costruttive che non possono essere intese come soluzioni bioedili in generale, ma,
allo stesso tempo non sembra errato considerarle come un sottogruppo di rilievo
della branchia della bioedilizia. Le tecnologie che ho analizzato nello specifico sono
quelle conseguenti all'utilizzo dell'energia solare (pannelli solari e fotovoltaici),
dell'energia da biomasse e dell'energia eolica.
Obiettivo del capitolo quattro (Possibili benefici economici della bioedilizia) è stato
quello di analizzare il ruolo che ha giocato e che potrebbe giocare l'opinione
pubblica nelle eventuali scelte di investimento o di incentivazione per la bioedilizia e
con esso come questa nuova tecnologia costruttiva sia al giorno d'oggi percepita
nella società italiana. Ho poi definito le differenze sussistenti in termini di consumi
energetici ma anche, e conseguentemente, di spesa economica tra edifici costruiti
secondo criteri bioedili e altri secondo le tecnologie dell'edilizia tradizionale.
L'ultimo paragrafo l' ho voluto dedicare a un'esposizione di quelli che a mio avviso
potrebbero essere i vantaggi competitivi derivanti dall'adozione delle nuove
tecnologie costruttive quali la bioedilizia.
Il capitolo cinque rappresenta, in qualche modo, l'atto conclusivo del presente
lavoro, trattando l'analisi di uno specifico caso aziendale, quello dell'impresa di
costruzione Sguassero S.p.a. Obiettivo del seguente capitolo coincidente con lo scopo
ultimo della tesi in generale è quello di studiare e comprendere se un'azienda che
abbia deciso di investire in campo bioedile avesse una contropartita in termini di
vantaggi economici, finanziari, o di immagine. I dati su cui mi sono basato per porre
in essere tale analisi, sono stati quelli derivanti dagli ultimi tre bilanci di esercizio
depositati dall'azienda. Ho quindi suddiviso il capitolo in due paragrafi principali;
nel primo ho delineato e presentato l'azienda, con l'ausilio sia di un'intervista da me
predisposta con il titolare dell'impresa stessa, sia tramite l'esposizione di alcune tra
le principali realizzazione effettuate dalla Sguassero S.p.a. in campo bioedile. Nel
secondo paragrafo invece ho effettuato la vera e propria analisi economico-
finanziaria, tramite lo studio del conto economico, dello stato patrimoniale, dei flussi
di cassa e dei principali indici di bilancio, effettuando poi anche sulla base di questi
ultimi un'analisi sul rating dell'azienda in ottica dell'introduzione delle nuove norma
di Basilea 2 (I Gennaio 2007).
7
Sebbene i dati di bilancio non siano come è presumibile una base di partenza
completa per poter divenire agli obiettivi che mi ero prefisso, ho cercato comunque
di esprimere alcune mie considerazioni conclusive circa l'utilizzo attuale e le
potenzialità future della bioedilizia, sia sotto il profilo economico che sotto quello
ambientale. In particolar modo, dato lo stato attuale, i costi di investimenti in edilizia
ecologica non sono ancora ammortizzabili nel breve periodo per usi in cui, ad
esempio i consumi energetici risultano essere relativamente o mediamente bassi (ad
esempio usi abitativi) sebbene con margini e potenzialità future di sicuro successo e
sviluppo; mentre sembra che il costo sia assolutamente sostenibile nel caso di utilizzi
energetici più consistenti quali ad esempio quelli derivanti dalle utilizzazione in
campo industriale (ad esempio uffici, capannoni ecc.).
8
Capitolo I
LA BIOEDILIZIA
1.1 Cos’è la bioedilizia
Pensare all'inquinamento, fino a pochi anni fa, significava riferirsi quasi
esclusivamente all'ambiente esterno. Campagne a difesa dell'acqua, del cielo, della
terra e associazioni a favore della natura sono sorte in brevissimo tempo per migliorare
le condizioni del nostro pianeta. Accanto a una serie di problematiche su vasta scala,
sussistono situazioni di potenziale pericolo che insidiano quotidianamente e
invisibilmente i microambienti in cui viviamo, mettendo a repentaglio la nostra salute.
Questo tipo di inquinamento, degli spazi confinati, molto difficile da quantificare, pone
problemi molto difficili da affrontare.
La sempre maggiore attenzione per le condizioni lavorative ha portato allo sviluppo di
un'articolata legislazione relativa al grado di pericolosità e di tossicità negli ambienti
interni, e l'interesse di questi studi è soprattutto focalizzato sugli ambienti industriali
trascurando il fatto che i prodotti, una volta immessi sul mercato, possono continuare a
rilasciare sostanze inquinanti e quindi contaminare anche gli ambienti domestici in cui
si inseriscono. Anche le piccole ma prolungate emissioni quotidiane, che possono per
accumulazione provocare concentrazioni elevate, sono da tenere sotto controllo, poiché
l'uomo trascorre normalmente la maggior parte del suo tempo negli ambienti chiusi.
E' inoltre noto che la contaminazione dell'aria interna non sia il risultato della presenza
di un singolo inquinante, ma dell'effetto sinergico di più sorgenti e fattori presenti in un
determinato ambiente. Una nuova sensibilità a problematiche inerenti l'inquinamento
domestico è oggi in aumento, grazie a una differente concezione della vita e della
salute, fondata su un più stretto rapporto fra l'uomo, il suo corpo e la
natura. Questa é alla base del rinnovato e attuale interesse per le problematiche
9
dell'abitare e la ricerca di nuovi principi progettuali.
La bioedilizia
1
non ha come obiettivo la creazione di nuovi modelli architettonici – o
perlomeno non soltanto questo - ma suggerisce un modo di costruire in cui il primo
interesse é l'uomo e tutto deve essere progettato per la sua salute, il suo benessere, lo
stare bene e in armonia con gli altri individui e con l’ambiente in cui questi vive.
La casa deve anche essere un modo di equilibrare i disturbi arrecati da inquinamenti e
degrado ambientale e non deve essere un qualche cosa che serva unicamente a
proteggere l'uomo da tutti i fattori nocivi esterni e interni alla costruzione.
E’ perciò importante che la strutturazione dell'edificio venga fatta adeguandola ai
bisogni specifici di colui che la abiterà, anche perché una casa non a misura d'uomo,
che non rispetta i ritmi e i circuiti di regolazione biologici, può portare a patologie.
La bioedilizia cerca, attraverso l’interazione col consumatore finale, di individuare ed
eliminare il più possibile i prodotti nocivi presenti negli ambienti domestici gestendo
correttamente gli impianti e le apparecchiature, introducendo soluzioni atte a
migliorare il comfort complessivo degli ambienti nei quali le persone trascorrono una
parte rilevante della propria esistenza.
1.2 La nascita della bioedilizia
L’uomo, fin dalla preistoria, per difendersi dagli agenti atmosferici e dai pericoli ha
dovuto costruirsi dei ripari. È in primo luogo per rispondere a tali esigenze che è
nata l'esigenza di apprendere e di definire delle tecniche costruttive e quindi, in
senso largo, l’architettura. Nella costruzione dei propri ricoveri l’uomo è stato
fortemente legato alle materie prime caratteristiche dell’ambiente naturale in cui
esso si è trovato a vivere. Sempre in loco l’uomo ha dovuto trovare i combustibili
per scaldarsi.
Grazie sia ai ritrovati tecnologici che alla possibilità di commerciare e quindi di
1
Il termine deriva dalla traduzione del termine tedesco “Baubiologie”; U. Sasso, Bioedilizia e
Bioarchitettura, Alinea ed., Firenze, 2000.
10
importare materiali da altre zone, le tecniche costruttive sono state sviluppate e
modificate nel tempo e nello spazio. Sono sorte così le varie tradizioni
architettoniche.
L’architettura è stata pesantemente condizionata dalle caratteristiche climatiche dei
luoghi fino agli inizi del XX secolo. Successivamente, nel mondo occidentale, la
disponibilità di mezzi tecnici, congiunta a quella di risorse economiche diffuse su
larga scala, ha portato ad una scissione della relazione edificio-contesto geografico
che fino ad allora aveva pesantemente condizionato l’architettura.
Particolare impulso all’introduzione di nuovi materiali è stato dato dal boom del
petrolio e dal conseguente sviluppo dell’industria chimica che ha determinato una
vera e propria rivoluzione del settore edilizio.
L’introduzione della chimica nell’edilizia ha messo infatti a disposizione di chi
progetta e costruisce, nuovi materiali dotati di caratteristiche tecniche prima
impensabili. Da un lato tali materiali, superando alcuni “limiti” caratteristici di
quelli tradizionali, hanno permesso lo sviluppo di nuove soluzioni costruttive e
nuovi linguaggi architettonici. Dall’altro questa “rivoluzione” non è stata indolore
poiché i nuovi materiali, pur risolvendo alcuni problemi, ne hanno generati altri. Il
forte impatto ambientale nella fase di produzione ed il rilascio di sostanze tossiche
negli ambienti abitati sono ad esempio aspetti che caratterizzano molti materiali figli
dell’industria chimica.
Il boom del petrolio, la relativa "cultura", nonché la politica conseguente hanno
avuto enormi ripercussioni anche sulle modalità di controllo delle condizioni di
benessere all’interno degli ambienti edificati. Il compito di assolvere a tale controllo
infatti è stato poi assegnato sempre più agli impianti tecnologici, relegando così
l’edificio a semplice contenitore. Tutto questo ha avuto conseguenze a diversi
livelli:
• Incremento della dipendenza dalle fonti di energia esterne all’edificio
• Svincolamento dell’architettura nei suoi aspetti morfologici e formali dal
contesto climatico (quindi anche geografico e di conseguenza culturale)
• Crescente importanza della componente impiantistica all’interno degli edifici
11
La crisi energetica degli anni '70 ha spinto ad una riflessione sulla necessità di
“sanare” in qualche modo la frattura creatasi nella relazione edificio-contesto
climatico del sito ed ha dato un forte impulso all’uso di risorse energetiche
rinnovabili. Parallelamente, negli ultimi anni, poiché nell’abitare sono emersi effetti
negativi legati all’uso spesso incauto e spropositato dei prodotti dell’industria
chimica, è in forte crescita la sensibilità per l’impiego di materiali non nocivi ed
ecologici nell’edilizia.
La convergenza dell’esigenza di tutelare la salute e l’ambiente, unitamente alle
necessità di risparmio energetico, ha portato alla nascita della bioedilizia.
La maggior parte delle risorse energetiche dalle quali oggi dipendiamo sono
destinate a terminare, considerando anche il continuo incremento dei consumi
dovuto ai nostri stili di vita attuali. I combustibili fossili, petrolio gas e carbone,
sono quelli maggiormente utilizzati e sono anche i principali responsabili
dell’effetto serra, dell’alterazione del clima e dell’aumento di anidride carbonica
nell’atmosfera.
È cronaca di questi giorni il continuo aumento del prezzo del petrolio ed è ormai di
dominio pubblico la sensazione di come questa fonte di energia, insieme al carbone,
sia influente in ogni settore economico, dalla grande industria alle esigenze di un
piccolo appartamento. Sono ormai circa trent'anni
2
che è nota la fragilità del mondo
occidentale in materia d'approvvigionamento energetico; da tale data, gran parte degli
economisti e degli esperti internazionali del settore, si è orientata verso un unico
imperativo possibile da indirizzare ai governi: limitare i consumi energetici e
promuovere l'uso di energie alternative rinnovabili (solare, eolico, idroelettrico, ecc.).
Nonostante questo, nel nostro Paese, poche cose sono cambiate, tranne l’adozione di
misure temporanee e di corto respiro (blocchi del traffico, incentivi al solare e poco
altro). Fortunatamente negli ultimi anni si è andata formando una sensibilità comune
verso lo sviluppo sostenibile e, in particolare, con l'adozione del cosiddetto
2
Guerra del Kippur tra arabi e israeliani, 1973.
12
"protocollo di Kyoto" (dicembre 1997) le autorità si trovano adesso costrette a
rispondere con interventi concreti a queste esigenze. Uno dei settori di attività
maggiormente responsabili del degrado ambientale è quello dell'edilizia e delle
costruzioni in generale; esso, infatti, incide per 1/3 circa sul consumo totale di energia
nel Mondo, e per il 40% su quello dei materiali
3
.
Il settore edilizio in Italia consuma circa il 40% dell'energia primaria; è quindi
indispensabile intervenire in questo settore in maniera decisa ed efficace.
I consumi energetici delle abitazioni sono dovuti soprattutto al riscaldamento e al
raffrescamento degli ambienti. Il motivo per cui questi consumi sono così elevati
dipende dal fatto che gli edifici sono scarsamente isolati, gli impianti hanno un
limitato rendimento ed è poco diffuso il concetto di "gestione energetica" dei
fabbricati. Diventa fondamentale fare ricorso a fonti energetiche rinnovabili ed
utilizzare la migliore, più disponibile, conveniente, ecologica ed inesauribile delle
risorse: il risparmio energetico.
I benefici ricadrebbero non solo sull’ambiente ma anche sull’economia nazionale e
dei singoli cittadini.
Esistono varie tipologie di intervento finalizzate al conseguimento del risparmio
energetico nei settori dell’energia, industria, trasporti, civile. Esse, da realizzare nel
breve e medio periodo, vengono di seguito descritte.
• Energia: l’obiettivo è la realizzazione di centrali a trigenerazione (energia
elettrica, recupero calore e recupero freddo) privilegiando, nel contempo,
interventi di rapida realizzazione e con un buon rapporto costi-benefici, quale
quello dell’aumento dell’efficienza della rete di distribuzione in grado da solo di
contribuire ad ottimizzare le quote di riserva del PNA (piano nazionale di
assegnazione) con un risparmio potenziale stimato nell’ordine di 11.000 MW.
• Industria: le imprese o i piccoli produttori richiedono sistemi di cogenerazione
da gestire direttamente. Forte è anche la richiesta di nuovi materiali da
impiegare in piccoli impianti operanti in ambienti aggressivi.
3
Vedi al proposito N. Lenssen and D. M. Roodman, Costruire edifici migliori, in Brown L. Ct al., State
of the World 1995, Torino, 1995.
13
• Trasporti: è evidente una situazione di “emergenza città” legata al traffico dei
centri urbani, mentre il trasporto merci, vincolato alla dislocazione diffusa del
tessuto produttivo e al terzismo logistico, finisce per far aumentare i costi, i
consumi e, quindi, le emissioni.
Al riguardo le azioni possibili riguardano applicazioni di sistema, quali la valutazione
ambientale strategica (VAS) necessaria per ottimizzare i flussi ed i mezzi; in tal senso,
a partire dal 2006 tutte le nuove costruzioni dovranno essere realizzate in base a
coefficienti di “consumo e dispersione energetica” previsti dalla Direttiva Europea
2002/91/CE
4
.
Tale azione, in considerazione della anzianità del patrimonio edilizio italiano, è
sicuramente la migliore per il rapporto costi-benefici e, oltretutto, risulta essere di
immediata applicazione, essendo già disponibili le tecnologie di intervento.
Da quanto finora espresso, è possibile notare come risulti di notevole importanza
porre grande attenzione sul tipo di tecnologie e tecniche costruttive che vengono
impiegate nel settore dell’edilizia che, come già ho avuto modo di poter dire, risulta
essere una delle maggiori cause di dispendio energetico.
Proprio in tale ottica, la bioedilizia propone delle tecniche di costruzione o di
ristrutturazione che consentono di ridurre fortemente il consumo energetico,
rendendo inoltre gli edifici più sani.
E' su queste basi e in questa direzione che lavora il Distretto della Bioedilizia
5
, il
quale, attualmente, rappresenta una tra le più significative esperienze nazionali di
sviluppo innovativo del settore: esso raggruppa più di 200 aziende sul territorio
nazionale che mirano a promuovere la qualità della vita e del benessere individuale
nell’ambito delle costruzioni edili.
4
Vedi al proposito quanto espresso nel paragrafo 2.2.1 a pag. 29
5
Per maggiori informazioni si veda il sito web www.distrettobioedilizia.it.
14
1.3 I principi del costruire in bioedilizia
Di seguito espongo alcuni principi e regole di base che risultano essere tra le
condizioni necessarie al fine di poter porre in essere una costruzione di tipo bioedile:
• Vanno ricercati luoghi per i nuovi edifici che non siano interessati da fattori
geopatogeni di origine naturale, quali falde d'acqua, emissioni di gas radon,
radiottività delle rocce presenti nel terreno, campi magnetici sotterranei, e che
abbiano una buona insolazione.
• Vanno evitati i siti in con presenza di elementi inquinanti dovuti all'azione
umana, quali emissioni di fumi, polveri, rumori, campi elettromagnetici,
illuminazione artificiale (arterie di traffico, industrie, elettrodotti, emittenti
radio, tv, telefonia …)
• L'edificio va progettato e posizionato in modo da potersi rapportare con i
fabbricati esistenti; in modo da sfruttare tutta l'energia solare incidente e in
modo da corrispondere alle esigenze di armonia e funzionalità che l'essere
umano richiede.
• Vanno favoriti i rapporti sociali e di buon vicinato, studiando accuratamente
altezze, distanze tra edifici, disposizione della vegetazione, percorsi pedonali e
carrabili, aree parcheggio, zone di sosta e di ritrovo interdette alle automobili.
• Gli agglomerati e le singole unità abitative, per non produrre effetti sociali
negativi, devono essere ben accettati dagli abitanti corrispondendo alle loro
esigenze ed aspettative. Gli abitanti devono sentirsi "a casa loro".
• I recuperi dell'esistente e le ristrutturazioni dovranno ricercare soluzioni
costruttive rispettose del fabbricato preesistente, evitando inserimenti di
strutture metalliche o in calcestruzzo qualora ciò sia tecnicamente percorribile.
Impianti e finiture dovranno essere conformi a quanto più sotto esplicitato.
• Vanno privilegiati i materiali da costruzione non tossici e di provenienza
naturale, senza additivi o correttivi derivanti dalla tecnologia industriale
spinta. Bisogna tenere conto delle materie prime in via di esaurimento,
favorendo il consumo di quelle che derivano da fonti rinnovabili.
• Vanno scelti prodotti che necessitano di un basso consumo energetico per la
loro realizzazione e per il loro trasporto a destinazione. Va valutata la loro
ecocompatibilità anche nella fase di smaltimento.
15
• Le maestranze devono lavorare in condizioni di sicurezza, anche per quanto
riguarda la qualità dei materiali impiegati, le loro possibili esalazioni nocive.
• Tutte le componenti dell'edificio (tetto, pareti, solai …) devono assicurare la
traspirabilità, la fuoriuscita di vapori, evitando il ristagno di umidità e di gas
naturale.
• Vanno adottati accorgimenti per ottimizzare qualitativamente le caratteristiche
termiche dell'edificio dimensionando sia per il freddo invernale che per il
caldo estivo. Vanno privilegiate le murature a grande inerzia termica, gli
impianti di riscaldamento ad irraggiamento (che non creino moti d'aria, non
muovano polveri, assicurino una temperatura costante ed omogenea nel
tempo), tetti ventilati, materiali con temperatura superficiale controllata e
traspiranti.
• È opportuno differenziare le temperature nei diversi locali della casa in
funzione dell'attività che svolgiamo: più fresche le zone del riposo,
mediamente temperate quelle deputate all'attività giornaliera, più calde per lo
studio ed il bagno.
• Va perseguito il risparmio energetico sfruttando l'energia solare con pannelli
solari, serre, accumulatori di calore, stufe.
• Gli impianti igienici - sanitari vanno progettati in modo da risparmiare la
risorsa acqua e recuperarla per usi diversi nell'abitazione.
• Gli impianti elettrici devono essere progettati in modo da non creare ulteriore
disturbo all'interno dell'abitazione sottoforma di campi elettromagnetici. Va
posta attenzione al dimensionamento e al tracciamento in cantiere, nonché
vanno utilizzati opportuni disgiuntori biologici.
• Le finiture devono essere naturali, traspiranti, offrire un buon grado di
protezione degli elementi costruttivi, devono essere esenti da esalazioni
tossiche, riciclabili.
• I locali interni devono essere protetti da rumori e vibrazioni, assicurando una
buona illuminazione naturale ed artificiale.
• Le forme degli spazi e dell'arredo, i colori, interagiscono con la sfera psico-
emozionale; vanno quindi progettati finalizzandoli al benessere della persona.
• La progettazione deve essere partecipata; utente finale e tecnico devono
collaborare ad un unico obiettivo: la ricerca del massimo grado raggiungibile
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