Introduzione
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indicatori che esplicano l’impatto sui processi organizzativi e tempi e i costi
di implementazione.
Con questa tesi si è voluto cercare di fornire una metodologia che possa
inoltre diventare un punto di partenza per un futuro studio più ampio
inerente alle altre aziende del Gruppo Telecom Italia, e che focalizzi la
propria attenzione sulle competenze critiche che entrano in gioco nella fase
implementativa in un ottica di Change Management.
Capitolo 1
DALL’ADOZIONE ALL’IMPLEMENTAZIONE
DELLE TECNOLOGIE ICT
1.1 INTRODUZIONE
Risale agli anni ’60 il primo utilizzo delle tecnologie informatiche
tradizionali all’interno del sistema produttivo. In questo periodo
l’introduzione degli Information System (IS) riguarda la meccanizzazione
di attività singole secondo procedure strutturate. I processi informativi
automatizzati contemplano, nella maggioranza dei casi, operazioni ripetitive
ed elementari di archiviazione, elaborazione, consultazione e duplicazione
dei dati (Elettronic Data Processing).
A partire dagli anni 70-80, le ICT (Information & Comunication
Tecnology) si sono evolute da mere tecnologie di elaborazione a tecnologie
di relazione e di organizzazione, aumentando progressivamente l’impatto
organizzativo esercitato sull’azienda e rendendo cruciale il momento della
progettazione integrata tra ICT e assetto organizzativo.
Gli anni ’90 sono caratterizzati dall’esplosione di Internet e
dall’incremento delle ICT che mettono in evidenza il ruolo di
coordinamento e integrazione delle tecnologie informatiche utilizzate per
massimizzare l’efficacia del business. Questa spinta all’integrazione, che ha
contraddistinto soprattutto gli ultimi anni, procede di pari passo con
l’innovazione tecnologica e con il progressivo incremento della complessità
Dall’adozione all’implementazione delle tecnologie ICT
9
dell’ambiente in cui operano le aziende. Per le imprese, in un contesto di
forte instabilità come questo, il ruolo dell’ICT è quello di favorire non solo
l’integrazione dei vari processi aziendali, ma anche la connessione delle
imprese con il mondo esterno.
Negli ultimi anni queste tecnologie hanno assunto un ruolo sempre più
importante nello sviluppo economico dei Paesi più avanzati e nel formarsi
di nuovi comportamenti sociali. Ormai si ritiene compiuta la transizione
dalle tecnologie informatiche tradizionali alle ICT sebbene in questo
percorso di cambiamento risulti difficile individuare uno o più momenti
storici che facciano da confine netto tra le due categorie tecnologiche. Tali
tecnologie si sviluppano in modo talmente rapido e a volte imprevedibile da
rendere vano qualsiasi tentativo di schematizzazione teorica [Checkland e
Holwell, 1998].
La crescente diffusione delle ICT non comporta, però, necessariamente
un significativo miglioramento delle prestazioni e della competitività delle
organizzazioni. Gli effetti dell’ICT, quindi, non sono meccanici, nè
semplici da verificare nè tanto meno uniformi. Se da un lato, infatti, queste
tecnologie offrono un ampio spettro di occasioni per usi potenzialmente
vantaggiosi come i sistemi di customer relationship management, quelli di
e-learning, di e-government, ecc., dall’altro, sfruttare queste potenzialità
significa adottare nuovi modelli organizzativi, utilizzando al meglio i fattori
ambientali e istituzionali. Ed ancora: è necessario modificare le pratiche di
lavoro e quelle di comunicazione, intervenire sui meccanismi di controllo e
sulla cultura organizzativa. In breve, nella maggior parte dei casi le ICT
sollecitano cambiamenti radicali, che richiedono tempi molto lunghi, che di
fatto ritardano se non eliminano i benefici attesi dalla loro adozione
(Esposito, 2003).
In pratica la gradualità del passaggio dagli Information System
all’ICT evidenzia da un lato molti punti in comune tra le due tipologie di
Dall’adozione all’implementazione delle tecnologie ICT
10
tecnologie e dall’altro come alcune peculiarità dell’ICT hanno modificato il
rapporto tra gli artefatti informatici e l’organizzazione in cui vengono
implementati.
La natura straordinaria del passaggio che stanno avendo le
organizzazioni delle maggiori economie industrializzate è influenzata in
primo luogo da alcune caratteristiche stilizzate delle tecnologie ICT.
In primo luogo, la pervasività e la persistenza di queste tecnologie,
espressione di una drammatica riduzione dei costi dei suoi dispositivi. La
crescente disponibilità di applicazioni informatiche, la flessibilità e
l’adattabilità degli strumenti, la maggiore sofisticazione delle applicazioni
ha provocato un circolo virtuoso tra opportunità tecnologiche, crescita della
domanda e produttività (Mariotti, 1997).
La velocità di trasmissione dell’informazione, la tempestività e
precisione della comunicazione e una maggiore capacità di archiviazione e
classificazione delle informazioni ricevute e trasmesse (Farace et al, Waern,
1989; Lucas, 1996).
Accanto a queste caratteristiche connaturate, esistono altri fattori
chiave che fanno delle ICT delle tecnologie di cambiamento:
la riduzione dei costi di coordinamento e controllo nelle organizzazioni e
nei mercati;
la riduzione dei costi di comunicazione dell’informazione dovuta ad un
minor costo di trasmissione nel tempo e nello spazio.
Nonostante ciò le tecnologie ICT non sono viste – come accadeva in
passato – esclusivamente come semplice strumento di controllo ma anche e
soprattutto come una delle principali leve strategiche di un’impresa che
vuole migliorare i propri prodotti o servizi, sviluppare nuovi business,
entrare in nuovi mercati.
La varietà delle tecnologie ICT dà luogo ad una molteplicità di
contesti di indagine sull’impatto delle tecnologie informatiche e
Dall’adozione all’implementazione delle tecnologie ICT
11
comunicative ai vari livelli d’impresa. Più che “impatto” si preferisce il
termine “co-evoluzione” o “mutuo adattamento”, a significare la reciproca
interazione tra le due variabili sulle quali intervengono attori e/o fattori
esterni che ne condizionano il processo. [Orefice, 2004]
1.2 L’USO DELLE TECNOLOGIE DELL’INFORMAZIONE E
DELLA COMUNICAZIONE NELLE IMPRESE
L’Istat diffonde i principali risultati della rilevazione sull’uso delle
tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) nelle imprese
con almeno 10 addetti. I dati sono aggiornati al 2003 per quanto concerne il
commercio elettronico e al 2004 per l’uso delle tecnologie
dell’informazione e della comunicazione. La rilevazione, nel rispetto del
Regolamento UE n. 808/2004 del 21 aprile 2004, è stata effettuata seguendo
criteri e metodologie comuni a tutti i Paesi membri dell’Unione Europea.
Ciò consente un elevato grado di comparabilità dei dati. In Italia
l’indagine è campionaria per le imprese da 10 a 249 addetti, censuaria per
quelle con almeno 250. A gennaio 2004 le imprese che dispongono di
almeno un personal computer rappresentano il 95,8 per cento del totale di
quelle con almeno 10 addetti, con punte massime del 97,1 per cento nelle
regioni del Nordest e del 96,4 per cento nel settore dell’industria. Sono le
imprese di maggiori dimensioni a registrare un livello tecnologico più
elevato (rispettivamente 99,6 e 99,1 per cento delle imprese con classi di
addetti 100-249 e 250 e oltre). Gli addetti che utilizzano il computer almeno
una volta a settimana sono il 36,3 per cento del totale. I valori più elevati si
rilevano fra gli occupati nelle imprese dei servizi (40,6 per cento), nelle
imprese di maggiori dimensioni (40,3 per cento) e in quelle localizzate nel
Dall’adozione all’implementazione delle tecnologie ICT
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Nord-ovest del Paese (40,7 per cento). Le imprese che fanno uso della posta
elettronica sono l’87,8 per cento di quelle informatizzate con un’incidenza
maggiore per le imprese del Nord-est (89,9 per cento) e per quelle con più
di 250 addetti (99,0 per cento). A livello settoriale è l’industria a far
registrare un più diffuso utilizzo della posta elettronica con l’88,2 per cento
delle imprese informatizzate (97,6 per cento nel settore della produzione e
distribuzione di energia elettrica, gas e acqua) (Figure 1a e 1b).
Figura 1.1 a - Imprese informatizzate con almeno 10 addetti per tipologie di connessione (Istat)
58,1
53,0
51,2
48,0
47,5
51,6
50,5
47,8
50,9
48,7
46,7
50,3
8,1
7,2
6,0
4,3
010
Nord ovest
Nord est
Centro
Sud e isole
Connessione w ireless
Modem analogico
ISDN
Banda larga
Figura 1.1 b - Imprese informatizzate con almeno 10 addetti per tipologie di connessione (Istat)
49,5
70,7
81,8
93,9
49,5
49,4
50,4
45,9
49,5
46,3
48,2
47,8
5,4
10,5
18,1
27,5
0 100
10 - 49
50 - 99
100 - 249
250 e oltre
Connessione w ireless
Modem analogico
ISDN
Banda larga
Dall’adozione all’implementazione delle tecnologie ICT
13
1.3 INFORMATIZZAZIONE E CICLO DI VITA DEI SISTEMI
INFORMATIVI
Le aziende si trovano costantemente a dover affrontare problemi relativi
alla gestione, allo sviluppo ed alla sostituzione dei propri sistemi
informativi gestionali, in continua evoluzione a causa del progresso delle
tecnologie. Per queste ragioni, l’introduzione in azienda di tali sistemi è
altamente complesso e necessita di un attento processo di valutazione. Tale
complessità è determinata dall’elevato numero di fattori fra loro eterogenei
di cui tenere conto, fra i quali è possibile ricordare:
l’affidabilità e l’efficienza tecnico-informatica del sistema;
l’efficacia funzionale delle procedure;
l’integrazione con il sistema informativo e con l’intero sistema
aziendale;
la capacità e la disponibilità all’utilizzo dei sistemi gestionali da
parte degli utenti, a tutti i livelli dell’organizzazione.
Si può notare, quindi, come siano coinvolti aspetti tecnici, organizzativi
ed umani che interagiscono tra loro e concorrono al successo o al fallimento
delle iniziative. Essi pertanto vanno analizzati e valutati adeguatamente, in
modo da agire sin dall’inizio secondo modalità che consentono un positivo
inserimento del sistema integrato. In questo quadro ha rilevanza anche
l’elemento economico: ogni progetto informatico, infatti, è per l’azienda un
investimento, che richiede:
un’allocazione ottimale delle risorse finanziarie ed umane
disponibili, in modo che non vadano sprecate, ma vengano utilizzate
adeguatamente;
Dall’adozione all’implementazione delle tecnologie ICT
14
una valutazione sia dei costi da sostenere che dei benefici attesi, al
fine di esaminare l’opportunità e l’utilità del progetto e poterlo
confrontare con progetti diversi.
Una distinzione importante riguarda attività di valutazione preventive
ed attività di valutazione a consuntivo. Le prime supportano tutte le scelte
che precedono lo sviluppo e l’implementazione di un sistema informativo
gestionale, cercando di individuare i fabbisogni informativi, calcolare il
costo dei progetti da sviluppare, stimare i ritorni attesi dal sistema,
consentendo anche il confronto tra soluzioni diverse. Le attività di
valutazione a consuntivo, invece, hanno lo scopo di monitorare il
funzionamento dei sistemi informativi sia dal punto di vista tecnico che
funzionale, di verificare il raggiungimento dei ritorni attesi e di individuare
le cause degli eventuali scostamenti, nonché di segnalare l’eventuale
inadeguatezza dei sistemi da rimodernare o da ampliare.
Tutte queste attività di valutazione seguono un percorso temporale, detto
ciclo di vita dei sistemi informativi gestionali, che riguarda le diverse
situazioni in cui questi vengono a trovarsi nel corso del tempo.
Un sistema informativo gestionale è un elemento tecnico - organizzativo
che conosce un percorso di vita con vere e proprie fasi che si susseguono
nel tempo secondo una sequenza definita. Le fasi possono essere
sintetizzate in sette punti.
1.3.1 INDIVIDUAZIONE DELLE ESIGENZE INFORMATIVE E
ANALISI DELLA SITUAZIONE ESISTENTE.
Un sistema informativo gestionale necessita di una pianificazione in
base alla quale vengono definiti progetti ed attività per sviluppare, gestire e
mantenere il sistema in modo che questo sia sempre in grado di soddisfare
Dall’adozione all’implementazione delle tecnologie ICT
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le esigenze informative dell’azienda, tenendo conto dei vincoli tecnico
organizzativi ed economici di quest’ultima. Periodicamente, quindi, è
necessario monitorare il funzionamento del sistema con attività di
benchmarking
1
. In questo modo si punta all’eccellenza mediante
l’identificazione di benchmark di prestazione e mediante il confronto con i
best performer. Qualora l’azienda rilevasse concrete esigenze informative
non soddisfatte, deve analizzare approfonditamente le motivazioni di questo
limite allo scopo di porvi rimedio.
1.3.2 VALUTAZIONE DELLE ALTERNATIVE E SCELTA DEL
SOFTWARE.
Quando si rende chiara la necessità di intervenire sul sistema
informativo gestionale occorre definire le linee per l’individuazione della
soluzione che meglio risponde al fabbisogno informativo emerso.
La scelta del progetto da realizzare prevede innanzitutto l’analisi del
tipo di software prescelto. Generalmente, le applicazioni gestionali possono
essere classificate all’interno di uno spazio che prevede due estremi:
soluzioni standard, acquistate ed utilizzate “chiavi in mano”;
soluzioni specifiche, sviluppate ad hoc internamente per fronteggiare
esigenze “uniche”.
All’interno di questo spazio, vi sono soluzioni che, in quantità e
modalità diverse, prevedono un mix tra routine standard e necessità di
personalizzazione. Per esempio le soluzioni modulari sono costituite da
diverse applicazioni software, definite moduli, in grado di lavorare in modo
1
Benchmarking (Prahalad e Hamel, 1994): si intende un confronto tra un’impresa con altre
imprese relativamente ai costi, ai ricavi, agli investimenti sostenuti per una specifica operazione,
funzione o attività. Il benchmarking è utilizzato soprattutto dalle imprese follower (inseguitrici)
per misurarsi con le migliori.
Dall’adozione all’implementazione delle tecnologie ICT
16
autonomo le une dalle altre, in quanto implementabili indipendentemente,
ma contemporaneamente molto integrate se implementate insieme. I sistemi
ERP rappresentano le soluzioni modulari più diffuse: per questi la
personalizzazione è più complessa data la loro maggiore penetrazione nel
dettaglio delle operazioni e della gestione aziendale.
La scelta del software rappresenta un passaggio fondamentale e soltanto
in seguito alla decisione di quale implementare, si potrà definire il progetto
corrispondente.
1.3.3 DEFINIZIONE DEL PROGETTO.
La definizione del progetto di implementazione consiste nel delineare le
funzioni aziendali coinvolte, tenendo presente le prospettive di sviluppo
dell’azienda e gli obiettivi strategici, i possibili rischi e questioni derivanti
dall’introduzione di un nuovo sistema gestionale, nonché, le caratteristiche
del sistema stesso. Comunemente a presidio del progetto si pone una
struttura organizzativa che può essere costituita liberamente dall’azienda a
seconda delle esigenze emergenti. In genere comunque si configura come
composta da tre organi di base: lo steering committee, con compiti di
rilevanza strategica; organi intermedi predisposti per la pianificazione, il
coordinamento ed il controllo dello stato di avanzamento del progetto;
alcuni gruppi di lavoro che si occupano della parte operativa in senso
stretto.
Nel caso di una piccola e media impresa, questa possibilità si presenta
difficilmente realizzabile, spesso non esistono nemmeno all’interno
dell’azienda delle idonee conoscenze tecniche. In alcuni casi, ragioni di
carattere culturale, economico od organizzativo fanno si che non esista
Dall’adozione all’implementazione delle tecnologie ICT
17
nemmeno una strategia formale, e quindi uno specifico progetto, di gestione
dei sistemi informativi.
Il team appena descritto dovrà occuparsi di definire nel dettaglio il
progetto affinché questo si realizzi con successo. Inizialmente si procede
con la scelta dell’architettura informatica generale, sia della strumentazione
hardware che della dotazione software, tenendo sempre presente che
occorre orientarsi non soltanto sulle esigenze immediate ma operare con
lungimiranza per scegliere un sistema che, sebbene sia soggetto alla
continua obsolescenza tecnologica, di fatto sia in grado di soddisfare le
necessità aziendali nel lungo periodo (Di Stefano, 1998).
Inoltre, vengono i tempi in funzione dei quali deve essere compiuto il
progetto, individuando una serie di tappe fondamentali allo scopo di
scandire perfettamente la sequenza delle attività da compiere. Da questo
punto di vista avrà un ruolo fondamentale anche la strategia di
implementazione prescelta. Infatti, nel caso di soluzioni ERP le
caratteristiche di modularità e configurabilità consentono di scegliere fra
diverse strategie di implementazione che variano, generalmente, in funzione
di tre fattori:
l’ampiezza, intesa come il numero di moduli implementati e quindi
come il livello di copertura dei processi;
la tempistica, cioè il momento e la modalità in cui l’azienda decide
di introdurre i moduli;
la logica di customizzazione.
L’azienda può optare per un’implementazione contestuale di tutti i
moduli – strategia detta big bang – oppure per un implementazione
sequenziale di detti moduli. Il primo caso necessita un passaggio dal
vecchio al nuovo sistema in un unica soluzione, con dei vantaggi indiscussi,
ma anche con dei rischi non trascurabili. Infatti, se da una parte permette di
Dall’adozione all’implementazione delle tecnologie ICT
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ridurre i tempi di implementazione e di ottenere una soluzione più coerente
che non richiede la creazione di interfacce con il sistema precedente,
dall’altra rende indispensabile una perfetta conoscenza delle funzionalità
del pacchetto e delle esigenze di business dell’azienda. Una strategia di tipo
incrementale, invece, permette alle aziende che non sono interessate
all’introduzione di tutti i moduli, di impiegarne soltanto alcuni, oppure di
impiegarli progressivamente sulla base delle loro specifiche esigenze.
Questa tecnica comporta senz’altro un progetto più lungo e spesso anche
alla convivenza fra il vecchio ed il nuovo sistema informativo; tuttavia
facilita la comprensione dell’applicazione e permette che l’azienda utente si
trovi subito a disporre di un’implementazione “solida” delle funzioni di
base. Generalmente, a prescindere dalla dimensione, le aziende propendono
per l’incremento graduale dell’estensione funzionale a causa in parte dei
tempi e dei costi e, in parte, perché tendono a soddisfare le proprie necessità
soltanto quando queste si manifestano. .
Una volta terminata la progettazione tecnica, questa si accompagna
sempre ad una progettazione organizzativa. Da questo punto di vista,
l’impatto dipende molto dalla soluzione software che si è scelto di
implementare: le soluzioni ERP sono quelle che determinano maggiori
impatti. In previsione di una loro implementazione, probabilmente si
renderà necessario rivedere i processi aziendali, ridefinire le mansioni e le
relazioni tra le persone e tra le unità operative. Risulta quindi opportuno
procedere ad una mappatura dettagliata dei processi, delle risorse coinvolte,
dei ruoli e delle responsabilità.
La mappatura serve, principalmente, per individuare le possibili aree di
miglioramento e le aree su cui occorre intervenire per adeguarle al
funzionamento dell’applicativo, o semplicemente per cogliere quei benefici
del pacchetto per cui si è deciso di adottarlo.
Dall’adozione all’implementazione delle tecnologie ICT
19
1.3.4 IMPLEMENTAZIONE E CUSTOMIZING
L’attività di implementazione riguarda l’introduzione del nuovo sistema
gestionale sia nel sistema informatico preesistente che nel sistema
informativo aziendale. Per quanto concerne l’aspetto tecnico è richiesta
principalmente l’integrazione del nuovo software con i data base aziendali e
gli altri software con i quali dovranno esistere rapporti di input/output.
Questo presenta caratteri tecnici ed operativi.
L’implementazione tecnica riguarda l’inserimento di nuove soluzioni
informatiche nell’ambiente hardware/software già presente in azienda,
salvaguardando il buon funzionamento dei sistemi attivi.
In questa fase sarà necessario anche trasferire i dati presenti negli
archivi del sistema informativo esistente, per caricarli presso quelli del
nuovo sistema. Si tratta di una fase delicata che comporta, oltre a difficoltà
tecniche, anche il sostenimento di costi impliciti per la conversione dei dati.
È necessario porre molta attenzione poiché errori di valutazione possono
determinare gravi inconvenienti.
L’implementazione funzionale richiede, invece, l’adeguamento delle
procedure lavorative, al fine di integrare le nuove funzionalità svolte o
supportate dal sistema. Ciò richiede soprattutto attività di formazione ed
addestramento del personale all’utilizzo dei nuovi sistemi e revisione delle
modalità di lavoro codificate.
Oggi l’azienda che intende reingegnerizzare i propri processi,
modificare i sistemi informativi gestionali o aumentare il tasso di
informatizzazione deve tener presente che il personale non è un semplice
fruitore dei sistemi, ma ne è parte integrante e il knowhow
2
informatico e la
2
Knowhow: è un insieme immateriale di conoscenze tecniche, dati industriali ed esperienze
operative necessarie per produrre un bene, applicare un processo o rendere un servizio. Tali
Dall’adozione all’implementazione delle tecnologie ICT
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cultura informatica sono condizioni imprescindibili per l’utilizzo corretto e
proficuo dei sistemi. La formazione del personale deve avvenire avendo
cura di diversi aspetti relativi al knowhow informatico:
La cultura informatica, che va sviluppata tramite la creazione di una
vera e propria cultura informatica d’azienda;
Le competenze informatiche di base, che permette a tutti di utilizzare
il PC per le operazioni elementari;
Le competenze professionali specifiche, che riguardano l’uso del
computer nelle attività di ciascun lavoratore, come l’utilizzo
appropriato dei sistemi gestionali per tutto il personale
amministrativo;
Infine, le competenze tecniche, che non riguardano tutti i dipendenti,
ma solo quelli che si occupano di gestione dei sistemi informativi.
Una percentuale molto alta dei fallimenti dei progetti di
implementazione dipende dalla sottovalutazione delle difficoltà e degli
sforzi connessi alla gestione del cambiamento e connessi alla formazione
degli utenti finali. Questi ultimi non solo devono essere coinvolti
attivamente nel processo di introduzione di un nuovo sistema, ma devono
anche frequentare corsi di formazione, normalmente tenuti dai partner dei
fornitori, che prevedono una parte tecnica per la presentazione della
funzionalità dell’applicativo e una parte pratica (training on the job).
Alcune aziende, invece, cercano di risolvere il problema scegliendo
determinati utenti da formare con corsi tenuti spesso da società di
consulenza; saranno poi questi stessi utenti a portare in azienda le
conoscenze sul sistema da trasferire agli altri. L’esperienza dimostra che
sarebbe bene affiancare agli utenti finali anche una struttura a supporto del
conoscenze debbono essere proprietarie, non brevettabili, basate sull’esperienza pratica. (Raffa e
Zollo, )