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Introduzione
Il cancro risulta essere, purtroppo, una delle poche malattie attuali
difficili da combattere. Non necessariamente esso determina la morte,
solo nel caso esso sia di natura maligna e irreversibile. Ogni anno
milioni di persone hanno il cancro, ogni anno milioni di persone lottano
contro il cancro: c‟è chi la malattia la vince e c‟è chi non ce la fa.
Durante la cura medica del cancro il paziente vive una serie di
emozioni indescrivibili con le quali dovrà conviverci per tutta la
durante della neoplasia e anche in seguito alla guarigione. La diagnosi
appare essere il momento più delicato di fronte la quale la persona
malata mette in atto diverse forme di reazione. Inizialmente si tende a
devalorizzare la malattia, negandola totalmente o parzialmente, per cui
il paziente non accetta di avere un cancro. Le reazioni psicopatologiche
sono al centro d‟indagine da diversi anni in quanto su di esse si andrà a
focalizzare il trattamento psicologico diversamente cucito per ogni
paziente. Le risposte comportamentali e cognitive si manifestano
sottoforma di disordini depressivi e disturbi d‟ansia. Le due componenti
possono risultare conseguenze normali, fisiologiche data la presenza
del tumore. Qualsiasi persona sapendo di avere un cancro, si sente solo
ed impaurito. La forma patologica è data dalla corrispondenza
dell‟inizio della malattie e l‟evento scatenante; su di essa si concentrerà
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il trattamento operato dallo psico-oncologo. La tesi si presenterà come
un lavoro di analisi sulla psico-oncolgia (definizione ed ambiti di
ricerca) e sulla descrizione della forma depressiva che colpisce il
malato oncologico. La tesi è struttura in quattro capitoli , composti a
loro volta da diversi paragrafi. Il capitolo iniziale preciserà le
caratteristiche della psiconcologia, quale disciplina multidimensionale
che si occupa di supportare il paziente oncologico e la sua famiglia. La
psico-oncologia si basa sull‟integrazione del lavoro della psicologia e
della medicina (oncologia) e cerca di offrire al malato un possibile
miglioramento della qualità della vita del paziente. Essa affronta tutte le
questioni psicologiche ed emotive legate alla diagnosi di cancro.
All‟interno del primo capitolo verranno descritte le linee guida del
psico-oncologoco secondo la SIPO , la società italiana di Psicologia
Oncologica. Inoltre verranno delineate le reazioni e le strategie di
coping adottate dal paziente. Tema centrale è rappresentato dal
consenso informato sul paziente, quanto ciò potrebbe interferire sul
trattamento antitumorale. Un breve paragrafo discuterà le caratteristiche
del cancro, dalla genesi all‟evoluzione, differenziando le forme benigne
da quelle maligne. Il tumore non è altro che la proliferazione
esponenziale di cellula che smettono di rispondere ai meccanismi
fisiologici di controllo cellulare. Il cancro è una malattia fisica che
interessa in un primo momento le trasformazioni corporee , dalla
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perdita di peso alla caduta dei capelli e successivamente coinvolge la
sfera psichica. Data la correlazione mente corpo che è stato discusso il
dualismo mente-corpo, secondo un‟ottica filosofica e psicologica (da
Cartesio a Freud ). Il secondo capitolo argomenterà la depressione
secondo caratteri del manuale diagnostico e statistico (DSM ). Sono
elencati i criteri base per diagnosticare la depressione, come forma di
disordine dell‟umore. Essa è una patologia ereditaria legata al
cromosoma X, quindi vi è un componente biologica che ne determina
lo sviluppo. Altre possibili cause sono di natura genetica (il gene 5HTT
è il maggior precursore ), ambientale (lutti e separazioni ) ma anche da
dinamiche familiari. Gli interventi applicati ai malati depressi possono
essere farmacologici (psicofarmaci sono divisi in 4 categorie ) o
psicoterapeutici (terapie interpersonali-cognitivi/comportamentali- di
gruppo e psicodinamiche ). Nel terzo capitolo verrà analizzata la
depressione nei pazienti oncologici, mediante l‟utilizzo di strumenti di
screening come la Levine-Pilowsky Depression Questionnaire e
interviste cliniche quali le Beck Depression Scale. Si definisce
morbilità psichiatrica oncologica come la presenza di forme
psicopatologiche , come la depressione, all‟interno dei pazienti
oncologici. La morbilità psichiatrica tende a ridursi in assenza di fattori
di rischio, ma la necessità di terapie invalidanti e la recidiva di malattia
comportano una ricomparsa di tali disturbi. Nelle condizioni avanzate
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di malattia si possono registrare disturbi mentali su base organica.
Verranno descritti alcuni casi e meta analisi sulla corrispondenza di
disordini dell‟umore con i pazienti oncologici. Il terzo capitolo si
concluderà con un paragrafo sul desiderio di morte , sulla volontà di
accelerare la morte (WHD). L‟ultimo capitolo, il quarto, analizzerà
tutte le tipologie di trattamenti in oncologia. Secondo il modello
psicobiologico, l‟ipotesi centrale tra cancro e psiche si basa sulla
conoscenza dei cambiamenti indotti dagli eventi stressogeni sul sistema
immunitario. La chemioterapia, la radioterapia e la chirurgia
rappresentano gli interventi tipici delle malattie oncologiche, mentre lo
psicofarmaco è indirizzato al trattamento della morbilità psichiatrica ed
il miglioramento qualitativo della vita del paziente. Una breve
paragrafo discuterà il rapporto cancro-nutrizione suggerendo consigli
per una dieta antitumorale. Ci sono alcuni alimenti inadatti in quanto ad
alto fattore di rischio. L‟obesità e il sovrappeso, ad esempio, sono delle
variabili che potrebbero influenzare lo sviluppo della patologia
neoplastica. Nel quarto capitolo verrà descritta la terapia adiuvante
psicologica , l‟Adjuvant Psychologica Therapy . Essa è una terapia
cognitiva messa a punto da Greer e Moorey, i cui scopi obiettivi sono:
riduzione delle conseguenze patologiche come quelle depressive ed il
miglioramento di un processo di adattamento, massimizzando uno
spirito combattivo. Il capitolo verrà terminato con la descrizione
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dell‟arte terapia, come forma alternativa di trattamento. L‟arte terapia
utilizza l‟arte come mezzo di espressione e di comunicazione delle
proprie emozioni. In ambito clinico oncologico, diverse ricerche hanno
confermato che essa può essere efficace per minimizzare il più
possibile l‟angoscia psicologica ed il dolore. Coinvolgere il paziente in
attività come la pittura o il disegno , può allontanarlo
momentaneamente dai pensieri negativi, riducendo lo stress. Mediante
la tesi si può concludere che è auspicabile un miglioramento delle
tecniche psicoterapeutiche come supporto psicologico che potrebbe
risultare utile in ambito oncologico come accompagnamento alla
malattia e alla possibile morte, qualora sia il paziente stesso a richiedere
l‟intervento psicologico.
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CAPITOLO 1
DISTURBI PSICOPATOLOGICI IN ONCOLOGIA :
CENNI EPIDEMOLOGI SULLA DEPRESSIONE
1.1 Introduzione alla Psico-oncologia: definizione e ambiti
d’intervento
Possiamo definire con il nome di Psiconcologia, la disciplina che
si occupa, in maniera privilegiata e specifica, delle variabili
psicologiche connesse alla patologia neoplastica ed in generale
delle implicazioni psico-sociali dei tumori. Essa nasce e si
impone, in risposta alle complesse problematiche psicologiche ed
emozionali, indirizzate ai pazienti oncologici, per migliorarne la
qualità della vita. È attraverso la multidisciplinarietà della
psiconcologia , che si tenta di migliorare lo stile di vita del
paziente ed il suo benessere emotivo . Essa si basa sulla
collaborazione tra la medicina, quindi la disciplina oncologica e
la psicologia e rappresenta una ricerca continua di cure primarie
per il paziente affetto.
13
“La psico-oncologia
1
si pone come disciplina specifica di
collegamento tra l‟area oncologica e quella psicologica-
psichiatrica nell‟approccio al paziente con il cancro , alla sua
famiglia e all‟equipe che se ne occupa. Gli obiettivi specifici di
questa disciplina nell‟area della prevenzione e della diagnosi
precoce, della valutazione e del trattamento delle conseguenze
psico-sociali del cancro e della formazione del personale,
vengono oramai propositi nei diversi Paesi come punti centrali
dell‟intervento in oncologia”.
La psicologia oncologica , affronta il problema della possibile
relazione tra fattori psicologici ed emozionali e la malattia
tumorale, e nel fare ciò tenta di rispondere alle seguenti
domande:
Possono dei fattori psicologici giocare un ruolo nell‟eziologia del
cancro e quindi nella sua prevenzione?
E‟ possibile con degli interventi psicologici migliorare la qualità
e la durata della vita dei pazienti cancerosi?
I fattori psicologici intervengono nell‟evoluzione clinica delle
neoplasie?
1
“Psico –oncologia,: lusso o necessità?”, di L.Grassi e G.Morasso, Giornale Italiano di Psico-
oncologia n. 1 , Giugno 1999, ed. Il Pensiero Scientifico, Roma
14
La psiconcologia si propone di stimolare una maggiore comunicazione
fra medicina oncologica, psicologia e sociologia, e soprattutto tradurre
in pratica, nel lavoro giornaliero di psicologici, medici, tecnici,
infermieri e volontari, le conoscenze applicate. Le origini della psico-
oncologia non sono molto recenti. Inizialmente l‟attenzione dei medici
era rivolta maggiormente alla malattia, piuttosto che al paziente affetto,
mentre già dagli anni settanta assistiamo ad un interesse spostato verso
il malato, il trattamento e la prevenzione. Nel 1800
2
, una diagnosi di
cancro era equivalente della morte. Non vi era né causa e né cura
adeguata . All‟inizio del ventesimo secolo, con lo sviluppo della
chirurgia , si intravede la possibilità di curare un cancro se preso in
tempo. Per la prima volta risulta importante educare la famiglia,
educare il paziente, educare il pubblico. Inizialmente l‟American
Cancer Society (ACS), ha istituito i primi programmi educativi come
tentativi di modificare l‟atteggiamento fatalistico del pubblico verso il
cancro . Lo scopo era diffondere la conoscenza relativa ai sintomi , al
trattamento e alla prevenzione del tumore. Nel 1880 viene istituito il
Memorial Sloan-Kettering Cancer Centre come ospedale specializzato
per la cura del cancro, impegnandosi anche nella ricerca. Nel 1937,
viene fondato il Nation Cancer Istitute (NCI) , come il primo istituto
nazionale per la salute. Nel 1948, Farber ha iniziato una ricerca attiva di
nuovi farmaci chemioterapici, per cui la chemioterapia diventa un
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trattamento rilevante, insieme alla radioterapia e la chirurgia. E‟ nel
decennio 1950-1960 che incominciano, infatti , ad attivarsi una serie di
iniziative da parte delle discipline della salute mentale e psicosomatica
rivolte a comprendere meglio i fattori psicologici implicati nel rischio
di ammalarsi, nell‟adattamento della malattia. Nel 1950, vengono
attivati servizi specifici: da una parte lo psichiatra Arthur Sutherland
presso il Memorial Sloan-Kettering
2
Cancer Center di New York, da
un‟altra il lavoro di Elizabeth Kubler-Ross sulle reazioni psicologiche
del paziente con cancro in fase terminale ed infine lo sviluppo di servizi
analoghi, nel 1967, da parte di Cicely Saunders, a Londra presso il St.
Cristopher Hospice. Questi progressi rappresentano punti cardine per la
psiconcologia. Già dopo Gallen
3
(Mettler and Mettler, 1947 ) alcuni
fisici e chirurghi, avevano descritto da un punto di vista clinico, il
temperamento e la storia di individui che avevano sviluppato i pazienti
con il cancro. Durante quegli anni, i dottori continuavano a preferire la
censura della diagnosi del cancro ai propri pazienti , creando così un
ambiente ostile. Iniziano a svilupparsi domande e dubbi circa il
consenso informato verso i pazienti malati. Nel 1965, i chirurghi
americani si opposero attraverso un‟inchiesta per pubblicizzare
l‟obbligo di informare il paziente circa la patologia. In seguito
aumentarono le domande da parte dei pazienti , di conoscere la
2
Citato nel libro “ Psycho-onchology: its aims, achievements and future task”, S. Greer, 2007