioni e di agenti economici, ma hanno anche
determinato una redistribuzione dei compiti tra gli attori già presenti, con risultati
importanti per quanto riguarda la creazione e diffusione del valore nell’impresa e nel
sistema economico.
Il capitolo quinto, infine, si soffermerà in maniera particolare proprio sulle
caratteristiche microeconomiche delle imprese della e-economy
3
e su uno degli aspetti
che più ha stupito, vale a dire quella che è apparsa come un’inversione temporale fra
creazione e diffusione del valore, per cui molte imprese sono state quotate in borsa
sull’onda delle aspettative future prima che avessero messo a punto e lanciato i nuovi
prodotti e servizi a cui stavano lavorando.
Questa ricerca metterà in evidenza che il passaggio da un paradigma all’altro e i
processi di creazione e diffusione del valore sono strettamente legati: Internet ha
aumentato le capacità competitive, ma anche cooperative, degli agenti economici della
Valle, e tutto questo ha determinato, in ultima analisi, anche la “frenesia” dei titoli
3
Per una distinzione dei significati tra new economy e e-economy vedi par. 5.1.
Processi di Creazione e Diffusione del Valore nella e-Economy
VIII
azionari, spinti verso l’alto da aspettative di grande successo da parte degli investitori
per quanto riguarda le e-companies; la tradizionale prudenza di chi investe è stata
messa da parte (almeno fino al mese di aprile 2000) ogni volta che l’impresa da
finanziare operava attraverso la Rete; oltre a questo, anche l’innovazione finanziaria
che si è attuata (grazie anche alla stessa Rete), potendo far conto sulla facilità di
diffusione delle informazioni su Internet, ha contribuito alla creazione delle aspettative
summenzionate.
Questo scenario è poi cambiato nel corso del 2000 e creazione e diffusione del valore
sono tornate a seguire un andamento più “tradizionale”, premiando le imprese
maggiormente efficienti e spingendo fuori dal mercato quelle non in grado di reggere la
concorrenza.
1
Capitolo 1: Il cambiamento del paradigma tecnologico.
1.1 Dal paradigma del Personal Computer all’affermazione
della Rete.
Quando facciamo riferimento alla Silicon Valley, pensiamo immediatamente, ed è lo
stesso nome della Valle a suggerircelo, a semiconduttori, microchip e al prodotto
risultato dall’assemblaggio di più sottosistemi, cioè al Personal Computer (Pc).
E’ questa l’immagine che ci è stata fornita nel corso degli anni dai mass-media, ed è
un’immagine in parte corretta, anche se parzialmente superata dallo sviluppo
tecnologico che ha caratterizzato la Valle nel corso degli anni ’90: il Pc è stato ed è una
parte importante dell’economia di questa striscia di terra compresa tra San Francisco e
San Jose, ma la Valle ha saputo muoversi ben oltre, superando quello che era il
paradigma del personal computer e dando inizio alla definizione e allo sviluppo di un
nuovo paradigma tecnologico, che ancora non è completamente emerso e non è quindi
completamente definito; quest’ultimo paradigma è costituito dal mondo di Internet, di
cui oggi abbiamo modo di osservare molte caratteristiche, anche se è opinione
condivisa che non abbia ancora espresso completamente le proprie potenzialità.
Con il termine paradigma tecnologico connotiamo il risultato di un’innovazione in cui
un corpo teorico di conoscenze supera i canoni previsti dal metodo scientifico; il
paradigma è costituito da modalità a cui si deve adempiere, da principi scientifici di
riferimento derivati dalle scienze naturali insieme a regole specifiche, animate
all’acquisizione e alla protezione (Rullani, 1996).
Un paradigma tecnologico modifica il modo di produrre dell’industria e modifica i
prodotti.
Quello che è avvenuto nella Silicon Valley è stato proprio il passaggio da un paradigma
tecnologico ad un altro, senza che però il nuovo abbia portato al disconoscimento e al
superamento di quello precedente come è avvenuto in altri momenti storici (Dosi, 1982;
Chandler, 1962).
Il nuovo paradigma rappresenta infatti una evoluzione di quello precedente e quindi
anche la conferma dell’importanza che questo ha avuto come momento fondamentale di
passaggio per giungere a quello nuovo: è bene infatti chiarire immediatamente che
Processi di creazione e diffusione del valore nella e- economy
2
senza il Pc, la Rete non avrebbe avuto la possibilità di emergere e sarebbe rimasta una
sorta di giocattolo costoso nelle mani di pochi; le sue potenzialità non sarebbero state
dischiuse.
Come metteremo in evidenza più avanti nel corso del capitolo, la Rete, nella sua forma
più semplice, esiste già da circa trent’anni, ma l’espansione che l’ha portata a
raggiungere le dimensioni e i contenuti attuali è avvenuta solamente a partire dalla metà
degli anni ’90.
Due sono le ragioni che ne hanno frenato lo sviluppo nei primi 20-25 anni della sua
esistenza: prima di tutto a) la mancanza di hardware sufficientemente potente a basso
costo e poi b) la mancanza di software che fosse user friendly, vale a dire che fosse
utilizzabile anche da utenti in possesso di conoscenze informatiche non professionali.
Il primo problema è stato risolto praticamente durante gli anni ’80, attraverso lo
sviluppo del Pc: quest’ultimo ha consentito a milioni di persone l’accesso
all’informatica, fornendo loro uno strumento con il quale interagire, che permette di
risolvere molti piccoli problemi quotidiani, ma che consente anche un enorme aumento
della produttività intellettuale individuale, sia l’utilizzatore un semplice studente oppure
l’amministratore delegato di una società
1
.
E’ per questo motivo che il paradigma tecnologico attuale non può prescindere da
quello precedente, dato che se non ci fosse stato lo sviluppo del personal computer,
Internet sarebbe ben lontano dal realizzare la rivoluzione socio-economica che ha
promesso e che sembra in grado di portare avanti; non siamo ancora giunti al futuro
prospettato da William H. Gates III, il quale prevedeva “un computer su ogni
scrivania”, ma comunque il numero di persone che possiedono un elaboratore è oramai
molto consistente, anche se sostanzialmente emerge una distribuzione concentrata
essenzialmente nei paesi occidentali, che quindi riflette il divario fra economie avanzate
e paesi più poveri.
Naturalmente, con la crescita degli utenti effettivi e potenziali della Rete si è dovuto
anche provvedere ad un potenziamento delle infrastrutture che la “sostengono”,
altrimenti si sarebbe assistito a un “effetto collo di bottiglia”, vale a dire Internet
1
A dire il vero, i Pc degli anni ’80 non consentivano ancora di sfruttare quelle che sarebbero state le
caratteristiche di Internet; possiamo però affermare che in quegli anni furono gettate le basi che
avrebbero permesso lo sviluppo successivo di macchine molto più potenti e versatili: fu proprio in quel
periodo che furono risolti i problemi concernenti la creazione di “calcolatori personali” e furono creati gli
standard che regolano tuttora il funzionamento del Pc.
Il cambiamento del paradigma tecnologico
3
sarebbe crollato sotto il peso delle richieste di dati provenienti dall’enorme quantità di
utilizzatori collegati in ogni momento, senza riuscire ad esaudire le loro richieste.
Lo sviluppo ulteriore dell’hardware e del software del Pc è stato quindi accompagnato
anche da un progressivo potenziamento dell’hardware e del software che permette
l’effettivo funzionamento della Rete.
Anche questa enorme mole di lavoro è stata condotta essenzialmente all’interno della
Silicon Valley, in imprese che sono nate durante gli anni ’80, ma che sono cresciute in
maniera impressionante soprattutto nell’ultimo decennio grazie alla fiducia che hanno
riposto in Internet, determinando al contempo un intenso sviluppo e diffusione dei
diversi prodotti che lo compongono ( software, interfacce, database, ecc.).
E’ questo il caso di imprese oggi famosissime, come Sun Microsystems, fondata nel
1982 da un gruppo di ex-studenti dell’università di Stanford (e l’acronimo SUN
significa proprio Stanford University Network) e con sede a Palo Alto, o come Cisco
Systems, fondata nel 1986 da una coppia di ricercatori di Stanford e che ha sede a San
Jose.
Naturalmente, non sono solo queste le imprese che hanno lavorato e lavorano allo
sviluppo di infrastrutture per Internet: molte altre hanno nomi meno conosciuti dai non
addetti ai lavori o anche dagli investitori internazionali (come Solectron, Flextronics
International, Jabil Circuits e SCI Systems), ma sono comunque molto importanti per la
fornitura di tecnologie che garantiscono il buon funzionamento della Rete.
La forza della Silicon Valley è stata proprio quella di riuscire a non “fossilizzare” le
proprie capacità creative e produttive su di un solo prodotto, anche rivoluzionario,
come il semiconduttore e il microprocessore prima, e il personal computer poi: le
imprese e gli enti di ricerca, ma anche le altre istituzioni, sono riuscite, mosse dalla
spinta del processo innovativo, ad andare oltre, individuando via via nuove possibilità
di crescita che si sono alimentate e superate a vicenda.
E’ importante notare inoltre come le ricerche e gli sviluppi di nuove tecnologie da parte
di molte di queste imprese (insieme ad alcuni produttori di software) tendano a
sostituire un apparato complesso come il Pc con macchine più semplici che possano
prelevare le applicazioni e le capacità necessarie per svolgere alcune mansioni
Processi di creazione e diffusione del valore nella e- economy
4
direttamente dalla Rete, lasciando che siano i potenti server
2
connessi in rete a
“prestare” le loro potenzialità di volta in volta ad elaboratori molto semplici e quindi di
facile accesso agli utilizzatori: è questa la direzione in cui sta lavorando da anni Sun
Microsystems, che già al momento della sua fondazione dichiarava “The network is the
computer”.
Sono queste le imprese che lavorano sull’hardware che sostiene Internet e ciascuna di
esse cerca, giustamente, di aggiudicarsene il merito, dichiarando, di volta in volta,
“We’re the dot in .com
3
” (Sun Microsystems), oppure “Empowering the Internet
generation” (Cisco Systems).
Abbiamo già affermato che alcuni produttori di software (in particolare Oracle, il
maggior produttore mondiale di software per database) stanno aiutando le aziende
produttrici di hardware a rendere meno importante il ruolo del personal computer
nell’ambito della possibilità di accedere ad Internet.
E’ fondamentale soffermarsi sul lavoro svolto da chi produce i “programmi” per capire
come la Rete sia enormemente cresciuta negli ultimi anni; il “miglioramento” del
software è, infatti, la seconda ragione che ha permesso l’incremento del numero di
utilizzatori del Pc e che, in ultima istanza, ha favorito l’accesso ad Internet.
Il lavoro continuo di programmatori e di imprese ha infatti abbassato il grado di
conoscenza richiesta di linguaggi speciali da parte di chi voglia utilizzare un computer,
rendendo oggi il suo uso molto meno complesso di quanto non fosse alla fine degli anni
’80.
Questo è avvenuto soprattutto grazie al passaggio, all’interno dei sistemi operativi
4
,
dall’uso esclusivo di comandi scritti (che devono essere memorizzati dall’utente, il
quale deve anche conoscere la sintassi da utilizzare) all’utilizzo di un’interfaccia grafica
(GUI, Graphical User Interface) per il cui uso non è necessario conoscere dei comandi,
ma basta avere familiarità con l’utilizzo del mouse.
2
Il server è un elaboratore connesso in rete 24 ore su 24 (disconnesso unicamente durante brevi
operazioni di manutenzione), nel quale sono immagazzinati dati disponibili, gratuitamente o previo
versamento di denaro, per essere riversati sulla Rete qualora gli utenti ne facciano richiesta mediante Pc o
altro terminale.
3
Dot-com (.com) è uno dei suffissi più popolari degli indirizzi Internet: con l’affermazione sopra
riportata Sun Microsystems vuole rivendicare ed evidenziare il proprio ruolo come forza fondamentale
per il funzionamento di una parte considerevole della Rete.
4
Un sistema operativo è il set di istruzioni principale che un computer deve avere per poter svolgere le
operazioni di base: il suo caricamento avviene ogni volta che la macchina viene avviata.
Il cambiamento del paradigma tecnologico
5
Questo cambiamento, fondamentale per l’incremento di popolarità del computer è stato
ideato per la prima volta presso il leggendario Xerox PARC
5
di Palo Alto, anche se per
trovare la via della commercializzazione ha dovuto attendere per essere poi proposto
prima da Apple e poi da Microsoft con Windows.
Tutto ciò, come dicevamo, ha reso user friendly il computer, favorendo l’accesso anche
ad utilizzatori non specialisti: l’incremento dei “pezzi” venduti ha incentivato anche la
creazione di software e di applicazioni per gli elaboratori, che sono stati messi in grado
di aiutare l’attività umana in moltissime occasioni: lavoro, studio, ma anche
divertimento e, più in generale, passatempi.
Il potenziamento del software ha reso più facile la vita anche ai “navigatori” di Internet,
perché l’ha reso accessibile anche a utenti non molto esperti, favorendone così la
diffusione e la crescita applicativa.
E’ questo il caso dei browser
6
che oggi abbiamo a disposizione, capaci di organizzare
una massa informe di dati provenienti dalla Rete in pagine facilmente leggibili e
comprensibili anche dall’utente meno “alfabetizzato”.
Come vedremo più avanti, la crescita delle aziende produttrici di software è stata
impetuosa nella Silicon Valley e ha contribuito non poco al rinnovo dell’economia
della Valle: per quanto, come abbiamo già visto, i produttori di hardware siano ancora
importantissimi all’interno di questo distretto industriale e annoverino alcuni dei più
grandi nomi a livello mondiale, si può dire che la crescita maggiore del numero delle
imprese per settore è avvenuta negli ultimi anni proprio nel software e nelle tecnologie
di Internet o comunque nei servizi realizzati tramite la Rete.
Possiamo infatti affermare che, oramai, il maggior numero di imprese ad alta tecnologia
presenti nell’area è ascrivibile proprio a uno di questi settori.
In proposito, ci vengono in aiuto alcuni dati che illustrano la distribuzione settoriale
delle imprese nell’area.
5
Lo Xerox PARC di Palo Alto è un centro di ricerca creato nella Silicon Valley da Xerox all’inizio degli
anni ’70 per lo studio degli strumenti elettronici che avrebbero dovuto costituire “l’ufficio del futuro”: nel
corso degli anni si è rivelato come una fucina eccezionale di innovazioni in campo tecnologico, senza, per
altro, che queste siano state commercializzate dalla casa madre; per varie ragioni, infatti, molti di questi
prodotti hanno trovato ostacoli interni e le idee che stavano alla base si sono diffuse all’esterno presso
altre imprese; che sono state in grado di sfruttarle e di commercializzarle con successo: uno degli esempi
più clamorosi, oltre alla GUI, è il mouse.
6
Un browser è infatti un programma che consente di visualizzare le pagine di Internet sul proprio
computer: tutti i moderni browser si basano sul concetto di Graphical User Interface (GUI) (Zagnoli,
1991).
Processi di creazione e diffusione del valore nella e- economy
6
Tabella 1
7
: numero di imprese ad alta tecnologia rapportato al numero di abitanti per contea, dati
1999 (fonti: Rich's High Tech Business Guide to Silicon Valley & Northern California, 2000;
California, an Economic Profile, gennaio 2000).
La tabella 1 mette in relazione il numero di abitanti di ciascuna delle contee con il
numero di imprese ad alta tecnologia che vi hanno sede: è immediato notare che oltre la
metà delle aziende è situata nelle contee contigue di Santa Clara - questa da sola conta
per quasi la metà del totale delle imprese - e di San Mateo.
7
Nella tabelle si fa riferimento alla maggior parte delle contee della California del Nord, anche se il
“cuore” della Silicon Valley è costituito dalle contee di Santa Clara e San Mateo.
Contee Imprese Hi-Tech
per Contea
Abitanti per Contea Rapporto
Abitanti/Imprese
Alameda 1.799 1.433.300 796
Contra Costa 566 916.400 1619
Fresno 72 793.800 11025
Marin 182 247.900 1362
Monterey 53 391.300 7383
Placer 56 225.900 4033
Sacramento 265 1.177.800 4444
Santa Clara 4198 1.715.400 408
Santa Cruz 113 252.800 2237
San Francisco 767 790.500 1030
San Joaquin 33 554.400 16800
San Mateo 957 722.800 755
Sonoma 143 443.700 3102
Yolo 23 158.800 6904
Miste 209 - -
TOTALE 9436 9.824.800 1041
Il cambiamento del paradigma tecnologico
7
Il rapporto tra numero di abitanti e imprese è, infatti, particolarmente basso in queste
contee, proprio a dimostrare la diffusione di questo tipo di aziende, nonostante si tratti
di contee particolarmente popolose: naturalmente esiste correlazione fra i due dati,
poiché le imprese ad alta tecnologia hanno creato condizioni favorevoli per buone
opportunità di lavoro e di ricchezza, incentivando l’immigrazione nelle contee in cui
esse sono concentrate.
In ogni caso, la tabella evidenzia che, nonostante questa concentrazione, un buon
numero di imprese high-tech è diffuso anche nelle altre contee, con Alameda e San
Francisco che svettano sulle altre.
Consideriamo adesso le dimensioni di queste aziende: la figura 1 mette in evidenza che
la quasi totalità di imprese ad alta tecnologia ha dimensioni medio-piccole e,
addirittura, oltre un terzo delle imprese considerate ha un numero di addetti uguale o
inferiore a dieci; molte di queste sono attive nel settore che si occupa della produzione
di software.
La presenza di imprenditorialità diffusa e la forte divisione del lavoro tra imprese sono
connotazioni tipiche di processi di sviluppo locale di tipo distrettuale in cui il distretto è
caratterizzato da un numero di imprese molto elevato; le dimensioni medie dell’impresa
sono estremamente ridotte, mentre solo alcune aziende hanno dimensioni da grande
impresa: in questo caso, si tratta generalmente di world players che si sono espansi
negli anni e hanno creato filiali importanti anche all’estero, pur mantenendo la Ricerca
e Sviluppo e, più in generale, la gestione dell’ideazione e del processo innovativo nella
Silicon Valley.
Processi di creazione e diffusione del valore nella e- economy
8
0
1000
2000
3000
4000
3718
1984
1416
1003
723
277
106
114 114
1-10 11-25 26-50 51-100 101-250 251-500 501-1000 >1000 N.D.
N
u
m
e
r
o
d
i
I
m
p
r
e
s
e
Occupati
Figura 1: Numero di imprese Hi-Tech per classi di occupati (fonte: nostra elaborazione su dati
Rich’s High Tech Business Guide to Silicon Valley & Northern California, 2000).
La dimensione media dell’impresa è diminuita costantemente negli anni, passando da
una media di 289 addetti nel 1972 a 123 verso la metà degli anni ’80 (Zagnoli, 1991),
fino ad arrivare al numero di 68 addetti nel 1999.
La tabella 2 mostra l’evoluzione del numero degli addetti nei settori ad alta tecnologia
8
nel periodo che va dal 1972 al 1999 nella contea di Santa Clara, che ospita il maggior
numero di imprese fra tutte quelle che prendiamo in considerazione in questo studio.
E’ interessante notare la dinamica occupazionale dei tipi di industria presi in
considerazione, la quale si evolve, nel periodo considerato, verso una concentrazione
degli occupati principalmente in tre settori: componenti elettronici, informatica e
strumenti di precisione.
8
La definizione di settori ad alta tecnologia utilizzata nel corso di questo lavoro non include il settore
chimico, il farmaceutico e le biotecnologie, mentre fa riferimento ai settori ad alta tecnologia basati
sull’elettronica.
Il cambiamento del paradigma tecnologico
9
1972 1975 1985 1999
Settori ad alta
tecnologia (% di
incidenza sul totale
del settore
manifatturiero)
58,5 61,7 77,6 85,1
Settori ad alta
tecnologia
100 100 100 100
Componenti
elettronici
31,1 33,9 37,9 42,4
Informatica 21 21,9 24,5 24,3
Strumenti di
precisione
15,1 15,3 14,1 19,7
Telecomunicazioni 11,1 10 12,3 9,1
Aerospaziale 21,7 18,9 11,2 4,5
Tabella 2: evoluzione del numero degli addetti nei settori ad alta tecnologia nella contea di Santa
Clara (fonti: nostra elaborazione su dati Zagnoli, 1991; California Employment Development
Department, 1999).
La prima considerazione rilevante è l’andamento della percentuale dell’incidenza dei
settori ad alta tecnologia sul totale del settore manifatturiero: questa è cresciuta in
maniera rilevante, sia prendendo in considerazione gli estremi dell’intervallo temporale,
sia evidenziando le “tappe intermedie”; ciò conferma la forte specializzazione dell’area,
che si è dedicata ai settori high-tech.
La crescente specializzazione dell’area è frutto non soltanto della diffusione delle
imprese ad alta tecnologia, ma anche dello sviluppo di nuove imprese fornitrici di ogni
genere di servizio (Zagnoli,1991).
Questo contesto, caratterizzato da imprese di piccole dimensioni e da accentuata
divisione del lavoro, in cui coesistono imprese con ruoli produttivi e/o di servizio,
stimola e facilita l’affermazione di nuove figure imprenditoriali e di nuove imprese.
Le economie esterne di intermediazione consentono alle imprese di nascere e
strutturarsi come nucleo limitato, costituito spesso soltanto dagli imprenditori-
innovatori, che si rivolgono all’esterno per qualsiasi attività, sia di servizio che di
produzione (Zagnoli, 1991).